venerdì 29 ottobre 2021

Il manuale dell'uncinetto - Gaia Segattini



Titolo originale: Il manuale dell'uncinetto. Tutte le basi spiegate passo passo, per mettersi alla prova fin da subito e 20 progetti originali con livello di difficoltà (2015)

Conosco Gaia Segattini (di nome e fama) da anni, faceva delle creazioni simpaticissime piene di gatti. Così per curiosità ho letto questo libro. Purtroppo in ebook è in bianco e nero, perde tutto il colore delle creazioni della Segattini.
Si tratta di un manuale molto breve, dove spiega alcuni punti base dell'uncinetto, come si cambia colore, come si chiude un lavoro, e poi ci sono una ventina di progetti realizzabili. Alcuni progetti sono deliziosi, alcuni so che proverò a farli, altri non credo li farò mai ma possono essere spunti per altre idee.
Parliamo di un manuale proprio base (secondo me, in alcuni passaggi, comunque non proprio facilissimo da comprendere per un neofita), in realtà troppo base per me che lavoro da tanto, ma ero proprio curiosa dei suoi progetti. Carino. Si legge in poche ore (a meno di voler provare subito tutti i progetti!).
Mio voto: 7 / 10

L' ammaliatrice di Kaunas - Fulvio Fusco



Titolo originale: L' ammaliatrice di Kaunas (2014)  

Jonas Butkus, un 39enne architetto di Taurage, una cittadina della Lituania, viene trovato privo di sensi in una via di Kaunas, un'importante città della regione baltica. Le sue ferite d'arma da fuoco in una spalla e il profondo ematoma alla testa, fanno presagire il peggio, ma l'equipe medica di un ospedale locale, dopo un delicato intervento, gli salva la vita. Jonas rimane in coma per cinque giorni, e al suo risveglio, ha un'amnesia che non gli fa ricordare gli ultimi mesi vissuti. Il ritrovamento di una pistola vicino al corpo, la stessa che lo avrebbe ferito, reca solo le sue impronte digitali. Privo di documenti e di denaro, gli viene trovata in tasca la foto di una donna dai capelli rossi, che lui dichiara di non conoscere, e una piccola chiave. I suoi recenti trascorsi, non proprio conducendo una vita esemplare, mettono a dura prova le indagini della polizia locale. (ibs)

Cercavo un libro ambientato in Lituania e ho faticato molto a trovarne uno che non fosse di oltre seicento pagine oppure in lingua inglese. Ho trovato questo giallo/noir scritto da un ex musicista in pensione di cui questo è il 42esimo libro (ma, giuro, non lo avevo mai sentito nominare!)
Questo libro rientra nella categoria "bella idea ma realizzazione da migliorare molto".
Lo stile narrativo è strano. I dialoghi vengono introdotti dal trattino a capo, a mo di botta e risposta, come si trattasse di una specie di scenografia. Il contenuto dei dialoghi è spesso grossolano, in alcuni punti (specie quando parla Ona) fa un po' cadere le braccia (ma anche gli stucchevoli scambi di battute tra Jonas e l'infermiera non sono da meno..).
In alcune occasioni c'è il rimando a delle note a fine capitolo che sono veramente troppo lunghe; di un paio di città fa tutto l'excursus storico comprese le condizioni climatiche e gli abitanti; ma anche le caratteristiche così dettagliate della pistola non è che aggiungano molto al racconto). Sembrano un po' un'opera di ricerca che non era necessario ricopiare anche a noi, o quanto meno, andavano sintetizzate un bel po'.
Ammetto che ho comprato l'ebook e in tre o quattro occasioni, era mezza illeggibile l'ultima riga della pagina; non è piacevole.
Non capisco perchè di ogni persona venga scritta l'età, non è indispensabile per la storia.
Un'altra cosa che ad un certo punto mi è venuto un po' a noia è il personaggio di Ona, che è bellissima, bellissima, bellissima, ancora più bellissima, su dai abbiamo capito. Anche sulla professionalità dell'infermiera avrei qualcosa da dire... Alcuni atteggiamenti, in generale, dei personaggi sono poco credibili.
Credo che l'idea di base fosse buona, una buona storia, un buon sviluppo senza strafare volendoci infilare duemila cose. Però la tecnica narrativa è davvero da migliorare, soprattutto nei dialoghi e nella caratterizzazione dei personaggi.
Mio voto: 6 / 10

mercoledì 27 ottobre 2021

E dal cielo caddero tre mele - Narine Abgarjan



Titolo originale: С неба упали три яблока (2015)
Titolo inglese: Three apples fell from the sky

