venerdì 28 febbraio 2020

Addio a Clive Cussler


26 febbraio 2020. Maestro dell'avventura con oltre 126 milioni di copie vendute nel mondo, 8 milioni in Italia, Clive Cussler, si è ispirato alle sue imprese e alla sua esperienza di cacciatore di emozioni nei suoi romanzi bestseller tra cui "Sahara", "Recuperate il Titanic!" , "Salto nel buio" e "Virus". 
La sua morte a 88 anni, avvenuta il 24 febbraio, è stata annunciata oggi dalla seconda moglie, Janet Horvath, sui suoi profili social con "il cuore affranto". "Condivido la tristezza per la morte di mio marito lunedì. E' stato un privilegio e un grande onore condividere la vita con lui". Clive, dice la moglie, "era la persona più cortese e gentile che abbia mai incontrato. So che le sue avventure continueranno". 
Appassionato collezionista di auto e aerei d'epoca, raccolti nel Cussler Museum, ad Arvada, in Colorado, Cussler aveva fondato l''associazione no profit NUMA - the National Underwater and Marine Agency, specializzata nel recupero e conservazione dei relitti marini di interesse storico, ed era membro dell'Explorers Club di New York e della Royal Geographical Society di Londra. Passioni che si ritrovano nei suoi libri che schizzavano subito intesta alle classifiche dei più venduti, compreso l'ultimo, "Il destino del faraone", uscito per Longanesi, il suo editore italiano, il 30 gennaio 2020. 
All'esordio, nel 1965 con "Enigma", Cussler si è imposto subito all'attenzione con Dirk Pitt, l'ingegnere navale e maggiore dell'aeronautica statunitense, uomo d'azione per eccellenza, protagonista di alcune delle più incredibili avventure della NUMA, in viaggio in tutto il mondo con il suo insostituibile braccio destro Al Giordino. L'eroe di questa prima e famosa serie, che ha venduto 5 milioni di copie, ha ispirato anche il nome del figlio di Cussler, Dirk, con cui lo scrittore ha firmato a quattro mani gli ultimi romanzi. E sono numerosi i libri scritti da Cussler con altrui autori da Grant Blackwood a Graham Brown e da Thomas Perry a Justin Scott. 
Sono arrivate poi le serie dei Numa Files, degli Oregon Files, Le avventure dei Fargo e le Indagini di Isaac Bell dove ancora una volta si compenetrano la vita dell'autore e il suo universo immaginario. Oltre 80 le sue opere tra cui anche due avventure per bambini. 
Originario di Aurora, nell'Illinois, dove era nato il 15 luglio 1931 da madre americana e padre tedesco, Cussler si è arruolato nell'Aviazione durante la guerra di Corea dove ha lavorato come meccanico aeronautico e ingegnere di volo nel Military Air Transport Service. E' stato sceneggiatore e direttore creativo di diverse agenzie pubblicitarie negli anni Sessanta ed ha vinto diversi premi internazionali per la televisione e radio tra cui il Cannes Lions Advertising Festival. 
Nel 1997, la State University di New York gli ha conferito la Laurea in Lettere per riconoscere il valore letterario dei suoi romanzi. (tratto da www.ansa.it)

Ammetto di aver alcuni suoi libri in lista d'attesa, ma ancora, purtroppo, non ho letto nulla.

domenica 23 febbraio 2020

Come piante tra i sassi - Mariolina Venezia


Titolo originale: Come piante tra i sassi (2009)

Simpatica o antipatica? Odiosa forse. Scomoda, spudorata, sorprendente. Come la verità, certe volte. È Imma Tataranni, sostituto procuratore a Matera. Al suo secondo romanzo dopo Mille anni che sto qui, Mariolina Venezia si confronta col giallo, giocando col genere per raccontare i vizi e le virtù dell'Italia di oggi. (einaudi.it)

