martedì 30 novembre 2021

Le cattive - Camila Sosa Villada


Titolo originale: Las malas (2019)

Camila non ha ancora vent'anni quando si affaccia per la prima volta sulla zona più buia del Parco Sarmiento. Camila è una donna che ama, soffre, lotta. Camila è Cristian, un bambino che si prova di nascosto i vestiti della madre, i rossetti, gli orecchini, e trema alle sfuriate del padre. Camila è destinata a fare la puttana, a morire buttata in un fosso, così le hanno detto, così le hanno augurato. Questa è la storia di Camila e del gruppo di donne trans che diventerà la sua famiglia: c'è La Zia Encarna, madre protettrice con i seni gonfi di olio motore, c'è María la Muta, che sogna di volare, c'è La Machi, capace di curare ogni male. Ci sono le notti senza fine, le botte dei clienti, gli insulti, le fughe dalla polizia. C'è la scoperta di sentirsi diversi, il rifiuto dei genitori, la solitudine, la povertà. C'è un'ironia caustica, c'è tutta la gioia di un'identità finalmente propria e la voglia di vivere di un corpo che rinasce, che fiorisce. (ibs)

Se dovessi usare due soli aggettivi per descrivere questo libro, lo definirei crudo e toccante.
Il libro ha diversi riferimenti autobiografici dell'autrice (mentre altre parti sono romanzate), e ci parla dell'infanzia in cui Cristian scopre di non trovarsi bene nel corpo di un uomo, comincia ad avere i primi rapporti con altri uomini in un piccolo paese dove tutti sanno tutto di tutti. Da qui ad un certo punto deve scappare, anche da una famiglia per la quale è una vergogna, e si ritrova al Parco Sarmiento, zona in cui lavorano le donne trans e dove viene immediatamente accolta in questa stravagante famiglia dove però c'è affetto e aiuto reciproco. 
Camila non avrebbe mai voluto diventare una prostituta, ma quello è l'unico lavoro che una come lei riesce a trovare. E la vita di una trans non è per niente facile perchè ovunque va si attira gli sguardi (molto spesso sprezzanti) della gente, anche quando fa di tutto per passare inosservata. E c'è un grande odio di fondo che le trans provano per la gente "normale", gente spesso ipocrita perchè capace di insultarti di giorno e poi venirti a cercare di notte per fare sesso. E' una vita piena di pericoli, perchè spesso i clienti pensano di poter fare di loro quello che vogliono, e il rischio di venir picchiate è alto (oltre al discorso delle malattie..). In un contesto dove spesso gira anche droga e alcool a fiumi.
Le trans del Parco Sarmiento sono solidali l'una con l'altra, si aiutano, si tengono d'occhio. Qualcuna ha la fortuna di avere un fidanzato che accetta la loro condizione e la loro professione. Altre cercano per tutta la vita un amore che non arriverà mai. 
Un giorno al Parco Sarmiento, le trans trovano un bambino abbandonato. Sanno che dovrebbero portarlo alla polizia, ma una di loro, La Zia Encarna, quella che è un po' la madre di tutte loro, decide di tenerlo perchè quel bambino è arrivato lì per lei. Per quel bambino smetterà di lavorare, arriverà a rivestirsi da uomo per poterlo portare a scuola, fingendosi il padre, ma questo attirerà la cattiveria della gente fino ad una tragica conclusione.
Il libro mostra le vite di questo gruppo di donne che vivono nella paura, e accanto a loro ci vengono mostrati gli uomini che le frequentano, chi per abusarne e chi per vero affetto.
Ho letto questo libro per il gruppo di lettura online. La lettura è molto scorrevole, nonostante la crudezza di alcuni episodi, nonostante la profondità di alcune riflessioni che sono un pugno nello stomaco. Allo stesso tempo, il libro è pieno anche di momenti teneri.
Lo consiglio. Anche per ricordarsi, ogni tanto, che a volte dovremmo mettere da parte i pregiudizi e provare a vedere la situazione che sta dietro alla persona che abbiamo davanti.
Mio voto: 8 / 10

lunedì 29 novembre 2021

Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi


Titolo originale: Sostiene Pereira (1994)
Titolo inglese: Pereira Maintains

Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe. (ibs)

