Titolo originale: Come piante tra i sassi (2009)
Simpatica o antipatica? Odiosa forse. Scomoda, spudorata, sorprendente. Come la verità, certe volte.
È Imma Tataranni, sostituto procuratore a Matera.
Al suo secondo romanzo dopo Mille anni che sto qui, Mariolina Venezia si confronta col giallo, giocando col genere per raccontare i vizi e le virtù dell'Italia di oggi. (einaudi.it)
Erano anni che avevo questo libro in attesa di essere letto perchè mi ispirava molto sia la trama sia il fatto che fosse ambientato in una regione di cui si parla poco. Finalmente ce l'ho fatta a leggerlo, ma mi ha abbastanza deluso.
Intanto il personaggio principale, Imma Tataranni, donna abituata a lottare con le unghie e coi denti in un ambiente ostile, ligia al dovere e alla legge, sempre sul tacco dodici anche quando va a perlustrare un campo di grano o le stradine di Matera. In qualche modo pensavo che sarei entrata in sintonia con una donna simile e invece no. E' quasi eccessiva, anche se ci fa capire come vanno le cose in certe situazioni. Il fatto stesso che quando trova la traccia della discarica abusiva le viene tolto il caso, la dice lunga. E poi, per quale motivo deve calpestare per pura cattiveria un lombrico che non le dà nessun fastidio?
La storia è un po' contorta e ad un certo punto prende due diramazioni. Una delle due verrà tolta d'ufficio ad Imma, facendo ben capire che deve lasciare le cose come stanno. L'altra, quella del ragazzo trovato morto, subisce mesi di stacco, in cui viene lasciata lì a prendere polvere sotto altri casi, e poi tutto d'un tratto viene svelata la soluzione. Diciamo che è poco avvincente. Se poi vogliamo guardare alla descrizione degli abitanti, per dire che in Basilicata la gente è silenziosa, non si sbottona, va bene. Ma visto che sarebbe un libro giallo, boh mi aspettavo più verve.
La scrittura non è proprio fluida ed è piuttosto colorita in alcune espressioni. Ci sono alcune parti in cui la gente parla dialetto, ovviamente non ho capito una parola (anche se spesso c'è anche la traduzione per fortuna).
Delusione, mi aspettavo di più.
Mio voto: 6 / 10
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