mercoledì 31 marzo 2021

w…w…w…wednesdays #167

"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (167^ puntata - mercoledì 31 marzo 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- il treno dei bambini - Viola Ardone

2) cosa hai appena finito di leggere? 
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- finchè il caffè è caldo - Toshikazu Kawaguchi
- ragazza, donna, altro - Bernardine Evaristo

sabato 27 marzo 2021

Miss Julia Organizza un matrimonio - Ann B. Ross


Titolo originale: Miss Julia throws a wedding (2002)

Una nuova avventura per Miss Julia e per la sua famiglia "alternativa", che continua ad allargarsi accogliendo eccentrici di ogni tipo. Questa volta Miss Julia si mette in testa di organizzare in fretta e furia un matrimonio, persino contro il volere della sposa... Miss Julia è alle prese con mille nuovi problemi: si è offerta di organizzare in appena una settimana il matrimonio dell'agente Bates e di Binkie a casa sua, e a un certo punto sembra anche farcela... ma poi Binkie annuncia di non volersi sposare più. Perché? Non lo vuole dire. Come se non bastasse, in città si aggira un misterioso evaso dal carcere che elude gli sforzi della polizia per catturarlo, e che terrorizza il piccolo Lloyd. Inoltre, alla già variopinta corte dei personaggi che circondano Miss Julia, in questa nuova avventura si aggiungono anche la querula moglie del pastore Ledbetter e una giunonica cantante di colore. Insomma, per riportare la tranquillità a casa di Miss Julia questa volta ci vorrebbe proprio un miracolo... (ibs.it)

Avevo bisogno di un libro leggero e ho scelto il terzo libro della serie di Miss Julia. In questo capitolo, si propone per organizzare un matrimonio in una settimana, ma le cose sembrano prendere una piega strana. Prima c'è questo ladruncolo misterioso, evaso di prigione, che si diverte a rubare cianfrusaglie. Poi la sposa, Binkie, annuncia di non volersi più sposare. Infine, il volto di una donna in cui viene ravvisata la Madonna, sembra apparire sulla casa delle famiglie in costruzione davanti alla casa di Miss Julia, riempiendo la strada di migliaia di persone.
Ho trovato la storia carina, divertente anche. Miss Julia è talmente piena di preconcetti che diventa una macchietta. Tuttavia, con la sua caparbietà, riuscirà ad arrivare in fondo al suo progetto.
Ad un certo punto, però, la storia comincia ad arrotolarsi su se stessa, nel senso che viene tirata un po' per le lunghe e questo vale sia per il discorso delle persone in pellegrinaggio sia per la storia del matrimonio in sè. La giornata del matrimonio, in pratica, è tutto un dialogo; carino se si guarda un film, ma credo che nel libro sia stato un po' esagerato. Esagerato anche il lancio di oggetti finale, un po' troppo da film. E anche la storia del ladruncolo, a mio parere, è chiusa giusto perchè andava chiusa... Forse ha volto mettere troppo tutto insieme.
Carino, lettura leggera e rilassante. 
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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Serie di Miss Julia:
3 - Miss Julia organizza un matrimonio

venerdì 26 marzo 2021

I 12 del premio Strega

Entra nel vivo il Premio Strega 2021. Il 22 marzo sono stati resi noti i 12 che (tra i 62 proposti), si giocheranno la semifinale e quindi l’ingresso nella cinquina finale. 

Questi i libri selezionati:
- Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli);
- Edith Bruck, Il pane perduto (La nave di Teseo);
- Maria Grazia Calandrone, Splendi come vita (Ponte alle Grazie);
- Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani);
- Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza (Mondadori);
- Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi);
- Lisa Ginzburg, Cara pace (Ponte alle Grazie);
- Giulio Mozzi, Le ripetizioni (Marsilio);
- Daniele Petruccioli, La casa delle madri (TerraRossa);
- Emanuele Trevi, Due vite (Neri Pozza);
- Alice Urciuolo, Adorazione (66thand2nd);
- Roberto Venturini, L’anno che a Roma fu due volte Natale (SEM).

Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo, descrive così i libri candidati: “Fra i sessantadue titoli proposti abbiamo notato il ricorrere della distopia e dell’autobiografia, e una generale diffidenza nel romanzo di intreccio e di genere. Le autrici e gli autori prescelti rappresentano più generazioni, con un’escursione anagrafica agli estremi di ben sessantatré anni .
I titoli selezionati nel 2021 raccontano per la maggior parte storie legate al vissuto personale dell’autrice o dell’autore, al suo mondo privato e prossimo (amici, parenti, conoscenti), e alla geografia locale, provinciale, talvolta rionale. In qualche caso questo vissuto incrocia la grande storia, più spesso si tratta invece di microstorie intime. Sono storie di famiglie, dominano le figure delle madri – spesso anaffettive, furiosamente antagoniste – e delle sorelle, mentre i padri sono quasi assenti, sgraditi, superflui o silenziati. Sono storie di bambine senza infanzia, adolescenti solitarie o emarginate. Il sentimento dell’esclusione sociale e del rancore incendia alcuni di questi libri. Sono storie di testimonianza, di vita vissuta o prossima. Sono storie domestiche, nelle quali la casa – abitata, posseduta, perduta, occupata, infestata di oggetti – diventa personaggio. Nell’anno del confinamento nelle mura domestiche o nelle mura metaforiche dei nostri confini nazionali, è certo una coincidenza non casuale”.

