giovedì 29 settembre 2016

Il muro invisibile - Harry Bernstein


Titolo originale: The invisible wall - 2006

Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub e sfogando sui figli la rabbia per una vita di stenti. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale nel nord dell’Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall’altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un’unica realtà, quella della miseria. La Prima Guerra Mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. Ma solo l’amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce. (http://www.edizpiemme.it/)

Harry Bernstein ha scritto questo romanzo, che è il suo primo romanzo, all'età di 94 anni, rievocando la sua infanzia in una cittadina inglese dei primi del 900.
Tanto di cappello. Il romanzo è veramente bello, scritto con uno stile fluido, scorrevole, si legge piacevolmente. Sembra di ascoltare il racconto di un nonno, e le parole sembrano quelle di un bambino, semplici, piene di descrizioni senza diventare pesanti, piene di sentimenti.
Non posso commentare gli avvenimenti, nel senso che, trattandosi di una biografia, posso solo rattristarmi di fronte a una vita che non è stata per niente facile. Una vita di povertà estrema, dove una madre anche un po' ingenua, si arrabattava in ogni modo per dar da mangiare ai figli. Un padre poco presente (per fortuna) ma violento ed egoista, al punto da negare alla figlia Lily di poter studiare (con una borsa di studio) anzichè costringerla al lavoro in fabbrica su cui è costretto a chinare il capo ogni giorno lui. Un uomo che ha alle spalle un passato di cattiveria, è vero, abbandonato dalla famiglia quando era bambino, ma che nega anche ai propri figli la possibilità di un futuro migliore. Un uomo che sembra addolcirsi un attimo quando nasce il sesto figlio, ma che poi ritorna nella sua scontrosità.
E poi l'avvento della prima guerra mondiale, che chiama al fronte molti dei ragazzi della strada, a cui solo in pochi faranno ritorno. Freddy, mutilato di entrambe le gambe sul campo, che viene trattato come un sacco di patate, rimpallato tra la sorella e la madre della ragazza con cui ha avuto una relazione (e forse un figlio?), che decide di togliersi dai piedi suicidandosi. Una scena veramente triste. Un altro reduce della guerra è Arthur, il ragazzo amato da Lily, che fregandosene dei pregiudizi e dei muri ha il suo lieto fine con la ragazza amata. Raccapricciante, a mio parere, l'idea che se un'ebrea sposa un cristiano debba essere considerata morta.
I veri muri sono quelli che si creano nel cuore delle persone.
La vera protagonista del libro, alla fine, mi è sembrata la madre di Harry. Una donna che vive col sogno che i parenti del marito, emigrati in America, le spediscano i biglietti per andare a loro volta nella terra in cui credono di trovare fortuna. Una donna che vive di espedienti pur di dare un futuro ai figli, sottomessa al marito. Una donna che piange la figlia, morta per aver sposato un cristiano, e che ad un certo punto si rende conto che la figlia non è morta, ma ancora viva e può riabracciarla.
Intenso e commovente. Un libro che consiglio assolutamente. Spero appena possibile di leggere i due successivi libri, in cui prosegue la biografia.
Mio voto: 9 / 10

mercoledì 28 settembre 2016

La promessa - Friedrich Durrenmatt




Titolo originale: Das versprechen - 1956

"Promisi sulla mia coscienza di trovare l'assassino, solo per non essere costretto a vedere ancora il dolore di quei genitori... e ora devo mantenere la mia promessa." Il freddo e infallibile investigatore, il commissario Matthäi, è vincolato all'impegno preso, e obbligato a risolvere il caso di una bambina di sette anni brutalizzata e uccisa in un bosco. Ma "La promessa", "antiromanzo giallo", liquida con un massimo di crudeltà e finezza il genere poliziesco colpendolo proprio alla radice, cioè nella sua favolosa e assoluta consequenzialità. Gli elementi del genere ci sono tutti: i colleghi, ottusi o altezzosi, che si rifiutano di prestare fede alle sorprendenti intuizioni del commissario; un delitto raccapricciante con drammatici precedenti; un presunto colpevole; e la sorpresa finale, con lo scioglimento del mistero e la rivelazione dell'autentico assassino. Tutto viene però parodisticamente distorto e deformato nella celebrazione funebre del personaggio del detective e del racconto giallo tradizionali. Dürrenmatt sostituisce alla morale pratica di ogni poliziotto (il delitto non paga) una morale metafisica in cui regna l'assurdo: il razionale non prevale affatto sul caos, o almeno non fatalmente, e chi fa affidamento sulla razionalità finisce per esserne la prima incompresa vittima. (www.ibs.it)

Attenzione Spoiler!