Erano anni che avevo questo libro in attesa di essere letto perchè mi ispirava molto sia la trama sia il fatto che fosse ambientato in una regione di cui si parla poco. Finalmente ce l'ho fatta a leggerlo, ma mi ha abbastanza deluso.
Intanto il personaggio principale, Imma Tataranni, donna abituata a lottare con le unghie e coi denti in un ambiente ostile, ligia al dovere e alla legge, sempre sul tacco dodici anche quando va a perlustrare un campo di grano o le stradine di Matera. In qualche modo pensavo che sarei entrata in sintonia con una donna simile e invece no. E' quasi eccessiva, anche se ci fa capire come vanno le cose in certe situazioni. Il fatto stesso che quando trova la traccia della discarica abusiva le viene tolto il caso, la dice lunga. E poi, per quale motivo deve calpestare per pura cattiveria un lombrico che non le dà nessun fastidio?
La storia è un po' contorta e ad un certo punto prende due diramazioni. Una delle due verrà tolta d'ufficio ad Imma, facendo ben capire che deve lasciare le cose come stanno. L'altra, quella del ragazzo trovato morto, subisce mesi di stacco, in cui viene lasciata lì a prendere polvere sotto altri casi, e poi tutto d'un tratto viene svelata la soluzione. Diciamo che è poco avvincente. Se poi vogliamo guardare alla descrizione degli abitanti, per dire che in Basilicata la gente è silenziosa, non si sbottona, va bene. Ma visto che sarebbe un libro giallo, boh mi aspettavo più verve.
La scrittura non è proprio fluida ed è piuttosto colorita in alcune espressioni. Ci sono alcune parti in cui la gente parla dialetto, ovviamente non ho capito una parola (anche se spesso c'è anche la traduzione per fortuna).
Delusione, mi aspettavo di più.
Mio voto: 6 / 10

mercoledì 19 febbraio 2020

w…w…w…wednesdays #147


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  

Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (147^ puntata - mercoledì 19 febbraio 2020)

1) cosa stai leggendo?
- come piante tra i sassi - Mariolina Venezia

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? probabilmente uno tra:
- il bambino silenzioso - Sarah A. Denzil
- non dire notte - Amos Oz

lunedì 17 febbraio 2020

Il rosso e il nero - Stendhal


Titolo originale: Le rouge et le noir (1830)
Titolo inglese: The red and the black

Julien Sorel, un giovane popolano della Franca Contea, sogna la gloria militare ma trova nella carriera ecclesiastica l'unica strada per elevarsi socialmente. Ed è così che viene assunto come precettore in casa del signor de Rênal, dove intreccia una relazione con la signora de Rênal... Spregiudicato, passionale, profondo ammiratore del mito napoleonico, Julien si trova a vivere e amare in un tempo che non è il suo, costretto a dissimulare costantemente la sua vera indole e le sue ambizioni. Ambientato nella Francia della Restaurazione, il capolavoro di Stendhal non solo è un grande romanzo di intreccio e una fine indagine psicologica, ma anche un affresco storico, politico e sociale di un'epoca di intensi mutamenti. (www.ibs.it)

Ci sono romanzi che sono figli del proprio tempo, e letti fuori da quel contesto risultano decisamente fuori luogo e fuori tempo. Così è per questo romanzo, che per quanto mi riguarda è stata una lettura piuttosto faticosa. Una noia notevole. Con pagine e pagine di intrighi e robe politiche che ad un certo punto ho letto un po' saltellando.
Il personaggio principale, Julien Sorel, è di un'antipatia notevole. Probabilmente è pure un po' bipolare, perchè una volta la pensa in un modo, poi dopo la pensa all'esatto contrario. Calcolatore, manipolatore, seguace di Napoleone fin nel midollo. Mi è impossibile affezionarmi ad un personaggio simile (ma non per Napoleone). Alla fine la parte che mi ha più interessato è la parte più romanzesca, intendendo tutto ciò che non ha richiami alla storia/politica. Ma anche qui, ha decisamente prevalso la noia e, in un certo senso, il disgusto per il personaggio di Julien, che s'innamora, poi vuole non perdere il controllo, però lei sembra allontanarsi, allora lui impazzisce d'amore... e tutto questo per ben due volte, per poi finire come finisce. Mi dispiace per le due donne, che hanno decisamente più carattere e tenacia rispetto a lui. Lui è troppo banderuola ("A dire il vero la sua felicità era fatta d'orgoglio più che d'amore"), troppo egocentrico, arrivista.
Sono arrivata alla fine della lettura perchè mi completa diverse reading challenges, ma sono rimasta molto infastidita e delusa, speravo in qualcosa di meglio. Ribadisco che, sicuramente è molto efficace nel descrivere il periodo storico pieno di personaggi più propensi a farsi strada che non a seguire le proprie vere aspirazioni, ma proprio è stata una lettura pesantissima.

"Tutta la noia della vita senza interesse che conduceva Julien è senza dubbio condivisa dal lettore. Sono queste le lande del nostro viaggio"

"Ho amato la verità... Ma dove si trova? ... Dovunque ipocrisia, o almeno impostura, anche nei più virtuosi, anche nei più grandi!"

"Ma come credere nel gran nome di DIO, non appena ci si trovi in tre, dopo l'abuso che ne fanno i nostri preti?"