(per curiosità ho controllato il discorso dell'escursione anagrafica: Edith Bruck è del 1931, Alice Urciuolo del 1994)

I libri candidati saranno letti e votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. 
Il libri in gara concorreranno inoltre all’ottava edizione del Premio Strega Giovani e saranno letti e votati da una giuria composta da 600 studenti di scuole secondarie superiori in Italia e all’estero (con l'esclusione del romanzo Le ripetizioni di Giulio Mozzi che, per i temi trattati, è stato ritenuto adatto esclusivamente a un pubblico di adulti).
La cinquina dei finalisti, verrà resa nota giovedì 10 giugno, mentre l’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 8 luglio.

domenica 21 marzo 2021

Zorba il greco - Nikos Kazantzakis



Titolo originale: Βίος και πολιτεία του Αλέξη Ζορμπά (Víos kai politeía tou Aléxi Zormpá) - 1946
Titolo inglese: Zorba the Greek

"Lo conobbi al Pireo... Parole, risate, balli, ubriacature, preoccupazioni, quiete conversazioni al tramonto, occhi sgranati che mi fissano con tenerezza e disprezzo, come se mi dessero ad ogni istante il benvenuto, come se ad ogni istante mi dicessero addio, per sempre". Zorba il greco è il romanzo di Nikos Kazantzakis da cui venne tratto il fortunato film con Anthony Quinn e Irene Papas, proposto ai lettori italiani in traduzione dal greco e in versione integrale. "Sicuramente il cuore dell'uomo è una fossa chiusa di sangue, e quando si apre corrono ad abbeverarsi e a riprendere vita tutte le inconsolabili ombre assetate... Corrono a bere il sangue del nostro cuore, perché sanno che altra risurrezione non esiste. E più avanti di tutti corre oggi Zorba con le sue grandi falcate, e scansa le altre ombre, perché sa che è per lui oggi la commemorazione. Facciamo tutto quanto è in noi perché riviva ancora per un po' questo crapulone, beone, lavoratore instancabile, donnaiolo e zingaro. L'anima più grande, il corpo più saldo, il grido più libero che abbia mai conosciuto in vita mia". (ibs.it)

Volevo leggere un libro sulla Grecia e ho optato per questo classico da cui è stato tratto un famosissimo film che, ammetto, non ho visto!
Ho letto recensioni entusiaste di questo libro e quindi mi sento un po' in imbarazzo a dire che, sinceramente, ho fatto fatica. Zorba è sicuramente un personaggio interessante, che ha vissuto tante esperienze di petto, con la semplicità di una persona che non ha studiato e che non guarda al futuro ma vuole vivere l'oggi. Contrapposto a lui c'è il suo "padrone" (che verrà sempre chiamato così per tutto il libro) un "topo di biblioteca", come l'ha definito il suo amico, e che ha comprato la miniera ma in realtà vuole completare un libro sul Buddha che sta facendo fatica a finire. Zorba vive di impulsi, il padrone vive di libri e ragione, difficile per lui lasciarsi andare.
Siamo a Creta, nel 1930. Il libro è narrato in prima persona dal padrone, alter ego dell'autore.
Zorba e lui si conoscono sull'imbarcazione diretta a Creta e Zorba si propone di lavorare per lui. La simpatia nei confronti di questo bizzarro personaggio è immediata, e Zorba ricambia lavorando alacremente alla miniera, cucinando e a volte suonando il suo salterio. I due scambiano lunghe chiacchierate sulla vita di Zorba, sulla religione, sulla Patria, sulla vita, con opinioni spesso opposte che però rafforzano la loro amicizia. Non sono molto convinta delle teorie di Zorba sulle donne, ma ci stanno col personaggio.
Il libro è sicuramente interessante. Zorba non è un personaggio completamente positivo, a mio parere, ma si fa benvolere per la sua semplicità. Tuttavia, la lettura è stata un po' pesante. Non so cosa mi aspettavo, perchè anche l'altro libro che ho letto di Kazantzakis mi ha creato difficoltà proprio nella lettura. Verso il finale poi ci sono tante scene tristi, come l'uccisione della vedova con cui tutto il paese ha il dente avvelenato perchè si è suicidato uno che era innamorato di lei, oppure la morte di Madame Hortense che non ha ancora chiuso gli occhi e già le depredano la casa e gli animali in cortile. Sinceramente, ad un certo punto l'ho proprio finito perchè volevo arrivare in fondo, ma è stata dura. Quello che mi è piaciuto è l'amicizia tra questi due uomini così diversi in tutto, amicizia che resiste agli anni e alle distanze... almeno finchè il padrone si rifiuta di andare a vedere una pietra verde...
Faticoso.
Mio voto: 7 / 10

p.s. ho considerato questo libro nella "while I was reading challenge" alla categoria "a book you've been avoiding" (un libro che stavi evitando) perchè da anni avevo una mezza idea di leggerlo ma un po' me lo sentivo che sarebbe stato piuttosto faticoso...