Sinceramente, a me questo libro non è piaciuto molto. Innanzitutto, l'autore mi ha praticamente dato la soluzione nella seconda o terza pagina. Sì, perchè se mi dice che Matthai sta ancora aspettando l'assassino, allora vuol dire che la promessa non l'ha mantenuta. Poco importa che questa attesa l'abbia portato alla pazzia, ma la promessa non l'ha mantenuta.
Secondo. Quando leggo un giallo, mi piace cogliere gli indizi per vedere se arrivo alla soluzione. In questo caso, la soluzione è data da un semplice caso fortuito e questo mi ha spiazzato oltre che avermi lasciato perplessa. Se la vecchia signora non si fosse confessata in punto di morte, non avremmo saputo nulla di ciò che era successo.
Terzo. Incontriamo una serie di personaggi veramente meschini. Per un po' ho provato simpatia per Matthai, per la sua tenacia nell'arrivare alla soluzione. Poi sono rimasta scioccata quando decide di accasarsi con una donna che ha una bambina simile a quella uccisa, per utilizzarla come esca per l'assassino.
Ho fatto una enorme fatica nella lettura. Sembra che sia scritto da due persone differenti, come stile. Parte con un linguaggio che proprio non mi ha conquistato, non mi invogliava a leggere. Poi prende un pelo più vita quando viene raccontata la vicenda principale. E poi chiude con lo stile dell'inizio, poco scorrevole. Mi ha un po' deluso.
Mio voto: 5 / 10

w…w…w…wednesdays #74




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (74^ puntata - mercoledì 28 settembre 2016):

1) cosa stai leggendo?
"gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin

2) cosa hai appena finito di leggere?
"il muro invisibile" - Harry Bernstein

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
ormai mancano tre mesi alla fine del'anno e delle reading challenges. Alcune so già che non le finirò (La "what's in a name" non l'ho ancora nemmeno cominciata!!). Cerco ovviamente libri che completino più sfide in contemporanea. L'anno scorso, in questo periodo, avevo letto cinque libri di più di quelli che ho letto finora. Ma non è poi un problema.
Allora, libri che potrei leggere al più presto:
"Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys
"Il gatto che parlava ai fantasmi" - di Lilian Jackson Braun
"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile

giovedì 22 settembre 2016

Il magico potere del riordino - Marie Kondo



ENG: The life-changing magic of tidying up - 2014

Un'infinità di oggetti di ogni tipo (abbigliamento, libri, documenti, foto, apparecchi elettrici, ricordi...) ci sommergono all'interno di abitazioni e uffici sempre più piccoli. Col risultato che non troviamo mai quello che davvero ci serve. Nel libro Miya Kondo ha messo a punto un metodo che garantisce l'ordine e l'organizzazione degli spazi vitali (locali, armadi, cassetti...). E anche la serenità, perché nella filosofia zen il riordino fisico è un rito che produce anche incommensurabili vantaggi spirituali: aumenta la fiducia in sé stessi, libera la mente, solleva dall'attaccamento al passato, valorizza le cose preziose, induce a fare meno acquisti inutili. Rimanere nel caos significa invece voler allontanare il momento dell'introspezione e della conoscenza. (www.lafeltrinelli.it)

