Titolo originale: The High Mountains of Portugal (2016)
Lisbona, 1904: Tomás, un giovane uomo sconvolto dal dolore per la scomparsa della moglie e del figlio, legge su un vecchio diario la notizia di uno straordinario manufatto che, se scoperto, porterebbe a ridefinire la storia dell'uomo, e a ripensare il nostro rapporto con la natura e con il divino. E si mette a cercarlo.. Trentacinque anni dopo, un patologo portoghese, appassionatissimo lettore dei gialli di Agatha Christie, si trova a vivere una notte surreale, in cui è costretto a fare i conti con i momenti più difficili della sua vita, momenti che scopriremo essere direttamente connessi, in modo tragico e beffardo, alla ricerca di Tomás. Cinquanta anni più tardi, un senatore canadese, per sfuggire al dolore del ricordo della moglie morta, si rifugia in un piccolo paese nella regione delle Alte Montagne del Portogallo, dove però si presenta con uno strano compagno, uno scimpanzé. E sarà a questo punto che la ricerca iniziata da Tomás quasi un secolo prima troverà la sua inaspettata conclusione.. Con "Lo sguardo di Odo" Yann Martel conferma una volta di più di essere uno dei massimi esponenti contemporanei del realismo magico: in parte avventura, in parte storia di fantasmi, in parte favola contemporanea, questo romanzo parla del nostro rapporto con l'amore e con la sofferenza, con il soprannaturale e con la natura. Ricco di tenerezza e ironia, appassionante e movimentato, Lo sguardo di Odo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, nello spazio, e nell'animo umano. (goodreads)
Ho letto questo libro proprio perchè avevo gradito "Vita di Pi".
Questo libro è per chi apprezza il realismo magico, per chi accetta che accanto alla realtà esistano momenti di magia, momenti di "stravaganza" che cambiano la prospettiva delle cose.
Sembrano tre racconti a sè stanti, ma sono in realtà uniti da un filo che verrà svelato alla fine.
Nella prima parte, un uomo cammina all'indietro per elaborare il lutto. Poi scopre il diario di un missionario che osservava la tratta degli schiavi neri in Africa e decide di andare alla ricerca di un particolare manufatto lasciato in una chiesa delle montagne del Portogallo.
Nella seconda parte, un uomo aiuta una donna a capire come è vissuto il marito che lei trasporta in una valigia.
Nella terza parte, un uomo va a vivere con uno scimpanzè per imparare a vivere il tempo e non esserne dominati.
Intanto, sono perplessa dal fatto che in italiano il titolo è stato modificato in "Lo sguardo di Odo" (che è lo scimpanzè del terzo racconto) piuttosto che chiamarlo "le alte montagne del Portogallo" che rendeva l'idea di dove si svolgono tutte le tre vicende.
Onestamente, non ho capito dove voleva andare a parare. Cioè, è vero che il dolore (il lutto in particolare) ci fanno fare cose strane, ma mi pare che la chiusura delle storie faccia un po' acqua comunque. Ci sono un paio di scene che mi hanno scioccato (tipo il bambino della fine del primo racconto).
La scrittura di Martel mi piace molto, si legge bene, però se devo capire il significato che sta dietro alle storie narrate sono un po' in difficoltà. Forse dovrei rileggerlo, ma sinceramente non ne ho voglia.
Mio voto: 6 / 10
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