A Maran la vita è sospesa tra realtà e fiaba, in un tempo che dalla Storia prende forma, per poi trasfigurare, evaporare. Qui, in questo paesino di pietra e antiche credenze sul cucuzzolo di una montagna armena, guerra e calamità naturali travolgono, pare per sempre, la fragile quiete della sua manciata di case. Solo in pochi sopravvivranno e potranno raccontare quasi un secolo di eventi. Tra loro ci sono Anatolija e Vasilij, Jasaman e Ovanes, Tigran e Valinka, e da loro sgorgano storie dal sapore magico, narrate da una penna tersa e di fulgida bellezza: accadimenti provvidenziali e segni inspiegabili, come gli angeli che scendono dal cielo a raccogliere le anime dei morti o la comparsa di un pavone bianco misterioso e salvifico. E nel momento in cui tutto sembra essere accaduto, in cui la vita sembra compiuta, ecco che si schiude il miracolo, la pietra respira. E nasce l'incanto.(ibs)

Che libro delizioso! E' la storia del paese e degli abitanti che nonostante la guerra, le carestie, le calamità naturali, sono voluti rimanere lì, sulla montagna che ha trascinato a valle metà del vecchio abitato. Sono abitanti "pietrificati", come dirà la moglie di Tigran. Sono storie anche di dolore, di persone che ormai non si aspettano molto dalla vita, infatti il libro si apre con Anatolija che pensa di essere in procinto di morire. Ma a Maran tutti si conoscono e Anatolija non riuscirà a portare a termine il suo piano, anzi, nel giro di un anno la sua vita subirà un ribaltone incredibile, magico.
Dei sei personaggi citati dalla sinossi verrà fatto anche tutto l'excursus familiare, in modo non pesante, ma tutti questi personaggi hanno dei lutti familiari alle spalle. Eppure sono tutti vicini gli uni agli altri, una specie di famiglia allargata dove ci si aiuta per il bene comune.
A volte, dopo tanto dolore, la felicità arriva. E la felicità ha mille forme diverse, alcune a cui non avevamo mai pensato...
Nel libro ci sono tante tradizioni, anche alcune superstizioni (per esempio le croci nei cimiteri che vengono messe dai piedi e non dalla testa). Tanta magia, credo sia tranquillamente inseribile nel filone del realismo magico. Simpaticissima la cosa che ogni famiglia viene ricordata con il soprannome dato al capostipite.
Bella scrittura, scorrevole, accogliente, delicata anche quando racconta momenti tristi. Riesce a rendere l'ambiente e le persone senza dilungarsi in fronzoli.
Il significato del titolo è spiegato nel finale del libro.
Piaciuto tanto e mi ha anche commossa.
Mio voto: 9 / 10

domenica 24 ottobre 2021

Ludmila: A Story Of Liechtenstein - Paul Gallico



Titolo originale: Ludmila (1954)

A charming tale for young and old captures the spirit of the ancient Principality of Liechtenstein and creates an enduring legend of this enchanting country. (goodreads.com)


ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama

Ogni estate le mucche si trasferiscono dalla valle agli alpeggi di montagna, e fino settembre rimangono lassù, senza contatti con il paese. Quando a settembre tornano a valle, la gente del paese le aspetta con trepidazione lungo le strade, curiose di vedere quali sono le mucche migliori, che vengono tutte belle infiocchettate, mentre le mucche peggiori (che hanno fatto meno latte) rimangono indietro, al punto che quando arrivano non c'è più nessuno ad aspettarle.
Siamo nel 1823. Weakling è una piccola e debole mucca di una famiglia poverissima. Il suo desiderio sarebbe di poter sfilare come prima nella parata perchè significherebbe che avrebbe fatto il suo dovere e reso felici i suoi poverissimi proprietari. Ma la stagione per lei sta andando male. E' molto magra e il latte che produce è scarso e di scarsa qualità. Padre Polda è un uomo di grande e semplice fede, e crede nei miracoli e nell'intercessione dei santi attraverso la preghiera; prega spesso per questa mucca e per il suo proprietario che ha davvero tanto bisogno dei soldi per far mangiare la sua famiglia. Al contrario del capo dell'accampamento, Alois che non crede affatto ai miracoli.
Un giorno, la mucca si trova a pascolare davanti alla nicchia di Santa Ludmila, patrona dei mungitori, dei lattai, ecc. e, in silenzio, chiede alla santa la sua protezione. Padre Polda ed Alois assistono alla scena e sembra quasi che la statua della santa sorrida alla mucca.
Alois decide di non portare Weakling ai pascoli più alti perchè è troppo debole e la lascia in compagnia della figlia Ludmila. La bambina e la mucca vanno a passeggiare vicino a dei monoliti, in un luogo dove c'è una specie di cerchio magico con dell'erba prelibata. Al ritorno, la bambina, che sa come si fa, prova a mungere la mucca e quest'ultima sentendo il tocco gentile della bambina comincia a produrre latte. Quella è la sera del miracolo. Weakling produce latte senza sosta per due giorni, coi mungitori che sono quasi sfiniti, ed è un latte anche di ottima qualità. Si comincia a diffondere la notizia che la santa abbia fatto un miracolo e al paese si chiedono se sia davvero così.
Il giorno dopo rientrano a valle e Alois decide di metterla come terza della fila. Quando però passano davanti alla nicchia della santa, per ringraziarla, la bambina dice che la santa le ha parlato e vuole che Weakling sia la prima della fila. Alois è dubbioso del fatto che la santa abbia davvero parlato a sua figlia, ma decide di accontentarla e quindi la prima mucca che arriva in paese è Weakling.
Purtroppo però, le fatiche di quei tre giorni hanno troppo indebolito Weakling, che quella sera, dopo il tramonto muore. Ma muore immensamente felice perchè è stata amata e venerata e ha portato soldi e cibo ai suoi proprietari. Questo è il motivo per cui ai piedi della statua di santa Ludmila è stato collocato un piccolo teschio di mucca, di Weakling.

Cercavo un libro ambientato in Liechtenstein, cosa decisamente non facile perchè sono veramente pochi e praticamente nessuno è tradotto in italiano, infatti questo raccontino l'ho letto in inglese.
Non ho capito se si tratta di una vera leggenda del Liechtenstein o meno, ma la storia è molto tenera.
Mi piace molto l'idea (che credo vera) della mucca che desidera essere apprezzata e rendere fiera di sè la propria famiglia. La mucca che implora con gli occhi la statua della santa. La mucca che prova gioia nel vedere Ludmila che le vuole bene. Tutto molto tenero.
E' un racconto brevissimo, con qualche punta di tristezza.
Mio voto: 8 / 10

mercoledì 20 ottobre 2021

L'indovina di Istanbul - Michael David Lukas


Titolo originale: The Oracle of Stamboul (2011)

1877, Costanza, sulle sponde del Mar Nero: è una notte di guerra e di razzia, ma anche di speranza. Mentre una divisione di cavalleria dello zar semina il terrore in città, nella casa di un venditore di tappeti ebreo viene alla luce una bambina. Si chiama Eleonora, e un'antica profezia prefigura per lei un destino straordinario. Eleonora cresce senza la madre e con un padre amorevole ma spesso assente, che la affida a una matrigna rigida e repressiva. Niente però può impedirle di mostrare il suo talento: a soli sei anni Eleonora ha una memoria prodigiosa e una grande abilità nel far di conto, ma soprattutto vive per i libri. È nei libri, e nelle diverse lingue in cui sono scritti e che lei impara senza alcuna difficoltà, che Eleonora trova il suo destino. Un percorso avventuroso, costellato di entusiasmi ma anche di tragedie, la porterà fino a Istanbul, maestosa capitale di un impero ormai in disfacimento, e quando inizierà a spargersi la voce dei suoi talenti, la ragazzina varcherà la soglia del palazzo del sultano, legando così indissolubilmente il suo destino a quello di un impero. (ibs)