mercoledì 17 marzo 2021

Peccati gloriosi - Lisa McInerney


Titolo originale: The glorious heresies (2015)

Ryan, quindici anni, pianista misconosciuto e piccolo spacciatore innamorato perso; suo padre Tony, rimasto vedovo con sei figli e un affetto per la bottiglia che lo spinge ai margini del mondo; Maureen, donna di mezza età torturata dalle colpe del passato e da un fantasma istantaneo che s'insedia nel suo presente; il figlio Jimmy, gangster col senso della famiglia; Robbie, tossico dai capelli rosso sporco che s'infila nella casa sbagliata per recuperare un piccolo oggetto religioso appartenuto alla sua donna, Georgie, prostituta in cerca di redenzione. L'Irlanda di oggi è un posto complicato; Cork ancora di più. Sei vite intrecciate attorno a un delitto che ha un che di comico nel suo farsi; la rabbia e la disperazione di un mondo che cerca di darsi delle regole, per quanto storte, e continua a tradirle. Una voce nuova, sporca, irriverente, spietata, da una terra che ha dato al mondo grandi narratori.  (ibs.it)

Un libro piuttosto crudo, incentrato su personaggi di periferia che vivono al margine, vivono di espedienti e prendono decisioni discutibili.
Ryan ha 15 anni. Quella mattina dovrebbe essere a scuola e invece lui e Karine fanno fuga e si rintanano nella camera che lui condivide con due fratelli disordinati. Quel giorno, oltre a baciarsi, Ryan diventa uomo. Un uomo perdutamente innamorato di Karine e che ama suonare il pianoforte quando nessuno lo vede. Un uomo costretto a subire le angherie del padre ubriacone. 
E mentre Ryan diventa uomo, un uomo invece muore, ucciso da una donna di quasi sessant'anni che lo ha sorpreso in casa sua e che ora si sta chiedendo cosa fare. Un altro fardello che grava sul cuore di Maureen, una mezza veggente un po' fuori di testa, che da ragazza è rimasta incinta quando ancora non era sposata ed è stata mandata a Londra, mentre i suoi genitori, cattolici ferventi, si occupavano del bambino. Bambino che a quarant'anni è diventato il criminale più temuto della città. Jimmy P. è l’unico che sa cosa fare adesso che davanti a lei c’è solo sangue da pulire. E un uomo da far scomparire. E per puro caso, Jimmy pensa di far fare il lavoro ad un vecchio amico, Tony, padre di sei figli (tra cui Ryan) inetto ed alcoolizzato. 
Nella stessa città, Georgie e Robbie hanno una sola passione in comune: lo sballo. E nient’altro. Lui le fornisce la coca e lei si prostituisce per pagare l’affitto. E in questo delicato equilibrio, Georgie non può immaginare di rimanere da sola. Eppure un giorno Robbie sparisce…
Sei tasselli di un puzzle che si ricompone un po' alla volta: Ryan, Tony, Maureen, Jimmy, Georgie, Robbie. E un delitto (quello di Robbie). Una storia che si sviluppa attraverso sei anni in una periferia irlandese fatta di degrado, droga e prostituzione. Sesso, droga e violenza che si mescolano al bisogno di amore, al bisogno di sentirsi vivi nonostante tutto, al bisogno di andare avanti nonostante gli errori fatti nel passato.
Lisa McInerney racconta una società che non cura i suoi figli, costretti a vivere di espedienti per sopravvivere, ognuno a suo modo. E' un libro in cui troviamo situazioni umilianti unite a sentimenti appassionati. Un racconto dai toni piuttosto violenti.
Una lettura molto cruda, non facilissima anche per il tipo di linguaggio complesso (con molti termini volgari che però caratterizzano bene il contesto).
Non è facile capire subito i passaggi e i collegamenti tra i personaggi. Ryan è sicuramente la figura centrale, alcuni capitoli sono anche relativi ai suoi pensieri. Giovane spacciatore che finisce anche in galera, innamorato di una ragazza con cui però le cose ad un certo punto si incrinano, sfogo della cattiveria da ubriaco del padre, e che in realtà vorrebbe solo che lui si accorgesse del suo dolore. L'autrice, in una intervista, ha detto che era partita pensando al personaggio di Maureen, a cui ancora rimorde la coscienza per aver messo al mondo un criminale come Jimmy che ha ritrovato quando ormai era ventenne, Maureen con degli eccessi di follia e di astio nei confronti della chiesa e dell'Irlanda incapace di prendersi cura dei suoi abitanti, Maureen che è l'unica a capire e, in un qualche modo, a dare parole di conforto a Georgie e a Ryan.
Intenso, sicuramente una lettura che è un pugno nello stomaco e che non è proprio lineare da seguire. Con un gran bel finale, che non vi dico. 
Ho scoperto che l'idea dell'autrice è fare una trilogia di libri sulla periferia irlandese, a tema "sesso, droga e rock'n'roll". Questo primo libro a suo dire è incentrato sul sesso, anche se a me pare ci sia anche un bel po' di droga... Comunque, nel secondo libro pare che prosegua il cammino di Ryan, che ha 15 anni nelle prime pagine di questo libro e sta per compierne 21 alla fine. Probabilmente lo leggerò, ma in seguito.
Sono indecisa sul giudizio da dare. Il libro è molto esplicativo del mondo in cui si muovono i sei personaggi, ben caratterizzati e ben intrecciati tra loro. La lettura però è appesantita da un linguaggio un po' difficile e dal salto di personaggio tra un capitolo e l'altro che lascia un po' spiazzati. Mi ha fatto molto intenerire il finale, forse è questo che mi fa arrotondare il voto per eccesso.
Mio voto: 8 / 10

