sabato 26 luglio 2025

Fuori i libri! Aprile maggio giugno 2025

Anche stavolta mi trovo a fare il riepilogo di ben tre mesi... sigh... (e ormai siamo pure alla fine del quarto...)

APRILE
Primo libro del mese "Leonard e Hungry Paul" di Ronan Hession. Era un po' che lo avevo comprato e che lo volevo leggere. Molto delicato

Per il gruppo di lettura della biblioteca abbiamo letto "Una vita" di Guy de Maupassant. Interessante lo scorcio storico sul periodo ma non mi ha fatto impazzire.

Continuo il giro dell'Europa con un libro ambientato in Norvegia: "Un grammo di felicità" di Siri Ostli. Delizioso.

Un giallo/noir ambientato in Virginia: "Il Country club" di Howard Owen. Mi piace molto questo scrittore e anche il libro è molto gradevole nonostante la vicenda un po' pruriginosa (che credo sia stata ispirata da una storia vera)

Rimango sui gialli, evidentemente è il periodo, e torno alla libreria Nevermore con "Uomini e crimini" di Steffanie Holmes. Sinceramente, se evitasse di mettere tutte quelle (inutili per la storia) scene di sesso, lo preferirei. Ma va beh. 

MAGGIO
Primo libro, quello del gruppo di lettura della biblioteca: "Resto qui" di Marco Balzano. Che romanzo. Molto bello, con tanta denuncia nei confronti della politica sorda ai problemi della popolazione.

Per la keyword challenge ho trovato la parola "wind" nel secondo libro della serie di Ocean Breeze (il cui primo mi era piaciuto poco...). Molto romantico e decisamente gradevole. Parlo de "La voce del vento" di Sherryl Woods.

Mi ha molto incuriosito "L'ufficio degli affari occulti" di Eric Fouassier. Intrigante anche se un po' contorta la parte storica per i miei gusti.

Un libro ambientato i Repubblica Ceca: "I misteri di Praga" di Ben Pastor. Interessante l'ambientazione storica, ma assolutamente scarsa la parte gialla.

GIUGNO
E' uscito in Italia il nuovo libro di Yann Martel, "Lo sguardo di Odo". Ero molto curiosa. Libro strano che mi ha lasciato perplessa.

Finalmente sono riuscita a leggere il primo libro di Virgin River. Ammetto che la serie tv è molto più brillante.

Ultimo libro di giugno, "Bed and breakfast and books" di Frida Skyback, che a dispetto del titolo in inglese, non mi risulta ci sia la traduzione in inglese del libro. Ma va beh. Libro di cui mi è piaciuta da impazzire la copertina, ma lo svolgimento... insomma...


venerdì 25 luglio 2025

Bed & Breakfast And Books. Il club del libro alla fine del mondo - Frida Skybäck


Titolo originale: Bokcirkeln vid världens ände (2019)

La vita di Patricia scorre placida e monotona nella fattoria di famiglia a Charlottesville, quando riceve una lettera anonima che riporta a galla un doloroso mistero del passato. Dalla busta scivola fuori una collanina d’argento con un ciondolo a forma di nota musicale, proprio quella che lei stessa ha regalato a sua sorella Madeleine, scomparsa senza lasciare traccia nell’estate del 1987, ben trentadue anni prima. Patricia decide subito di raggiungere Ljusskär, la località di mare della Svezia da cui la giovane non ha mai fatto ritorno, e trova alloggio nell’unico hotel del posto, il Bed & Breakfast and Books, dove un variegato gruppo di signore organizza un club del libro. Tra discussioni letterarie e consigli d’amore, saranno proprio le donne che animano il book club ad aiutarla a indagare. Cos’è successo davvero a Madeleine e quali oscuri segreti si annidano tra le strade di quel piccolo paese? (goodreads)