Questo libro ha subito attirato la mia attenzione perchè io sono un caso di disordine senza speranza.. sigh.. La mia speranza era che mi potesse dare qualche buona indicazione per vedere di migliorare la mia casa e, di riflesso, anche la mia vita.
Il libro si legge scorrevolmente, poi è anche corto. Trovo diventi un po' ripetitivo a circa due terzi, cioè quando, dopo aver parlato delle cose da buttare e dell'ordine in cui farlo, prosegue con alcune considerazioni più generali, che in effetti ribattono sui concetti già ampiamente espressi.
Sicuramente, Marie Kondo vive in un'altra cultura, molto diversa dalla nostra, una cultura "della gratitudine" anche nei confronti degli oggetti che ci stanno intorno. Io non credo mi sentirei molto a mio agio ad inginocchiarmi in mezzo al corridoio per ringraziare la mia casa del fatto che mi dia un riparo, ma questo non vuol dire che io non sia infinitamente grata per averne una. E nemmeno sarei in grado, ogni volta che torno a casa, di svuotare completamente la borsa per riempirla quando mi serve di nuovo; sicuramente dimenticherei qualcosa di fondamentale.
La lettura, comunque, da alcune indicazioni interessanti su come sfruttare lo spazio o sul fatto che dovremmo vivere circondati solo da quegli oggetti che ci danno emozioni; inutile conservare cose in fondo ai cassetti se poi non ci ricordiamo nemmeno che esistono.
Una cosa che mi ha lasciato perplessa, è che la Kondo suggerisce di buttare anche i libri già letti. Ecco, non credo ne sarei in grado. Sto cercando di smaltire la mia libreria, inscatolando i libri letti o che ho in ebook, per metterli in cantina. L'idea di buttarli in effetti mi fa orrore.
Ad un certo punto ho avuto l'impressione che il riordino, per la Kondo, sia un po' troppo un'ossessione (finire in ospedale per eccesso di riordino??). Ma qualcuno dei suoi consigli voglio provare a metterlo in pratica. Il succo del libro è: buttare ciò che non serve (ciò che non dà più emozione) e trovare un posto per ciò che rimane. E per fare questo va seguito un ordine ben preciso: vestiti, libri, carte, fotografie e ricordi (perchè sono quelli più difficili da gestire). Il tutto è fattibile in un tempo di sei mesi.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

Trilogia Steampunk - Paul Di Filippo




Titoli originali:
1 - The steampunk trilogy: Victoria - 1995
2 - The steampunk trilogy: Hottentots - 1995
3- The steampunk trilogy: Walt and Emily - 1995


Cos'è accaduto alla regina d'Inghilterra? È realmente lei la creatura dagli strani appetiti che da qualche tempo siede sul trono dell'Impero Britannico? Da dove vengono i mostri dell'abisso lovecraftiano che minacciano il Massachusetts? In quale curiosa epoca sono stati condotti i poeti amanti Walt Whitman ed Emily Dickinson? Tra i tanti sottogeneri del fantastico, della fantascienza e del fantasy, lo steampunk è uno dei più affascinanti, con i suoi scenari vittoriani, con le sue straordinarie tecnologie senza elettronica ed elettricità basate su ingranaggi e motori a vapore. Tra i pionieri del genere, che annoverano nomi come Tim Powers, William Gibson, Bruce Sterling e Alan Moore con la sua Lega degli Uomini Straordinari, un posto particolare spetta a Paul Di Filippo, primo a usare il termine steampunk in un titolo proprio con il presente libro. Tre storie ambientate nel diciannovesimo secolo, in una girandola di avventure narrate con l'arguzia e il consueto filo d'ironia che caratterizzano questo autore. (www.anobii.com)

Pur avendo letto i tre libri "staccati", ho deciso che valeva la pena di fare un unico post.
Non avevo mai letto nulla di genere steampunk, genere di cui conosco giusto qualche indicazione. Mi sono imbattuta in questo autore e ho deciso di leggere questa trilogia, composta da tre racconti abbastanza corti.
Dunque. Diciamo che l'ambientazione è interessante. Mi piace l'epoca vittoriana e mi piace anche questa rivisitazione dell'epoca vittoriana. Senonchè questi tre racconti non mi hanno lasciato molto.
Quello che sicuramente caratterizza tutti e tre, è l'ironia.

Nel primo romanzo, troviamo un tritone che è stato geneticamente modificato per assomigliare alla Regina Vittoria, e quando quest'ultima sparisce, il tritone viene messo al suo posto per non far sapere al popolo del problema. Ma questo tritone ha un appetito sessuale insaziabile, e il suo inventore si lancia alla ricerca della regina prima che il tritone sfinisca il primo ministro. Ammetto che a tratti ho trovato la cosa anche un po' rivoltante.. l'idea di fare sesso con un tritone.. mah.

