lunedì 26 ottobre 2020

L'ombra del vento - Carlos Ruiz Zafón


Titolo originale: La sombra del viento (2001)
Titolo in inglese: The shadow of the wind.

Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra. (www.ibs.it)

Non avevo mai letto niente di Zafon e ho trovato davvero bello questo libro.
La voce narrante è Daniel, che poi è anche il protagonista della storia. Quando suo padre lo porta al Cimitero dei libri dimenticati, Daniel viene attratto da un libro che si intitola "L'ombra del vento". Secondo la tradizione, del libro che ha scelto ne dovrà avere cura per tutta la vita. Questo scritto gli piace a tal punto che vuole leggere qualcos'altro del suo autore, Juliàn Carax, ma nessuno dei suoi libri pare recuperabile. Anzi, quello in suo possesso sembra addirittura essere l'ultima copia rimasta in circolazione. Tutto ciò rende Daniel curioso, e comincia ad investigare sulla vita di questo autore sconosciuto. Finirà travolto in una vecchia storia di amicizia e vendetta, finendo quasi per lasciarci la pelle. Nel frattempo, Daniel cresce, si innamora di Beatriz, sorella del suo migliore amico Tomàs, e nella sua ricerca viene affiancato da uno strano personaggio che si fa chiamare Fermìn Romero de Torres, un barbone dal passato misterioso a cui Daniel ha dato una seconda possibilità prendendolo a lavorare nella libreria con suo padre (e mai assunzione fu più azzeccata). Ma le investigazioni di Daniel risvegliano dei fantasmi che non dovevano essere svegliati, portando alla morte diversi dei personaggi che conoscevano Carax in passato. Particolarmente accanito è l'ispettore Fumero, che si è fatto strada nella polizia in maniera non proprio limpida, e che è assetato di vendetta nei confronti di Carax.
Le vicende di Daniel si intrecciano con le vicende di Carax, in una maniera molto armoniosa, a tratti quasi fossero la stessa persona.
Una lettura intrigante, di quelle che fai fatica a mettere giù, dove c'è una grossa componente di intrigo, ma anche tanto amore.
Ho letto che la serie del cimitero dei libri dimenticati è composta da quattro libri. Credo che li leggerò, prima o poi.
Mio voto: 9 / 10

mercoledì 21 ottobre 2020

w…w…w…wednesdays #160

   


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (160^ puntata - mercoledì 21 ottobre 2020)


1) cosa stai leggendo?
- L'ombra del vento - Zafon

2) cosa hai appena finito di leggere?
- L'uomo del futuro - Eraldo Affinati
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- la chiave di Sara - Tatiana de Rosnay

Aiuto, Poirot! - Agatha Christie


Titolo originale: Murder on the links (1923)

Un miliardario francese che ha fatto fortuna in Sud America convoca Poirot nella sua villa a Calais temendo di essere in pericolo di vita. Ma quando il celebre detective arriva sul posto, seguito dal fido capitano Hastings, scopre che l'uomo è stato rapito in piena notte sotto gli occhi della moglie da due banditi, che lo hanno poi giustiziato a poca distanza dalla casa, nel cantiere di un campo da golf in costruzione. L'indagine è stata affidata all'ispettore Giraud, il super asso della Sûreté, che ritiene Poirot una specie di fossile. Ma il piccolo belga ha invece un'ottima memoria e quell'omicidio stranamente gli ricorda un vecchio caso famoso, svoltosi nelle medesime condizioni.... (www.anobii.com)

Così a pelle, credo sia uno dei libri più belli di Agatha Christie. Scorrevole, la storia si segue bene, l'autrice non perde tempo a provare di darci falsi indizi per depistarci perchè Poirot ne ha già abbastanza a depistare l'ispettore Giraud. E poi, come spesso accade, il belga si diverte molto anche a fare il Cupido della situazione... Mi piace molto la coppia Poirot - Hastings, anche se Hastings combina dei bei pasticci... Hastings, peraltro, è l'io narrante del romanzo, almeno fino alle ultimissime righe. 
Come sempre, non capisco perchè il titolo è stato tradotto a caso, quando letteralmente sarebbe stato "morte sul campo da golf", e soprattutto perchè in copertina c'è una pistola quando il delitto è compiuto con un pugnale. Mah.
Molto gradevole.
Mio voto: 8 / 10

sabato 17 ottobre 2020

L'uomo del futuro - Eraldo Affinati


Titolo originale: L'uomo del futuro (2016)

