martedì 24 aprile 2012

L'inventore di sogni - Ian McEwan




Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile perchè se ne stava sempre zitto e amava starsene da solo.
La sua mente era costantemente rapita da sogni che gli facevano perdere il contatto con la realtà.
Crescendo, Peter capì che siccome la gente non può sapere cosa ti passa nel cervello, la cosa migliore per farsi capire è dirglielo. E così cominciò a scrivere alcune delle avventure che gli capitavano nei sogni, diventando uno scrittore.
Nel romanzo vengono quindi raccontati otto sogni che ha fatto Peter.
Le bambole della sorella che rivendicano il diritto ad avere una stanza tutta loro.
Peter che per qualche ora si incarna nel gatto William.
La pomata svanilina, che Peter trova in un cassetto della cucina, e con la quale fa sparire tutta la sua famiglia.
Peter e come sconfigge il bambino prepotente della scuola.
Come Peter smaschera il ladro che sta ripulendo la strada in cui abita.
Peter che si trasforma nel cuginetto Kenneth per un incantesimo della sorella.
Peter che per qualche ora si trasforma in un adulto e si innamora.

Delizioso. Tenero. Sono i primi aggettivi che mi vengono in mente chiudendo questo libro.
Un libro per bambini/ragazzini, pulito, ironico, fantasioso.
McEwan sa stupirmi per come la sua scrittura riesca ad essere bellissima sia che scriva per adulti sia che scriva per bambini.

Mio voto: 9/10

lunedì 23 aprile 2012

Le braci - Sàndor Màrai




Quarantuno anni e quarantatre giorni. Il tempo in cui il generale, Henrik, ha maturato la sua vendetta nei confronti del suo migliore amico di gioventù, un quasi fratello con cui ha vissuto e convissuto gli anni più belli della sua vita. Fino al giorno in cui l'amico, Konrad, un ragazzo di famiglia povera che deve diventare militare perchè è quello che sognano i genitori mentre lui ha la passione della musica, incomprensibilmente fugge ai tropici, dopo aver puntato alla testa di Henrik una pistola ma non essere riuscito a premere il grilletto. Ed Henrik si trova di fronte una realtà che non aveva nemmeno lontanamente immaginato e su cui si arrovellerà per quarantuno anni e quarantatre giorni, finchè Konrad lo va a trovare.
E finalmente assapora il gusto della vendetta, addirittura riarredando la casa come era l'ultimo giorno in cui si sono visti, mangiando gli stessi cibi per cena.
Che cosa vuoi da quell'uomo? Gli chiese la balia
Lui vuole la verità. Una verità che forse è chiara a tutti ma che lui non vuole semplicemente ammettere.

Lento e pretenzioso sono le prime cose che mi vengono da pensare dopo aver chiuso questo libro.
Un conto è voler creare il pathos, ma cercare di crearlo dove non lo si trova risulta molto una forzatura.
Per oltre cento pagine mi sono chiesta cosa potesse mai essere questo segreto che mina l'amicizia di due uomini che erano come fratelli. Poi a pagina 108, finalmente, un accenno di cosa potrebbe essere. Ma è in realtà soltanto la punta di un iceberg che lui non aveva mai visto e contro cui si trova a sbattere nel momento in cui Konrad scappa, rivelando una seconda vita che non avrebbe mai potuto immaginare.
Ciò che ha rotto l'amicizia tra questi due uomini non ha in realtà nulla di diverso da quanto successo a migliaia di altre coppie di amici. Avevo già capito di cosa si poteva trattare dal primo capitolo, nonostante i tentativi dell'autore di voler creare appunto quel pathos che non ho trovato da nessuna parte.
Un lungo soliloquio di un uomo che ha aspettato per quarantun anni la sua vendetta, che si materializza in un stancante monologo a cui l'altro partecipa con qualche accenno ogni tanto. Una rivincita che doveva risarcirlo dei torti subiti in passato, rispondere a due interrogativi che aveva studiato per quarantun anni, e si rivela invece un niente di fatto.
Di buono c'è che la scrittura è piacevole e scorrevole. Ma non posso ritenerlo un capolavoro.
Mio voto: 6/10

