mercoledì 29 aprile 2015

w…w…w…wednesdays #21



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (21^ puntata - mercoledì 29 aprile 2015):

1) cosa stai leggendo?
"il branco della rosa canina" - Gianni Padoan (rilettura)

2) cosa hai appena finito di leggere?
"la proposta di un gentiluomo" - Julia Quinn

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
non lo so… sono in un periodo dove troppe cose mi sballottano la testa in qua e in là.. non ho ancora deciso :-D

giovedì 23 aprile 2015

Nessuno al mio fianco - Nadine Gordimer



Titolo originale: None to accompany me - 1994

In Sudafrica, poco prima delle elezioni che hanno portato Nelson Mandela al potere, due coppie fanno i conti con la realtà sociale e politica del paese. Da un lato ci sono gli Stark: Vera e Bennet, i bianchi. Lui rinuncia alle proprie attività artistiche per la famiglia, lei invece intraprende la professione di avvocato che, costringendola ad affrontare problematiche a lei sconosciute, le cambierà la vita. Dall’altro lato scorre l’esistenza parallela dei Maqoma: Sibongile e Didymus, militanti neri tornati in patria dopo anni di esilio a seguito dei grandi rivolgimenti politici. Lui, ex terrorista, viene messo da parte dal movimento rivoluzionario, mentre lei, che non si era mai impegnata nella lotta politica, vi acquisisce un ruolo sempre più attivo. Nessuno passa indenne attraverso gli sconvolgimenti che stanno travolgendo il Sudafrica e tutti si trovano a dover fare i conti con la storia. Nadine Gordimer, con maestria nel trattamento della struttura narrativa e nella delineazione dei personaggi, ci commuove e insieme ci aiuta a comprendere la realtà del Sudafrica, in uno dei momenti chiave della sua storia contemporanea. (da www.feltrinellieditore.it)

Dunque. Il libro è abbastanza complesso, anche perchè parla di un periodo della storia del Sudafrica di cui so poco o nulla, e la parte storica è data abbastanza per scontata (ci sono alcuni avvenimenti sanguinosi, ma non sono approfonditi). Siamo nel periodo precedente la vittoria di Mandela, l'odio tra bianchi e neri è ancora molto forte.
Secondo me, la reale protagonista della vicenda è principalmente Vera Stark, questa avvocata bianca che lavora al Centro di assistenza legale. Gli altri personaggi (il secondo marito di Vera, l'altra famiglia, e altri) ruotano comunque intorno a lei e un po' tutte le vicende narrate sono viste principalmente con gli occhi di Vera; il "grosso" della parte introspettiva è di Vera.
Ruolo importante nelle vicende narrate l'ha la storia sessuale di Vera, e comunque il sesso in generale. Vera viene presentata come una donna indipendente, che divorzia dal primo marito perchè ha già un amante, poi comunque tradisce anche l'amante (diventato il secondo marito). Senonchè c'è comunque una dipendenza dagli uomini che (se non l'avevamo già capito) Vera stessa spiega alla figlia Annick quando questa le dice di essere lesbica: come si fa a rinunciare al pene? (il discorso è molto bello, pieno di tolleranza, ma con alcune punte "da sorriso"). 
Vera è una donna che non ha nessuno "capace di starle accanto" nel suo percorso di cambiamento e anche di solitudine.
Il libro nel complesso mi è piaciuto, ma non mi ha fatto impazzire. Ci sono troppe cose che non riesco a capire. La scrittura della Gordimer non è facile, ma credo che in futuro leggerò qualcos'altro di suo. 
Mio voto: 7 / 10

Leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità

In occasione della giornata mondiale del libro (oggi, 23 aprile), il Presidente  della Repubblica, Mattarella, ha detto la sua su cosa significhi leggere. Riporto integralmente il discorso che si può trovare sul sito del Quirinale.
Ho sottolineato alcune frasi chiave, secondo me.

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Intervento del Presidente Mattarella in occasione della Giornata Mondiale del libro e del diritto d'autore

Palazzo del Quirinale, 21/04/2015

Signori ministri,
carissimi giovani che avete partecipato al progetto Libriamoci.
Sono davvero molto lieto che voi siate qui, e che possiate conoscere questo Palazzo, che è la casa degli italiani, il Quirinale.