A mezzo secolo dalla sua scomparsa, don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante. Ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, non troveremo soltanto la storia dell’uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha cercato l’eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri dei villaggi africani ai teppisti berlinesi, dagli adolescenti arabi alle suore di Pechino e Benares, fino ai preti romani, che sembrano aver dimenticato, per fortuna non tutti, la severa lezione impartita dal priore. (oscarmondadori.it)

Ho letto questo libro per il gruppo di lettura. Ammetto che, di mia scelta, leggendo la trama, non lo avrei mai letto. 
Ho impiegato quasi una settimana per leggere circa 180 pagine e questo, già di per sè, è un dato. La lettura è stata faticosissima. Innanzitutto, il rivolgersi al lettore in seconda persona (tu fai, tu vedi, tu senti, ...) mi ha proprio infastidito fin dall'inizio. Forse, se avesse scritto in prima persona sarebbe riuscito minimamente a coinvolgermi.
Il romanzo alterna brevi racconti delle esperienze di Affinati in giro per il mondo a capitoli un po' più lunghi in cui ripercorre materialmente il percorso fatto da Don Milani, da dove è nato a dove è morto.
Per quanto riguarda i capitoli dei suoi viaggi (che sono narrati in prima persona), mi sono chiesta che senso avessero. Cioè, toglierli da questo libro non cambierebbe nulla. Per quanto riguarda i capitoli su Don Milani, in realtà la vita del "priore" è giusto accennata, mentre sembra più un modo per esprimere delle ipotesi dell'autore su cosa Don Milani ha detto, o dove ha camminato, e cose simili. Il tutto, ripeto, utilizzando una seconda persona che mi distacca completamente da quello che lui dice.
A tratti mi è sembrato un libro un po' pretestuoso in cui l'autore dà sfoggio della propria cultura (va beh, è un insegnante in effetti). Da Don Milani partono tantissimi riferimenti ad altri personaggi: Pasolini, Anna Maria Ortese e tanti altri che non mi sono segnata, arrivando persino a padron 'Ntoni dei Malvoglia.
Sinceramente mi ha annoiato molto. Non vedevo proprio l'ora di finirlo per poter leggere altro. Non è sicuramente il libro per me. 
Dal momento che il mio giudizio si basa principalmente sulla mia esperienza di lettura, quella proprio è stata difficoltosa. 
Mio voto: 5 / 10

mercoledì 14 ottobre 2020

w…w…w…wednesdays #159

  


"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (159^ puntata - mercoledì 14 ottobre 2020)


1) cosa stai leggendo?
- L'uomo del futuro - Eraldo Affinati



3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- aiuto Poirot - Agatha Christie
- l'ombra del vento - Zafon 

giovedì 8 ottobre 2020

Britt-Marie è stata qui - Fredrik Backman


Titolo originale: Britt-Marie var här - 2014
Titolo inglese: Britt-Marie was here

Britt-Marie ha sessantatré anni, un marito che accudisce con dedizione, una vita da casalinga premurosa con l'ossessione per l'ordine e la pulizia. Ma cosa accadrebbe se scoprisse che il tranquillo Kent la tradisce da anni? Lo lascerebbe. E allora eccola qui, Britt-Marie, sessantatré anni, un po' in ansia per il futuro e un po' in preda alla nostalgia per il buon caffè di casa, mentre si registra (come una criminale!) all'ufficio di collocamento. Ora che vive sola, infatti, teme che, se dovesse capitarle qualcosa di brutto, nessuno se ne accorgerebbe. Meglio avere un lavoro allora. Fosse anche in un paesino sperduto, con un campo da calcio chiuso, una scuola chiusa, una farmacia chiusa, un negozio di liquori chiuso, un ambulatorio chiuso, un negozio di alimentari chiuso, un centro affari chiuso e una strada che porta in due direzioni. Abitato da adulti alcolizzati e ragazzini che passano il tempo giocando a calcio in un parcheggio. Britt-Marie atterra come un alieno nella piccola comunità di Borg, ma i suoi modi burberi e formali, la sua mania per la pulizia conquistano subito gli abitanti. Viene addirittura nominata allenatrice della squadra di calcio. E lei si lascia trascinare, in pochi giorni stringe amicizie e fa molte più esperienze di quante ne abbia mai fatte in tutta la sua vita. Così, quando un tragico evento sconvolge la comunità, Britt-Marie capisce che è venuto il suo momento di combattere. Dopo lo scorbutico e adorabile Ove, il protagonista del suo romanzo d'esordio che ha appassionato milioni di lettori, Fredrik Backman crea un altro memorabile eroe. Britt-Marie è stata qui è la storia di una trasformazione, di una donna e di un'intera comunità. Il racconto divertente e toccante su come anche la più burbera delle persone possa rivelarsi tenera e amorevole, e possa lasciare il segno nella vita degli altri, facendo ricordare per sempre di "essere stata qui". (ibs.it) 

