mercoledì 28 settembre 2016

La promessa - Friedrich Durrenmatt




Titolo originale: Das versprechen - 1956

"Promisi sulla mia coscienza di trovare l'assassino, solo per non essere costretto a vedere ancora il dolore di quei genitori... e ora devo mantenere la mia promessa." Il freddo e infallibile investigatore, il commissario Matthäi, è vincolato all'impegno preso, e obbligato a risolvere il caso di una bambina di sette anni brutalizzata e uccisa in un bosco. Ma "La promessa", "antiromanzo giallo", liquida con un massimo di crudeltà e finezza il genere poliziesco colpendolo proprio alla radice, cioè nella sua favolosa e assoluta consequenzialità. Gli elementi del genere ci sono tutti: i colleghi, ottusi o altezzosi, che si rifiutano di prestare fede alle sorprendenti intuizioni del commissario; un delitto raccapricciante con drammatici precedenti; un presunto colpevole; e la sorpresa finale, con lo scioglimento del mistero e la rivelazione dell'autentico assassino. Tutto viene però parodisticamente distorto e deformato nella celebrazione funebre del personaggio del detective e del racconto giallo tradizionali. Dürrenmatt sostituisce alla morale pratica di ogni poliziotto (il delitto non paga) una morale metafisica in cui regna l'assurdo: il razionale non prevale affatto sul caos, o almeno non fatalmente, e chi fa affidamento sulla razionalità finisce per esserne la prima incompresa vittima. (www.ibs.it)

Attenzione Spoiler!

Sinceramente, a me questo libro non è piaciuto molto. Innanzitutto, l'autore mi ha praticamente dato la soluzione nella seconda o terza pagina. Sì, perchè se mi dice che Matthai sta ancora aspettando l'assassino, allora vuol dire che la promessa non l'ha mantenuta. Poco importa che questa attesa l'abbia portato alla pazzia, ma la promessa non l'ha mantenuta.
Secondo. Quando leggo un giallo, mi piace cogliere gli indizi per vedere se arrivo alla soluzione. In questo caso, la soluzione è data da un semplice caso fortuito e questo mi ha spiazzato oltre che avermi lasciato perplessa. Se la vecchia signora non si fosse confessata in punto di morte, non avremmo saputo nulla di ciò che era successo.
Terzo. Incontriamo una serie di personaggi veramente meschini. Per un po' ho provato simpatia per Matthai, per la sua tenacia nell'arrivare alla soluzione. Poi sono rimasta scioccata quando decide di accasarsi con una donna che ha una bambina simile a quella uccisa, per utilizzarla come esca per l'assassino.
Ho fatto una enorme fatica nella lettura. Sembra che sia scritto da due persone differenti, come stile. Parte con un linguaggio che proprio non mi ha conquistato, non mi invogliava a leggere. Poi prende un pelo più vita quando viene raccontata la vicenda principale. E poi chiude con lo stile dell'inizio, poco scorrevole. Mi ha un po' deluso.
Mio voto: 5 / 10

Nessun commento:

Posta un commento