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giovedì 16 febbraio 2023

Le vie dell'Eden - Eshkol Nevo


Titolo originale: Gever Nichnas Ba-Pardess (2012)

Non è dato a tutti uscire indenni dalle esperienze radicali della vita in cui un evento, una passione, una confessione, una rivelazione inaspettata, ci pongono davanti a un'intensità tale da esigere la più nuda verità su noi stessi e sul nostro mondo. Quattro persone entrarono nel Pardès, nel giardino dell'Eden, è scritto nel Talmud, ma soltanto una ne uscì incolume. Le vie dell'Eden, infatti, dove maturano i frutti più preziosi della vita, sono lastricate di pericoli. Lo sa bene Omri, il musicista che, nelle prime pagine di quest'opera, deve trovare il modo di confessare l'inconfessabile. Incalzato dal proprio avvocato, affida alla pagina la terribile vicenda che lo vede coinvolto. Tutto ha avuto inizio con il necrologio di un uomo con cui ha trascorso insieme a La Paz soltanto qualche ora.
Nel trafiletto sotto la foto si dice che Ronen Amirov, turista israeliano di ventotto anni, è rimasto ucciso in un incidente sulla «Strada della Morte», in Bolivia, mentre era in luna di miele. Ma quando Omri parte per andare in visita alla famiglia di Ronen riunita per la shivah, la settimana di lutto stretto, non lo fa per onorare il defunto, bensì per rivedere Mor Amirov, la moglie di Ronen. A cercare sollievo nella confessione è anche il dottor Asher Caro, attempato primario che, d'un tratto, prova uno strano interessamento per una giovane specializzanda, Liat Ben Abu. Che il segreto gelosamente custodito dall'uomo per lunghi anni abbia qualcosa a che fare con l'impulso irrefrenabile che Liat risveglia in lui, ovvero quello di proteggerla da chiunque osi ferirla? Una coppia di lungo corso va a camminare nei frutteti ogni sabato. Si alzano presto, indossano abiti sportivi, poi salgono in macchina e guidano fino a una sbarra da cui si prosegue solo a piedi.
Quel giorno sono in buona e camminano mano nella mano senza litigare, fino a quando, a fine salita, il marito consegna il telefono alla moglie, infilandosi fra due filari di alberi. Lei lo aspetta sulla strada, ma i minuti passano e dell'uomo non si ha più nessuna traccia. Eshkol Nevo indaga dietro le maschere che vestiamo per gli altri, ma anche su quelle che indossiamo quando ci troviamo di fronte a verità troppo difficili, o pericolose, da accettare. E, come in "Tre Piani", attraverso l'intreccio di tre storie interconnesse scandaglia le ombre dell'amore e delle relazioni, della colpa e dell'innocenza. (goodreads)

ATTENZIONE: contiene spoiler

Il libro è diviso in tre racconti, non legati più di tanto, nel senso che il primo è legato al secondo perchè viene citato l'uomo che muore sulla strada della morte, il secondo è legato al terzo perchè il medico dell'ospedale è il dottor Caro del secondo racconto e c'è un musicista che è Omri del primo racconto. Ma potrebbero essere totalmente scollegati che non cambierebbe molto.
Forse, il vero filo conduttore delle tre storie, è che quando ci sono dei figli di mezzo è difficile poter fare delle scelte senza pensare a loro. (Anche se mi sento di aggiungere che a volte non si è condizionati solo dai figli)