ATTENZIONE - contiene spoiler

Di questo libro mi ha ispirato subito la copertina e poi la trama. La lettura è stata piacevole, leggera. La trama di per sè non è neanche troppo originale ma c'è la curiosità di andare avanti.
Forse, la cosa più bella di questo libro è l'amicizia tra le donne del club del libro, alcune sono amiche dall'infanzia. Sono interazioni positive, momenti in cui ci si aiuta con sincerità, momenti in cui finalmente si parla della paura di invecchiare o della solitudine.
Questo paesino svedese, pur essendo "alla fine del mondo", in realtà sa farti sentire a casa.
Il libro procede su due orizzonti temporali, il presente in cui Patricia interagisce con le persone del luogo e il passato in cui Madeleine era lì a fare la tirocinante.
La storia di Madeleine però mi pare venga trascinata un po' per le lunghe senza creare un particolare pathos. Cioè è vero che c'è il mistero di cosa le sia successo, ma non riesco a farlo rientrare nei libri gialli, neanche nei cozy. Madeleine viene scelta per partecipare ad un tirocinio presso la chiesa libera, dove c'è questo pastore che è in grado di capire quale dono hanno i ragazzi. Madeleine canta benissimo e le viene affidata la direzione del coro. Si capisce che questo pastore ha dei modi un po' particolari e molto fisici, abbraccia spesso le sue adepte per tranquillizzarle, e ti viene il dubbio che Madeleine sia stata molestata, che fosse incinta quando è sparita. Anche la moglie del pastore ha degli atteggiamenti decisamente manipolatori e bugiardi. In realtà tutti i tentativi di Patricia di carpire qualche informazione finiscono nel vuoto; se anche c'è qualcuno che sa qualcosa, non vuole parlare. Poi l'ultimo giorno in cui Patricia rimane al paese, finalmente c'è una delle donne che dice qualcosa sul fatto che ha provato ad aiutare Madeleine a scappare dalla chiesa. Siamo ormai a poche decine di pagine dalla fine del libro e ancora non sappiamo chi ha spedito la catenina di Madeleine a Patricia. E quando finalmente la persona si palesa, dice che voleva che Madeleine la riavesse indietro, pur sapendo che non può essere così perchè questa persona sa cosa è successo a Madeleine e come.
Credo che dietro a questo libro ci fosse una bella storia che però non mi ha entusiasmato molto. Mi è piaciuto invece il gruppo di signore che nonostante l'età stia avanzando, hanno grinta e voglia di superare gli ostacoli.
Mio voto: 7 / 10

giovedì 24 luglio 2025

La strada per Virgin River - Robyn Carr


Titolo originale: Virgin River (2007) 

Virgin River è il luogo ideale per trovare rifugio e rigenerarsi. Protetta da torreggianti sequoie e scandita dal gorgoglio di acque cristalline, la vita di questo delizioso villaggio di montagna scorre senza affanni e pericoli. Ma non senza emozionanti sorprese.In un momento particolare della sua vita, Melinda sente il bisogno di prendere le distanze dalle convulse follie di Los Angeles e si trasferisce a Virgin River. Qui l'attende una natura di incontrastata bellezza e un ambulatorio in cui esercitare la sua professione di ostetrica. Grazie a un'atmosfera serena e tranquilla, Mel ritrova il suo equilibrio. Almeno finché non compare sul suo cammino l'affascinante Jack che conosce tutti i sentieri dei boschi di Virgin River, compresi quelli che conducono verso una nuova, insperata, felicità. (goodreads) 

E' sempre difficile giudicare un libro dopo aver visto la serie tv da cui è tratto, soprattutto se la serie tv ti ha molto emozionato e il libro invece se ne discosta abbastanza.

