Titolo originale: Parce sepulto - 1990
Roma, 45 d.C. Il senatore Publio Aurelio Stazio si appresta a trascorrere una serena giornata di festa alle nozze di Lucilla, figlia del celebre retore Arriano, con il discepolo prediletto di costui, il brillante Ottavio. Ma le sue aspettative sono presto frustrate: la sposa, infatti, viene ritrovata cadavere in una vasca di fanghi termali. Sembra essere stata stroncata da un malore durante i preparativi. Parce sepulto, "Lascia in pace i morti". Non tutti i defunti, però, possono essere in pace. Non le vittime di crimini che reclamano giustizia, come ben sa il senatore. E, anche nel decesso di Lucilla, qualcosa non lo convince: perché, per esempio, la ragazza è morta tenendo un dito alzato, come a indicare il cielo? E quali segreti nasconde Camilla, la gemella di Lucilla, identica nell'aspetto ma molto diversa nei costumi? Infine, perché Arriano sembra affannarsi goffamente a nascondere le tracce del proprio passato? Quando un altro cadavere compare sulla scena, Publio Aurelio Stazio sa che il suo fiuto per il crimine non l'ha ingannato. E inizia a indagare... (illibraio.it)
Il personaggio di Aurelio Stazio mi piace, così almeno una volta all'anno leggo le sue avventure. Qui lo troviamo invitato alle nozze di Lucilla e Ottavio, ma la sposa viene trovata morta il giorno delle nozze. Aurelio capisce subito che qualcosa non va e si mette a ficcanasare in giro. Nel frattempo, subisce il fascino di Camilla, la gemella di Lucilla, sposata ad un vecchio banchiere ed usuraio, e nel racconto trovano spazio alcune discussioni economiche tra Aurelio e, appunto questo banchiere, che si chiama Corvino. Oltre a questo, abbiamo dei richiami ai riti satanici. Diciamo che molte delle cose su cui si incaponisce Aurelio, in realtà non c'entrano nulla nè con la prima defunta nè col secondo defunto. Veniamo costantemente sballottati da un ipotetico colpevole all'altro, finchè lo stesso Aurelio si rende conto che la soluzione era più facile del previsto e, per puro caso, riesce a fermare il colpevole prima che commetta il terzo omicidio.
L'ho trovato un po' caotico. Aurelio Stazio, non sapendo che pesci pigliare, allarga troppo la sua ricerca. I libri della Comastri Montanari trovo che abbiano una caratteristica che è sia positiva sia negativa: ogni oggetto, ogni pratica, ecc. viene scritta in latino e viene spiegata, un po' come farebbe un libro di storia, e questa è una cosa molto carina; d'altro canto, quando si lancia in spiegazioni più lunghe (tipo i riti satanici o altro) rischia di diventare troppo prolissa e appesantire il romanzo. In questo libro ho un po' risentito di questa cosa.
Finita questa vicenda, c'è un breve racconto in cui Aurelio è in ferie a Pithecusae (isola di Ischia) e anche qui risolve in maniera molto più veloce un piccolo giallo di una perla scomparsa e dei 5 amici che l'avevano trovata e che stanno morendo come mosche.
Carino. Mi è piaciuto meno del precedente, mi ha coinvolto meno perchè mi ha distratto di più.
Mio voto: 6 e mezzo / 10
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Serie Publio Aurelio Stazio:
1. Mors tua (1990)
2. In corpore sano (1991)
3. Cave canem (1993)
4. Morituri te salutant (1994)
5. Parce sepulto (1996)
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