venerdì 5 marzo 2021

La fattoria delle magre consolazioni - Stella Gibbons


Titolo originale: Cold comfort farm (1932)

Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere. Rimasta orfana a vent'anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l'inizio di uno dei romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza e Senzascopo. La vecchia matriarca, che non c'è più stata con la testa da quando ha visto "qualcosa di orribile nella legnaia" settant'anni prima, tiene in scacco l'intera famiglia. Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose senza senso, e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non si può rovinare la vita propria e altrui invocando disgrazie infantili, né sottostare alle follie degli altri, bisogna ribellarsi... e in pochi mesi le cose alle Magre Consolazioni cambiano in modo radicale. (ibs.it)

A volte per cambiare le cose serve un fenomeno esterno che dia la spinta iniziale. Posso interpretarlo così questo libro, che ho scelto di leggere per un appuntamento della mia biblioteca che si terrà l'8 marzo. 
Ho fatto decisamente fatica ad ingranare, soprattutto perchè non riuscivo a farmi piacere la protagonista. Dopo che i suoi genitori sono morti di Spagnola, Flora scopre che il padre non è ricco come credeva, tutt'altro, e si ritrova con una rendita di sole cento sterline al mese e il suo bel visino.
Per qualche tempo, va a vivere con un'amica, una giovane vedova che colleziona reggiseni e ha un codazzo di ammiratori a cui attribuisce nomignoli assurdi, la quale le suggerisce caldamente di trovarsi un lavoro, affittare il proprio appartamento ed essere autonoma. Ma Flora, oltre a non saper fare nulla, non ha nemmeno voglia di lavorare, e decide di vivere a scrocco dei parenti. Manda quattro lettere, ai quattro parenti che conosce e tutti in realtà sono disposti ad accoglierla, chi facendole condividere una stanza e chi con altre condizioni che a Flora non piacciono molto. Decide di accettare "l'invito" che arriva da questa fattoria delle magre consolazioni, dopo aver letto la risposta asciutta e senza fronzoli che riceve dalla cugina Judith: mio marito anni fa ha fatto un torto a tuo padre e io sono pronta ad espiare questo torto di cui non ti dirò nulla.
Ciò che trova alla fattoria è un gran numero di persone che devono sottostare agli ordini (o capricci) di una vecchia zia che ha problemi di testa e che non esce più dalla sua stanza da oltre vent'anni, per una cosa orribile che ha visto nella legnaia decenni prima. E questa zia non accetta che nessuno la lasci. Ma Flora non accetta questa situazione, e a poco a poco riesce a dare la libertà a questi cugini.
Dicevo, ho fatto fatica a farmi piacere la protagonista, la trovavo molto capricciosa, snob. Per quello ho voluto riflettere un attimo prima di buttare giù un commento. In realtà, quello che ha fatto Flora alla fattoria è stato grandioso. Non si è lasciata intimidire dalla vecchia zia, nè dal fatto che le cose funzionavano così. Le cose non andavano, era chiaro. I cugini erano animali in gabbia, gli animali erano sterili, i terreni poco fecondi. La situazione andava cambiata. Flora ha avuto l'occhio lungo nel capire i veri desideri di alcuni dei cugini e di dar loro il via alla libertà e alla vita che in realtà volevano fare. 
Il libro ha decisamente un tono leggero, nonostante una scrittura un po' datata, si legge bene ed è scorrevole. Ci sono dei nomi assurdi disseminati ovunque: il paese si chiama Lamentum, la famiglia Desoladder, le mucche Rozza, Senzascopo, Superflua e Inetta, la zia Ada Funesta, e così via. Forse per capire l'umorismo che sta dietro a questo romanzo, bisogna essere un po' portati verso lo humour inglese...
Una volta fatto il suo dovere, Flora si fa venire a prendere in aeroplano dal suo principe azzurro e vola via (letteralmente). Un po' come Mary Poppins insomma.
Una cosa che mi ha poco convinto è che Flora ha una maturità che sembra appartenere ad una donna decisamente più grande di lei (ha 19 anni).
Una cosa che proprio non mi è piaciuta: quello che è successo nella legnaia (e anche il torto subito dal padre di Flora) non viene rivelato. Forse non è fondamentale per la riuscita del romanzo, ma avrei gradito saperlo.
Stella Gibbons era una giornalista inglese, critica letteraria. Stufa di recensire romanzi rurali ambientati in campagna, con protagonisti tormentati, perseguitati da maledizioni e segreti di famiglia inconfessabili, decide di vendicarsi scrivendo una parodia divertente del genere; ed è così, quasi per gioco, che viene pubblicato questo romanzo.
Mio voto: 7 e mezzo / 10 

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