Il libro non è brillante come pensavo. Pieno di dialoghi, alcuni abbastanza sciocchi. Più volte gli uomini hanno definito le belle donne delle "cosine"... forse è uno slang americano ma fa abbastanza schifo. Nel libro ci sono tante cose, dal trasferimento di Mel, all'accettazione di Doc, agli amici di Jack che vanno a Virgin River, a Mel che fa amicizia con due coppie della cittadina vicina, Mel che incontra la famiglia di Jack, la storia tra Rick (16 anni) e Liz (14), le piantagioni di droga... tante cose ma nessuna viene un po' approfondita. Mi va anche bene che abbia voluto rimanere sul leggero, ma trovo un po' troppo leggero l'escamotage narrativo cioè la fuga di Mel da Los Angeles perchè è morto il marito. Da quello che sembrava un incipit doloroso passiamo praticamente subito ad una storia nuova. Il libro poi è pieno di donne incinta e di parti. Va beh, non c'era un'ostetrica in città prima, ma praticamente è il centro di tutta la vicenda. 
A differenza della serie tv, è un libro che rimane molto piatto. Credo che non proseguirò con gli altri della serie. 
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Lo sguardo di Odo - Yann Martel


Titolo originale: The High Mountains of Portugal (2016) 

Lisbona, 1904: Tomás, un giovane uomo sconvolto dal dolore per la scomparsa della moglie e del figlio, legge su un vecchio diario la notizia di uno straordinario manufatto che, se scoperto, porterebbe a ridefinire la storia dell'uomo, e a ripensare il nostro rapporto con la natura e con il divino. E si mette a cercarlo.. Trentacinque anni dopo, un patologo portoghese, appassionatissimo lettore dei gialli di Agatha Christie, si trova a vivere una notte surreale, in cui è costretto a fare i conti con i momenti più difficili della sua vita, momenti che scopriremo essere direttamente connessi, in modo tragico e beffardo, alla ricerca di Tomás. Cinquanta anni più tardi, un senatore canadese, per sfuggire al dolore del ricordo della moglie morta, si rifugia in un piccolo paese nella regione delle Alte Montagne del Portogallo, dove però si presenta con uno strano compagno, uno scimpanzé. E sarà a questo punto che la ricerca iniziata da Tomás quasi un secolo prima troverà la sua inaspettata conclusione.. Con "Lo sguardo di Odo" Yann Martel conferma una volta di più di essere uno dei massimi esponenti contemporanei del realismo magico: in parte avventura, in parte storia di fantasmi, in parte favola contemporanea, questo romanzo parla del nostro rapporto con l'amore e con la sofferenza, con il soprannaturale e con la natura. Ricco di tenerezza e ironia, appassionante e movimentato, Lo sguardo di Odo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, nello spazio, e nell'animo umano. (goodreads)

Ho letto questo libro proprio perchè avevo gradito "Vita di Pi".
Questo libro è per chi apprezza il realismo magico, per chi accetta che accanto alla realtà esistano momenti di magia, momenti di "stravaganza" che cambiano la prospettiva delle cose.  
Sembrano tre racconti a sè stanti, ma sono in realtà uniti da un filo che verrà svelato alla fine.  
Nella prima parte, un uomo cammina all'indietro per elaborare il lutto. Poi scopre il diario di un missionario che osservava la tratta degli schiavi neri in Africa e decide di andare alla ricerca di un particolare manufatto lasciato in una chiesa delle montagne del Portogallo.
Nella seconda parte, un uomo aiuta una donna a capire come è vissuto il marito che lei trasporta in una valigia. 
Nella terza parte, un uomo va a vivere con uno scimpanzè per imparare a vivere il tempo e non esserne dominati.
Intanto, sono perplessa dal fatto che in italiano il titolo è stato modificato in "Lo sguardo di Odo" (che è lo scimpanzè del terzo racconto) piuttosto che chiamarlo "le alte montagne del Portogallo" che rendeva l'idea di dove si svolgono tutte le tre vicende.
Onestamente, non ho capito dove voleva andare a parare. Cioè, è vero che il dolore (il lutto in particolare) ci fanno fare cose strane, ma mi pare che la chiusura delle storie faccia un po' acqua comunque. Ci sono un paio di scene che mi hanno scioccato (tipo il bambino della fine del primo racconto). 
La scrittura di Martel mi piace molto, si legge bene, però se devo capire il significato che sta dietro alle storie narrate sono un po' in difficoltà. Forse dovrei rileggerlo, ma sinceramente non ne ho voglia.
Mio voto: 6 / 10

domenica 6 luglio 2025

I misteri di Praga - Ben Pastor


Titolo originale: Brink Tales (2002) 