Nel secondo racconto, troviamo Louis Agassiz, biologo svizzero, becero razzista che viene "ingaggiato" da Jacob Cezar (sudafricano di origine tedesca) e dalla moglie Dottie (di colore), per ritrovare un feticcio che potrebbe portare alla conquista del mondo. E il feticcio consiste nei genitali della "Venere Ottentotta", la madre di Dottie, che ovviamente sono ricercati anche da uno stregone cattivo. Sinceramente ho trovato abbastanza noioso questo libro, appesantito anche dal tipo di linguaggio con cui si esprime Cezar. Il personaggio di Agassiz è talmente razzista che diventa ironicamente divertente (anche perchè poi è costretto ad accettare l'aiuto di Dottie).

Nel terzo racconto, assistiamo all'incontro tra Emily Dickinson e Walt Whitman. La poetessa viene coinvolta in una missione esoterica, organizzata dal fratello che vuole incontrare i figli mai nati (perchè la moglie ha abortito due volte) e quindi, grazie all'intervento di una sedicente medium e di alcuni suoi seguaci, raggiungere il mondo dei morti. Tra Emily e Walt nasce una passione che viene anche consumata in questo "mondo parallelo", finchè lei scopre che lui è gay e torna alla sua vita solitaria. Molto bello però l'inserimento di poesie dei due autori.

Dicevo, nel complesso la lettura è stata interessante. Alcune parti un po' troppo "oniriche" non le ho proprio capite, ma nel complesso le storie erano abbastanza chiare. Mi ha colpito l'ironia dei personaggi, soprattutto nei primi due romanzi; l'ultimo mi è sembrato più "soft", più incentrato a parlare dei caratteri contrapposti di questi due grandi poeti. Riassumento, il libro non mi ha fatto impazzire, ma in futuro potrei anche leggere qualcos'altro su questo genere.
Mio voto: 7 e mezzo / 10.

mercoledì 21 settembre 2016

Il libro della giungla - Rudyard Kipling



Titolo originale: The jungle book - 1984

Ecco qui un altro grande classico che ancora non avevo letto. Ovviamente ho visto il famoso cartone animato, e ovviamente conoscevo a grandi linee la trama perchè è anche l'ambientazione dei Lupetti (Scout). E ho anche visto il film uscito a gennaio di quest'anno (comunque il libro è molto diverso dagli adattamenti cinematografici). Mi mancava il libro.
Io non amo i racconti, lo sapete. Ho trovato un po' strana la configurazione di questo libro. I primi racconti sono dedicati a Mowgli, il branco, Baloo, Baghera, ecc. Dopo di che ci sono alcuni racconti che fanno vita a parte. Per qualche motivo, ho sempre pensato che invece il libro della giungla fosse un racconto unico, e questo "pregiudizio" mi ha un po' spiazzato. Si legge abbastanza scorrevolmente, ogni racconto è intervallato da una specie di canto/poesia che si riferisce al racconto appena letto.
Tra i racconti, sono veramente belli quelli della mangusta Rikki-Tikki-Tavi e della foca bianca Kotick. Bella la danza degli elefanti, ma il resto del racconto è un po' noioso.
Forse è un libro che va letto da piccoli, perchè merita.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

w…w…w…wednesdays #73




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (73^ puntata - mercoledì 21 settembre 2016):

1) cosa stai leggendo?
"il muro invisibile" - Harry Bernstein

2) cosa hai appena finito di leggere?
"il magico potere del riordino" di Marie Kondo

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin
"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile

Giovani lettori siate onnivori

Dal festival della letteratura "Pordenonelegge", Vi propongo questo breve ma interessante intervento di Antonio Franchini, direttore della narrativa e saggistica della casa editrice Giunti.

PORDENONE, 16 SET - "La qualità dei libri è sempre un concetto pericoloso da esprimere, bisognerebbe trovare un accordo sul termine stesso. È importante piuttosto diventare lettori liberi: i giovani devono capire che la lettura non serve necessariamente ad 'acculturarli'. E' necessario imparare a leggere di tutto, diventando lettori indiscriminati". E' la ricetta per il rilancio della lettura tra le nuove generazioni di Antonio Franchini, direttore editoriale della narrativa e saggistica della Giunti. Per lui, uno dei "guru" dell'editoria italiana (per molti anni è stato responsabile narrativa italiana Mondadori) "il libro cartaceo ha una prospettiva ancora lunga. Non a caso, gli e-book hanno rallentato anche nel resto del mondo. I lettori sono gli stessi: il discrimine non è tra chi usa dispositivi e chi privilegia le edizioni di carta, ma fra lettori e no". Franchini non tornerà a scrivere, almeno nel breve termine: "Mi glorio dei libri che ho letto, più di quelli che ho scritto. Scrivere è faticoso, leggere è piacevole". (www.ansa.it)

Alcune brevi considerazioni.