w…w…w…wednesdays #166

   "w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (166^ puntata - mercoledì 17 marzo 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- peccati gloriosi - Lisa McInerney

2) cosa hai appena finito di leggere? 

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- Zorba il greco

domenica 14 marzo 2021

Oro veneziano - Maria Luisa Minarelli


Titolo originale: Oro veneziano (2016)

1753. È uno degli ultimi giorni di Carnevale quando suor Maria Angelica, monaca di clausura a Murano, viene trovata barbaramente uccisa nel suo appartamento segreto di Venezia. Mentre la città è in festa, tra balli in maschera nei palazzi e per i campi, spettacoli nei teatri e cortei notturni, l’avogadore Marco Pisani non tarda molto a scoprire che la religiosa aveva una doppia vita. Coadiuvato dall’amico avvocato Daniele Zen, dal segretario Jacopo Tiralli e dal medico e patologo Guido Valentini, Pisani pensa di aver individuato il colpevole. Tuttavia, invece della soluzione, dovrà fare i conti con altri due delitti efferati. Nulla sembra accomunare i tre crimini se non la sparizione di denaro e gioielli e la presenza di un medaglione d’oro contrassegnato da strani simboli. Come se ciò non bastasse, la fidanzata Chiara Renier, donna d’affari con doti di veggente, ha perso il suo Dono: nelle sue visioni le appaiono solo grottesche maschere di Pulcinella e un muro nero... 
In una città che vive ormai sull’orlo della rovina, sfruttando la propria bellezza come una cortigiana, Pisani sembra avere imboccato un vicolo cieco. Saranno il caso e l’attenzione ai dettagli sua e del medico Valentini a metterlo infine sulla buona strada e a svelargli l’imprevedibile, complessa soluzione. Portandolo però a un passo dalla morte. (anobii.com)

Secondo libro con l'avogadore Pisani. Nel complesso il libro mi è piaciuto, ha un buon ritmo, è molto bella la ricostruzione storica di Venezia. Mi sono piaciuti fin da subito i personaggi principali, Marco, Daniele Zen, Chiara (anche se il suo dono di veggente mi lascia un po' perplessa). Mi piace il dottor Valentini, che ha studiato a Bologna (e che si è portato dietro la sua cuoca bolognese coi baffi), anche lui un po' sopra le righe nei modi di fare ma che non ha paura di sporcarsi le mani, a differenza di troppi suoi colleghi che neanche toccano il paziente. Apro subito una parentesi, sulla cucina bolognese: nei tortelloni va bene la ricotta, va bene il formaggio ma l'uovo ne eh... Chiusa parentesi.
La storia mi piace, mi piace che ci sia il carnevale sullo sfondo. Ad un certo punto, però, credo che si trascini un po' troppo. Diciamo che una cinquantina di pagine in meno non avrebbero tolto nulla e, anzi, il libro ci avrebbe guadagnato in leggerezza.
La motivazione dei crimini non brilla per originalità, ma tutto sommato ci può stare se pensiamo al periodo storico. Però c'è qualcosa che mi lascia un po' perplessa.
La conclusione del caso forse cade un po' dal nulla, e il salvataggio di Marco con questo volerci infilare l'elemento soprannaturale mi è parsa un po' troppo da film, ecco. E' carina l'idea che Chiara abbia questi poteri, ma in questo libro mi pare abbiano un po' troppo rilievo.
Comunque la lettura è molto scorrevole, ripeto, con qualche pagina di descrizioni esageratamente minuziose in meno andava anche meglio. Molto gradevole.
Mio voto 7 e mezzo / 10

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Serie "Veneziano" (al 14/03/2021):
2. Oro veneziano
3. Sipario veneziano
4. Crociata veneziana
5. Biondo veneziano

venerdì 12 marzo 2021

Sotto la città - Arnaldur Indriðason


Titolo originale:  Mýrin (1997)
Titolo inglese: Jar city

Tutto comincia con il ritrovamento del cadavere di un presunto stupratore, con l'indagine sul suo passato e sui motivi che molte, troppe persone, avrebbero avuto per odiarlo: ma ben presto i contorni della vicenda si fanno assai più ampi e inquietanti e per il commissario Erlendur, solitario cinquantenne divorziato, alle prese con due figli invischiati in problemi di droga e alcol, l'indagine si rivela una vera e propria azione di scavo, alla ricerca di quello che si nasconde sotto una città apparentemente tranquilla come la sua Reykjavík. In un'atmosfera desolata e malinconica, appena sotto le vie tetre del suo mondo urbano, Erlendur scopre una città diversa e macabra, quasi uno specchio deformato di quella vissuta da tutti: la "città dei barattoli". (ibs.it)