Praga 1914. Solomon Meisl è un medico che esercita a Josefstadt, il cuore magico ed esoterico della città. Intuitivo e tenace, Meisl affianca alla sua professione quella di detective privato di rara competenza e grande riservatezza. Un giorno d'estate, ecco bussare alla porta del suo studio Karel Heida, giovane ufficiale dei Lancieri incaricato di fare luce sull'omicidio di una principessa russa. Un caso inspiegabile, a cui fanno seguito, non solo nella stessa Praga, ma anche in Boemia e Moravia, altri efferati delitti, dai contorni quasi sovrannaturali. Deciso ad affiancare Heida nelle sue indagini, Meisl si butta a capofitto nella Praga più occulta e incantata. Alla fine tutti i nodi verranno sciolti, ma a Sarajevo il 28 giugno 1914... (goodreads)

L'ambientazione a Praga subito prima dello scoppio della prima guerra mondiale è molto affascinante. Anche la trama posta in copertina era piuttosto affascinante. Io, però, ammetto di averlo trovato interessante all'inizio e poi devia sul noioso.
Il libro è diviso in cinque parti, in ciascuna parte c'è uno o più omicidi che trovano soluzione. E' interessante il dottor Meisl, molto arguto, che trova dettagli che al giovane Heida sfuggono. Però la parte preponderante qui è Praga, con la sua gente, con gli avvenimenti storici, con la voglia del tenente di andare in guerra. Gli omicidi rimangono un po' in secondo piano. Sì è vero, Heida e Meisl parlano con persone per capire cosa è successo e risolvono i misteri, ma niente di così brillante. Se l'intento, però, non è il giallo ma piuttosto parlare del fermento a Praga in quel periodo, beh lì sicuramente l'autrice ha colto nel segno.
Mio voto: 6 / 10

L'ufficio degli affari occulti - Éric Fouassier


Titolo originale: Le Bureau des affaires occultes (2021)

Un bambino corre, a piedi nudi, nella notte. Corre senza meta nelle viuzze buie e strette della Parigi cenciosa che festeggia l’ascesa al trono di Luigi Filippo. Il suo cuore è un tamburo impazzito. La mente, occupata da un solo pensiero: sfuggire agli artigli del Vicario, che è lì da qualche parte, nell’oscurità, pronto a dargli la caccia tutta la notte. In un vicoletto, il bambino scorge un coccio di bottiglia tra le immondizie. Lo afferra per tagliare il tendone più vicino. Un taglio discreto, giusto per entrare. Una volta dentro, lo accolgono visi da incubo, emersi dal nulla, in un terrificante labirinto di specchi da cui è impossibile uscire…
Dall’altra parte della città, in uno dei quartieri ricchi della capitale, nella residenza di Charles-Marie Dauvergne, deputato alla Camera di fresca nomina, si festeggia il fidanzamento di Lucien Dauvergne con la figlia di un industriale normanno. Lucien è un giovane frivolo, un dandy elegante e bohémien. Nel corso della serata, sale al piano superiore della casa e scompare letteralmente dalla festa. Temendo un capriccio del suo incorreggibile rampollo, Madame Dauvergne si avventura anche lei al primo piano, e vede il figlio inginocchiato dinanzi a un grande specchio di Venezia con la cornice dorata. Il giovane si alza, abbozza un saluto, poi avanza con passo risoluto verso la finestra e si getta serenamente nel vuoto.
L’inchiesta su una tragica, illogica morte del figlio di un personaggio illustre suscita sempre non pochi timori nelle alte sfere del potere. Alla Süreté viene perciò convocato e istruito in tutta fretta Valentin Verne, giovane ispettore della Buon costume, il servizio di protezione della morale. A Valentin, che sotto la sua apparenza eterea cela una durezza, una determinazione tagliente quanto il filo di una lama, non resta che accettare il nuovo incarico, anche se comporta, per il momento, la rinuncia a venire in aiuto di Damien, un orfano indifeso caduto nelle grinfie del mostro che si fa chiamare il Vicario.
Accolto in Francia da uno straordinario successo di critica e di pubblico, L’ufficio degli affari occulti è un romanzo irresistibile in cui i generi si uniscono in un intrico fatto di esoterismo e scienza, di misteri e codici da decifrare insieme al protagonista delle sue pagine: Valentin Verne, responsabile dell’Ufficio degli affari occulti della Süreté di Parigi. (goodreads)

