venerdì 22 maggio 2020

Agatha Raisin e i camminatori di Dembley - M. C. Beaton


Titolo originale: Agatha Raisin and the Walkers of Dembley - 1995

Tornata da un lungo periodo lavorativo a Londra, Agatha ritrova il suo amato villaggio di Carsely e soprattutto il suo bel vicino James. Vero è che il fascinoso colonnello in pensione non sembra proprio in visibilio all’idea di riaverla lì, ma Agatha non fa neanche in tempo a elaborare nuove strategie di conquista che viene coinvolta in un omicidio sensazionale. Jessica Tartinck, provocatrice di professione, che ha trascorso gli ultimi mesi a capo dell’Associazione dei Camminatori di Dembley, cercando di trasformare dei pacifici passeggiatori della domenica in agguerriti sostenitori del diritto di passo nella campagna circostante, viene trovata brutalmente assassinata in un campo.
E poiché Agatha non smette mai di sperare, da lì a poco cerca di convincere James a partecipare alle indagini, complicate dal fatto che davvero molti potrebbero essere i colpevoli. (astoriaedizioni.it)

Attenzione: contiene spoiler sul finale.
Agatha ha smaniato tanto per tornare a lavorare, ma alla fine non ne può più e rientra a Carsely, dove continua il tira e molla col colonnello in pensione Lacey.
Questa volta il delitto si svolge a Dembley, e i nostri due investigatori improvvisati vengono spediti a mischiarsi con questo gruppo di camminatori per vedere se scoprono qualche notizia. Incredibilmente ci riusciranno, ma in realtà grazie ad un indizio frainteso. Tra i camminatori ci sono diversi personaggi che hanno degli scheletri nell'armadio, tutte piste che non portano da nessuna parte però.
Nel frattempo tengono banco le vicende amorose di Agatha e James, costretti a fingersi marito e moglie, lei sempre cottissima, lui sempre sfuggente, finchè nel finale del libro abbiamo il vero colpo di scena: mentre Agatha si rassegna ad essere stata una botta e via da ubriachi, James le chiede di sposarlo. Ma ci potrebbe essere un ostacolo. Eh sì, perchè Agatha ha dato per scontato che il suo ex marito, abbandonato in coma etilico, sia ormai morto, ma non ha mai veramente confermato la notizia. E ancora non sa che il suo ex collaboratore, Roy, cova del rancore nei suoi confronti, ed è interessato a scoprire se davvero Raisin è morto oppure no, per fare una bella sorpresa ad Agatha, in questo secondo caso. 
Libro carino, si legge scorrevolmente. La parte gialla non mi ha fatto impazzire, in realtà. La vicenda è carina ma la parte investigativa abbastanza sbrigativa. Tiene decisamente più banco Agatha, coi suoi pensieri su James, le sue ansie per essere una cinquantenne che comincia ad avere qualche ruga. Insomma, è quasi più un romanzo rosa che giallo. Gradevole per rilassarsi.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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Serie Agatha Raisin:
1. Agatha Raisin e la quiche letale 
2. Agatha Raisin e il veterinario crudele 
3. Agatha Raisin e la giardiniera invasata
4. Agatha Raisin e i Camminatori di Dembley

mercoledì 20 maggio 2020

w…w…w…wednesdays #152


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  

Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (152^ puntata - mercoledì 20 maggio 2020)

1) cosa stai leggendo?
- Agatha raisin e i camminatori di dembley (M. C. beaton)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- il popolo dell'abisso - jack london

sabato 16 maggio 2020

L'isola contesa - Vincenzo Migliaccio


Titolo originale: L'isola contesa (2014)

Cosa può turbare la pace di una calda ed assolata giornata nella tranquilla Isola di Cipro? Cosa si cela dietro quel volo dal decimo piano di un albergo di Nicosia? E che segreti nasconde quel documento che un geologo italiano ha trovato nascosto tra i libri della biblioteca del Monastero di Kykkos? L’ispettore Panaydes, del distretto di Strovolos, si troverà a cercare queste risposte tra le difficoltà di una indagine che scava nel torbido degli ambienti della diplomazia e nella storia dell'”Isola contesa”.