Ho adorato il precedente libro di Backman. Ove era un vecchio brontolone dal cuore tenero, il romanzo mi era piaciuto tantissimo. Ammetto di aver scelto questo libro perchè mi completava due sfide, la color coded per le sfumature di verde e soprattutto la Bechdel della popsugar. 
Diciamocelo, Britt-Marie è una ca*acaz*o. E' una maniaca compulsiva del pulito, che non giudica gli altri no no. Mi ci è voluto quasi mezzo libro per entrare in sintonia con lei. Forse perchè Backman ha veramente calcato la mano sulle sue manie. E' molto triste il bagaglio che si porta dietro, veder morire la sorella in un incidente d'auto e sentirsi abbandonata completamente dalla madre. Innamorarsi di un uomo che la tradiva, sposarne il fratello che sembrava amarla e che invece la tratta come una schiava (oltre a tradirla). Aver paura di morire senza che nessuno si accorga di te. In effetti, su quest'ultima cosa ci sto molto male anche io.  
E' molto bello il percorso di crescita che fa. Libera da ciò che la incatenava, Britt-Marie finalmente può scoprire il suo lato tenero, in una comunità dove troppa gente si è arresa.  Mi è piaciuto molto il rapporto col ratto, a cui lei prepara gli snickers sul piattino in modo che non vada a mangiare in giro per il centro ricreativo. 
Mi chiedevo cosa avrebbe fatto nel finale. Non avevo considerato quello che ha deciso di fare. In effetti, per una volta ha scelto di mettersi al primo posto. "Ha!" 
Lettura piacevole ma un pelino lenta nella prima metà. 
Mio voto: 7 / 10 

Fahrenheit 451 - Ray Bradbury


Titolo originale: Fahrenheit 451 - 1953

«Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce.» 
Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall'incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica. (www.ibs.it)

Fahrenheit 451 è un romanzo di fantascienza nato dall'espansione di un racconto che si intitolava "The fireman". E' ambientato in una società distopica nella quale possedere libri è un reato e i pompieri hanno il compito non di spegnere gli incendi bensì di scovare chi detiene libri e bruciarli (con anche la casa intera).
Il titolo deriva dal fatto che l'autore aveva telefonato ad una caserma per chiedere la temperatura a cui brucia la carta e gli era stata data questa risposta.
Guy Montag è un pompiere, così come lo erano suo padre e suo nonno. E' convinto di quello che fa, finchè l'incontro con una diciassettenne un po' strana, Clarisse, gli mette in testa molti dubbi. In particolare, rimane sconvolto quando durante una chiamata, una donna preferisce morire bruciata coi suoi libri piuttosto che abbandonarli. Guy comincia a chiedersi cosa contengono i libri, e comincia a leggerne alcuni di quelli che, saltuariamente e di nascosto, ha rubato e nascosto. Il capitano Beatty comincia a capire cosa sta succedendo a Montag e gli dà un ultimatum; comprende che a volte i pompieri abbiano questa curiosità sui libri, ma poi devono sbarazzarsene. In realtà questo fatto aumenta ancora di più la sua curiosità, al punto da arrivare a leggere davanti alla moglie e alle sue amiche, moglie che lo denuncia. Una sera, quindi, i pompieri partono per una chiamata e Montag si rende conto che è la sua la casa da bruciare. La moglie Mildred se ne va in albergo, ma già da tempo non comunicano perchè lei è presa dagli auricolari e dalle tv che guarda di continuo. Il capitano Beatty costringe Montag a dare fuoco a casa propria, poi continua a provocarlo finchè non gli accende addosso il lanciafiamme. 
Montag scappa, e dietro consiglio di un vecchio professore, riesce a passare il fiume, seguire la vecchia ferrovia ed unirsi ad un gruppo di vecchi che sono scappati dalla città e che imparano i libri a memoria per tramandarli senza violare la legge. Il segugio robotico che lo insegue perde le sue tracce e la polizia, per non ammettere che ha fallito, decide di arrestare un poveretto che cammina per strada e spacciarlo per Montag. 
Poco dopo, sulla città viene sganciato un ordigno nucleare. Montag e i suoi compagni vedono la scena da lontano e decidono di tornare verso la città per vedere se possono dare una mano a ricostruire. 