Qualche giorno fa, un amico, portando il figlio a scuola, ha sentito un dialogo tra lui e un amichetto. L'amichetto chiedeva se avesse letto libri per le vacanze, e poi rispondeva che sul foglio aveva segnato di averne letto uno, ma che lo aveva fatto solo per non fare brutta figura, e che in realtà non ne aveva letto nessuno perchè non voleva sembrare uno "sfigato".. Secondo me c'è qualcosa di decisamente sbagliato in questo, perchè a mio parere dovrebbe essere più "sfigato" uno che non legge ma soprattutto uno che non legge ma dice di leggere per non fare brutta figura. Non sono sicura di poter sdrammatizzare il tutto dicendo che si tratta solo di un bambino, perchè da qualche parte gli deve essere arrivato questo concetto. Mi chiedo quanti bambini vorrebbero poter dire liberamente che amano leggere ma non lo fanno per paura di essere esclusi. Che cosa triste. Molto triste....
Sarebbe bello se vivessimo in una società dove la passione per la lettura fosse considerata "un vanto", e non una sfortuna da nascondere. Se vado indietro negli anni, ricordo che mia madre (pur non essendo quasi per nulla una lettrice) mi ha sempre incoraggiato a leggere, e la cosa mi piaceva molto. Ricordo di aver sempre letto tanto e di non essermi mai sentita in difetto perchè leggevo. Ho passato un periodo, all'incirca gli anni delle superiori e qualcuno dell'università, in cui ho quasi totalmente smesso di leggere; principalmente per i troppi compiti e le troppe cose da studiare, un po' forse associando il discorso "libro" al discorso "studio". Soprattutto negli anni di università, mi sentivo anche in colpa se leggevo anzichè studiare. Poi ad un certo punto questo amore è tornato fuori, anzi è esploso, anche dovuto al fatto che ero in un periodo di crisi economica in cui tenevo spento anche il televisore per non consumare corrente (e quindi quale migliore occasione per prendere un bel libro in mano?). Adesso, molte volte, se devo scegliere tra il televisore e un libro, preferisco il secondo.
La scuola gioca sicuramente un grosso ruolo nel far amare o meno i libri. A scuola ci fanno leggere (anzi no, non leggere, bensì studiare, sviscerare) libri che probabilmente non riprenderemmo in mano neanche morti, perchè ogni volta che ce li nominano ci viene in mente la professoressa cattiva delle superiori. E' un peccato. La scuola dovrebbe insegnare anche a usare la testa, e quale modo migliore di usare la testa leggendo un libro? Anche un libro leggero, che semplicemente ci fa riposare la mente per qualche ora.

Seconda riflessione. Dall'articolo pare che gli ebook siano in calo. Non so, sinceramente non seguo molto le statistiche di vendita. Per quanto mi riguarda, da quando ho cominciato ad usare il kobo, praticamente leggo solo lì sopra. E anche io ero una di quelle che "nooo, il libro di carta vuoi mettere? l'odore dell'inchiostro, ecc ecc". Beh. il mio problema principale nel leggere è sempre stato il bisogno di dover sottolineare. Col kobo ci riesco, quindi anche questo problema è risolto. Oltre al fatto che in uno spazio abbastanza piccolo, mi porto dietro centinaia di libri, mentre quando andavo in giro coi libri di carta dovevo sempre scegliere per problemi di peso e di spazio.

Ultima considerazione. Sono molto d'accordo col finale dell'articolo. Anch'io ho provato a scrivere dei romanzi, ne ho diversi cominciati che probabilmente non vedranno mai la fine, e men che meno una pubblicazione. E invece ci sono libri che mi hanno fatto sognare, mi hanno portato in paesi lontani, mi hanno fatto immedesimare e vivere decine di vite diverse. 
Scrivere è faticoso, leggere è piacevole.

mercoledì 14 settembre 2016

w…w…w…wednesdays #72




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (72^ puntata - mercoledì 14 settembre 2016):

1) cosa stai leggendo?
"il magico potere del riordino" di Marie Kondo

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Trilogia steampunk 2. Ottentotti (Paul Di Filippo)
"Trilogia steampunk 3. Walt ed Emily (Paul Di Filippo)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Il muro invisibile" di Bernstein
"gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin
"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile

domenica 11 settembre 2016

Premio Campiello 2016

10 settembre 2016.