Questi sono giorni che segnano qualche difficoltà, per quel che è avvenuto nei giorni scorsi, sono giorni che scuotono le istituzioni europee e che interpellano nel profondo il nostro stesso senso di umanità. Centinaia di profughi e di migranti sono morti ancora una volta nel Mediterraneo. Siamo di fronte a tragedie davvero sconvolgenti: trafficanti di esseri umani che provocano stragi di innocenti. Sentiamo questa ferita lacerante. E' nostro dovere - dovere dell'Europa, dell'intera comunità internazionale fare di più per impedire queste stragi. La scuola, il mondo della cultura, voi giovani, siete risorsa indispensabile per un rilancio della solidarietà, per l'affermazione di una cultura di pace, per un riconoscimento condiviso del bene comune.

E quello di cui parliamo oggi, nella Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, non è estraneo a questo lavoro, paziente, di costruzione di una società matura.

Leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità. E' una porta che ci apre alla conoscenza, alla bellezza, a una maggiore consapevolezza delle nostre radici, ai sentimenti degli altri che spesso ci fanno scoprire anche i nostri sentimenti nascosti, come poco fa è stato detto. Non è vero che la lettura sia stata e sia un'abitudine di personalità introverse. E' vero il contrario: è una chiave per diventare cittadini del mondo, per conoscere esperienze lontane, per comprendere le contraddizioni e le storture, ma anche per comprendere le grandi potenzialità del mondo che ci circonda, dell'umanità che ci circonda. E' un modo per far nascere speranze, per coltivarle, per condividerle.

I latini chiamavano liber il manoscritto, il libro. Liber, come il sostantivo e l'aggettivo che definivano l'uomo libero. Si tratta - lo sapete, certamente lo sanno i vostri docenti - di etimi diversi. La parola "libro" viene da corteccia, la corteccia degli alberi sulla quale si incidevano le iscrizioni. Ma questa identità del termine è quanto mai opportuna: in questo tempo avvertiamo particolarmente che leggere è parte di un percorso di libertà. Diceva un grande scrittore per ragazzi, Gianni Rodari: "Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo". Più libri vuol dire più libertà. Più lettori vuol dire più conoscenza, più spirito critico, più autonomia di giudizio, elementi essenziali di una convivenza.

La società dell'iper-connessione, per definizione, dilata le facoltà dell'uomo, con un accesso, senza confini apparenti a nuovi contenuti e appare dischiudere una libertà quasi infinita. E' come se un mondo divenuto più piccolo ci dicesse: la libertà è qui, basta coglierla, non c'è bisogno di alcuno sforzo, il mercato sovrabbonda di merce; ma non tutta è merce di qualità.

E invece, tanto più ci avviciniamo alla libertà, tanto più scopriamo che essa è delicata, che merita un'attenzione speciale, che comporta la fatica della responsabilità e dei doveri. La libertà, per radicarsi ed ampliarsi davvero, non può fare a meno della cultura e della coscienza. Il sapere è condizione di libertà. Perché è condizione del pensiero. Le riflessioni e le passioni che la lettura suscita costituiscono un ponte verso il futuro.

E, oggi, abbiamo grande bisogno di pensare al futuro, di progettarlo e di immaginarlo.

Il "tempo reale" dell'informazione tende a schiacciare tutto sul presente, con un rapido consumo e veloce abbandono delle notizie e delle emozioni, dei pensieri che esse suscitano. Ma, se gli obiettivi contingenti prevalgono sui progetti e gli investimenti per il domani, noi rischiamo di uniformare il pensiero, di appiattirlo, anziché di accrescere la capacità creativa.

Leggere, conoscere, pensare con la propria testa sono antidoti all'omologazione. Dunque sono qualità che rendono viva una civiltà, la nostra civiltà. Sono beni che le istituzioni e i corpi intermedi della società devono essere capaci di diffondere, soprattutto in favore delle generazioni più giovani, le più bisognose di futuro.