"Quando ho cominciato ad immaginare le avventure di un poliziotto incaricato di indagare su casi misteriosi, che mi avrebbero fornito un pretesto per evocare le numerose scoperte o invenzioni del XIX secolo, il periodo della monarchia di Luglio (1830-1848) è stata una scelta quasi naturale. Quegli anni furono determinanti sotto molti punti di vista. I progressi scientifici, lo sviluppo della tecnica contribuirono a stimolare la grande espansione economica che si sarebbe consolidata nel Secondo impero. Allo stesso tempo, la miseria delle classi sociali più povere e i numerosi contrasti sociali crearono una grande instabilità politica e portarono al logorio delle istituzioni ereditate dall'Ancien Régime. Un terreno fertile per la scrittura di un romanzo."

Valentine Verne, giovane ispettore della Buon Costume di Parigi, ha metodi un po' particolari per portare avanti le sue indagini. Tutto il suo lavoro ha come scopo di riuscire a trovare il Vicario, un sordido personaggio a cui piace accalappiare ragazzini e abusare di loro. Ma la Sureté decide che proprio Verne è il poliziotto giusto per portare avanti una delicata indagine sul suicidio di Lucien Dauvergne, figlio di un deputato della Camera. Si teme infatti che questo suicidio possa avere effetti politici destabilizzanti. Verne si lancia nelle indagini e riesce ad entrare in un mondo di esoterismo e pratiche mediche sperimentali, arrivando a scoprire cosa è successo e scoprendo, capitolo dopo capitolo, anche qualcosa di sè. Il libro si apre con un bambino che sta scappando da qualcosa e finisce per smarrirsi nella tenda degli specchi, ma non sappiamo fino a fine libro che cosa effettivamente gli sia successo.
Ammetto che mi hanno intrigato il titolo e la copertina del libro. L'ispettore Verne mi piace, solitario, com metodi particolari, e con una grande missione, quella di sconfiggere il Male assoluto, quello che ha fatto soffrire lui e Damien Combes. Nel corso delle sue indagini rischierà di lasciarci la pelle almeno cinque o sei volte e abbiamo modo di scoprire molto del suo passato.
L'ambientazione storica è molto intrigante però ammetto che ho fatto un po' fatica a seguire le vicende storiche citate (che sono tendenzialmente vere) e alla fine ho deciso di seguire solo le indagini di Verne, perchè mi sono un po' persa tra monarchici, repubblicani ecc..
La storia ha un certo brio, ammetto che mi ha catturato ed ero curiosa di capire come andava a finire e cosa ne era stato di Damien. Non mi ero aspettata il "colpo di scena" che si trova intorno alla metà del libro mentre avevo un po' nasato il "colpo di scena" finale.
L'atmosfera è molto cinematografica, credo che da questo libro verrebbe bene un film.
Ammetto che, ad un certo punto, la sensazione è che il finale sia stato un po' tirato per le lunghe, potevano esserci una trentina di pagine in meno, perchè la vicenda e la soluzione erano già praticamente note. E' un giallo che prova ad essere thriller ma non crea tutto questo pathos forse perchè lascia tutto troppo alla scienza.
Gradevole comunque.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

sabato 5 luglio 2025

La voce del vento - Sherryl Woods


Titolo originale: Wind Chime Point (2013)