Non ho idea del perchè del titolo; non credo che richiami al finale in cui parla dello stivale del cacciatore e delle formiche che prima di vedersi spazzare via la tana hanno visto una luce rossa. Immagino che il rosso possa richiamare la passione (il fuoco di qualcosa che brucia, che si consuma in fretta come le ambizioni di Julien), mentre il nero probabilmente richiama all'abito da seminarista (o forse alla religione intesa come "caposaldo" della strada da seguire?). Rosse pare che fossero anche le divise dei militari. Boh, poco importa.
Per la storia pare che Stendhal abbia preso spunto da un fatto di cronaca apparso sulla rivista "La Gazette des Tribunaux", l'affair Berthet del 1827, dove un giovane maniscalco uccise l'ex amante e moglie di un notaio. 
Mio voto: 6 e mezzo / 10

sabato 8 febbraio 2020

Parce sepulto - Danila Comastri Montanari


Titolo originale: Parce sepulto - 1990

Roma, 45 d.C. Il senatore Publio Aurelio Stazio si appresta a trascorrere una serena giornata di festa alle nozze di Lucilla, figlia del celebre retore Arriano, con il discepolo prediletto di costui, il brillante Ottavio. Ma le sue aspettative sono presto frustrate: la sposa, infatti, viene ritrovata cadavere in una vasca di fanghi termali. Sembra essere stata stroncata da un malore durante i preparativi. Parce sepulto, "Lascia in pace i morti". Non tutti i defunti, però, possono essere in pace. Non le vittime di crimini che reclamano giustizia, come ben sa il senatore. E, anche nel decesso di Lucilla, qualcosa non lo convince: perché, per esempio, la ragazza è morta tenendo un dito alzato, come a indicare il cielo? E quali segreti nasconde Camilla, la gemella di Lucilla, identica nell'aspetto ma molto diversa nei costumi? Infine, perché Arriano sembra affannarsi goffamente a nascondere le tracce del proprio passato? Quando un altro cadavere compare sulla scena, Publio Aurelio Stazio sa che il suo fiuto per il crimine non l'ha ingannato. E inizia a indagare... (illibraio.it)

Il personaggio di Aurelio Stazio mi piace, così almeno una volta all'anno leggo le sue avventure. Qui lo troviamo invitato alle nozze di Lucilla e Ottavio, ma la sposa viene trovata morta il giorno delle nozze. Aurelio capisce subito che qualcosa non va e si mette a ficcanasare in giro. Nel frattempo, subisce il fascino di Camilla, la gemella di Lucilla, sposata ad un vecchio banchiere ed usuraio, e nel racconto trovano spazio alcune discussioni economiche tra Aurelio e, appunto questo banchiere, che si chiama Corvino. Oltre a questo, abbiamo dei richiami ai riti satanici. Diciamo che molte delle cose su cui si incaponisce Aurelio, in realtà non c'entrano nulla nè con la prima defunta nè col secondo defunto. Veniamo costantemente sballottati da un ipotetico colpevole all'altro, finchè lo stesso Aurelio si rende conto che la soluzione era più facile del previsto e, per puro caso, riesce a fermare il colpevole prima che commetta il terzo omicidio.
L'ho trovato un po' caotico. Aurelio Stazio, non sapendo che pesci pigliare, allarga troppo la sua ricerca. I libri della Comastri Montanari trovo che abbiano una caratteristica che è sia positiva sia negativa: ogni oggetto, ogni pratica, ecc. viene scritta in latino e viene spiegata, un po' come farebbe un libro di storia, e questa è una cosa molto carina; d'altro canto, quando si lancia in spiegazioni più lunghe (tipo i riti satanici o altro) rischia di diventare troppo prolissa e appesantire il romanzo. In questo libro ho un po' risentito di questa cosa.
Finita questa vicenda, c'è un breve racconto in cui Aurelio è in ferie a Pithecusae (isola di Ischia) e anche qui risolve in maniera molto più veloce un piccolo giallo di una perla scomparsa e dei 5 amici che l'avevano trovata e che stanno morendo come mosche.
Carino. Mi è piaciuto meno del precedente, mi ha coinvolto meno perchè mi ha distratto di più.
Mio voto: 6 e mezzo / 10


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Serie Publio Aurelio Stazio:
1. Mors tua (1990)
2. In corpore sano (1991)
3. Cave canem (1993)
4. Morituri te salutant (1994)
5. Parce sepulto (1996)

Le 999 donne di Auschwitz - Heather Dune Macadam


Titolo originale: 999: The Extraordinary Young Women of the First Official Jewish Transport to Auschwitz (2019)