Va per questo sottolineata positivamente, in questo senso, l'azione dei ministeri che hanno cooperato per la riuscita del progetto "Libriamoci", diretto particolarmente ai giovani e vi incoraggio a proseguire su questa strada e, se possibile, a svilupparla. Il ''Maggio dei libri'', voluto dal Centro per il libro e la lettura, così come l'iniziativa dell'Associazione Italiana Editori con l'hashtag #ioleggoperchè, sono altre iniziative che vanno nella giusta direzione.

Il valore della cultura va sottolineato e sostenuto come parte essenziale della ricchezza, anche economica, di un Paese. È quello che si ama definire capitale sociale: la trasmissione, cioè, della cultura di un popolo attraverso le generazioni, base di ogni avanzamento sociale e del processo di innovazione. All' impegno educativo va data la priorità che merita, anche al fine di ricomporre il patto di fiducia fondamentale tra le famiglie e la scuola.

La ricchezza e la prosperità del Paese (è elemento ben noto), non risiedono soltanto su assetti economici industriali e materiali. Prima ancora dello sviluppo dell'industria digitale, in Italia si annoveravano beni immateriali preziosissimi che valgono capitali inestimabili, e che producono dividendi non solo economici ma soprattutto morali e sociali decisivi per la qualità della civiltà e della vita dei cittadini.

So bene che non basta una generica esortazione alla lettura, in un tempo in cui i messaggi volano sintetici e velocissimi, come mai è accaduto nella vicenda umana.

Non si tratta di lanciare appelli generici. Né ancor meno si tratta di riservare all'attività di formazione spazi protetti, dove i nuovi media vengano tenuti lontani. L'errore più grande che possiamo compiere è contrapporre le innovazioni e le nuove tecnologie agli strumenti che hanno accompagnato gli studi e la crescita delle generazioni precedenti. Il mezzo di distribuzione di un contenuto non va confuso con i contenuti. Il libro resta fondamentale, ma non è contrapposto alle versioni in e-book. Così come il quotidiano di carta non può essere opposto al formato oggi disponibile sul tablet, sul cellulare o sul computer.

Fondamentale è la circolazione dei contenuti e l'accesso ad essi. Il pensiero va subito alle biblioteche, tradizionali e virtuali (un contributo all'innovazione, nei decenni scorsi, è stato dato dal progetto del Servizio Bibliotecario Nazionale, Sbn, del Ministero dei Beni culturali), con la loro capacità di sollecitare nei giovani la curiosità e soddisfare le attese degli adulti. Al tempo stesso, continuano ad avere un'importanza strategica le librerie e le altre forme distributive del libro.

La lettura non è esercizio alternativo all'uso degli strumenti della modernità e dell'innovazione. Il suo valore rimane inalterato nei diversi supporti che oggi sono disponibili ai cittadini, e particolarmente ai giovani. La lettura genera sapere condiviso, passioni, produce comunità: nostro compito è far diventare le conoscenza una rete attiva.

Si tratta di una sfida cruciale.

La Giornata mondiale del libro pone a tema anche il diritto d'autore, che rischia di essere esso stesso aggredito e sminuito dallo sviluppo delle reti e dalla moltiplicazione delle piattaforme informative e di comunicazione. Il riconoscimento della creatività dell'autore è parte di quella trasmissione dei valori, e di quello stimolo alla crescita e alla cultura, di cui abbiamo parlato. Il legislatore interno e quello europeo sono chiamati alla vigilanza e all'aggiornamento necessari per non disperdere patrimoni di cui tutti possiamo beneficiare.

Permettetemi, ora, un saluto affettuoso alle due studentesse che hanno declamato, in lingue diverse, una poesia cinese.

''Divertendomi" è il titolo di questi versi. Divertendoci possiamo crescere, allargare il nostro cuore e la nostra mente, abbracciare realtà che sarebbero state irraggiungibili anche soltanto ai nostri padri. Dobbiamo andare incontro al futuro tenendoci per mano, non chiudendoci nella solitudine o nell'egoismo. Leggere, lo abbiamo detto, è aprirsi. Conoscere le lingue, impadronirsi ancora di più, attraverso esse, di culture di altri popoli, è aprirsi ancora di più. E' questo, cari giovani, il futuro di cui dovete diventare protagonisti e non solo spettatori.