Gabriella Castle è sempre stata dedita al proprio lavoro più che a qualunque altra cosa. Ora che tutto quello per cui ha tanto lavorato le è stato portato via, Gabriella è disorientata e ha bisogno della serenità che si respira a casa della nonna, a Sand Castle Bay. Ha decisioni importanti da prendere riguardo al proprio futuro, e non ha certo il tempo di perdere la testa per l'affascinante Wade Johnson, a cui, a quanto pare, piace vestire i panni del cavaliere nella sua scintillante armatura. Quale ragazza sana di mente potrebbe resistergli? Gabi, però, rimane un osso duro. Non è il tipo da sciogliersi come neve al sole per un sorriso da svenimento. O forse sì? (goodreads)

Secondo libro della serie Ocean Breeze. Il primo non mi era piaciuto affatto, soprattutto per l'antipatia nei confronti della protagonista e non ero così propensa a leggere i successivi. Però la parola "wind" nel titolo mi faceva comodo.
Questo libro è proprio di tutt'altro stampo del precedente. Il personaggio di Gabriella era rimasto molto defilato nel primo libro. Lei è la seria delle sorelle, la studiosa. Wade l'aveva subito notata ma lei poi era uscita di scena per tornare a Raleigh. Qui la protagonista è lei. Gabriella scopre di essere incinta, nonostante prendesse la pillola, e quando lo dice alla sua titolare la cosa viene presa male al punto che non la licenziano no, ma la mettono in situazioni tali per cui lei è costretta a contrattare una buonuscita. Quindi: incinta e senza lavoro. E ovviamente a Paul non importa nulla di questo bambino. 
Gabriella decide di andare a casa dalla nonna perchè tutto questo ribaltone l'ha portata a non saper più cosa fare della sua vita. Ovviamente le sorelle capiscono subito cosa succede e lo riferiscono alla nonna in modo che Gabriella abbia vita più facile. E sono tutte immensamente felici di questo evento, cosa che invece non è Gabriella che sta invece pensando di dare il futuro bambino in adozione.
Wade è incredibilmente felice di rivederla, e non è molto preoccupato dal fatto che aspetti il figlio di un altro. Anzi, visto che il padre del bambino è fuori gioco, lui è ben contento di avere la sua chance con Gabi. Ma Gabi, pur attratta da Wade, è restia nel lasciarsi andare perchè non sapendo come procederà la sua vita, ha paura di fargli del male. La stessa cosa pensa Louise, la sorella di Wade, perchè lui è già stato sposato in passato e la moglie è morta insieme al bambino che stava per nascere. Situazioni molto simili, che verranno spiegate in seguito.
Gabriella si trova proprio bene anche se soffre del fatto che non capisce cosa potrà fare della sua vita. Poi qualcosa le fa capire che tutto sommato una seconda opzione c'è e che anche se non era nella sua programmazione maniacale, a volte bisogna lasciarsi portare dalle novità e cambiare.
Dicevo, il primo libro mi ha proprio annoiato, questo invece mi ha fatto sognare. Sarà che mi sono abbastanza identificata in Gabriella, non per il discorso del figlio, ma per il non saper cosa fare quando la vita ti stravolge gli equilibri, e quindi ho provato una grande empatia col personaggio. Wade mi è piaciuto subito, un cavaliere senza paura, una spalla a cui chiedere consiglio quando sei nel dubbio. Uno che non ti dice cosa fare ma ti fa riflettere e ti sostiene. Lo so che in genere ci si aspetta delle passioni travolgenti da questo genere di libri, ma ho proprio gradito che la storia invece fosse terribilmente romantica.
Anche le sorelle sono molto di aiuto a Gabi, in modi differenti. Tra l'altro, in questo capitolo Emily è frizzante ma decisamente più simpatica del primo libro.
Gabi è anche la sorella che è stata sempre in qualche modo legata al padre, all'inizio per compiacerlo e poi per affetto. Mi è piaciuto che anche il padre sia stato tirato nella storia. E mi è piaciuto che Gabi cominci a capire il valore dell'amicizia (oltre alle sorelle).
Una cosa che mi è balzata all'occhio: non ho capito perchè Louise, la sorella di Wade, dà del "lei" a Gabi?? Oltretutto, è una forzatura anche nella traduzione visto che in inglese non si dà del lei.
Lettura gradevole.
Mio voto: 7e mezzo / 10