La vera storia mai raccontata delle prime deportate nel campo di concentramento nazista
Il 25 marzo del 1942, circa un migliaio di donne ebree nubili lasciarono Poprad, in Slovacchia, per salire a bordo di un treno. Ignare di ciò che stava per accadere loro, piene di speranza e orgoglio patriottico, indossarono i vestiti migliori, confidando nel futuro. Erano entusiaste all’idea di aiutare il proprio Paese lavorando in fabbrica, come era stato loro annunciato. Invece vennero condotte ad Auschwitz. La storia della prima ufficiale deportazione per il temibile campo di concentramento è poco conosciuta, eppure estremamente rilevante al giorno d’oggi. Le vittime di quel 25 marzo non furono oppositori politici o ribelli partigiani. Furono donne inermi e giovanissime, inviate verso una morte certa. Lo straordinario lavoro di ricerca di Heather Dune Macadam racconta questa ignobile pagina di una delle fasi più buie della storia dell’umanità attraverso interviste alle sopravvissute, testimonianze storiche e approfondimenti di chi ha studiato la vicenda, imponendosi così tra le letture imprescindibili sull’Olocausto. (https://www.newtoncompton.com/)

Come sempre, in questo periodo leggo qualcosa sul tema dell'Olocausto. Non so perchè, ho cominciato a leggere questo. In realtà, nei miei piani "originari" volevo leggere "La lettera perduta di Auschwitz", ma temo che questo secondo libro lo sposterò al prossimo anno perchè adesso ho bisogno di cambiare decisamente argomento.
Sull'argomento ho letto diversi libri, ed in ognuno ho scoperto sempre cose nuove. Cose atroci ovviamente. Cose che mi fanno chiedere come è possibile che degli esseri umani siano arrivati ad un simile punto di cattiveria su altri esseri umani. Non me ne capacito. Ed ogni tassello che aggiungo è sempre più agghiacciante.
Questo libro non è un romanzo, nel vero senso della parola. E' più un documentario perchè tratta in modo molto descrittivo e dettagliato le vite di queste donne. Non di tutte 999, ma raccoglie le testimonianze delle sopravvissute e, attraverso i loro racconti, anche le storie delle altre che sono già morte.
Perchè il governo aveva bisogno di ragazze nubili dai 16 ai 36 anni? A tutti sembrava strana questa cosa. Se c'era bisogno di lavorare, sarebbe stato meglio scegliere degli uomini, non delle ragazze che sono decisamente più fragili. Tutti pensavano che fosse strano, ma nessuno poteva sicuramente immaginare a quali picchi di crudeltà sarebbero state sottoposte. Anche quando le notizie hanno cominciato a trapelare, anche quando due fuggiaschi hanno svelato cosa succedeva, la gente fuori non poteva credere che fosse vero. Le stesse mogli dei gerarchi fascisti non sapevano nulla di cosa succedeva "al campo".
Il libro è un pugno nello stomaco. E' di quelli che ti fanno addormentare in preda ad uno strano tormento. E allo stesso tempo, non riuscivo a smettere di leggere perchè la scrittura è molto fluida e coinvolgente. Almeno una volta che ho preso dimestichezza con lo stile, un po' giornalistico e un po' romanzato. 
Le ragazze che vengono citate sono molte. Solo di alcune ho un ricordo più delineato. Non potrei mai ricordarle tutte, purtroppo. Mi dispiace. Ma il fatto che la ragazza si chiamasse Edith o Lea non cambia la storia che è successa.
Forse non fu un caso il numero di 999 donne e la data e ora in cui il treno partì. Himmler e altri gerarchi nazisti, erano seguaci di astrologia e numerologia. "Se il 9 è un numero ombra, un numerologo guarderebbe l'intenzione dietro al suo utilizzo. Nel caso dell'olocausto, tre nove indicherebbero un chiaro desiderio di porre fine a qualcosa".
Le prime donne sono arrivate ad Auschwitz quando ancora era una vasta pianura vuota. Col loro sudore è stato costruito tutto. Sono state le prime ad essere spogliate, private di capelli e peli, disinfestate con chissà che prodotto chimico. Le prime a subire "visite ginecologiche" non vi dico di che tipo. Le prime a capire come comportarsi lì dentro. Di molte di queste donne (e di quelle arrivate dopo) non si sa nulla perchè mai registrate o perchè gli archivi del campo femminile vennero distrutti. 
Non sono capace di esporre a parole quello che ho letto. E' un libro che mi ha veramente mosso qualcosa dentro, di profondo. Mi ha commosso e indignato. Intenso.
A fine libro ci sono le fotografie di alcune delle ragazze, prima e dopo la prigionia.
La fatica maggiore è stata entrare in sintonia con lo stile particolare del libro. E ad un certo punto ammetto che ero sfinita perchè è troppo. Troppo per me capire come l'uomo possa diventare un demonio simile.
Avevo pensato di non dargli un voto, ma a mente un po' più fredda credo sia giusto, visto che l'ho dato a tutti i libri che ho letto. Il voto non è all'argomento, ovviamente, è alla mia esperienza di lettura. Il consiglio, comunque, è di leggerlo. E' sicuramente una incredibile testimonianza sull'Olocausto e sul fatto che se già essere ebreo era una tragedia, "essere una donna ebrea era il peggio del peggio".
Mio voto: 9 / 10