L'Unesco ha dedicato il 23 aprile alla Giornata del libro perché in quella data, nel 1616, morirono tre grandissimi scrittori. Uno di questi è Miguel de Cervantes, l'ideatore di don Chisciotte, maschera grottesca ma al tempo stesso simbolo di un passaggio d'epoca. L'arcaico mondo cavalleresco che don Chisciotte si ostinava a interpretare non c'era più, era finito per sempre. Tuttavia, il suo radicato senso di giustizia e la sua utopia costituivano uno sguardo critico sulle debolezze di una modernità che si era ormai affermata.

Cari giovani, il tempo che ci sta alle spalle non tornerà. Non saranno i nostalgici del passato a fare la storia. Si apre anche davanti a noi un'epoca nuova. Ma in questa nuova stagione dobbiamo saper portare quei tesori, quei desideri, quelle speranze che possono aiutarci a diventare artefici della nostra vita e costruttori di una società migliore.


Buon lavoro a tutti. E buone letture.

mercoledì 22 aprile 2015

w…w…w…wednesdays #20



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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La settimana scorsa l'ho saltata perchè non era cambiato nulla dalla precedente. Sono piuttosto indietro con le recensioni … mannaggia...
Le mie risposte (20^ puntata - mercoledì 22 aprile 2015):

1) cosa stai leggendo?
"la proposta di un gentiluomo" - Julia Quinn

2) cosa hai appena finito di leggere?
"il grande sonno" - Raymond Chandler
"il curioso caso di Benjamin Button" - F. Scott Fitzgerald

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"i cani di Riga" - Henning Mankell
"il branco della rosa canina" - Gianni Padoan (rilettura)

lunedì 13 aprile 2015

Addio a Gunther Grass



13 aprile 2015. Gunter Grass, il grande scrittore tedesco, è morto stamattina, a 87 anni, a Lubecca.
E' stato il padre della letteratura postbellica tedesca e insieme la voce scomoda, la coscienza critica della democrazia nata nel dopoguerra a Bonn. Fu tra i rappresentanti del Gruppo 47, movimento che contribuì alla rinascita della Germania dopo il nazismo.
Il tamburo di latta fu il suo primo grande libro, poi una lunga carriera culminata nel Nobel per la letteratura, nel 1999. Fu sempre una voce inquieta, e visse tacendo per decenni che da adolescente si era arruolato volontario nelle Waffen-SS naziste. «Ormai celebriamo tanti eroi della resistenza tedesca che non si capisce come mai Hitler arrivò al potere, quando invece il nazismo fu accolto da consenso ed entusiasmo». «Molti ragazzi della mia età videro nell’adesione al nazionalsocialismo un modo per girare l’angolo e voltare le spalle ai genitori», disse. Catturato dagli statunitensi nel 1945, finisce in un campo di prigionia in Baviera dove conobbe Joseph Ratzinger: «Ricordo le nostre confessioni, lui voleva diventare religioso, io intellettuale. Oggi io sono scrittore, lui è Papa, è una bella storia, non è vero?».
Gunther Grass nacque a Danzica il 16 ottobre del 1927, si sposò due volte ed ebbe quattro figli.
Tra i suoi scritti più famosi ricordiamo la cosiddetta "trilogia di Danzica" (Il tamburo di latta, Gatto e topo, Anni di cani) e Sbucciando la cipolla (con le memoria del campo di prigionia).
All’attività di romanziere, Grass ha alternato la scrittura di poesie, saggi e testi teatrali.

mercoledì 8 aprile 2015

w…w…w…wednesdays #19



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (19^ puntata - mercoledì 08 aprile 2015):

1) cosa stai leggendo?
"il grande sonno" - Raymond Chandler

2) cosa hai appena finito di leggere?
"il fiume delle cento candele" - Kim Echlin