venerdì 4 luglio 2025

Resto qui - Marco Balzano


Titolo originale: Resto qui (2018)

Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole.
L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale giace il mistero di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora non resta che scegliere le parole una a una per provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia durante gli anni del fascismo. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all'improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l'altro, la costruzione della diga che sommergerà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine.(goodreads)

«Se la storia di quella terra e della diga non mi fossero parse capaci di ospitare una storia più intima e personale, attraverso cui filtrare la storia con la s maiuscola, se non mi fossero immediatamente sembrate di valore generale per parlare di incuria, di confini, di violenza del potere, dell’importanza e dell’impotenza della parola, non avrei, nonostante il fascino che questa realtà esercita su di me, trovato interesse sufficiente per studiare quelle vicende e scrivere un romanzo»

Marco Balzano è rimasto affascinato dal campanile che sbuca nell'acqua e ci ha creato intorno un romanzo, raccontando la storia di un paese Sudtirolese, italiano per i fascisti e poi di nuovo tedesco per i nazisti. Un paese che ha dovuto resistere alla violenza della guerra, vissuta da occupati di entrambe le parti, e alla violenza della politica che ha letteralmente raso al suolo il paese e gli abitanti che lo vivevano, accampando scuse di un progresso che non si poteva fermare.
E' un romanzo con un linguaggio molto bello, nel senso che si legge bene. L'autore è molto bravo nel rendere le emozioni provate dai suoi personaggi. Quello che racconta però è un pugno enorme allo stomaco. O più enormi pugni allo stomaco, perchè con Trina ed Erich la storia non è stata affatto pietosa.
Il libro è diviso in tre parti. Nella prima parte, Trina è una ragazza che ha due amiche a cui è molto legata, si sposa con Erich un ragazzo orfano dei genitori che parla spesso col padre di Trina. Le vicende si inseriscono negli anni del ventennio fascista. Alla gente di Curon è proibito parlare tedesco perchè il fascismo li vuole italiani. E la repressione fascista per chi continua a parlare tedesco è feroce. Trina e le sue amiche fanno le maestre di nascosto, ma una delle sue amiche verrà beccata e incarcerata e appena possibile se ne andrà dal paese senza voler più parlare con Trina. Trina ed Erich hanno due figli, un maschio con cui Erich non avrà mai un gran feeling, e una femmina che adora. Ad un certo punto al paese arriveranno anche la sorella di Erich e il marito, i quali aiuteranno anche nella gestione dei bambini. Finchè una notte la bambina rimane a dormire dagli zii e alla mattina non c'è più traccia di nessuno dei tre. Questo il primo colpo al cuore. La bambina verrà cercata dappertutto, finchè arriverà una lettere in cui lei stessa dice che è voluta andare via con gli zii perchè lì a Curon non può nemmeno andare a scuola. Rabbia (la mia). Erich intima a Trina di non parlare mai più della bambina, ma per Trina è un dolore che rimane costante in sottofondo a tutta la sua vita e il libro è come una lunga lettera con cui Trina parla alla bambina.
