sabato 31 agosto 2019

Fatto a mano - Rosemary Davidson and Arzu Tahsin


Titolo originale: Craftfulness. Mend yourself by making things - 2018

In qualche modo lo sapevamo, ma ce ne siamo dimenticati. E ora qualcuno ce lo ricorda: lavorare con le mani, creare dal nulla ma anche recuperare e riciclare aiuta lo spirito e genera uno stato di benessere. L'attività manuale ci libera dai pensieri ossessivi, ci solleva dallo stress. E in una società come quella in cui viviamo staccare non è più un lusso. è una necessità. È la strada per riuscire a essere più positivi e propositivi. Un approccio facile e possibile a una vita più calma e consapevole è una vera e propria filosofia di vita. In inglese è chiamata craftfulness, che non è all'opposto ma completa la mindfulness. Distrarsi di tanto in tanto con un lavoro manuale creativo, allontanarsi dalle preoccupazioni, dalle scadenze, dalla continua richiesta di una risposta veloce e appropriata a email, messaggi e whatsapp ci aiuta a recuperare energie e a valutare con un giusto distacco cosa è davvero necessario, come rispondere, come agire, come resistere. Le autrici non propongono elisir miracolosi contro la frenesia del mondo di oggi, perché sono ben consapevoli che bisogna fare funzionare un quotidiano complicato e denso (i figli, la famiglia, il lavoro...); ma proprio partendo dalla loro personale esperienza fatta di alti e bassi, di fatica e tante corse invitano il lettore a riflettere: non è impossibile sottrarsi all'insoddisfazione cronica, a volte basta poco. A volte basta procurarsi ferri e lana, o forbici e colla, o seghetto e compensato. Anche un può essere creativo. E la creatività è importante: prima di tutto è unica per ognuno. Poi fa vedere le cose da punti di vista inusuali e del tutto personali. E permette di riciclare, recuperare oggetti e materiali rotti oppure usati. Offre soluzioni e, dando o ridando vita a qualcosa che sembrava averla persa, soddisfa e fa stare bene (www.anobii.com)

Una perfetta sintesi del libro lo fa la descrizione. In effetti non è che mi abbia detto molto di nuovo.
Ci sono molte testimonianze di scrittori , di crafter, di gente che per vivere fa un qualunque lavoro ma poi nel tempo libero si dedica alla maglia, alla ceramica, ecc. 
Interessante il fatto che il lavoro a mano sia di molto ausilio nelle malattie mentali e da stress. In effetti è vero. Mi chiedo se nei nostri istituti riabilitativi venga usato o meno...
Il libro è anche pieno di richiamo ad altri libri, e nelle ultime 3/4 pagine c'è una serie di letture consigliate.
Diciamo che ero curiosa di leggerlo ma nella realtà non mi ha lasciato molto. A parte un paio di idee, nella terza parte dove illustra alcuni progetti, che credo proverò a fare, e cioè la sciarpa a grana di riso e la ciotola con il fimo argilla. 
Per il resto, sì alcune cose fa bene rinfrescarle, ma insomma poco di nuovo.

"la differenza tra il fallimento e il successo è provare"

"trovare il tempo per il lavoro "fatto a mano" fa bene all'anima"

Mio voto: 6 e mezzo

mercoledì 28 agosto 2019

w…w…w…wednesdays #136


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  

Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (136^ puntata - mercoledì 28 agosto 2019)

1) cosa stai leggendo?
- Fatto a mano - Rosemary Davidson and Azru Tahsin

2) cosa hai appena finito di leggere?
Tre uomini in barca - Jerome K. Jerome
- If walls could talk - Juliet Blackwell
- I fiori di sabbia - Corban Addison 

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?
considerando anche le sfide da portare avanti, ho una piccola lista di libri che vorrei leggere a breve (e che, lo ammetto, viene rimaneggiata ogni volta che sistemo qualcosa in una sfida eh eh):
- Jane e lo spirito del male - Stephanie Barron
- Percy Jackson e gli dei dell'olimpo, il ladro di fulmini - Rick Riordan
- Il santuario dei delitti - C.L. Grace
- Il vecchio e il gatto - Nils Uddenberg
- The last girl - Joe Hart
- La casa dei cuori sospesi - Clara Caroli
- Nella terra della nuvola bianca - Sarah Lark
- Se i gatti scomparissero dal mondo - Genki Kawamura
- L'allieva - Alessia Gazzola