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"il curioso caso di Benjamin Button" - F. Scott Fitzgerald
"i cani di Riga" - Henning Mankell

martedì 7 aprile 2015

Il gatto che leggeva alla rovescia - Lilian Jackson Braun


Titolo originale: The cat who could read backwords - 1967

Jim Qwilleran, giornalista il cui cognome mette in difficoltà tipografi e correttori di bozze, dopo un periodo di inattività lavorativa decide di fare domanda al Daily Fluxion. Qui gli viene offerto un incarico come cronista di arte, in particolare, vogliono che vada in giro a cercare storie sugli artisti (perchè il critico d'arte c'è già). Qwilleran è perplesso perchè di arte non ne sa nulla. Al Daily Fluxion lavora anche un suo vecchio collega e amico, Arch Riker, capo redattore della cronaca.
Il critico d'arte invece è un vero e proprio soggetto misterioso, chiamato George Bonifield Mountclemens III, che lavora da casa, inviando al giornale i suoi articoli registrati su cassette.
Qwilleran decide comunque di accettare l'incarico, e il primo artista che conosce è Cal Halapay, un giovane artista specializzato nel dipingere bambini, che lo invita al ballo di San Valentino il sabato successivo, a cui Qwill conosce una serie di artisti locali e scopre che Mountclemens è piuttosto odiato per le sue critiche feroci praticamente verso chiunque, tranne Zoe Lambreth e pochi altri.
Qwilleran all'inizio pensa che questo Mountclemens non esista realmente, ma poi gli viene procurato un appuntamento con lui e lo stesso critico gli propone di vivere nell'appartamento libero al piano terra della sua casa, in modo che quando lui è via per lavoro Qwill possa occuparsi del gatto Kao K'o-Kung (dal nome di un artista del tredicesimo secolo), detto Koko, il quale ha la capacità di leggere i titoli del giornale al contrario e preferisce farlo quando sono ancora freschi di stampa.
Qwilleran comincia a scrivere articoli sugli artisti che Mountclemens ha massacrato, ponendo l'attenzione non sulla loro arte ma sulle loro personalità ed esperienze di vita, mitigando un po' i pareri del critico e dando una ventata di calma al giornale.
Però un giorno, il marito di Zoe Lambreth, Earl, proprietario della Lambreth gallery, viene trovato morto proprio nella galleria, dove sono anche stati compiuti atti vandalici. Sarà il primo di una serie di omicidi nel mondo dell'arte, di cui Qwilleran, con l'aiuto di Koko, troverà la soluzione.

Dopo una serie di libri un po' deludenti, ho deciso di aver bisogno di qualcosa di piacevole e tranquillo. Così ho riletto questo libro di Lilian Jackson Braun, scrittrice mancata qualche anno fa, che ha creato un'intera serie di libri i cui protagonisti sono questo giornalista dal cognome bizzarro, Qwilleran, e due gatti siamesi (Koko e Yum Yum che apparirà più avanti). Ho letto tutti i libri anni fa, cercandoli ovunque per completare la serie (mi manca solo l'ultimo, non tradotto in italiano).
“Il gatto che leggeva alla rovescia” è il primo della serie. E' un giallo molto tranquillo, un po' alla Agatha Christie, dove c'è l'omicidio ma è quasi assente la violenza. In questo primo libro ci sono un po' molti personaggi del mondo dell'arte che creano un po' di confusione. Facciamo però conoscenza di Qwill e Koko, e alcuni personaggi secondari che appariranno sempre nella serie (tipo Arch Riker e il fotografo Odd Bunsen).
Sono gialli da relax, magari non sono capolavori ma sono piacevoli.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

mercoledì 1 aprile 2015

w…w…w…wednesdays #18



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (18^ puntata - mercoledì 01 aprile 2015):

1) cosa stai leggendo?
"il fiume delle cento candele" - Kim Echlin

2) cosa hai appena finito di leggere?
"il gatto che leggeva alla rovescia" - Lilian Jackson Braun (rilettura)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"il grande freddo" - Raymond Chandler
"i cani di Riga" - Henning Mankell
"il curioso caso Benjamin Button" - F. S. Fitzgerald