"L'isola contesa" nasce dal piacevole ricordo di tre splendidi anni passati a Cipro. La semplicità, la disponibilità e la grande cordialità della gente dell'isola mi ha sempre emozionato e mi è rimasta nel cuore. La loro tragedia, specialmente nelle persone che vivono a Nicosia, la capitale, viene vissuta con grande serenità, senza rassegnazione ma con la speranza che si parli comunque della loro condizione. Ancora oggi, nel 2019, non è possibile che ci siano ancora muri che dividono popoli e nazioni. La caduta del muro di Berlino ha riunito un popolo sotto un'unica bandiera, lasciando il triste primato di città divisa a Nicosia. Passeggiare sulla Ledra Street, tra negozi moderni e luccicanti, tra botteghe e ristoranti degni delle migliori capitali europee contrasta con il grigio muro che chiude l'accesso all'altra parte della città, buia e povera, come ho avuto modo di constatare in alcune mie visite alla comunità turco - cipriota.
La storia narrata nel romanzo è finzione totale, anche se lo spunto di base nasce da supposizioni, illazioni e dubbi della comunità greco - cipriota che si tramandano da padre in figlio a partire dagli anni '50. A me piace comunque pensare che un giorno anche quest'ultima barriera possa cadere con tutte le paure e contraddizioni che contraddistinguono questa splendida isola del Mediterraneo. 

Sono incappata per caso in questo libro, molto corto, e sono stata spinta a leggerlo per due motivi: era un giallo ed era ambientato a Cipro, un'isola che è sempre stata un sogno, vorrei poterla visitare fin da quando ero bambina. Non c'è un motivo particolare, semplicemente mi incuriosisce.
Non sono riuscita a trovare molte notizie sull'autore, di cui questo è il primo libro, se non che il personaggio di Valerio lo rappresenta molto (laurea in geologia, vulcanologo, ha davvero lavorato per la Sogei a Cipro, ecc. ecc). A dire la verità, non ci sono nemmeno tante recensioni in giro, giusto per confrontare un po' le opinioni...
Allora, la trama era intrigante. Cipro è un'isola talmente tranquilla dove non succede niente, soprattutto ci sono pochissimi crimini. Cosa può mai essere successo per far sì che un giornalista si suicidi buttandosi dal balcone di un albergo? Soprattutto, come è mai possibile che prima sia morto d'infarto e poi sia caduto giù dal balcone? E allora un piccolo ispettore di polizia si mette a scavare nelle frequentazioni di questo giornalista e arriva ben presto alla soluzione del caso. Ma a Cipro tutti sono sorvegliati, anche i poliziotti, quindi anche l'assassino capisce quando l'ispettore si avvicina alla soluzione del caso. E di morti, quasi tutti per infarto e poi per qualcos'altro, ce ne saranno diversi.
Non vi svelo altro sulla vicenda perchè almeno la seguite.
Il primo commento che mi è venuto quando ho chiuso il libro è stato "mah". Interessante idea di base, interessante anche il fatto di metterci dentro lo spionaggio di Stato. Ma la realizzazione, a mio parere, è scadente. Le prime quaranta pagine sono un libro di storia, che passa dalla creazione del muro di Berlino, alla creazione della NATO e del Patto di Varsavia, e di altre cose storiche. Per una come me, che non ha mai amato la storia, sono state pagine pesantissime e ammetto che volevo abbandonare la lettura e cambiare libro (ne avevo un altro su Cipro). Ma ho insistito perchè era corto. E' vero che alcune di quelle pagine di storia servono per capire lo spirito con cui si vive sull'isola e alcune vicende che seguiranno, ma sarebbe stato decisamente meglio magari infilarle nella narrazione o comunque renderle più scorrevoli.
La parte "gialla" è carina ma la vicenda è resa con pochissimo pathos. Anche i dialoghi sono abbastanza piatti. Credo sia principalmente un problema di stile narrativo. Una storia simile, messa in mano ad uno scrittore più esperto, potrebbe diventare spettacolare. Invece rimane piatta. Peccato.
Ultima notazione: non amo molto quando vengono citate le marche solo per il puro fatto di citarle, cioè quando non hanno una reale utilità per la storia, tipo la marca del videoregistratore, a che serve?
Mio voto: 6 / 10

lunedì 11 maggio 2020

Orgoglio e pregiudizio bookclub - Georgia Hill


Titolo originale: The little book cafè - 2018

Tash ha una vita perfetta, è un'agente immobiliare di successo e ha un fidanzato adorabile. Le cose per lei sembrano andare davvero a gonfie vele, ma è davvero tutto oro quello che luccica? Emma ha una passione per la lettura. Iniziare a frequentare un corso di letteratura potrebbe aprirle nuovi orizzonti e mettere in discussione le sue scelte. E poi c'è Amy, che gestisce una piccola libreria. È un'inguaribile romantica che, nonostante un cuore spezzato, si ostina a credere ancora nel vero amore. Tash, Emma e Amy non potrebbero essere più diverse, ma i loro destini sono destinati a intrecciarsi quando si uniscono a un club letterario che si tiene ogni settimana in una caffetteria. Tra deliziose torte e indimenticabili letture, per loro sta per cominciare un anno ricco di colpi di scena. Perché tra classici, thriller e storie d'amore, la vita è sempre l'avventura più inaspettata. (www.ibs.it)

