venerdì 18 settembre 2020

Il paese del sale e delle stelle - Zeyn Joukhadar


Titolo originario: The map of salt and stars - 2018

Il mondo di Nour è fatto di colori. Ogni volta che sente una voce o legge una lettera, davanti ai suoi occhi tutto si tinge delle più brillanti tonalità di verde, rosso, giallo e blu. Ma da quando è ritornata in Siria dagli Stati Uniti, dopo la morte del padre, intorno a lei vede solo grigio: non ci sono più sfumature né riflessi. Ora Nour deve occuparsi da sola delle sue sorelline. A dodici anni è un compito difficile, soprattutto in una terra che ti è estranea. Una terra in cui dovrebbero affondare le tue radici, ma dove non conosci nessuno. Una terra rischiosa, con pericoli nascosti dietro ogni angolo. Ma Nour ha le storie che suo padre le raccontava prima di dormire a farle compagnia. È a quelle parole che si aggrappa per trovare il coraggio di affrontare le difficoltà. In particolare, alla leggenda di Rawiya, la sua preferita, che racconta di una ragazzina come lei, costretta a fingersi uomo per realizzare il suo sogno proibito: far parte di una spedizione che vuole disegnare la carta geografica del mondo. Un’impresa straordinaria, in cui riesce a dimostrare tutta la sua forza. Per Nour, che la conosce a memoria, quella favola adesso ha un significato completamente diverso. E anche la mappa che ha trovato tra i documenti della sua famiglia assume un valore speciale. Forse indica la strada da seguire per mettere in salvo sé stessa e le sue sorelle. Forse è la sua unica possibilità. Quello che deve imparare, però, è che ci sono sentieri tracciati sulla carta e sentieri tracciati nel cuore. Che anche le parole a volte possono essere una guida e una protezione, soprattutto se vengono dalla persona che l’ha amata di più al mondo. (www.ibs.it)

Baba (il padre) è appena morto e Nour, dodici anni, si trova spaesata dalla perdita, oltre al fatto che, a differenza dalle sorelle, lei è nata a New York e non parla nemmeno tanto arabo. Ma la madre ha pensato che fosse meglio tornare nella terra natia, la Siria. Una sera mentre sono a tavola, una granata colpisce la loro casa. Nour, la madre, le sorelle e un caro amico di famiglia sono quindi costretti a scappare. Oltretutto, una scheggia della granata ha colpito alla spalla la sorella maggiore, Huda. La decisione è di tornare a Ceuta, dove ancora abita uno zio. Il percorso però non sarà facile, e lungo il percorso saranno costretti a separarsi. 
Nella narrazione si alternano due storie. La prima è quella nel presente di Nour e della sua famiglia in fuga. La seconda è una storia che Baba le raccontava e che lei conosce ormai a memoria: si tratta della storia di Rawiya, una ragazzina che si finge maschio per diventare assistente del più grande cartografo del mondo Al'Idrisi.
Praticamente il percorso di Nour si svolge parallelamente a quello di Rawiya, seguendo un po' le sue impronte nel percorso che lei aveva fatto anni e anni prima. Nour si impersonifica molto in Rawiya e con la sua sagacia riuscirà ad arrivare a Ceuta e a trovare lo zio di cui aveva parlato la madre.
Il libro è diviso in cinque parti. Nella prima siamo in Siria, nella seconda in Giordania / Egitto, nella terza in Libia, nella quarta in Algeria / Marocco, nella quinta a Ceuta (città autonoma spagnola nel nord Africa).
Il libro è molto interessante. Ci sono pagine molto dolorose, e altre incredibilmente cariche di amore.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Abu Sayeed, amico del padre di Nour e praticamente adottato dalla famiglia di lui quando è rimasto orfano; per Nour è come una seconda figura paterna, rassicurante. 
In generale mi è piaciuto molto questo libro. Affronta un tema molto triste senza appesantirlo, forse anche grazie al procedere contemporaneo tra la vita di Nour e la leggenda di Rawija. 
Ho fatto fatica inizialmente, soprattutto nelle parti poetiche perchè non sono così facili, poi però la storia procede scorrevole. Lo consiglio.
Mio voto: 8 mezzo / 10

p.s. ho deciso di far rientrare questo libro anche nella mia sfida del giro del mondo. E' vero che in Siria ci stanno "solo" per un centinaio di pagine, ma è comunque la cultura che permea tutto il libro e il posto che comunque viene considerato "casa".

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