sabato 24 agosto 2019

I fiori di sabbia - Corban Addison


Titolo originale: The garden of burning sand - 2013

A volte dalla sabbia del deserto nascono i fiori più belli. Zoe Fleming, figlia di un senatore del Congresso americano, ha seguito la passione per la giustizia e, anche se giovanissima, è già un avvocato di successo. Per lei, vivere in un mondo giusto è più di un sogno: è la sua ragione di vita. Per questo ha deciso di partire, e di mettersi al servizio di chi ha meno di tutti. Arriva così in Zambia, a Lusaka, per lavorare in un’associazione non profit che difende i diritti dei bambini. Qui, una notte, viene chiamata all’ospedale locale per occuparsi di una ragazzina vittima di una brutale violenza. È sotto shock e incapace di parlare. Come scoprirà Zoe, si chiama Kuyeya e, anche se ha solo quattordici anni, di cose ne ha già viste molte. Il suo sguardo è buio come un pozzo, svuotato dalla luce dei sogni. Zoe la prende sotto la sua protezione e decide di dare la caccia al colpevole. L’unico che ha il coraggio di seguirla nella sua indagine è Joseph, un poliziotto del luogo. Un angelo che vive tutti i giorni all’inferno. Insieme con lui Zoe condurrà la sua battaglia: fino a scoprire che il responsabile è qualcuno di molto potente, protetto dal governo corrotto del Paese. Ma nonostante questo la loro lotta non si ferma: perché quello che Zoe e Joseph vogliono più di tutto è far tornare il sorriso sulle labbra di Kuyeya.

Il libro parte da una storia molto triste. Una quindicenne affetta dalla sindrome di down, una sera esce di casa e viene stuprata. La bambina è orfana, figlia di una prostituta morta di aids, e proprio nel passato della donna si troverà il colpevole della brutale violenza, non casuale, ma calcolata per vendetta. Ma il problema non è tanto scoprire il colpevole, bensì assicurarsi che esso paghi per il proprio crimine. Un crimine, quello della profanazione, che nel Paese dilaga, sorretto anche da teorie popolari secondo le quali fare sesso con una minorenne vergine aiuterebbe a guarire dall'aids. Una piaga, quella dell'aids, che in Zambia ha proporzioni elevatissime, anche perchè non tutti possono accedere ai farmaci antiretrovirali che assicurerebbero loro una vita quasi normale.
E' con tutto ciò che Zoe si trova a combattere, scossa in modo particolare da quello che è successo alla bambina, perchè anche lei ne fu vittima a diciassette anni.
Il libro è scritto da un avvocato che si occupa proprio di violazioni dei diritti umani. Non parte da una storia vera, ma da una situazione che comunque capita ogni giorno.


"Due cose mi hanno colpito, mentre conducevo le mie ricerche per questo romanzo: la prima, è che nonostante l'attenzione dedicatagli, il marchio dell'infamia associato all'Hiv rimane radicato in ogni parte del mondo; la seconda è che indipendentemente dallo straordinario successo del PEPFAR e dal Global Fund, che hanno posto un freno alla pandemia dell'Aids salvando milioni di vite, le nazioni occidentali, Stati Uniti inclusi, stanno tagliando gli aiuti destinati a tali programmi, proprio quando le ricerche confermano che un trattamento tempestivo con farmaci antiretrovirali può ridurre drasticamente la trasmissione del virus. Quello che un tempo sembrava inconcepibile, un futuro senza Aids, è oggi una possibilità. Ma non si realizzerà se il mondo ricco non continuerà a impegnarsi negli aiuti umanitari. La buona notizia è che fondazioni private, persone facoltose e organizzazioni benefiche stanno rimediando almeno in parte alla latitanza dei governi" (Corban Addison, nella nota finale)


Quello di Zoe con l'Africa è stato un amore a prima vista, trasmessole anche dalla madre che all'Africa e alla salvaguardia dei diritti umani ha dedicato tutta la sua vita.
Joseph vive in questo inferno tutti i giorni della sua vita, e vorrebbe arrivare al massimo grado della polizia per poter cambiare qualcosa nel sistema giudiziario.
Entrambi devono scontrarsi però con la realtà politica dello Zambia. E far condannare il figlio di un ex ministro e di una giudice della corte suprema, sembra proprio un'impresa impossibile.