Questo è il classico libro che leggi quando hai voglia di zucchero, ed in effetti ne è pieno. Quel genere di libro che sai già come finisce e che cerchi proprio perchè ti serve un libro così. In questo senso, è esattamente ciò che mi aspettavo.
Tash (Natasha), Emma ed Amy sono tre amiche. Tash è il capo di Emma, mentre Amy la conoscono meglio al bookclub, ma non sono delle sconosciute. Le loro storie si intrecciano grazie al bookclub che è organizzato nella libreria gestita da Amy. Non voglio raccontare troppo perchè, se è vero che il finale è scontato, almeno vi voglio mantenere un po' di sorpresa nello svolgimento. Ovviamente, tutte e tre hanno problemi di cuore. Tash sta con un uomo che sembra perfetto, ma che è esageratamente geloso e possessivo; Emma sta col suo fidanzato da quando erano bambini, e l'incontro con un professore di letteratura le farà prendere una piccola sbandata; Amy è tormentata da una madre che le ricorda ogni giorno quanto sia grassa e che così non troverà mai un uomo. 
Mi ha lasciato un po' perplessa lo stile narrativo, soprattutto nella parte di Tash, forse dopo ci ho un po' fatto l'abitudine. Il linguaggio è molto semplice, molto banale ecco, soprattutto se lo si paragona ad altre scrittrici del genere (Pilcher, Fforde, ecc). Scorrevole sicuramente. Rimane leggero anche nelle parti della storia che sono un pochino più "serie". Ammetto che all'inizio questa cosa me l'ha fatto un po' calare di piacevolezza. Come dicevo, forse dopo un po' ci ho fatto l'abitudine e l'ho notato meno.
Il bookclub in realtà ha una parte molto minima nella storia. E' giusto il luogo dove le tre donne si incontrano, vengono citati alcuni libri che loro leggono, ma la cosa finisce lì. Certo immagino che discutere anche dei libri sarebbe diventato pesante, però boh qualcosa di più me lo sarei aspettata.
La prima impressione che ho avuto è che potevano essere tre libri separati tra loro, perchè anche se le tre protagoniste sono amiche e, quindi, interagiscono, la struttura dei racconti si poteva prestare bene.
In realtà, ho visto su goodreads che il libro è pubblicato in due versioni: in una ci sono i tre libri separati (la storia di Tash, quella di Emma e quella di Amy) mentre nell'altra sono riuniti come nell'edizione italiana. Ci sta. Fermo restando che se cominci la storia di Tash, tanto vale leggere anche le altre due, e che vanno lette proprio in ordine.
Come spesso accade, il titolo in italiano non c'entra nulla. Orgoglio e pregiudizio non è nemmeno uno dei libri che vengono citati al suo interno, e se il traduttore pensa a motivazioni più "filosofiche" per giustificare un simile titolo, credo che si arrampichi sugli specchi. Perchè mai non lasciare il titolo originale?? Mah.
Ultimissima cosa: la copertina mi piace tantissimo, da lettrice e gattara; però al suo interno si parla solo di cani e mai di gatti...
Lettura gradevole e rilassante.
Mio voto: 7 / 10

giovedì 7 maggio 2020

Uno studio in rosso - Arthur Conan Doyle


Titolo originale: A study in scarlet - 1887

ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama.

John Watson è un ex medico militare che dopo esser stato ferito in Afghanistan sta cercando un alloggio non troppo costoso a Londra. Un suo amico gli dice che conosce un altro gentiluomo che sta cercando qualcuno con cui dividere l'affitto di un appartamento al 221B di Baker Street. Così si conoscono Watson e Sherlock Holmes, consulente investigativo.
Holmes invita Watson ad accompagnarlo sul luogo del crimine dove viene chiamato proprio da Scotland Yard. Un certo Enoch J. Drebber è stato trovato cadavere, senza tracce di violenza, ma Holmes capisce subito che è stato avvelenato. Sul muro della stanza, illuminata da una candela rossa, viene trovata la parola "rache" scritta col sangue e un biglietto in cui è scritto "J.H. è in europa". Mentre il primo sospettato del crimine, che viene catturato dalla polizia, è in carcere, viene commesso un secondo omicidio: si tratta del segretario di Drebber, il signor Stangerson, pugnalato al cuore. Anche qui compare la parola "rache" (vendetta, in tedesco).  Dopo aver fatto i suoi calcoli, Sherlock Holmes fa ammanettare un vetturino chiamato Jefferson Hope.
La prima parte del libro termina qui, con Holmes che dice a Watson di aver capito come sono andate le cose.