Nella seconda parte, Trina dice che non le racconterà del dolore che hanno provato per la sua mancanza, ma solo di quello che hanno passato. Siamo negli anni in cui i nazisti scendono l'Italia, razziando e rastrellando. Il figlio di Trina, Michael, decide di arruolarsi volontario perchè vede in Hitler una specie di liberatore. Erich, che ha fatto la guerra per i fascisti e ha visto come combattono i nazisti, non ne vuole sapere neanche lontanamente di tornare in guerra e scappa sulle montagne con Trina. Qui troveranno altri fuggiaschi, coi quali creeranno una sorta di gruppo che si aiuta a vicenda nel sopravvivere ai fascisti. Ma i fascisti sanno bene che quei territori sono pieni di disertori e sanno che tornare due volte nello stesso rifugio può portare a scovare anche quelli che erano riusciti a scappare al primo giro. Una mattina Erich, Trina, Maria (una ragazzina muta che Trina ha preso sotto la sua ala) e il prete escono a fare un giro e si attardano più del solito. Sarà la loro fortuna perchè i nazisti hanno sterminato il resto del loro gruppo che è rimasto al rifugio. Nel frattempo la guerra sta finendo e Trina ed Erich decidono di tornare a Curon, dove incredibilmente ritrovano il loro maso e anche le bestie che avevano affidato a dei vicini che non erano scappati.
Della seconda parte mi è piaciuto il senso di comunità che si crea nel gruppo di fuggiaschi.
Nella terza parte, riprende la vita a Curon. E riprende la costruzione della diga che si era rallentata per colpa della guerra. Riprende a spron battente, comincia il via vai dei camion, cominciano ad arrivare frotte di manovali venuti apposta a lavorare. Erich è sconvolto dal progetto, si rende conto di dover fare qualcosa ma (come già in passato) si scontra contro il fatalismo degli abitanti, i quali credono che Dio non lascerà ultimare la diga, come successo fino a quel momento. Ma stavolta sembra che neanche Dio riesca a fermare il progetto. I giornali italiani non parlano della vicenda. Nel progetto sembra che siano entrati dei capitali svizzeri e solo da qui la gente si rende conto che gli svizzeri sono persone serie e cominciano a pensare che la diga verrà ultimata. Persino un incidente nel cantiere in cui muoiono venti persone non ferma i lavori. Viene interpellata la politica, il vescovo, addirittura il Papa e i sindaci dei comuni intorno. Solo il Papa dice che farà qualcosa. Anche il ministro Segni, quando prova a dire che farà di tutto per fermare il progetto viene interrotto dal suo segretario il quale dice che vedranno se potranno apportare delle varianti. Inutile dire che la politica andrà dritta per la sua strada, facendo solo scegliere se gli abitanti sfollati vogliono un risarcimento (minore del costo per andarlo a ritirare alla banca di Bolzano) oppure se vogliono una nuova abitazione (vivendo per anni in 35 metri quadrati di container).
Anche nella terza parte il mio sentimento dominante è la rabbia, contro la politica a cui non importa nulla delle persone. Trina comincia a scrivere lettere su lettere che non servono a smuovere "chi conta". Saranno per lei però una specie di modo per non impazzire. Alla figlia scomparsa pensa meno. Erich una volta le ha detto che ormai la ragazza era grande, se avesse voluto sarebbe già tornata. Lei si fa forza con le parole che le ha sempre detto sua madre, bisogna andare avanti, guardare avanti, altrimenti Dio ci avrebbe fatto gli occhi di lato come ai pesci.
E' un libro intenso, pieno di resistenza civile, di tanti spunti di riflessione anche se la storia scorre bene non si sovraccarica, non si ha l'idea di aver messo troppa carne al fuoco.
Mio voto: 8 e mezzo / 10