mercoledì 5 febbraio 2020

w…w…w…wednesdays #146


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  

Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (146^ puntata - mercoledì 05 febbraio 2020)

1) cosa stai leggendo?
- parce sepulto - Danila Comastri Montanari

2) cosa hai appena finito di leggere?
- Assassinio à la carte - Brigitte Glaser
- Il club del pranzo della domenica - Juliet Ashton
le vergini suicide - Eugenides
- Le 999 donne di Auschwitz - Heather Dune Macadam

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? probabilmente uno tra:
- il bambino silenzioso - Sarah A. Denzil
- il rosso e il nero - Stendhal
- non dire notte - Amos Oz

domenica 2 febbraio 2020

Le vergini suicide - Jeffrey Eugenides


Titolo originale: The virgin suicides (1993)

Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali. (www.anobii.com)

Ho letto questo libro per il gruppo di lettura. Avevo visto il film anni fa, forse questo mi ha un pochino agevolato almeno nel dare un volto alle ragazze (anche se quelle descritte nel libro sono un po' diverse). 
La prima cosa che mi è venuta in mente, è che in questo libro sono lampanti i danni dell'estremismo. In casa c'è un'assoluta mancanza di dialogo, ma nonostante tutto, la madre è ben convinta che "L'istinto di una madre non sbaglia mai" (p.102). Arriva a chiudere in casa le sorelle per non far loro avere contatti con l'esterno. Una finta modalità di proteggerle che le costringe in una prigione in cui è meglio morire piuttosto che rimanerci. Anche se poi mi pare così strano che le ragazze non possono uscire, ma Lux riesce ad "incontrare" i suoi amanti sul tetto della casa (???)
Ho letto da qualche parte che è tratto da un fatto realmente accaduto nel 1974 e questo lo rende davvero raccapricciante. Perchè se è vero che è difficile immedesimarsi nella mente di una ragazzina di 13/17 anni, è anche vero che è ben sconcertante che cinque sorelle decidano tutte insieme di morire. E non credo si tratti di emulazione o discorsi simili. 
La figura del padre mi ha lasciato perplessa; è completamente succube della moglie. Di una moglie assurdamente bigotta, al punto che neppure il prete ama la musica da fanatico religioso che ascolta lei. Sarei curiosa di sapere come si sono trovati questi due genitori, come si sono conosciuti.
Anche in paese ho trovato una grande insensibilità degli adulti. Organizzano la giornata del lutto dopo mesi dalla morte di Cecilia, quando ormai le altre sorelle si stavano riprendendo? Pessima scelta del momento.
Lo stile dell'autore è interessante. Parla attraverso la voce corale di questi ragazzini che erano innamorati delle sorelle Lisbon. La loro diventa una ossessione, anche dopo vent'anni dalla loro morte. Un po' macabro il fatto che abbiano raccolto e numerato le foto delle ragazze.
In alcuni punti però, l'autore diventa troppo prolisso, soprattutto quando si perde in informazioni su personaggi secondari. Da un certo punto in poi, non vedevo l'ora di sapere come sono morte le altre quattro, piuttosto che sentir parlare di gente che non c'entrava più di tanto. E' interessante il parallelismo tra la decadenza di casa Lisbon e la decadenza del quartiere (con gli alberi ammalati da tagliare, ecc.)
Cecilia (13 anni) prima si taglia i polsi e poi si butta dalla finestra su una ringhiera di ferro (peraltro, una tragedia annunciata, visto che fino a quel momento non era mai stata lasciata sola, nemmeno quando usciva in giardino, c'era comunque sempre almeno una delle sue sorelle). Le altre quattro si suicidano in contemporanea: Bonnie (15 anni) si impicca, Mary (16) mette la testa nel forno, Therese (17) con sonniferi ed alcool, Lux (15 anni) coi gas di scarico dell'auto. Anzi, a dire la verità, Mary in un primo momento verrà salvata, ma muore poi poco dopo.
Un esordio molto interessante.
Mio voto: 7 e mezzo / 10