Nella seconda parte del libro, John Ferrier e la figlia adottiva Lucy, stanno vagando nel deserto senza acqua nè cibo, quando vengono trovati e accolti da una carovana di Mormoni. Ferrier diventa un membro stimato della comunità, diventando anche molto ricco col suo lavoro. Ma ai capi dei mormoni non piace il fatto che lui abbia solo finto di abbracciare la loro fede, e che non si sia mai voluto sposare. Anzi, poichè gira voce che sua figlia Lucy sia innamorata di un giovane cercatore d'oro (Jefferson Hope), i mormoni danno un ultimatum a Ferrier: entro 30 giorni Lucy dovrà decidere se sposare il figlio di Drebber o il figlio di Stangerson, entrambi interessati a lei. I giorni passano, scanditi dai promemoria sui giorni mancanti che vengono recapitati a Ferrier ogni giorno. Nel panico, egli riesce a far arrivare un messaggio a Jefferson Hope, il quale arriva a casa loro proprio l'ultima notte e li aiuta a scappare. Riescono a lasciare le terre dei mormoni e a mettere un po' di distanza tra loro, ma un giorno che si fermano a riposare e Jefferson va a caccia, quando torna scopre che i suoi due amici non ci sono più. Ferrier è stato ucciso e sepolto lì dove si erano accampati. Lucy è stata rapita. Scoprirà che è stata costretta a sposare Drebber, ma che non ha più alzato la testa dal cuscino lasciandosi morire, cosa avvenuta circa un mese dopo le nozze. Jefferson Hope, distrutto dal dolore, decide di dedicare la sua vita a vendicare Lucy e suo padre. Hope riesce a seguire le tracce dei due per mezza europa, arrivando sempre un pelo dopo che loro sono ripartiti, finchè a Londra le loro strade si incrociano. Avvicina Drebber una sera che per caso i due si sono separati e lui si è ubriacato; gli concede di scegliere tra due pillole, una avvelenata ed una no (lui avrebbe mangiato quella rimanente). E rimangono a guardarsi finchè Drebber viene colto da dolori lancinanti e muore. In albergo riesce ad arrivare a Stangerson, al quale dà la stessa scelta tra le due pillole, ma questo prova a ribellarsi e Hope per difendersi lo pugnala al cuore. Il sangue con cui scrive la parola "rache" in realtà è suo sangue dal naso. Una volta arrestato grazie a Sherlock Holmes, racconta tutta la sua storia, che conferma le teorie dell'investigatore, dicendo anche che da tempo soffre di aneurisma aortico e che quindi potrebbe morire prima del processo (cosa che poi succede).
Ovviamente il merito della soluzione del caso viene attribuito ai due investigatori di Scotland Yard, Lestrade e Gregson, che non avevano in realtà capito nulla. Ma Holmes sapeva che le cose vanno così, ed è comunque contento di aver risolto il caso.

Non avevo mai letto nulla di Sherlock Holmes. La scelta di questo libro in realtà è stata fatta col gruppo di lettura, non potendoci vedere per via del corona virus (e chissà per quanto...) abbiamo scelto un secondo audiolibro dall'elenco disponibile gratuitamente su raiplay.
La prima parte del libro mi ha lasciato perplessa. Viene fatta conoscenza con Holmes e Watson e viene illustrata la scena in cui si svolge il delitto. Ad un certo punto, Holmes dice di aver capito chi è stato. E la cosa finisce lì.
La seconda parte si apre con tutt'altro scenario. Ferrier e la bambina, unici superstiti di un gruppo di persone, stanno vagando per il deserto quando incontrano questa enorme comitiva di Mormoni che li rifocillano e li accolgono con sè, a patto che si convertano alla loro fede. Pur di salvarsi, Ferrier si convertirebbe a qualsiasi fede, e negli anni diventa un membro rispettato della comunità. Ma in verità non ha mai visto di buon occhio la poligamia praticata dai Mormoni.
Ad un certo punto, facendo caso ai nomi, si capisce come sono andate le cose. Questa seconda parte è molto bella. La storia è ben definita, ben scritta. Il momento in cui i tre provano a scappare mi ha messo ansia, e ci sono rimasta molto male quando Ferrier viene ucciso e Lucy riportata indietro.
Ho trovato Holmes molto sbruffone. Da quei pochi dettagli lui riesce a ricavare una intera storia. Un po' esagerato. Però la storia che c'è dietro è molto interessante e molto triste. Alla fine, pur essendo un libro leggero, ti butta lì alcuni concetti su cui si potrebbe riflettere.
Jefferson Hope è davvero un criminale o piuttosto, come si definisce lui, un giustiziere di assassini? Beh, chiaramente la giustizia dovrebbe essere amministrata dalla polizia, ma Drebber e Stangerson hanno a loro volta ucciso due persone innocenti.
Il libro muove sicuramente una grossa critica alla religione dei Mormoni. C'è un punto dove dice "I perseguitati erano ormai divenuti persecutori della peggiore specie. L'Inquisizione di Spagna, il Vehmgericht tedesco, le società segrete italiane... nessuna organizzazione era mai riuscita a mettere in moto una macchina più formidabile di quella che costituiva un incubo per ogni abitante dell'Utah... Colui che si metteva contro la Chiesa spariva senza che nessuno sapesse mai quale fosse stata la sua sorte".
Ancora, potremmo anche parlare del fatto che Sherlock Holmes riesce a risolvere un caso laddove la polizia non ne cava un ragno da un buco, ma è alla polizia che vanno gli onori...
Anche il fatto che, in un certo senso, quella che si potrebbe chiamare "giustizia divina" fà sì che la pillola avvelenata tocchi a Drebber e non ad Hope. Alla fine il cattivo viene davvero punito.