sabato 21 aprile 2012

Body Art - Don DeLillo



Mah. Quando chiudo un libro e la prima cosa che mi viene da dire è “mah”, allora c'è qualcosa che non va.
Avevo letto delle belle recensioni, addirittura entusiastiche, su questo libro, ma ciò che ne penso io non è di quel genere.
Intanto il titolo. Irrilevante per ciò di cui parla il libro. Che sia una body artist o meno, non cambierebbe la sostanza. Il suo mestiere viene citato un paio di volte, ma senza che abbia davvero una grande importanza per la storia.
Il libro inizia raccontando una mattinata in cucina, con la routine tra due coniugi che parlano ma non si ascoltano a vicenda.
Poi lui, Rey Robles, regista, esce di casa, si reca ad insaputa di tutti nell'appartamento di Manhattan della sua prima moglie e si spara. La body artist, Lauren Hartke, è la sua terza moglie.
Comincia allora la vita di Lauren dopo la morte di Rey, e la solitudine che prova.
Lauren passa il tempo a pulire, rifornire la dispensa, tagliare la legna, guardare per innumerevoli ore una webcam puntata su una strada a due corsie di una cittadina finlandese chiamata Kotka, organizzando “il tempo fino a quando non avrebbe potuto ricominciare a vivere”.
Finchè una mattina sente nuovamente quel rumore di cui aveva spesso parlato a Rey, pensando si trattasse di uno scoiattolo che non erano mai riusciti a vedere. Ma questa volta Lauren trova un piccolo uomo seduto sul bordo del letto di una stanza usata come ripostiglio. Un uomo che non parla se non riproducendo con la stessa voce di Rey, alcune frasi da lui dette quando era in quella casa e che lei decide di chiamare Mr. Tuttle, per la somiglianza con un professore di scuola che glielo ricordava. “Forse era solo pazzo. Un matto che tenta di vivere attraverso le voci di altre persone”. E tutto sommato Lauren si “affeziona” a questa presenza che le riporta “in vita” il suo Rey.
Quello che ne segue è il rapporto ambiguo che si crea con questo uomo, che lei tratta quasi come un bambino. Pagine deliranti di sofferenza, a tratti un po' confusionarie. 
E sinceramente la rappresentazione teatrale che ne fa mi ha lasciato spiazzata. 
Mi “concedo” il beneficio del dubbio di non averlo capito come meritava. 
Mio voto: 5/10

mercoledì 4 aprile 2012

La signora dei funerali - Madeleine Wickham



Fleur Daxeny è una affascinante quarantenne che ha il vizio di imbucarsi ai funerali indicati dal Times per conquistare il ricco vedovo, spillargli più soldi possibili e poi darsi alla fuga.
Con la solita tecnica, quindi, Fleur conosce Richard Favour al funerale della moglie Emily e rapidamente entra a far parte della sua vita. Un uomo molto gentile, che ama il golf, che non le fa pressioni sessuali e che, tuttavia, dopo diverse settimane non si è ancora lasciato sfuggire quanti soldi abbia. Ma a poco a poco Fleur comincia ad apprezzare il suo comportamento da gentiluomo e si inserisce bene nella nuova famiglia, con i figli di lui, Philippa ed Antony, e la sorella di Emily, Gillian. Mentre il marito di Philippa dimostra di non sopportarla molto e a poco a poco si scopre che la dolce Emily non era poi tale come credeva Richard.
Quando poi alla porta di The Maples bussa anche la figlia tredicenne di Fleur, Zara, una ragazzina magra come un chiodo che immediatamente si inserisce nella famiglia e nel cuore di Antony, le cose cominciano a diventare molto complicate.
Riuscirà Fleur a portare a termine il suo solito piano o finirà per mettere radici a The Maples?
La risposta non ve la dico :-)
Il libro è delizioso. Divertente, ironico, mai volgare. Un libro da lettura rilassante.
Non avevo letto ancora nulla della Kinsella (in questo libro non aveva ancora cambiato nome) e sono contenta che mi sia capitato questo libro tra le mani.

Mio voto: 8/10