Cercavo un libro ambientato in Turchia e sono stata conquistata dalla trama, molto accattivante, di questo. Tuttavia, la lettura non è stata così entusiastica come mi sarei aspettata, e mi viene quasi il dubbio che l'autore abbia deliberatamente evitato la storia che, probabilmente, chiunque si sarebbe aspettato di leggere, alla ricerca di una originalità che però lascia a desiderare.
La profezia e le upupe sempre presenti erano un bell'inizio. Le atmosfere della città turca sono molto affascinanti, anche se le descrizioni sono veramente molto prolisse e talvolta piuttosto verbose, con molte similitudini di scarso significato. 
A oltre tre quarti del libro, Eleonora non è ancora stata a palazzo. La sua attività di "oracolo" si riduce ad un singolo episodio, peraltro in cui viene scritto che ha rivelato qualcosa ma non ci è dato sapere cosa; più un suggerimento dato al principe.
Il fatto che Eleonora fosse ebrea era assolutamente insignificante nella storia. Trovo invece poco realistico il suo modo di comportarsi, sicuramente più adatto ad una ragazza un po' più grande (va beh la bambina prodigio, ma se non me lo fossi dovuta ricordare in continuazione le avrei dato almeno 6/7 anni di più).
Il finale è un po' affrettato. Sembra che non sapendo come far proseguire la storia, l'abbia troncata lì, spacciandola per una "scelta di libertà". 
Gran bella idea narrativa, ma la realizzazione lascia molto a desiderare. Viste le premesse e l'ambientazione, questo libro poteva essere magico.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Cambiami - Andrej Blatnik



Titolo originale: Spremeni me (2008)
Titolo inglese: Change me

"Cambiami" è una storia d'amore e l'esigenza di diventare un altro. Ambientato in un prossimo futuro, Cambiami, con le sembianze di un'analisi sociale, ci racconta di come Borut ha abbandonato la sua vita per costruirne una nuova, totalmente diversa. Lui è un pubblicitario ricco e affermato, e non ne può più. Non ne può più di vendere illusioni, di vivere in modo smisurato in un mondo dove il capitalismo ha portato la realtà alle estreme conseguenze, dove tra ricchi e poveri c'è un baratro incolmabile, ma soprattutto non ne può più di non riuscire ad avere l'unica cosa importante per lui: la sensazione di fare la cosa giusta. Fare la cosa giusta è mangiare la frutta vera, e non più la frutta di plastica, è avere di nuovo un rapporto profondo con la moglie e non portare avanti la commedia di una vita. Il rifiuto di Borut è il rifiuto di un mondo decaduto, di una realtà priva di umanità, di relazioni che hanno perso ogni senso. Il suo rifiuto è il suo cambiamento, è l'abbandono di una vita per provare a essere un uomo nuovo. È così che Borut inizia il suo vagabondaggio e incontra personaggi che hanno capito che cosa è fare la cosa giusta, come il barbone che gli aiuta a distruggere il Grande computer della Sintesi, la fabbrica del cibo sintetico. Per Borut ora tutto è cambiato, e la sua sfida è quella di cambiare il rapporto con sua moglie. Per poter un giorno ritrovarsi insieme. Un'altra volta.(ibs)

Speravo di trovare qualche recensione online per confrontarmi un po' ma non ne ho trovate.
Non fingerò di aver capito completamente questo libro. Ho capito dei punti: l'insoddisfazione di questo uomo, il mondo che si ciba di cibo sintetico mentre quello vero si trova sottobanco, il voler andare contro corrente, la vita su più mondi paralleli, i pubblicitari che ti inculcano bisogni che non hai.
Credo che l'autore abbia voluto fare un esperimento narrativo carico di ambientalismo con una velata denuncia a ciò che ci costringe ad essere tutti uguali, tutti conformati a quello che i pubblicitari vogliono darci a bere.
Il risultato però è piuttosto caotico; stavo per scrivere distopico ma non sono sicura che sia il termine esatto perchè la distopia ha comunque un suo ordine. Ci sta proprio meglio "caotico" in effetti.
Non è di facile lettura, con tanti dialoghi e tanti pensieri di Borut o Monika intervallati al racconto di quello che sta succedendo. Ogni capitolo nuovo riscrive l'ultimo paragrafo di quello precedente; carino fatto due o tre volte, ma dopo mi è venuto a noia. Un po' tutto il racconto mi ha annoiato perchè mi ha dato l'impressione di avere grandi intenzioni ma alla fine di non arrivare dove voleva. E' una specie di finale aperto in effetti.
Noioso. Forse dovrei soffermarmi a rifletterci sopra per ore, ma sinceramente non ne ho voglia, mi basta così.
Mio voto: 5 / 10

w…w…w…wednesdays #176

"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (176^ puntata - mercoledì 20 ottobre 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- inventario di alcune cose perdute - judith schalansky