La vittoria della 54/a edizione del Premio Campiello è andata a Simona Vinci ("La prima verità") con 79 voti. Seconda Elisabetta Rasy ("Le regole del fuoco") con 64 voti. Terzo Andrea Tarabbia ("Il giardino delle mosche") con 62; a seguire Luca Doninelli ("Le cose semplici"), con 41, ed Alessandro Bertante ("Gli ultimi ragazzi del secolo") con 34. 
A caldo la vincitrice (alla terza esperienza al Campiello) ha spiegato: “Ho lottato molto per questo libro, sono davvero felice”.



Ludovica Medaglia, 17 anni, studentessa liceale a Milano, è, invece, la vincitrice della 21/a edizione del Premio Campiello Giovani. Si è imposta su una cinquina tutta al femminile. Il racconto vincitore è "Wanderer (Viandante)", improntato a un registro sentimentale che vede un vecchio pianista, che rinunciò alla carriera per amore e trascorre ora i suoi ultimi anni preparando necrologi di se stesso, tornare alla vita grazie a una riconquistata passione per la musica che in tal modo diviene la vera protagonista.


La rivelazione. Maze runner 3 - James Dashner



Titolo originale: The death cure - 2011

Thomas sa di non potersi fidare delle menti malvagie che fanno parte della C.A.T.T.I.V.O., l'organizzazione che continua a tenere sotto scacco lui e gli altri Radurai, i sopravvissuti al Labirinto. Il tempo delle menzogne è finito, gli ripetono, i loro ricordi sono stati ripristinati e le tremende Prove cui sono stati sottoposti sono terminate. Sostengono di aver raccolto tutti i dati di cui avevano bisogno, ma di dover fare ancora affidamento su di loro per un'ultima missione: tocca ai Radurai trovare una cura per l'Eruzione, lo spietato morbo che conduce alla follia. Ma accade qualcosa che nessuno degli uomini della C.A.T.T.I.V.O. poteva prevedere: i ricordi di Thomas si spingono molto più lontano di quanto possano anche solo sospettare, fino alla verità. Il ragazzo adesso ha la conferma: non può credere a una sola parola di quello che dicono. E i suoi ricordi gli rivelano che dovrà fare molta attenzione, se vuole sopravvivere, perché la verità è più pericolosa della menzogna. (www.amazon.it)

ATTENZIONE: la recensione che segue è piena di SPOILER.

Terzo e conclusivo capitolo della saga del labirinto. Nel corso degli altri libri erano stati aperti diversi interrogativi che però non trovano tutti risposta. Thomas e i Radurai sono "prede" dei medici della CATTIVO, i quali li pongono davanti alla scelta di poter riavere i ricordi o meno. Tutti accettano, a parte Thomas, Minho e Newt. Inoltre, i medici rivelano che quasi tutti loro sono immuni all'Eruzione. Tra quelli che non lo sono c'è però Newt. Un'ulteriore variabile per testare il comportamento dei ragazzi. Questa cosa in effetti non l'ho capita e non l'ho gradita. Newt è stato due anni nel labirinto, superando prove su prove, per poi scoprire che non è immune? Che tristezza...
Comunque, Thomas, Brenda, Minho, Newt e Jorge riescono a scappare dai laboratori e arrivano a Denver, città in quarantena dove fanno entrare solo coloro che non hanno l'Eruzione. I ragazzi allora sono costretti a lasciare fuori città Newt, mentre vanno alla ricerca di un ex scienziato che forse potrebbe aiutarli. Insieme allo scienziato ritrovano anche Gally (che non è morto), mentre la malattia di Newt avanza e lo stesso Newt chiede a Thomas di ucciderlo prima di diventare un vero e proprio spaccato.
Questo romanzo è pieno di violenza e sangue. E di amicizia. 
Il finale però mi ha ampiamente deluso. Sinceramente, pensavo che venisse trovata la cura all'Eruzione e invece, dopo pagine e pagine di lotte, questa cura non esiste. Chi è immune, bene per lui; gli altri, prima o poi moriranno. Ma soprattutto mi ha lasciato perplessa il fatto che la CATTIVO avesse pensato anche al "piano b", e quindi mi pare che i ragazzi siano comunque manovrati anche nel momento in cui sembra che scelgano con la loro testa. 
Nel complesso, la saga era piuttosto interessante. Un po' troppo piena di scene violente, per i miei gusti, ma decisamente piacevole da leggere. Il finale però non mi pare degno. D'accordo, il lieto fine magari avrebbe stonato con la realtà distopico-catastrofica, ma proprio che si abbia la sensazione di un nulla di fatto? Mah.
Mio voto: 7 / 10