Ho letto questo libro in due giorni, la dice lunga su quanto mi abbia preso. Bella scrittura, trascinante. La storia è molto triste, violenta, a tratti anche macabra. La trama è forse un po' complessa tra stupri, sparizioni di persone, collezioni di organi e malattie genetiche rare, ma tutto sommato si segue bene. Mi piace questo poliziotto, profondamente sconvolto dalla morte della bambina, con anche i problemi della figlia tossicodipendente che sta cercando, a fatica, di smettere.
In effetti, il titolo in inglese è più attinente a quanto accade, perchè Erlendur scopre proprio l'esistenza di questa "città dei barattoli" (che sono gli organi umani conservati sotto formaldeide) che poi è il punto focale per arrivare alla soluzione del caso.
Un po' inutile aver inserito, in contemporanea, il caso della sposa che sparisce dal suo matrimonio, perchè proprio non c'entra nulla nè è di alcuna utilità ai fini dell'indagine principale.
Anni fa avevo letto un altro due suoi libri, e non mi era dispiaciuto. Ho voluto ricominciare partendo dal primo della serie, o almeno dal primo della serie tradotta in italiano, perchè non ho idea di come mai i primi due libri (islandesi) non siano stati tradotti. A suo tempo lo chiesi anche alla traduttrice e mi pare che nemmeno lei sapesse darmi la risposta (sì, ebbi il piacere di incontrare Silvia Cosimini tramite la mia biblioteca). 
Avvincente. 
Mio voto: 8 / 10

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Serie del commissario Erlendur Sveinsson:
- (Synir Duftsins) - non tradotto in italiano
- (Dauðarósir) - non tradotto in italiano
- (Mýrin) - Sotto la città 
- (Grafarþögn) - La signora in verde 
- (Röddin) - La voce 
- (Kleifarvatn) - Un corpo nel lago 
- (Vetrarborgin) - Un grande gelo 
- (Harðskafi) - Un caso archiviato
- (Myrká) - Un doppio sospetto 
- (Svörtu loft) - Cielo nero 
- (Furðustrandir) - Le abitudini delle volpi 
- (Einvígið) - Sfida cruciale 
- (Reykjavíkurnætur) - Le notti di Reykjavík 
- (Kamp Knox) - Un delitto da dimenticare 

mercoledì 10 marzo 2021

Il libro dei nomi perduti - Kristin Harmel


Titolo originale: The book of lost names (2020)

Florida, 2005. Eva Traube Abrams, bibliotecaria quasi in pensione, leggendo il giornale una mattina si imbatte nella fotografia di un libro per lei molto speciale. Il volume, risalente al Diciottesimo secolo, fa parte dei numerosi testi saccheggiati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale; recentemente ritrovato in Germania, sembra contenere una sorta di codice che i ricercatori non sanno decifrare. 
Parigi, 1942 . Eva è costretta ad abbandonare la città dopo l'arresto del padre, ebreo polacco. Rifugiatasi in una cittadina di confine, inizia a falsificare documenti per i bambini ebrei che fuggono nella Svizzera neutrale. Insieme al misterioso e affascinante Rémy, Eva decide di annotare in un libro in forma criptata i veri nomi dei ragazzini che, essendo troppo piccoli per ricordare, rischiano di dimenticare la propria identità. Così nasce il Libro dei nomi perduti, che diventa una testimonianza ancora più preziosa quando la cellula di resistenza viene tradita e Rémy scompare. Alla fine del conflitto, Eva, sola e tormentata dai sensi di colpa, decide di ricostruirsi un'altra vita, lontana e diversa. Ha imparato a voltarsi indietro tante volte e ogni volta un pezzo di sé è andato smarrito. Ma ora che il passato bussa prepotente alla porta, avrà il coraggio di rivivere i vecchi ricordi? Ispirato a una sorprendente storia vera, Il libro dei nomi perduti è molto più di una semplice vicenda di falsari. È un indimenticabile romanzo sull'identità e sul potere dei libri, una testimonianza della resilienza dello spirito umano e della forza dell'amore di fronte al male.(ibs.it)

