sabato 24 agosto 2019

I fiori di sabbia - Corban Addison


Titolo originale: The garden of burning sand - 2013

A volte dalla sabbia del deserto nascono i fiori più belli. Zoe Fleming, figlia di un senatore del Congresso americano, ha seguito la passione per la giustizia e, anche se giovanissima, è già un avvocato di successo. Per lei, vivere in un mondo giusto è più di un sogno: è la sua ragione di vita. Per questo ha deciso di partire, e di mettersi al servizio di chi ha meno di tutti. Arriva così in Zambia, a Lusaka, per lavorare in un’associazione non profit che difende i diritti dei bambini. Qui, una notte, viene chiamata all’ospedale locale per occuparsi di una ragazzina vittima di una brutale violenza. È sotto shock e incapace di parlare. Come scoprirà Zoe, si chiama Kuyeya e, anche se ha solo quattordici anni, di cose ne ha già viste molte. Il suo sguardo è buio come un pozzo, svuotato dalla luce dei sogni. Zoe la prende sotto la sua protezione e decide di dare la caccia al colpevole. L’unico che ha il coraggio di seguirla nella sua indagine è Joseph, un poliziotto del luogo. Un angelo che vive tutti i giorni all’inferno. Insieme con lui Zoe condurrà la sua battaglia: fino a scoprire che il responsabile è qualcuno di molto potente, protetto dal governo corrotto del Paese. Ma nonostante questo la loro lotta non si ferma: perché quello che Zoe e Joseph vogliono più di tutto è far tornare il sorriso sulle labbra di Kuyeya.

Il libro parte da una storia molto triste. Una quindicenne affetta dalla sindrome di down, una sera esce di casa e viene stuprata. La bambina è orfana, figlia di una prostituta morta di aids, e proprio nel passato della donna si troverà il colpevole della brutale violenza, non casuale, ma calcolata per vendetta. Ma il problema non è tanto scoprire il colpevole, bensì assicurarsi che esso paghi per il proprio crimine. Un crimine, quello della profanazione, che nel Paese dilaga, sorretto anche da teorie popolari secondo le quali fare sesso con una minorenne vergine aiuterebbe a guarire dall'aids. Una piaga, quella dell'aids, che in Zambia ha proporzioni elevatissime, anche perchè non tutti possono accedere ai farmaci antiretrovirali che assicurerebbero loro una vita quasi normale.
E' con tutto ciò che Zoe si trova a combattere, scossa in modo particolare da quello che è successo alla bambina, perchè anche lei ne fu vittima a diciassette anni.
Il libro è scritto da un avvocato che si occupa proprio di violazioni dei diritti umani. Non parte da una storia vera, ma da una situazione che comunque capita ogni giorno.


"Due cose mi hanno colpito, mentre conducevo le mie ricerche per questo romanzo: la prima, è che nonostante l'attenzione dedicatagli, il marchio dell'infamia associato all'Hiv rimane radicato in ogni parte del mondo; la seconda è che indipendentemente dallo straordinario successo del PEPFAR e dal Global Fund, che hanno posto un freno alla pandemia dell'Aids salvando milioni di vite, le nazioni occidentali, Stati Uniti inclusi, stanno tagliando gli aiuti destinati a tali programmi, proprio quando le ricerche confermano che un trattamento tempestivo con farmaci antiretrovirali può ridurre drasticamente la trasmissione del virus. Quello che un tempo sembrava inconcepibile, un futuro senza Aids, è oggi una possibilità. Ma non si realizzerà se il mondo ricco non continuerà a impegnarsi negli aiuti umanitari. La buona notizia è che fondazioni private, persone facoltose e organizzazioni benefiche stanno rimediando almeno in parte alla latitanza dei governi" (Corban Addison, nella nota finale)


Quello di Zoe con l'Africa è stato un amore a prima vista, trasmessole anche dalla madre che all'Africa e alla salvaguardia dei diritti umani ha dedicato tutta la sua vita.
Joseph vive in questo inferno tutti i giorni della sua vita, e vorrebbe arrivare al massimo grado della polizia per poter cambiare qualcosa nel sistema giudiziario.
Entrambi devono scontrarsi però con la realtà politica dello Zambia. E far condannare il figlio di un ex ministro e di una giudice della corte suprema, sembra proprio un'impresa impossibile.

Un ricordo si affacciò alla sua mente, qualcosa che sua madre le aveva detto in un orfanotrofio in Etiopia, mentre erano circondate da bambini denutriti che riuscivano comunque a sorridere:"La vita è un oggetto rotto. E' quello che facciamo con i cocci che ci definisce come persone"

Non voglio svelare troppo della trama. Ho trovato questo libro per caso, mi tornava comodo per la monthly keyword. Sinceramente, ero un po' scettica, perchè non sono quegli argomenti che amo leggere, soprattutto in estate quando prediligo letture più leggere. Però sono molto contenta di averlo letto. La storia è molto triste e porta a riflettere. La lettura procede piuttosto speditamente sia perchè la scrittura è abbastanza lineare sia perchè si vuole capire cosa è successo e come andrà a finire. Il racconto procede saltando dal presente al passato, diviso in capitoli.
Zoe e Joseph (ma anche gli altri avvocati che collaborano con loro) mi sono piaciuti molto per la loro sensibilità. Ammetto di aver letto le ultime pagine con le lacrime agli occhi.
E' molto bello il discorso che Zoe tiene al Senato sulla generosità.
Mio voto: 8 e mezzo / 10

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