mercoledì 2 marzo 2016

Un grande gelo - Arnaldur Indridason



Titolo originale: Vetrarborgin (2005)

In una Reykjavík avvolta nella coltre di un inverno che sembra il più freddo di sempre, l'agente Erlendur Sveinsson affronta un caso che lo costringe a confrontarsi con i fantasmi di quel passato che lo tormenta da una vita. La morte di Elias, dieci anni, madre thailandese e padre islandese, trovato accoltellato in mezzo alla neve in un giardino, lo tocca nel profondo. Non è solo l'ennesimo omicidio su cui investigare, è una vicenda che alimenta in lui l'angoscia per quel fratello perso da piccolo nella brughiera nel pieno di una bufera... Non c'è tempo, però, di abbandonarsi ai ricordi dolorosi: il burbero poliziotto e la sua squadra iniziano un delicato lavoro di indagine. Il fratellastro di Elias è scomparso: sarà implicato nella morte del piccolo o semplicemente teme per la propria vita? Da colloqui e interrogatori a compagni e insegnanti a poco a poco emerge una realtà di tensioni razziali e di scontento fino ad allora nascosta sotto la superficie dell'immagine liberale e multiculturale che l'Islanda si vanta di avere. Nessuna pista viene trascurata, dalle bande neonaziste allo spaccio di droga, alla pedofilia, ma la verità è molto più semplice... (www.amazon.it)

E' il primo libro che leggo di Indridason (in genere preferisco leggerli in ordine, ma per un incontro in biblioteca ce ne hanno suggeriti due..questo e un altro) e ne leggerò sicuramente altri. Lo stile è molto scorrevole, si legge volentieri. Mi sono un po' persa coi nomi all'inizio, perchè sono tutti molto simili, ma poi ce l'ho fatta. I tre investigatori sono personaggi interessanti, soprattutto i due uomini, Erlendur e SigurSur Oli; la donna, Elinborg, ha un ruolo più marginale. La storia, secondo me, ad un certo punto si perde un po'. Erlendur si fa distrarre da un altro caso irrisolto che stava seguendo rischiando di fare un pasticcio. E anche tutto il discorso delle tensioni razziali in realtà, sì, porta in evidenza un problema, ma non aiuta nella soluzione del caso, che sembra un po' cadere "per caso".
Nel complesso è stata una lettura piacevole.
Mio voto: 6 e mezzo / 10.

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