Questo libro mi ha ispirato subito. Avevo già letto un libro di questa autrice e mi era piaciuto molto. Questo libro mi ha emozionato. Non dico sia perfetto, parte un po' lento, poi acquista decisamente brio più avanti.
Eva è ormai anziana; è una bibliotecaria ultra ottantenne che però non si decide ad andare in pensione. Un giorno sul giornale legge di questo signore tedesco che sta cercando di restituire i libri trafugati dai tedeschi durante la guerra. Uno in particolare attira l'attenzione di Eva perchè quello è il suo libro.
Si torna al passato. Eva vive a Parigi (tra l'altro, nello stesso quartiere del libro precedente che ho letto, quello delle beghine..) nel periodo in cui cominciano i rastrellamenti degli ebrei. Per un puro caso, lei e la madre non sono in casa quando le guardie arrivano nel loro appartamento ed arrestano il padre, perchè la vicina di casa è dovuta scappare in ospedale e ha chiesto loro di badare alle sue bambine. Peraltro, la stessa vicina è poi schifata del fatto che siano ebree, ma quando ha bisogno non si mette dei problemi a chiedere loro aiuto... Eva è costretta a vedere arrestare suo padre dallo spioncino. Già erano stati avvisati da un vecchio amico che poteva succedere, ma non ci avevano creduto. In ogni caso, il padre le aveva preventivamente chiesto di badare alla madre. La madre però non passerà giorno senza rinfacciarle di aver abbandonato il padre (e poi di collaborare con dei cristiani, e poi duemila altre cose da renderla insopportabile). Comunque, Eva e la madre trovano rifugio in uno sperduto paesino dove c'è un gruppo di persone che, segretamente, si sta adoperando per salvare fuggitivi, in particolare bambini rimasti senza genitori (ma non solo). Qui, vista la sua abilità nel falsificare documenti, diviene l'aiutante di Rémy, falsario anche lui. Insieme creano un sistema particolare per tenere memoria dei nomi dei bambini ebrei a cui stanno falsificando i documenti, in modo che, a guerra finita, possano ritrovare chi sono davvero. Stare fianco a fianco con Rémy però fa nascere fra loro anche un tenero sentimento reciproco, messo a dura prova dal momento storico che stanno vivendo e dal fatto che lei è ebrea mentre lui è cristiano.
Vorrei raccontarvelo tutto il libro ma devo trattenermi. Ho provato molta emozione nel leggerlo, soprattutto andando avanti. E poi vorrei raccontarvi come finisce ma non lo farò.
Questo libro trae spunto da qualcosa realmente successo, e cioè il fatto della falsificazione dei documenti per salvare gli ebrei facendoli arrivare in Svizzera. C'è una grossa opera di documentazione su come questo veniva effettuato. I personaggi sono inventati, ma la storia d'amore tra Eva e Rémy è molto tenera. Un amore che va oltre le barriere della fede, barriere che per la madre di Eva sono invece invalicabili. 
Piaciuto molto, scorrevole, intenso. 
Mio voto: 8 e mezzo / 10

lunedì 8 marzo 2021

La notte delle beghine - Aline Kiner


Titolo originale: La nuit des béguines (2017)

Parigi, 1310. Nel quartiere chiamato il Marais, sorge un’istituzione unica in Francia: il grande beghinaggio. Fondato da Luigi ix, l’edificio ospita una comunità di donne inclassificabili, sfuggenti a qualunque definizione: sono le beghine che hanno scelto la vita monastica ma senza i voti. Il claustro dove lavorano, studiano e vivono affrancate dall’autorità degli uomini, è un’oasi all’interno della città, un’isola ben protetta dal mondo esterno. In un freddo mattino di gennaio la vecchia Ysabel, che da anni veglia sulla pace del luogo, sta svolgendo i consueti preparativi per l’Officio quando ode un grido proveniente dalla strada. Addossata contro il vano dell’entrata all’esterno, appare una figura coperta da una mantellina sudicia, il volto nascosto sotto un cappuccio. Maheut, questo il nome della ragazza, è in fuga da un matrimonio impostole con la violenza. Sfinita, malata e inseguita da un sinistro frate francescano, ha bussato alle porte del beghinaggio in cerca di protezione. Ysabel non esita ad accoglierla, benché l’inquietudine serpeggi tra le beghine nell’istante in cui il laccio che lega i capelli di Maheut si scioglie e, davanti ai loro occhi sgomenti, srotola una gran massa di capelli rossi. Rossi come i capelli di Giuda e Caino. Rossi come le fiamme dell’inferno che bruciano senza far luce. L’ombra di tempi bui sta, del resto, per abbattersi sul cielo di Parigi. Il processo ai Templari, accusati dei crimini più nefandi, accende l’animo di molti in città, e lo spettro dell’eresia e della stregoneria si aggira nel Regno a seguito dell’arresto di una beghina proveniente da Valenciennes, Marguerite Porete, colpevole di aver scritto un libro, Lo specchio delle anime semplici, in cui si prende la libertà di criticare chierici e teologi. Abbandonare al suo destino Maheut, quella giovane dallo sguardo aspro come smeraldo grezzo, o combattere e difenderla per difendere, insieme, la propria indipendenza e libertà? Questo è il dilemma che agita le coscienze e turba la pace nel grande beghinaggio del Marais. Intrecciando i momenti salienti del regno di Filippo il Bello e il destino di personaggi reali e immaginari, Aline Kiner ci conduce, con una prosa di rara eleganza, in un momento cruciale della Storia, in cui eroine solidali e sovversive non esitano a fare propria la battaglia contro l’oscurantismo e per la libertà delle donne. (ibs.it)

Ho letto questo libro per l'incontro del gruppo di lettura. E' un interessante romanzo storico che parla delle beghine, donne che non sono nè suore nè spose, che decidono di dedicare la propria vita a Dio senza prendere il velo nè, eventualmente, risposarsi. Donne che in questo modo acquistano una libertà che viene mal vista soprattutto dalla chiesa più integerrima (anche se per alcune decisioni devono comunque sottostare al controllo dei frati).
Il romanzo intreccia abilmente finzione a realtà. Ad un certo punto mi sono chiesta, infatti, se Marguerite Porete fosse realmente esistita, ed è così, fu davvero messa al rogo per aver scritto questo libro considerato eretico.
Siamo nel 1310, a Parigi, nel regno di Filippo il bello, il quale vede eresie ovunque. Sotto di lui, anche l'ordine del templari vede la propria fine. I beghinaggi erano luoghi di pace per le donne, in cui potevano vivere per pregare e stare al riparo dai tumulti esterni, al tempo stesso aiutando la popolazione (per esempio, le donne malate venivano accolte nell'ospedale del beghinaggio per essere curate). 
L’anziana Ysabel, la cui nonna Leonor era una guaritrice, si occupa dell’ospedale. Crea rimedi, unguenti e decotti con le erbe. Sarà proprio Ysabel ad accogliere Maheut, una ragazzina picchiata e violentata che si presenta al beghinaggio in cerca d’aiuto per scappare dal marito violento. Ma la ragazza ha dei fluenti capelli rossi, considerati i capelli del demonio e questo crea alcuni pregiudizi all'interno del beghinaggio. 
Nel frattempo, la beghina Marguerite Porete, continua a non voler chiedere scusa per il suo libro e l'Inquisizione decide di mandarla al rogo (in realtà, la scena di apertura del libro è proprio questa del rogo). Un giovane frate, Humbert, cerca di salvare l’opera della donna per accontentare il suo vecchio maestro, grande amico di Marguerite. Il maestro lo incarica anche di trovare la figlia di una discepola di Marguerite Porete: una certa Maheut la rossa. E così le vicende si intrecciano. 
Maheut guarita viene temporaneamente affidata ad Ade, una taciturna vedova bellissima di nobili origini, estremamente colta che non prende subito in simpatia la ragazza. Oltretutto, si scopre che Maheaut è incinta e lei non vuole quel bambino. Ma Ysabel non le dà scelta e la gravidanza arriva a termine. Nascerà una bimba, che verrà chiamata Leonor, che Maheut praticamente non degna di uno sguardo, mentre entrambe, per meglio nasconderle, vengono affidate alle cure di una beghina che ha un negozio di seta, ex compagna di stanza di Ysabel. 
Anche Humbert ad un certo punto arriva al beghinaggio e scopre Maheut, e per lasciarla libera stringe una promessa con Ade, la quale accetta di tradurre in latino il libro di Marguerite Porete, nonostante il rischio di essere accusata di eresia.

Mi sono dilungata molto sulla trama, ma il libro è veramente molto ricco. Gli argomenti che tratta sono molti. In primis, sicuramente la condizione delle donne nel Medioevo, il rischio di essere considerate eretiche anche solo per il desiderio di non voler essere protette da un uomo, magari violento. Il pregiudizio per ciò che è diverso. Ysabel stessa rischia di essere considerata una strega perchè conosce l'uso delle erbe, peraltro sono molto belle alcune descrizioni che fa lei delle piante.
Ade soffre perchè non è mai potuta diventare madre, e trova in Leonor la figlia che non ha mai avuto. Maheut, che non riesce a sentirsi madre, riesce però a scoprire che non tutti gli uomini sono come suo marito e che può innamorarsi. Poi c'è anche Agnes, la "collaboratrice" di Ysabel che pensa di poter prendere il suo posto, senza avere spirito di osservazione nè una reale cultura in tema di piante. E ancora Clemens, aiutante di Ade, che rode di gelosia quando Humbert e Ade cominciano a tradurre il manoscritto e la lasciano in disparte. Un gruppo di donne in cui troviamo collaborazione, aiuto reciproco ma anche invidia e ripicche. Il libro presenta anche diverse descrizioni molto intime, molto "calde" che però non cadono nel volgare.
Ciò che mi ha creato un po' di fatica nella lettura è stata la tanta storia citata nel libro. Quelle parti sono trattate un po' con distacco, come se fossero un saggio, mentre in altre parti troviamo delle descrizioni minuziosamente anche troppo ricamate. Forse un po' frettoloso nel finale. 
Nel complesso, una lettura molto interessante. Scrittura tutto sommato scorrevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

venerdì 5 marzo 2021

La fattoria delle magre consolazioni - Stella Gibbons


Titolo originale: Cold comfort farm (1932)

Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere. Rimasta orfana a vent'anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l'inizio di uno dei romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza e Senzascopo. La vecchia matriarca, che non c'è più stata con la testa da quando ha visto "qualcosa di orribile nella legnaia" settant'anni prima, tiene in scacco l'intera famiglia. Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose senza senso, e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non si può rovinare la vita propria e altrui invocando disgrazie infantili, né sottostare alle follie degli altri, bisogna ribellarsi... e in pochi mesi le cose alle Magre Consolazioni cambiano in modo radicale. (ibs.it)

A volte per cambiare le cose serve un fenomeno esterno che dia la spinta iniziale. Posso interpretarlo così questo libro, che ho scelto di leggere per un appuntamento della mia biblioteca che si terrà l'8 marzo. 
Ho fatto decisamente fatica ad ingranare, soprattutto perchè non riuscivo a farmi piacere la protagonista. Dopo che i suoi genitori sono morti di Spagnola, Flora scopre che il padre non è ricco come credeva, tutt'altro, e si ritrova con una rendita di sole cento sterline al mese e il suo bel visino.
Per qualche tempo, va a vivere con un'amica, una giovane vedova che colleziona reggiseni e ha un codazzo di ammiratori a cui attribuisce nomignoli assurdi, la quale le suggerisce caldamente di trovarsi un lavoro, affittare il proprio appartamento ed essere autonoma. Ma Flora, oltre a non saper fare nulla, non ha nemmeno voglia di lavorare, e decide di vivere a scrocco dei parenti. Manda quattro lettere, ai quattro parenti che conosce e tutti in realtà sono disposti ad accoglierla, chi facendole condividere una stanza e chi con altre condizioni che a Flora non piacciono molto. Decide di accettare "l'invito" che arriva da questa fattoria delle magre consolazioni, dopo aver letto la risposta asciutta e senza fronzoli che riceve dalla cugina Judith: mio marito anni fa ha fatto un torto a tuo padre e io sono pronta ad espiare questo torto di cui non ti dirò nulla.
Ciò che trova alla fattoria è un gran numero di persone che devono sottostare agli ordini (o capricci) di una vecchia zia che ha problemi di testa e che non esce più dalla sua stanza da oltre vent'anni, per una cosa orribile che ha visto nella legnaia decenni prima. E questa zia non accetta che nessuno la lasci. Ma Flora non accetta questa situazione, e a poco a poco riesce a dare la libertà a questi cugini.
Dicevo, ho fatto fatica a farmi piacere la protagonista, la trovavo molto capricciosa, snob. Per quello ho voluto riflettere un attimo prima di buttare giù un commento. In realtà, quello che ha fatto Flora alla fattoria è stato grandioso. Non si è lasciata intimidire dalla vecchia zia, nè dal fatto che le cose funzionavano così. Le cose non andavano, era chiaro. I cugini erano animali in gabbia, gli animali erano sterili, i terreni poco fecondi. La situazione andava cambiata. Flora ha avuto l'occhio lungo nel capire i veri desideri di alcuni dei cugini e di dar loro il via alla libertà e alla vita che in realtà volevano fare. 
Il libro ha decisamente un tono leggero, nonostante una scrittura un po' datata, si legge bene ed è scorrevole. Ci sono dei nomi assurdi disseminati ovunque: il paese si chiama Lamentum, la famiglia Desoladder, le mucche Rozza, Senzascopo, Superflua e Inetta, la zia Ada Funesta, e così via. Forse per capire l'umorismo che sta dietro a questo romanzo, bisogna essere un po' portati verso lo humour inglese...
Una volta fatto il suo dovere, Flora si fa venire a prendere in aeroplano dal suo principe azzurro e vola via (letteralmente). Un po' come Mary Poppins insomma.
Una cosa che mi ha poco convinto è che Flora ha una maturità che sembra appartenere ad una donna decisamente più grande di lei (ha 19 anni).
Una cosa che proprio non mi è piaciuta: quello che è successo nella legnaia (e anche il torto subito dal padre di Flora) non viene rivelato. Forse non è fondamentale per la riuscita del romanzo, ma avrei gradito saperlo.
Stella Gibbons era una giornalista inglese, critica letteraria. Stufa di recensire romanzi rurali ambientati in campagna, con protagonisti tormentati, perseguitati da maledizioni e segreti di famiglia inconfessabili, decide di vendicarsi scrivendo una parodia divertente del genere; ed è così, quasi per gioco, che viene pubblicato questo romanzo.
Mio voto: 7 e mezzo / 10 

lunedì 1 marzo 2021

L'uomo vestito di marrone - Agatha Christie


The man in the brown suit (1924)

Ann Beddingfield è una ragazza priva di mezzi ma dotata di uno straordinario sangue freddo e di un fortissimo amore per l'avventura. L'occasione per far emergere questi aspetti del suo carattere arriva quando, dopo aver assistito a un mortale incidente in metropolitana, Ann riesce a scorgere alcuni indizi sfuggiti alla polizia. Cercando di mettere a frutto la sua scoperta per fare strada nel giornalismo, la giovane si trova però ben presto a fronteggiare un misterioso "colonnello", capo di una pericolosissima multinazionale del crimine, e un affascinante uomo vestito di marrone sospettato di un feroce delitto. (ibs.it)

Forse non il migliore tra gli Agatha Christie che ho letto, però interessante. E' un po' contorta la trama, soprattutto quando arrivano in Sudafrica, tra scambi di persone e una vecchia storia di diamanti rubati. 
Mi è piaciuta la protagonista, investigatrice improvvisata, che si trova inconsapevolmente invischiata in un delitto e che decide di vivere un'avventura, senza sapere esattamente in cosa si va ad invischiare. Primo libro in cui compare anche il colonnello Race (che non è il capo della banda criminale..). Gradevole.
Mio voto: 7 / 10