Un ricordo si affacciò alla sua mente, qualcosa che sua madre le aveva detto in un orfanotrofio in Etiopia, mentre erano circondate da bambini denutriti che riuscivano comunque a sorridere:"La vita è un oggetto rotto. E' quello che facciamo con i cocci che ci definisce come persone"

Non voglio svelare troppo della trama. Ho trovato questo libro per caso, mi tornava comodo per la monthly keyword. Sinceramente, ero un po' scettica, perchè non sono quegli argomenti che amo leggere, soprattutto in estate quando prediligo letture più leggere. Però sono molto contenta di averlo letto. La storia è molto triste e porta a riflettere. La lettura procede piuttosto speditamente sia perchè la scrittura è abbastanza lineare sia perchè si vuole capire cosa è successo e come andrà a finire. Il racconto procede saltando dal presente al passato, diviso in capitoli.
Zoe e Joseph (ma anche gli altri avvocati che collaborano con loro) mi sono piaciuti molto per la loro sensibilità. Ammetto di aver letto le ultime pagine con le lacrime agli occhi.
E' molto bello il discorso che Zoe tiene al Senato sulla generosità.
Mio voto: 8 e mezzo / 10

giovedì 22 agosto 2019

If Walls Could Talk - Juliet Blackwell


Titolo originale: If walls could talk (2010)
Serie: "Haunted home renovation mysteries" n. 1 

Since she took over her father's construction business, Mel Turner's made quite a name for herself remodeling historic houses in the San Francisco Bay Area. But now her reputation may be on the line.
At her newest renovation project, a run-down Pacific Heights mansion, Mel is visited by the ghost of a colleague who recently met a bad end with power tools. Mel hopes that by tracking down the killer, she can rid herself of the ghostly presence of the murdered man.
Mel's only clue is an odd box she discovers inside a wall at the job site. If she can make sense of its mysterious contents, she might be able to nail a killer - before she herself becomes the next construction casualty...(http://www.julietblackwell.net)

Dopo il divorzio, Mel è tornata a vivere col padre e gestisce la loro ditta di costruzioni,nonostante avrebbe voluto lasciare tutto e trasferirsi a Parigi.
Un giorno, entrando in una delle case che dovrebbe rinnovare, trova Kenneth, un suo cliente, moribondo, e successivamente ne vede il fantasma (che però non ricorda nulla di cosa sia successo).
Unico indagato è Matt, amico di Mel e socio di Kenneth, ma Mel è sicurissima che non potrebbe mai fare una cosa simile.
Mel, quindi, comincia ad investigare, nonostante anche Graham Donovan (che anni prima l'aveva provata a dissuadere dallo sposarsi) le dica di starne fuori.
L'unico indizio che ha Mel, sono delle gemme preziose.

Allora, il libro l'ho letto in inglese e ammetto che in alcuni punti ho fatto un po' fatica. Il grosso della storia mi è chiaro, ma mi sono un po' persa con la storia delle gemme che in teoria non si trovano a San Francisco. E poi, se non ho capito male, mentre Mel investiga su questa casa, la sua ditta ne sta sistemando un'altra. Un po' si dilunga sui dettagli costruttivi. Questo mi pare che appesantisca un po' il racconto. 
A parte questo, la storia è carina. I personaggi mi piacciono molto, sia Mel, sia il padre, Graham, i due ragazzi; anche il fantasma è simpatico.
Mi piace anche che nel sito da ristrutturare Mel incontra un cane vagabondo e decide di adottarlo. 
E' il primo libro della serie, e se riesco a trovarli credo che leggerò anche gli altri. Peccato che non esistano in italiano, sarebbe un pelo più facile.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Tre uomini in una barca (per tacer del cane) - Jerome K. Jerome


Titolo originale: Three Men in a Boat (To Say Nothing of the Dog) - 1889 

Jerome, Harris e George compongono un terzetto alquanto balzano. Jerome ha la fissa della malattia: le ha passate tutte (gli manca solo il ginocchio della lavandaia). Harris - a suo dire - fa tutto lui, ma tiene sempre in scacco gli altri con ordini e contrordini. George non farebbe che dormire, ma la pigrizia è un vizio che non lo riguarda. Ai tre amici si accompagna un cane, e anche lui ci mette la sua: Montmorency è un feroce fox-terrier certo di essere troppo buono per questo mondo. Tutti assieme fanno un viaggio in barca lungo le rive del Tamigi. Ne nasce una storia esilarante, costellata di piccole sventure e comiche avventure, con curiosi aneddoti di costume e ricordi di esperienze buffe, in una serie di gag sulle gioie e i dolori della vita sul fiume. "Tre uomini in barca", che negli anni ha conosciuto un successo di pubblico straordinario, è ormai unanimemente considerato un classico della comicità anglosassone, fatta di humour e nonsense, che all'ironica paradossalità delle vicende narrate sa unire realistiche descrizioni delle campagne inglesi e brevi note di filosofia spicciola. (www.amazon.it)