La saga:
Maze runner 1 - il labirinto
Maze runner 2 - la fuga
Maze runner 3 - la rivelazione

venerdì 9 settembre 2016

Una proposta perfetta - Katie Fforde



Titolo originale: A perfect proposal - 2010

Sophie Apperly è considerata una specie di Cenerentola dalla sua famiglia che non perde occasione per approfittare del suo buon cuore e della sua disponibilità. Ma stavolta quegli ingrati dovranno cavarsela da soli perché lei ha deciso di accettare l'invito della sua amica Milly di raggiungerla a New York. Sophie viene subito conquistata dalle luci scintillanti della metropoli, ma soprattutto da Matilda, un'anziana e ricca signora che la prende sotto la sua ala protettrice. L'amicizia, però, è osteggiata da Luke, l'arrogante nipote di Matilda, che teme che la ragazza voglia abusare della generosità della nonna. E i suoi sospetti si aggravano quando lei accetta l'incarico di andare in Cornovaglia a scovare la vecchia casa in cui Matilda aveva abitato in gioventù. Così Luke ritiene suo dovere seguire Sophie in Inghilterra per tenerla d'occhio. Ma è solo per questo? (www.lafeltrinelli.it)

Katie Fforde è sempre una lettura estiva molto piacevole. Non a caso l'ho scelta tra i libri sotto l'ombrellone per sognare un po'.
Mi piace molto l'ambientazione della Fforde, la campagna inglese che già da sola è magnifica. In questo romanzo, però, ha ambientato una parte in America, parte che mi pare più debole e forzata. Poi, tutti i riferimenti a "Sex and the city" hanno reso anche Sophie un po' ridicola.
Suppongo che se fossi stato in Luke e avessi visto mia nonna passare la sera a parlare con una sconosciuta, addirittura invitandola poi a casa per il ringraziamento.. beh qualche titubanza l'avrei avuta anche io.
Il racconto parte abbastanza lento, poi prende decisamente più brio nella seconda parte, in Cornovaglia.
Mi sono piaciuti molto i personaggi dello zio Eric e di Matilda. La protagonista un po' cenerentola è divertente, però ho avuto la sensazione che fosse un po' troppo "altalenante" di comportamento.. a volte decisamente frivola (effettivamente è una ventenne) e a volte più matura, secondo me la Fforde doveva alzare un po' l'età anagrafica di Sophie. Luke, boh, non mi ha entusiasmato particolarmente; è ricco, ha un gran fisico, è antipatico ma solo finchè non lo si conosce meglio... mi ha lasciato perplessa che quando la sua socia gli dice che Sophie è fidanzata, lui non fa una piega, non chiede nemmeno una spiegazione.. mah.
Il pregio dei romanzi della Fforde è che finiscono sempre bene e quindi si chiude l'ultima pagina sospirando per aver sognato un po'. Però questo non è tra i suoi migliori.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

p.s. lo scoprite solo nelle ultime pagine il perchè della "proposta perfetta" (titolo azzeccato)

giovedì 8 settembre 2016

w…w…w…wednesdays #71




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Sì lo so, oggi è giovedì... La cosa bella è che avevo il post pronto e ieri mi sono DIMENTICATA di dargli l'ok per la pubblicazione.. che testa!!

Le mie risposte (71^ puntata - mercoledì 07 settembre 2016):


1) cosa stai leggendo?
"Trilogia steampunk 2. Ottentotti (Paul Di Filippo)

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Il libro della giungla" (Rudyard Kipling)
"Trilogia steampunk 1. Vittoria (Paul Di Filippo)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
a sto punto direi che finirò la "Trilogia steampunk" di Paul Di Filippo. Io ho una versione composta da 3 mini libri, ma in teoria esiste anche la versione unica.
Altri libri che mi piacerebbe leggere a breve:  
"Il muro invisibile" di Bernstein
"gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin
"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile