domenica 3 settembre 2017

Il silenzio della pioggia d'estate - Dinah Jefferies


Titolo originale: Before the rains (2017)

1930, Rajputana, India.
Dopo la morte del marito, Eliza, una giovane fotoreporter, si sente persa. A tenerle compagnia c’è soltanto la sua macchina fotografica. La solitudine viene un giorno interrotta da una chiamata e da un incarico inaspettato: il Governo britannico decide infatti di inviarla in un ricchissimo stato indiano per fotografare la famiglia reale. È l’occasione della sua vita e deve sfruttarla a ogni costo. Ma, al suo arrivo, una sorpresa l’attende: giunta al palazzo, conosce il fratello del principe, Jay, un ragazzo giovane, affascinante e dai modi gentili. Uniti dal desiderio di migliorare le condizioni della popolazione locale, che vive in estrema povertà, Jay ed Eliza scopriranno di avere più cose in comune di quanto potessero mai immaginare. Eppure la società indiana, molto tradizionalista, e le loro famiglie la pensano diversamente. E questo li costringerà a una scelta: fare ciò che tutti si aspettano da loro oppure seguire ciò che dice il cuore… (www.newtoncompton.com)

Ho sentito nominare diversi libri della Jefferies e, per caso, ho cominciato a leggerla proprio dall'ultimo appena uscito. Mi intrigava molto la storia. 
In realtà, mi ha un po' spiazzato l'inizio, perchè mi aspettavo che partisse con la morte del marito e invece parte con un flashback di vent'anni prima, dove chi viene ucciso è il padre di Eliza. Sì perchè Eliza aveva già vissuto in India, finchè la morte del padre (una bomba durante una processione) fa tornare lei e la madre in Inghilterra. Una madre con cui c'è un rapporto complesso e tormentato fino all'ultimo.
L'India, quindi, per Eliza è un ritorno al passato, e contemporaneamente, la storia di un destino che si rincorre (gli episodi per cui dico questo ve li lascio scoprire nella lettura). Alcune delle situazioni che dovrebbero essere dei colpi di scena, in realtà sono abbastanza ovvie, così come è abbastanza scontato il finale (anche se non avevo capito il modo in cui sarebbe successo). 
Mi piace che la storia tra Eliza e Jayant non sia un colpo di fulmine, ma maturi giorno dopo giorno con la loro conoscenza reciproca, e con la loro collaborazione nel voler migliorare le condizioni di vita del popolo. 
Nel corso della narrazione, emergono alcune cose molto interessanti sull'India dell'epoca. Ad esempio, la condizione delle vedove, dove è vista come una vergogna il fatto che la donna sopravviva al proprio marito. Le tradizioni barbare del suicidio femminile, in teoria vietato dalle leggi inglesi, che tuttavia si perpetrano di nascosto. Raccapricciante anche il fatto che le bambine orfane vengano sepolte vive nel deserto dentro ad un vaso d'argilla.
La scrittura è abbastanza scorrevole. In molti punti la scrittrice riesce veramente a farci immergere nei colori e nei profumi dell'India. Alcune descrizioni paesaggistiche, invece, diventano quasi troppo prolisse, così come ho trovato un po' troppo "scolastiche" alcune delle descrizioni del mondo della fotografia. Sicuramente c'è stata una grande opera di documentazione.
Nel complesso, è una lettura piacevole. Sono quattrocento pagine ma si leggono volentieri, un po' anche per vedere come si chiuderanno tutte le vicende che vengono aperte. Quello che invece non mi ha convinto fino in fondo è proprio la scrittura; paradossalmente, ha saputo emozionarmi quando parlava delle feste o delle tradizioni, mentre non mi ha travolto la storia d'amore. E' una storia affettuosa sì, tenera, fai il tifo per loro, ma non mi ha travolto come pensavo (o può essere che non fossi predisposta io nel leggere una storia d'amore in quel momento).
Ultima cosa: non capisco perchè abbiano tradotto il titolo in questo modo; aveva molto più senso mantenerlo fedele all'originale, "Prima delle piogge", perchè si collegava a tutto l'episodio dei monsoni dal quale sembra quasi che ci sia un nuovo inizio. Il silenzio non ci sta proprio a dire niente.
Mio voto: 7 / 10

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