Lago d’Averno 44 d.C
Dopo aver trascorso un periodo di villeggiatura a Baia, il senatore romano Publio Aurelio Stazio e l’amica Pomponia, si fermano nella villa di Gneo Plauzio, un ricco mercante di pesce.
La villa si trova sul lago d’Averno, la porta del regno degli inferi. Sul pavimento d'ingresso, i visitatori vengono accolti da un mosaico raffigurante un cane, cave canem (attenti al cane).
All’arrivo, il senatore però ha una brutta sorpresa: il figlio di Gneo Plauzio, Attico, è stato trovato cadavere la notte precedente nella peschiera delle murene.
Publio Aurelio viene invitato a trattenersi per fare da testimone alla stesura di un nuovo testamento, e apprende da Paolina, la nobile moglie di Gneo Plauzio, che sulla famiglia grava una maledizione scritta su una pergamena che la stessa Paolina ha trovato tra i gioielli della prima moglie di Gneo, una donna molto superstiziosa che si recava spesso a consultare la Sibilla Cumana
"Avvizziscono i rami degli alberi
piantati nel giardino.
Pesci, uccelli e insetti
ne fanno marcire i frutti.
Ma il pruno dell'orto
fecondato dallo stesso polline,
dissestato dalla stessa acqua,
cresce rigoglioso
e tutta la casa si nutre dei suoi frutti."
In realtà, Aurelio non crede affatto a superstizioni e vaticini, e la morte di Attico gli risulta subito strana. Quando poi viene trovato morto anche il fratello, Secondo, Aurelio è decisamente convinto che il Fato non c'entri nulla e inizia ad indagare, grazie anche all'aiuto dell'astuto servitore Castore.
Dopo un paio di false piste, Aurelio riesce a capire chi è l'assassino e perchè ha inscenato tutta la storia della maledizione.
Terzo libro della serie di Publio Aurelio Stazio. Ho visto una crescita nella capacità narrativa dell'autrice. Il romanzo è scorrevole, gli scambi di battute tra Aurelio e Castore sono sempre molto simpatiche. Stavolta, poi, Castore si invaghisce di Xenia, una serva di casa Plauzio, una dalle mani leste che gli tiene testa.
Sono tante le donne che girano in questo romanzo: da Paolina, seconda moglie di Gneo (che l'ha rubata al precedente marito, un militare di nome Marco Fabrizio da cui lei ha avuto un figlio, Lucio Fabrizio, anch'egli militare); poi Elena, la bellissima moglie di Attico, madre di Nevia, una sedicenne che gioca ad accalappiare gli uomini e che odia la madre senza conoscere il suo passato; e ancora Terzia Plautilla, terzogenita di Gneo con cui Aurelio ha avuto una storia in passato.
I personaggi non sono pochi, ma non ho fatto fatica a ricordarmeli perchè hanno delle caratteristiche ben definite.
La storia regge bene, si segue bene.
L'unica cosa che mi ha lasciata perplessa, è il prologo che viene fatto, dove si parla di un Aurelio ancora sedicenne, che si trova da un momento all'altro catapultato nel ruolo di paterfamilias... cioè, immagino il motivo per cui l'abbia messo proprio in questo romanzo (creando un parallelismo con la situazione di Silvio), però sembra un po' buttato lì.
Una lettura gradevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
***********************
Serie Publio Aurelio Stazio finora:
***********************
Serie Publio Aurelio Stazio finora:
1. Mors tua (1990)