Il libro è corto e diviso in tre parti. La scrittura in alcuni punti non è particolarmente fluida. Ci sono tante metafore sul fuoco, molti "giri di parole" per rendere una immagine che mi hanno appesantito la lettura. Il percorso di "risveglio" che compie Montag è molto rapido, quasi frettoloso. Quello che si capisce è che, probabilmente, anche il capitano Beatty è stanco di quello che fa, infatti a Montag stesso viene il dubbio perchè lo provoca e quando si vede puntare il lanciafiamme non fa nulla, sembra voglia morire. 
Pensare che i libri diventino illegali è raccapricciante, come lo è il fatto che quasi nessuno si ribelli. Tuttavia, il potere che esercitano le parole è sempre potente, e sempre ci sono persone pronte a lottare per ricostruire. 
Il finale, boh, mi ha lasciato perplessa. Oltre a questo clima di dittatura in cui tutto ciò che è socialità viene mal visto, pare ci sia una guerra che incombe e che, puntualmente, scoppia a fine libro. Non so se l'ordigno sganciato sulla città abbia un significato catartico, del tipo la città alienata viene rasa al suolo in modo che quelli che hanno avuto il coraggio di scappare per mantenere i propri pensieri possano ripartire da zero.. che sia così?
Un libro che osserva il mondo da una prospettiva interessante. 
Mio voto: 8 / 10

Il Nobel per la letteratura 2020 a Louise Glück

08 ottobre 2020 Il premio Nobel per la letteratura 2020 è andato a Louise Glück, poetessa e saggista americana, per "la sua inconfondibile voce poetica, che con austera bellezza rende l'esistenza individuale esperienza universale", come si legge nelle motivazioni rese pubbliche dall'Accademia di Svezia. 

È la sedicesima donna premiata con il Nobel dal 1901. La conferenza celebrativa del premio Nobel si terrà negli Stati Uniti per via delle restrizioni ai viaggi imposte dalla pandemia.
Già vincitrice del premio Pulitzer (nel 1993) del National Book Award, e  del "Us Poet laureate" nel 2003, la Glück è nata a New York il 22 aprile 1943, in una famiglia di origine ebraica ungherese, ed è cresciuta a Long Island. Vive a Cambridge, in Massachusetts, e insegna alla Yale University di New Haven, in Connecticut. 

 Nella sua produzione, che conta undici raccolte poetiche, autobiografia e mito classico sono temi dominanti; per il suo stile è stata spesso accostata a Silvia Plath, ad Anne Sexton e ad Emily Dickinson. Nelle motivazioni del Nobel, l'Accademia di Svezia ha sottolineato la sua ricerca di "chiarezza" nell'esprimere i suoi temi d'elezione - l'infanzia e la famiglia, il rapporto tra fratelli e sorelle, ma anche il dialogo intimo con la natura. Proprio sulla natura e la sua vita minuta è incentrata la raccolta vincitrice del Pulitzer, L'iris selvatico, edita in Italia da Giano. 

La Glück è la prima poetessa a vincere il Nobel dopo la polacca Wislawa Szymborska nel 1996. 
Nella sua biografia, l'anoressia di cui ha sofferto durante l'adolescenza e nel corso dei primi anni della vita adulta è stata un'esperienza centrale. Per combattere la malattia, la scrittrice intraprese un percorso psicanalitico, rinunciando a un certo punto a frequentare l'università. 

La sua prima raccolta di poesie, del 1968, si intitola "Firstborn"; in seguito, dopo alcuni anni di silenzio, ha pubblicato "The House on Marshland" (1975) e "The Triumph of Achilles" (1985), in cui ha trasposto la perdita di tutti i suoi oggetti personali per via dell'incendio della casa in cui viveva, in Vermont. 
Il vero riconoscimento tra i grandi poeti contemporanei americani è negli anni novanta, prima con la raccolta "Ararat" (1990), in cui fa i conti con la morte del padre, poi con "L'iris selvaggio" che la porterà a vincere il Pulitzer. Sono di questi anni anche i saggi raccolti in "Proofs & Theories: Essays on Poetry". 

Dopo l'11 settembre viene edito negli Usa il suo lungo poema "October", dedicato al trauma dell'evento.
A proposito del suo stile, il New York Times ha scritto nel 2003, quando è stata eletta "Us Poet Laureate" che si trattava di una "scelta ispirata", perché la Glück "eccelle nel fare ciò che solo la poesia lirica può fare: imitare la musica peculiare del pensiero stesso". 

La stessa autrice ha ribadito che la poesia non sopravvive "sui contenuti, ma attraverso la voce. Per voce intendo lo stile del pensiero, che lo stile del discorso non può sostituire mai in modo convincente".