Titolo originale: Vetrarborgin (2005)
In
una Reykjavík avvolta nella coltre di un inverno che sembra il più
freddo di sempre, l'agente Erlendur Sveinsson affronta un caso che lo
costringe a confrontarsi con i fantasmi di quel passato che lo
tormenta da una vita. La morte di Elias, dieci anni, madre
thailandese e padre islandese, trovato accoltellato in mezzo alla
neve in un giardino, lo tocca nel profondo. Non è solo l'ennesimo
omicidio su cui investigare, è una vicenda che alimenta in lui
l'angoscia per quel fratello perso da piccolo nella brughiera nel
pieno di una bufera... Non c'è tempo, però, di abbandonarsi ai
ricordi dolorosi: il burbero poliziotto e la sua squadra iniziano un
delicato lavoro di indagine. Il fratellastro di Elias è scomparso:
sarà implicato nella morte del piccolo o semplicemente teme per la
propria vita? Da colloqui e interrogatori a compagni e insegnanti a
poco a poco emerge una realtà di tensioni razziali e di scontento
fino ad allora nascosta sotto la superficie dell'immagine liberale e
multiculturale che l'Islanda si vanta di avere. Nessuna pista viene
trascurata, dalle bande neonaziste allo spaccio di droga, alla
pedofilia, ma la verità è molto più semplice... (www.amazon.it)
E' il primo libro che leggo di Indridason (in genere preferisco leggerli in ordine, ma per un incontro in biblioteca ce ne hanno suggeriti due..questo e un altro) e ne leggerò sicuramente altri. Lo stile è molto scorrevole, si legge volentieri. Mi sono un po' persa coi nomi all'inizio, perchè sono tutti molto simili, ma poi ce l'ho fatta. I tre investigatori sono personaggi interessanti, soprattutto i due uomini, Erlendur e SigurSur Oli; la donna, Elinborg, ha un ruolo più marginale. La storia, secondo me, ad un certo punto si perde un po'. Erlendur si fa distrarre da un altro caso irrisolto che stava seguendo rischiando di fare un pasticcio. E anche tutto il discorso delle tensioni razziali in realtà, sì, porta in evidenza un problema, ma non aiuta nella soluzione del caso, che sembra un po' cadere "per caso".
Nel complesso è stata una lettura piacevole.
Mio voto: 6 e mezzo / 10.
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