giovedì 10 ottobre 2019

Il circo della notte - Erin Morgenstern


Titolo originale: The night circus - 2010

Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: "Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora". È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza. (ww.anobii.com)

"Il circo arriva inaspettato." 
"Spunta così, semplicemente, dove ieri non c'era"

Questo libro è carico di magia. Ci sono pagine che sanno davvero trascinarti dentro a questo circo straordinario. E ci sono pagine di prolisse e un po' farraginose descrizioni che diventano noiose e distolgono l'attenzione. In alcuni momenti ho auto l'impressione che l'autrice abbia voluto creare un'atmosfera che sarebbe venuta meglio se avesse usato parole meno ricercate.
La storia di base era molto interessante. Non avevo letto nessun commento in rete, quindi la mia scelta del libro si è basata principalmente sulla lettura della trama. La sensazione è che questa storia, in mano ad uno scrittore più "esperto" (uno Stephen King o un Tim Burton, per esempio) sarebbe diventata trascinante. Invece rimane un po' in bilico, tra belle pagine, appunto, e altre così così.
La narrazione è in terza persona e, ogni tanto, lo scrittore si rivolge al lettore con un "tu" (tu entri al circo, tu pensi questo) che sinceramente mi ha un po' distratto perchè modifica lo stile del resto del romanzo.
La sfida crea molta aspettativa che alla fine non viene soddisfatta a pieno, e non per il fatto che Marco e Celia si innamorano, quelle sono pagine molto intense e molto coinvolgenti (anche se al limite del troppo zuccheroso), ma perchè si conclude come si conclude. Mi sono chiesta più volte che senso avesse la figura di Bailey e, sinceramente, se quella era la sua importanza, forse valeva la pena di farlo maturare un po' meglio. Il finale mi pare un po' buttato lì, come per finire qualcosa che non si sa esattamente come far finire. Peccato. Aveva enormi potenzialità. Da questo libro, un regista sapiente potrebbe far uscire un film meraviglioso. Ecco, forse sembra un po' troppo scritto come film piuttosto che come libro. Grandi potenzialità che non sono state sviluppate come potevano.

«È importante, invece. C’è bisogno di qualcuno che le racconti, quelle storie. Dove le battaglie sono combattute, vinte e perdute, dove i pirati trovano i loro tesori e i draghi divorano i nemici a colazione con una bella tazza di Lapsang Souchong: qualcuno deve raccontare i loro frammenti sovrapposti di narrazione. C’è della magia in questo. È nell'ascoltatore, e suonerà in modo diverso in ogni orecchio, colpendo ognuno in modo imprevedibile. In superficie e in profondità. Puoi narrare una storia che va a innestarsi nell'anima di qualcuno, divenendone il sangue, l’io e il proposito. Quella fiaba lo smuoverà, lo spronerà, e chissà cosa mai potrebbe arrivare a fare grazie a essa, grazie alle tue parole. Che sono il tuo ruolo, il tuo dono.»

Mio voto: 7 e mezzo / 10

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