Possiamo disquisire sullo humour inglese, e non ho dubbi che questo libro ne sia un classico esempio, soprattutto rapportandolo al tempo in cui è stato scritto. Detto questo, se devo essere sincera, l'ho trovato abbastanza noioso. Sì, ci sono alcune gag e alcune situazioni carine, ma da qui a dire che mi sono sbellicata dalle risate, proprio no. E non perchè non apprezzo lo humour inglese eh, ne ho letti altri e li ho trovati decisamente più divertenti.
Lettura carina, comunque, bello che oltre alle avventure dei tre amici, l'io narrante ci parla anche della natura che incontrano e della storia dei paesi che visitano.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

martedì 6 agosto 2019

Addio a Toni Morrison


Il premio Nobel per la Letteratura Toni Morrison è morta all'età di 88 anni. Morrison è stata la prima donna afroamericana a ricevere, nel 1993, il Nobel per la Letteratura. Fra le sue opere più famose "Beloved" (Amatissima) che le è valso il premio Pulitzer.

Toni Morrison (pseudonimo di Chloe Anthony Wofford) era nata a Lorain il 18 febbraio 1931, in Ohio, da una famiglia nera della classe operaia originaria dell’Alabama, ed era la seconda di quattro fratelli. Si era laureata in Letteratura inglese alla Howard University nel 1953, e aveva intrapreso la carriera accademica. Nel 1965 ha iniziato a lavorare per la Random House come editor, ha collaborato con riviste letterarie e si è occupata di critica letteraria. 
Nel 1970 compie il suo debutto come romanziera con "L'occhio più azzurro" (The Bluest Eye). Il tema fondamentale dei romanzi della Morrison è la perdita d'identità dei neri in quei momenti della storia americana in cui essi hanno subito la maggiore minaccia.

domenica 4 agosto 2019

L'indizio della chiave argentata - Edgar Wallace


Titolo originale: The Clue of the Silver Key (1930)

Quando viene assassinato l’usuraio Hervey Lyne, una ridda di ipotesi si affacciano alla mente degli investigatori. Tra le tante piste, la principale è quella che fa capo a una misteriosa chiave coperta di vernice fosforescente... Quale porta è destinata ad aprire? Mentre altri delitti seguono il primo, gli investigatori puntano tutto sul tentativo di risolvere l’enigma della chiave. E proprio quando tutto sembra perduto, ecco emergere la possibilità di far luce sulla vicenda... (www.anobii.com)

"Erano tutti implicati nella faccenda: Dick Allenby, inventore nonché erede diretto; Jerry Dornford, uomo di mondo e spendaccione; Mike Hennessey, avventuriero del palcoscenico; Mary Lane attrice di second’ordine; Leo Moran, banchiere e speculatore; ed Horace Tickler che (ahi lui!) vi era implicatissimo senza saperlo."

Non ho apprezzato molto il fatto che Wallace mi sbatta in prima pagina praticamente tutti (o quasi) i protagonisti della storia. Ho fatto molta confusione, soprattutto tra gli uomini e soprattutto all'inizio. Avrei preferito un'entrata in scena un pochino più diluita.
Il romanzo è stato un pochino ostico all'inizio. Ad un certo punto, più o meno quando Mary comincia a fare l'aiuto detective, ha preso un pochino più di brio. Ammetto però che ho fatto fatica a seguire la trama.
Il colpevole lo avevo capito anche io. 
Boh, non è un romanzo che mi abbia fatto impazzire. Alcune pagine sono abbastanza noiose. Mi pare che l'autore calchi molto la mano sulla differenza tra i criminali inglesi e i criminali americani (ai quali sembrano ispirati i delitti di questo libro).
Il libro in Italia è stato pubblicato anche col titolo "Il giorno 17", che è vero che ha un richiamo con la storia, ma è decisamente più importante la chiave.

Mio voto: 6 e mezzo / 10


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calendar october, mistaken identity
just the facts - what - golden