2) cosa hai appena finito di leggere? 
- borgo sud - donatella di pietrantonio
- cambiami - andrej blatnik
- l'indovina di instanbul - Michael d. lukas

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- per il mio bene - ema stokholma
- atti di sottomissione - megan nolan

lunedì 18 ottobre 2021

Premio Strega Europeo 2021 a Georgi Gospodinov

TORINO, 17 OTT - L'autore bulgaro Georgi Gospodinov, con il romanzo "Cronorifugio", si aggiudica l'ottava edizione del Premio Strega Europeo. 
Il riconoscimento è stato assegnato anche a Giuseppe Dell'Agata, traduttore del libro vincitore, "quale segno tangibile dell'importanza che hanno le traduzioni come strumento di dialogo e di conoscenza". 

Secondo Gospodinov, «contro la crisi di senso che stiamo attraversando, non solo in Europa ma in generale come esseri umani», una delle possibili soluzioni sia «tornare a scaldare i cuori con le storie, le storie di tutti, non solo dei grandi scrittori». Narrare, spiega, «crea empatia e memoria. Difficilmente se qualcuno ha pianto per La piccola fiammiferaia sarà in grado di commettere un crimine. Una società che non racconta più storie è come se soffrisse di un grave Alzheimer sociale». 

"Cronorifugio" è ambientato proprio in un’Europa contemporanea che sta perdendo la memoria, in cui gli Stati iniziano a desiderare il passato, fino a indire un referendum con cui ciascun Paese può tornare al Novecento e scegliere in quale decennio collocarsi. «Mentre scrivevo — ricostruisce l’autore — credevo che "Cronorifugio" fosse un romanzo distopico, invece via via è diventato realistico: c’è stata un’accelerazione da parte dei leader populisti nel riproporci le ideologie del passato».

Gospodinov era finalista con Ana Blandiana (Applausi nel cassetto), Aixa de la Cruz (Transito), Hervé Le Tellier (L’anomalia), Anne Weber (Annette, un poema eroico)




Alla cerimonia di premiazione sono stati consegnati anche i premi dell'edizione 2020, che a causa della pandemia si è svolta a porte chiuse, alla scrittrice tedesca Judith Schalansky, autrice di "Inventario di alcune cose perdute", e alla sua traduttrice Flavia Pantanella.


martedì 12 ottobre 2021

Guida il tuo carro sulle ossa dei morti - Olga Tokarczuk



Titolo originale: Prowadź swój pług przez kości umarłych (2009)
Titolo inglese: Drive Your Plow Over the Bones of the Dead

Janina Duszejko, insegnante d'inglese e appassionata delle poesie di William Blake, è un'eccentrica sessantenne che preferisce la compagnia degli animali a quella degli uomini e crede nell'astronomia come strumento per porre ordine nel caos della vita. Quando alcuni cacciatori vengono trovati morti nei dintorni del suo villaggio, Janina si tuffa nelle indagini, convinta com'è che di omicidi si tratti. Con la sua prosa precisa e pungente Olga Tokarczuk ricorre ai modi del noir classico per virare verso il thriller esistenziale e affrontare temi come la follia, il femminismo, l'ingiustizia verso gli emarginati, i diritti degli animali: surreale, acuto, melanconico, sconcertante, il suo romanzo interroga il presente anche quando sembra parlare di tutt'altro. (ibs)

