Dal festival della letteratura "Pordenonelegge", Vi propongo questo breve ma interessante intervento di Antonio Franchini, direttore della narrativa e saggistica della casa editrice Giunti.
PORDENONE, 16 SET - "La qualità dei libri è sempre un concetto pericoloso da esprimere, bisognerebbe trovare un accordo sul termine stesso. È importante piuttosto diventare lettori liberi: i giovani devono capire che la lettura non serve necessariamente ad 'acculturarli'. E' necessario imparare a leggere di tutto, diventando lettori indiscriminati". E' la ricetta per il rilancio della lettura tra le nuove generazioni di Antonio Franchini, direttore editoriale della narrativa e saggistica della Giunti. Per lui, uno dei "guru" dell'editoria italiana (per molti anni è stato responsabile narrativa italiana Mondadori) "il libro cartaceo ha una prospettiva ancora lunga.
Non a caso, gli e-book hanno rallentato anche nel resto del mondo. I lettori sono gli stessi: il discrimine non è tra chi usa dispositivi e chi privilegia le edizioni di carta, ma fra lettori e no". Franchini non tornerà a scrivere, almeno nel breve termine: "Mi glorio dei libri che ho letto, più di quelli che ho scritto. Scrivere è faticoso, leggere è piacevole". (www.ansa.it)
Alcune brevi considerazioni.
Qualche giorno fa, un amico, portando il figlio a scuola, ha sentito un dialogo tra lui e un amichetto. L'amichetto chiedeva se avesse letto libri per le vacanze, e poi rispondeva che sul foglio aveva segnato di averne letto uno, ma che lo aveva fatto solo per non fare brutta figura, e che in realtà non ne aveva letto nessuno perchè non voleva sembrare uno "sfigato".. Secondo me c'è qualcosa di decisamente sbagliato in questo, perchè a mio parere dovrebbe essere più "sfigato" uno che non legge ma soprattutto uno che non legge ma dice di leggere per non fare brutta figura. Non sono sicura di poter sdrammatizzare il tutto dicendo che si tratta solo di un bambino, perchè da qualche parte gli deve essere arrivato questo concetto. Mi chiedo quanti bambini vorrebbero poter dire liberamente che amano leggere ma non lo fanno per paura di essere esclusi. Che cosa triste. Molto triste....
Sarebbe bello se vivessimo in una società dove la passione per la lettura fosse considerata "un vanto", e non una sfortuna da nascondere. Se vado indietro negli anni, ricordo che mia madre (pur non essendo quasi per nulla una lettrice) mi ha sempre incoraggiato a leggere, e la cosa mi piaceva molto. Ricordo di aver sempre letto tanto e di non essermi mai sentita in difetto perchè leggevo. Ho passato un periodo, all'incirca gli anni delle superiori e qualcuno dell'università, in cui ho quasi totalmente smesso di leggere; principalmente per i troppi compiti e le troppe cose da studiare, un po' forse associando il discorso "libro" al discorso "studio". Soprattutto negli anni di università, mi sentivo anche in colpa se leggevo anzichè studiare. Poi ad un certo punto questo amore è tornato fuori, anzi è esploso, anche dovuto al fatto che ero in un periodo di crisi economica in cui tenevo spento anche il televisore per non consumare corrente (e quindi quale migliore occasione per prendere un bel libro in mano?). Adesso, molte volte, se devo scegliere tra il televisore e un libro, preferisco il secondo.
La scuola gioca sicuramente un grosso ruolo nel far amare o meno i libri. A scuola ci fanno leggere (anzi no, non leggere, bensì studiare, sviscerare) libri che probabilmente non riprenderemmo in mano neanche morti, perchè ogni volta che ce li nominano ci viene in mente la professoressa cattiva delle superiori. E' un peccato. La scuola dovrebbe insegnare anche a usare la testa, e quale modo migliore di usare la testa leggendo un libro? Anche un libro leggero, che semplicemente ci fa riposare la mente per qualche ora.
Seconda riflessione. Dall'articolo pare che gli ebook siano in calo. Non so, sinceramente non seguo molto le statistiche di vendita. Per quanto mi riguarda, da quando ho cominciato ad usare il kobo, praticamente leggo solo lì sopra. E anche io ero una di quelle che "nooo, il libro di carta vuoi mettere? l'odore dell'inchiostro, ecc ecc". Beh. il mio problema principale nel leggere è sempre stato il bisogno di dover sottolineare. Col kobo ci riesco, quindi anche questo problema è risolto. Oltre al fatto che in uno spazio abbastanza piccolo, mi porto dietro centinaia di libri, mentre quando andavo in giro coi libri di carta dovevo sempre scegliere per problemi di peso e di spazio.
Ultima considerazione. Sono molto d'accordo col finale dell'articolo. Anch'io ho provato a scrivere dei romanzi, ne ho diversi cominciati che probabilmente non vedranno mai la fine, e men che meno una pubblicazione. E invece ci sono libri che mi hanno fatto sognare, mi hanno portato in paesi lontani, mi hanno fatto immedesimare e vivere decine di vite diverse.
Scrivere è faticoso, leggere è piacevole.
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