Bel libro, mi è piaciuto. Ho fatto un po' fatica nello stacco tra prima e seconda parte, perchè di solito quando si passa dal presente al flashback, di solito si va indietro nel passato di un personaggio che abbiamo già conosciuto, mentre qui parte da un periodo decisamente indietro, prima di arrivare a Drebble, Stangerson e Hope. Però nel complesso mi è piaciuto molto.
Mio voto: 8 / 10

sabato 2 maggio 2020

Jazz - Toni Morrison


Titolo originale: Jazz - 1992

Harlem, 1926. Un venditore nero cinquantenne uccide la giovane amante di diciotto anni; al funerale, la moglie dell'uomo cerca di sfigurare la salma. Questo l'inizio del romanzo, il cui valore va però ben oltre l'intreccio: esso è soprattutto un grandioso affresco dell'America di colore, dove il jazz, la musica nera per eccellenza, rappresenta il principio unificante tematico, strutturale e stilistico della narrazione. Come scrive nella postfazione Franca Cavagnoli: «Jazz è un romanzo corale su un amore violentemente passionale, sul bisogno di amore, sull'amore per 'la Città' e la sua gente, sull'amore per il jazz, la forma espressiva più alta a cui gli afroamericani hanno saputo dare vita e da cui Toni Morrison da sempre trae ispirazione.» (www.sperling.it)

Mah. Sono convinta che davvero la Morrison volesse sfruttare l'idea del jazz come "colonna sonora" di questo libro. Diciamo che il termine "jazz" non è mai apertamente scritto (a parte nel titolo del libro..), si parla della musica che ti inebria, poi ovviamente facciamo uno più uno e si capisce che è il jazz .
Lettura faticosissima. Beh, la storia in sè è molto semplice: un cinquantenne, sposato, si innamora di una diciottenne che ad un certo punto si stanca di lui. Lui "impazzisce" di gelosia e comincia a cercarla per tutta la città finchè non la trova che sta ballando con un altro e (dice lui) non volendo le spara con la pistola che (non sa perchè) si era portato dietro. Quello che è faticoso è il linguaggio con cui è scritto il libro. Voci diverse che si alternano, ma capisci solo dopo un po' chi sta parlando. Poi, va bene, sentiamo cosa pensa Joe, cosa pensa la moglie Violet, cosa dice la zia di Dorcas (la ragazza uccisa), e ci sta anche che venga fatto un excursus sulla vita di questi personaggi, ma la nonna di Violet cosa c'entra? Cosa porta alla storia il fatto che la madre di Joe era una selvaggia? Qui siamo andati davvero troppo lontani nel tempo, a mio parere. Io ho provato molta noia nei confronti di queste (troppe) pagine. 
In alcuni punti vengono ovviamente citati alcuni episodi di razzismo, anche piuttosto violento, dei bianchi nei confronti dei neri. Questo è un tema fondamentale della Morrison, lo so, ma credo che in questo romanzo, ci siano stati infilati un po' a forza perchè con la storia di cui stava parlando non c'entrano più di tanto.
Sinceramente non vedevo l'ora di finirlo, la mia esperienza di lettura è stata molto pesante.
Mio voto: 6 / 10