Ho trovato inquietante la prima storia di Omri e Mor. Si sono conosciuti mentre lei era in viaggio di nozze. Omri era un passante a cui chiedono informazioni, finiscono a bersi un caffè insieme e chiacchierano. Poi Mor lo raggiunge di notte nell'ostello in cui lui dorme. Si capisce che c'è qualcosa che non va nel matrimonio di Mor, ma Mor non ha capito che suo marito soffre di depressione, oltre ad essere terribilmente geloso. Durante una pedalata su questa "via della morte" scivola con la bicicletta in un punto dove sono già morte molte persone. Scivola cercando di portarsi dietro la moglie che però riesce a non cadere. O forse lei lo spinge giù? Non ci sono testimoni. Tempo dopo, Omri legge il necrologio sul giornale, riconosce l'uomo e decide di fare visita a Mor per fare le condoglianze. Sarà una pessima idea, perchè Mor, ingenuamente o furbescamente, lo trascina in una situazione terribile in cui lui si troverà in difficoltà su cosa decidere. 
Ho trovato molto fatalistico il secondo racconto. Il dottor Asher Caro, vedovo di Niva, comincia a provare un sentimento paterno nei confronti di una giovane specializzanda, Liat. Cominciano a parlare durante le pause pranzo. Poi lei comincia a frequentare un medico sciupafemmine e Asher per provare a "salvarla" da lui le manda dei messaggi dal telefono della moglie morta, spacciandosi per una ex del medico in questione dicendole di stargli lontano. Una sera, dopo che ovviamente il medico l'ha sedotta e abbandonata (come fa con tutte), Liat si presenta a casa del dottor Caro, per portargli uno stetoscopio e poi cominciano a parlare. Lei si appisola sul divano e lui, nel metterle addosso una coperta, le sfiora inavvertitamente il seno. Lei si sveglia, lo insulta e scappa via. Il giorno dopo gli fa rapporto per molestie in ospedale. Asher comincia a domandarsi come sia successo, lui è sicurissimo di provare dei sentimenti paterni e non di desiderio nei suoi confronti. Grazie ad un capello di lei che è rimasto sul divano, ed un test del dna, Asher scoprirà il perchè di quei sentimenti paterni. Tuttavia, decide di non rivelarlo al suo avvocato ma di rintracciare la madre di lei e di rivelarle che è lui il donatore di sperma da cui è nata Liat. La madre lo intima di non dire niente alla figlia, ma quando Asher si reca in tribunale scopre che la denuncia è stata ritirata.
Nel terzo episodio, Heli e Ofer sono a spasso. Ad un certo punto lui dice di dover fare pipì e sparisce in mezzo al frutteto senza tornare indietro. Lei comincia a cercarlo ma di lui non ci sono tracce. Si uniscono alla ricerca anche dei passanti, verrà chiamata la polizia, ma non c'è Ofer. Anzi, viene sospettata proprio Heli di averlo ucciso. Il caso viene chiuso perchè nonostante le ricerche non si trova il corpo, ma Heli e soprattutto la figlia Ori continuano a cercarlo provando di trovare degli indizi nei brani che lui pubblicava su un blog. Non troveranno Ofer, ma madre e figlia si riavvicineranno molto e in seguito anche l'altro figlio, dopo essersi buttato giù da una finestra del collegio sotto l'effetto di ketamina, ritroverà un rapporto con la madre da cui si era voluto allontanare perchè la incolpava di aver fatto scappare il padre. Un giorno Heli ripercorre il sentiero che hanno fatto lei e il marito quella mattina e viene attirata da una musica, la stessa che avevano sentito anche quel giorno; segue la musica e arriva ad un rave parti di nudisti impasticcati, a cui anche lei prende parte e le viene spiegato che il marito (malato di una rara malattia autoimmune) è probabilmente morto per colpa di una pasticca e hanno dovuto portarlo via perchè quella festa non è mai esistita. Ho trovato un po' troppo delirante questo terzo episodio, e abbastanza improbabile che Ofer abbia potuto arrivare alla festa, ballare, sballarsi, stare male, essere nascosto, e che sia sparita anche tutta la gente che era alla festa, in pochi minuti mentre decine di persone gli giravano intorno...

In tutte le storie, prima del fatto scatenante, ci sono delle relazioni che sembrano a posto e invece rivelano delle crepe, un qualcosa che non va di cui si capiscono gli avvisi solo a posteriori.
Alla fine del terzo racconto viene citato l'episodio del frutteto descritto nel Talmud, frutteto in cui entrano 4 maestri ma solo uno ne uscirà vivo. Non mi è chiarissimo questo episodio, sicuramente perchè mi manca la cultura ebraica, e non riesco proprio precisamente a collegarlo al titolo nè agli episodi di cui narra nei racconti. Forse che solo con la verità si può arrivare in fondo al dolore ed uscirne vivi? 
Nevo ha una bella scrittura, il libro si legge scorrevolmente e bene. E' molto bravo nel riuscire a calarsi anche nei pensieri delle donne. La cosa intrigante è che si è portati ad arrivare alla fine per vedere come proseguono le storie, quale decisione prenderà il protagonista. Perchè se è vero che sembrano vittime, c'è anche da dire che hanno fatto anche qualcosa per ritrovarsi in quella situazione, e quindi non è netta la demarcazione tra ciò che è il bene e ciò che è il male.
Il libro è gradevole però, nel complesso, non mi ha fatto impazzire.
Mio voto: 7 / 10

mercoledì 9 gennaio 2019

La simmetria dei desideri - Eshkol Nevo


Titolo originale: Mishala Achat Yamina (2007)
Titolo in inglese: World Cup Wishes

Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent'anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l'esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori. Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto.
Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo. Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figli.
Durante la partita Amichai ha un'idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati?
Quel giorno in cui sta per scrivere il suo bigliettino Yuval ha da poco incontrato Yaara, e sa già che è la donna della sua vita. Prima l'ha vista alla mensa dell'università, poi uno scambio di chiacchiere, di numeri di telefono, una telefonata notturna, infine un bacio. Yaara è una di quelle donne che smentisce la teoria dell'amico Churchill: «Non esiste una ragazza bella, intelligente, arrapata e anche libera. Uno degli elementi è sempre assente».Nel bigliettino dei desideri Yuval scrive: «Ai prossimi Mondiali voglio stare ancora con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio essere sposato con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio avere un figlio da Yaara. Possibilmente una figlia». Il suo destino, e quello dei suoi amici, è pronto a mettersi in moto.
Intorno a loro, all'inizio del nuovo millennio, una società logorata, sfiancata dai continui conflitti, che ha fatto della repressione e della rimozione uno stile di vita. I quattro protagonisti hanno a loro volta cercato di dimenticare la Prima Intifada, quando erano soldati dell'esercito, mentre la Seconda Intifada li costringe a porsi domande sul proprio futuro. In un mondo come questo è davvero possibile, è davvero giusto avere dei desideri?  (http://www.neripozza.it/)

ATTENZIONE, contiene spoiler sulla trama
Primo libro dell'anno e primo libro del gruppo di lettura. Mi è piaciuto molto. Credo che al centro di tutto ci sia l'amicizia dei quattro ragazzi, che pur allontanandosi dal gruppo per vicende personali, ala fine si ritrovano sempre. Credo che una parte di me tenda anche un po' ad identificarsi nel narratore per alcune vicende personali in comune.
Mi piace il fatto che il libro si concentra sui ragazzi, sulle loro storie, sui sentimenti (soprattutto del narratore). La guerra rimane un po' in sottofondo, a parte un episodio piuttosto crudo che viene raccontato, per il resto rimane uno sfondo. Una vita che può cambiare da un momento all'altro, e allora l'amicizia, i sogni, i progetti sono ciò che cerca di far sembrare questa vita "normale".

«Per fortuna che ci sono i Mondiali. Così il tempo non diventa un blocco unico, 
e ogni quattro anni ci si può fermare a vedere cos’è cambiato »

In realtà, nessuno dei ragazzi riuscirà ad avverare il proprio desiderio, ma paradossalmente si troverà ad esaudire quello di un suo amico. E' un cerchio che comunque si chiude, non con tristezza, ma con la crescita personale. Ognuno trova la propria strada, anche se non era quella che aveva sperato.
Nel libro ci sono anche tre figure femminili importanti. Sinceramente non ho apprezzato più di tanto Yaara, che prima sta con Yuval e dopo pochi giorni si mette con Churchill, per poi nemmeno essere felice con lui e rimpiangere il precedente fidanzato. Mi sono invece piaciuti i personaggi di Maria e Ilana; Maria, ragazza madre, è un'esplosione di vita e riesce a far uscire dal suo guscio anche Ilana (detta "la piagnona") almeno finchè il suo volersi rifare il naso per sentirsi bella anche fuori la fa morire sotto i ferri.
In effetti, ho quasi avuto la sensazione che il "destino" ci abbia messo un po' del suo per "punire" chi cambia "troppo" (vedi Ilana e l'intervento chirurgico, ma anche Yuval che finalmente trova una ragione per il suo immobilismo e finisce come finisce... lo stesso Churchill, donnaiolo, verrà proprio incastrato da una donna...). Ma questo è un pensiero che mi è venuto il giorno dopo aver finito il libro.
Ho trovato un po' pesanti le parti in cui Yuval si dilunga sulla filosofia, mi spiace ma proprio non sono nelle mie corde.
Scorrevole. Piaciuto molto.
Mio voto: 8 / 10