Ho cominciato questo libro pensando che fosse un giallo/thriller, accorgendomi poi che era qualcosa di più complesso. Ci sono i morti ovviamente, tutti uccisi in modo piuttosto barbaro. Ma sono quasi in secondo piano rispetto alla storia di Janina, sessantenne con dei "problemi" non meglio specificati (mentali, oserei dire..), che chiama tutte le persone con il primo soprannome che le viene in mente quando li vede (d'altronde lei stessa non vuole farsi chiamare Janina perchè odia il suo nome). Fissata con l'astrologia, con gli oroscopi che, secondo lei, hanno già scritto nel tema natale l'intero destino delle persone. 
Questa idea degli oroscopi è interessante, anche originale direi, almeno nella scientificità che ci mette Janina. Ammetto però che all'inizio è carina questa cosa dei pianeti che definiscono vita, comportamento e morte delle persone, ma alla lunga mi è parso un po' barboso. Diciamo che ad un certo punto mi sono chiesta che senso avessero, nel contesto della storia, i 3 morti (che poi diventano 4). E nelle ultime pagine c'è il colpo di scena, lo ammetto, non lo avrei mai immaginato e mi ha stupito. Mi verrebbe da dire favorevolmente stupito, perchè neanche per un momento ho pensato che la vicenda potesse essersi svolta in quel modo (anche se, ripensandoci, diversi indizi c'erano stati) e, tuttavia, non è un finale buttato lì ma ha proprio una sua ragione di essere. 
Mi piace l'amore che Janina ha per gli animali e la vera e propria denuncia che porta avanti contro i cacciatori, di frodo o meno (perchè comunque entrambi uccidono). Gli orrori che l'uomo perpetra nei confronti degli animali e della natura in genere. Sinceramente condivido il suo orrore nei confronti della caccia e capisco benissimo cosa può aver provato quando i cacciatori le hanno ucciso le sue "bambine" (le sue cagne). 

"Perchè un tipo simile diventa patrono dei cacciatori? In tutto questo colpisce una sostanziale mancanza di logica. Perchè se i seguaci di Uberto lo volessero imitare, dovrebbero smettere di uccidere. Ma siccome lo rendono per loro patrono, i cacciatori lo fanno patrono di quello che era il peccato di Uberto e del quale si è liberato. Dunque lo fanno patrono di un peccato"

La vita degli animali non vale meno di quella degli uomini, questo lei cerca di far capire al resto degli abitanti e viene considerata una svitata. Orribile il discorso che il prete le fa a tal proposito. La stessa violenza che viene rivolta agli animali, è rivolta anche a lei. La violenza è esecrabile da qualunque punto la si guardi. 
Bella scrittura, scorrevole. Il libro è narrato in prima persona da Janina, con passaggi anche molto ironici. 
Avevo un po' timore del titolo del libro, mi aspettavo qualcosa di più horror, invece è preso da un verso di Blake. 
E' un romanzo che interroga su etica e morale, in un mondo pieno di contraddizioni. Peccato aver calcato troppo la mano sugli oroscopi, soprattutto a metà libro, perchè l'inizio e la fine sono molto forti. 
Mio voto: 7 e mezzo / 10

domenica 10 ottobre 2021

Grande Madre Acqua - Zivko Cingo



Titolo originale: Γолемата Вода (Golemata voda) (1971)
Titolo in inglese: The big water

Lem e Keïten sono orfani, due cani erranti nella Jugoslavia di Tito. Raccattati dalla strada, vivono in un ex manicomio adibito a orfanotrofio, circondati da un muro altissimo che impedisce ai loro sogni di farsi largo nel mondo reale. Quando i pidocchi invadono la Clarté, Lem e Keïten sono scortati sulla riva di un lago e tosati come bestie per arginare l'epidemia. La Madre Acqua li osserva inerme, sola responsabile della loro disgrazia e insieme unica fonte di speranza. Nell'orfanotrofio vige un clima di terrore. La compagna Olivera Srezoska e il piccolo padre Ariton Iakovleski tengono le redini di un serrato controllo. L'arte e la risata sono le uniche armi con cui è possibile bucare il muro e sentire ancora il mormorio della Madre Acqua. Un romanzo lirico e nero, l'antidoto che l'uomo porta con sé fin da quando è bambino per difendere la propria libertà. (ibs)

ATTENZIONE contiene spoiler

Ho trovato questo scritto nella "disperata" ricerca di un libro ambientato in Macedonia (operazione non così facile..) Partiamo dal fatto che questo non è un libro facile. La scrittura è molto particolare, a volte descrittiva, a volte visionaria, non proprio facile da seguire. Non posso dire di aver capito al cento per cento quello che l'autore voleva dire. Il senso generale è chiaro, siamo nella Jugoslavia comunista di Tito. I bambini orfani di guerra vengono rinchiusi in orfanotrofio dentro ad un ex manicomio, dove tutto è rigidamente stabilito, dove non c'è spazio per i propri pensieri, dove ci sono regole e atteggiamenti da seguire e così deve essere. Finchè arriva all'orfanotrofio (che si chiama "Chiarezza") un bambino chiamato Keiten che ride di continuo e di cui Lem (voce narrante) diventa amico. Keiten si estranea dal mondo, sogna altri posti.
L'orfanotrofio è circondato da un muro enorme, su cui campeggiano ancora le scritte dei precedenti abitanti di quel luogo. Il muro ha sicuramente un’importanza anche metaforica, come muro di una prigione che non permette ai bambini di sognare o immaginare un futuro. E nei due bambini c'è una ricerca impellente di questa “Grande Madre Acqua”, che per loro è speranza di libertà.

«Presto avrei visto anch'io la Madre Acqua: grandiosa, splendida, l'immagine più bella e misteriosa della mia vita. Mio Dio, presto lei ci avrebbe accolti col suo sguardo dolce e limpido, con i suoi occhi materni.»

Non vi racconto tutte le vicissitudini tristi a cui sono sottoposti i bambini ma voglio solo spendere due parole su un commovente finale. Keiten è finito preda delle angherie di un altro bambino, che lo ha spiato dal momento in cui ha rubato un legnetto per intagliarlo in segreto, fino a denunciarlo agli adulti. E quando il Piccolo Padre gli chiede cosa pensava di fare con questo legnetto, Keiten commosso gli risponde che voleva solo fare una madre. A quel punto, anche il Piccolo Padre si ammorbidisce.

«Che io sia maledetto, disse proprio così: una madre. Il silenzio calò su di noi, e in un attimo gli occhi di tutti si voltarono verso il pezzo di legno che Ariton Iakovleski teneva tra le mani. Mio Dio, non era più un pezzo di legno, era una madre! Per la prima volta il Piccolo Padre sembrava confuso, commosso, senza parole.»

La cosa che mi ha dato fastidio è la costante presenza dell’esclamazione "Che io sia maledetto!" praticamente in ogni frase, e, a lungo andare, risulta una seccatura. Non mi è, invece, molto chiaro che cosa rappresenta il Monte che viene spesso citato da Lem.
Lettura interessante, non facile.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

La pista - Anne Holt



Titolo originale: En grav for to (2018)
Titolo in inglese: A grave for two

Una sciatrice accusata di doping a pochi mesi dalle Olimpiadi. Uno sciatore morto in circostanze controverse. E un mondo, quello dello sci, che si rivela in tutta la sua violenza e corruzione. Selma Falck, ex atleta di fama mondiale e avvocato di grido, ha perso tutto. Il marito, i figli, il lavoro e il suo vecchio giro d'affari. Sola, emarginata e con un vizio che minaccia di trascinarla ancora piú in basso, Selma si è rintanata in un lurido appartamentino nella zona piú squallida di Oslo. Fino a quando Jan Morell, padre di Hege Chin Morell, campionessa di sci di fondo norvegese, non bussa alla sua porta. La figlia è risultata positiva al doping e rischia la squalifica dalle Olimpiadi di PyeongChang. Convinto che Hege sia stata sabotata, Jan offre a Selma il compito apparentemente impossibile di provarne l'innocenza. Ma quando Selma accetta l'incarico e inizia a investigare, uno sciatore della nazionale viene ritrovato morto dopo un allenamento. L'autopsia rivela tracce della stessa sostanza presente nel sangue di Hege. E mentre l'indagine si infittisce e un altro cadavere viene scoperto, Selma comincia a rendersi conto che anche la sua vita è in serio pericolo. (ibs)

Interessante giallo ambientato in Norvegia, nel mese di dicembre, dove il freddo ti penetra nelle ossa già dalle pagine che leggi. Selma Falck è un'avvocata di grido ed ex campionessa di pallamano. Ma purtroppo ha il vizio del gioco e per le sue scommesse ha sottratto soldi ad un suo cliente, quel Jan Morell che ora la ingaggia per scoprire cosa è successo a sua figlia. Perchè Jan sa che Selma è l'unica che può riuscirci ed è disposto a darle una seconda occasione. A causa del suo vizio, Selma ha perso il marito e i figli. La persona a cui è più legata è un barbone, ex poliziotto un po' suonato che però riesce a darle utili consigli quando lei non sa che pesci pigliare.
La vicenda è interessante, anche se mi sono persa un po' nel mondo sportivo norvegese. Si legge piuttosto bene, a parte alcuni passaggi un po' contorti da seguire con un po' di attenzione. A mio parere è un po' contorto il finale. Ha voluto incastrare molte cose, quando sarebbe stato meglio concentrarsi solo su una vicenda, piuttosto che volerci depistare inutilmente. La vicenda della scenografia ci ho messo un po' a capire cosa fosse. In generale, credo che la storia sia interessante ma ha alcuni problemi nella struttura narrativa. Mi piace però questa avvocata / investigatrice.
Mio voto: 7 / 10

giovedì 7 ottobre 2021

Premio Nobel per la Letteratura 2021 a Abdulrazak Gurnah


Il Premio Nobel per la Letteratura 2021 è stato assegnato al romanziere Abdulrazak Gurnah "per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti". E' la motivazione annunciata dall'Accademia di Svezia.

Nato nel 1948 a Zanzibar, è arrivato nel Regno Unito come rifugiato alla fine degli anni '60, (dove tutt'ora vive) ed è autore di dieci romanzi e di una serie di racconti, tutti attraversati dalla questione del rifugiato, nei quali ha stravolto la prospettiva coloniale per evidenziare quella delle popolazioni indigene. 
Gurnah apparteneva al gruppo etnico vittima dell'oppressione sotto il regime del presidente Adeid Karume e dopo aver terminato la scuola, a 18 anni è stato costretto a lasciare la sua famiglia e a fuggire dal paese, la neonata Repubblica di Tanzania.

Gurnah è stato, fino al suo recente ritiro dall'attività lavorativa, professore di letteratura inglese e postcoloniale presso l'Università del Kent a Canterbury, dove si è dedicato principalmente a scrittori come Wole Soyinka, Ngũgĩ wa Thiong'o e Salman Rushdie. 
I suoi romanzi più famosi sono "Paradise", che è stato selezionato sia per il Booker che per il Whitbread Prize, "Desertion" e "By the Sea", che è stato a sua volta selezionato per il Booker e per il Los Angeles Times Book Award.

Urla nel silenzio - Angela Marsons


Titolo originale: Silent scream (2015)

Cinque persone si trovano intorno a una fossa. A turno, ognuna di loro è costretta a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma si tratta di una buca piccola: il corpo non è quello di un adulto. Una vita innocente è stata sacrificata per siglare un oscuro patto di sangue. E il segreto che lega i presenti è destinato a essere sepolto sotto terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene brutalmente assassinata: è solo il primo di una serie di agghiaccianti delitti che terrorizzano la regione della Black Country, in Inghilterra. Il compito di seguire e fermare questa orribile scia di sangue viene affidato alla detective Kim Stone. Quando però nel corso delle indagini tornano alla luce anche i resti di un altro corpo sepolto molto tempo prima, Kim capisce che le radici del male vanno cercate nel passato e che per fermare il killer una volta per tutte dovrà confrontarsi con i propri demoni personali, che ha tenuto rinchiusi troppo a lungo...(ibs)

ATTENZIONE: contiene spoiler sul finale

Ammetto di aver divorato questo libro in un paio di serate. La scrittura è scorrevole, la trama accattivante. Dietro alla vicenda ci sono anche gli scheletri della detective Kim Stone (di cui non parla volentieri) per cui riesce a provare una totale empatia per le ragazze rinchiuse nella struttura, abbandonate sia dalla famiglia sia dallo Stato che doveva averne cura. Un argomento anche di denuncia sociale per questo tipo di istituzione.
Ho trovato la detective molto mascolina nel modo di fare, ma alla fine mi piace e credo andrò avanti nella serie, di cui questo è il primo libro. Carino il parallelismo tra i tasselli del caso che deve risolvere e i componenti della moto che non riesce a mettere insieme. Molto bello il personaggio di Lucy, una combattente nonostante la sua disabilità.
Non mi convince invece il finale, col doppio colpevole a sorpresa, e in entrambi i casi non si capisce come la detective arrivi a quell'idea. Avrei preferito che la vicenda si chiudesse con la cattura dello psicopatico che prova ad ucciderla, penso che fosse più lineare con la storia, anche se avrebbe dovuto spiegare diversamente il perchè le cinque persone stavano scavando la buca...
Intrigante comunque.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

mercoledì 6 ottobre 2021

w…w…w…wednesdays #175

    "w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (175^ puntata - mercoledì 06 ottobre 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- borgo sud - donatella di pietrantonio

2) cosa hai appena finito di leggere? 
- grande madre acqua (Zivko Cingo)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- urla nel silenzio - angela marsons
- la pista - anne holt
- inventario di alcune cose perdute - schalansky