Titolo originale: The sea (2005)
Max
Morden, storico dell'arte in fuga dai fantasmi di un lutto recente,
giunge nella località balneare che ha fatto da sfondo alle vacanze
della sua infanzia. Spera di ritrovare se stesso seguendo le tracce
di un passato perduto, ma si accorge di essere caduto vittima di un
miraggio: il mondo visto attraverso gli occhi del bambino non
corrisponde a quello visto dall'adulto. Decenni prima, in riva allo
stesso mare, Max aveva conosciuto i Grace con i loro due figli
gemelli e la graziosa governante. Ma il fulgore di quell'estate, a
contatto con una famiglia di ceto più elevato del suo, di cui la
lussuosa auto con la carta stradale della Francia è metafora, era
stato offuscato dalla morte e dall'ombra di un oscuro segreto
Noioso. E' la prima parola che mi viene in mente. Noioso e difficile da seguire, perchè pieno di minuziose descrizioni e rimpalli tra il presente e il passato. Per tutto il libro ho atteso che spiegasse cos'era stato questo "incidente" accaduto nel passato e che ha segnato per la vita il protagonista; senonchè, quando arrivi al racconto, viene liquidato in poche righe e tutto finisce lì.
Ho la sensazione che sia uno di quei libri che devi leggere "al momento giusto", quindi, nonostante capisca tutto il complesso rimescolamento interiore di questo uomo, mi spiace ma non riesco a capirne il "cosa voleva dire l'autore", il "dove voleva portarmi", perchè proprio è stata una lettura noiosa. Alcuni attimi di ironia. Vincitore del Booker Prize, dalla trama pensavo che mi avrebbe preso molto di più.
Mio voto: 6 / 10
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