Il romanzo è ambientato a Lisbona nel 1938, nel pieno del regime dittatoriale salazarista mentre la guerra inizia ad ammorbare l'Europa. Il dottor Pereira è un giornalista che ha abbandonato le rubriche di cronaca nera per dirigere la rubrica culturale di un quotidiano pomeridiano, il Lisboa. E' un uomo solitario e tranquillo, dedito solo alla letteratura, con una particolare predilezione per quella francese, e ha l'abitudine di parlare col ritratto di sua moglie, morta qualche anno prima di tisi. Pereira è obeso, cardiopatico e praticamente tutti i giorni pranza al Café Orquidea ordinando sempre le stesse cose, omelette alle erbe aromatiche e limonata.
Un giorno Pereira, leggendo un brano tratto da una tesi di laurea che parla della morte, ne resta piacevolmente colpito e decide di contattare l'autore per offrirgli un posto come collaboratore della rubrica da lui curata. L'autore, un giovane di origini italiane di nome Francesco Monteiro Rossi, accetta senza titubanze. Pereira lo prende così in prova, proponendogli di scrivere dei "coccodrilli" cioè dei necrologi anticipati di personaggi celebri ancora in vita, in modo che siano pronti per pubblicarli in caso di morte improvvisa del soggetto. Monteiro Rossi, tuttavia, propone necrologi di personaggi come D'Annunzio o Marinetti dei quali attacca soprattutto l'adesione al fascismo. Ovviamente, a causa del contenuto fortemente politico e avverso al regime, Pereira si rende conto che non sono pubblicabili.
Tuttavia, Pereira rimane in qualche modo coinvolto da questo ragazzo, paragonandolo spesso al figlio che non ha mai avuto, capisce che si sta cacciando nei guai, influenzato anche dallo spirito rivoluzionario della fidanzata Marta, e decide di non licenziarlo ma di pagarlo di tasca propria.
Poco tempo dopo Pereira si prende una settimana di ferie per curare la sua cardiopatia presso la clinica talassoterapica di Parede, dove conosce il dottor Cardoso, al quale confida il senso di inquietudine che prova da un po' di tempo e Cardoso gli espone una teoria ipotizzata da psicologi francesi: la teoria della confederazione delle anime. Secondo tale teoria, ogni persona non ha una sola anima ma una confederazione di anime tra le quali ne domina una, un io egemone, e talvolta può accadere che una di queste anime si rafforzi al punto da spodestare l'io egemone e prendere il sopravvento, determinando così una vera e propria metamorfosi; l'inquietudine di Pereira potrebbe essere quindi il preludio di un grande cambiamento. Cardoso gli dice anche di uscire dal passato e provare a vivere nel presente.
Pian piano, Pereira inizia a prendere consapevolezza della realtà del regime in cui vive, tutte cose cui non aveva fatto molto caso, isolato com'era dalla vita reale. Un giorno Monteiro Rossi, che aveva cercato rifugio nella casa di Pereira, viene interrogato, picchiato e ucciso da due loschi individui che si dichiarano uomini della polizia politica. Da questo delitto Pereira trarrà la forza per agire: con uno stratagemma azzardato (chiede al dottor Cardoso di fingersi un funzionario della censura che dà il consenso alla pubblicazione dell'articolo quando Pereira gli telefonerà dalla tipografia), riesce a far pubblicare sul giornale quello che è insieme il necrologio di Monteiro Rossi e un articolo di denuncia verso il regime, costruito con sottile e sapiente ironia. Subito dopo prepara la valigia e fugge dal Portogallo. Da intellettuale abitudinario e pigro, Pereira arriva a compiere un gesto di ribellione al regime, che diventa un importante momento di riscatto.

Il libro parte un po' lento al punto che mi stavo chiedendo se proseguire o cercare qualcos'altro che parlasse del Portogallo. Poi ho proseguito ed, in effetti, diventa molto interessante. Pereira, pur essendo un giornalista, non si interessa a nient'altro che non sia la letteratura. Ciò che succede nella sua città lo scopre da alcune scarne conversazioni col barista del Café Orquidea, almeno finchè non irrompe nella sua vita Monteiro Rossi e, a poco a poco, si fa totalmente coinvolgere da questo ragazzo che potrebbe essere il figlio che non ha mai avuto. Il colpo finale, in cui riesce a beffare il tipografo e la censura, è qualcosa di spettacolare, un vero e proprio riscatto di un uomo che finalmente prende consapevolezza della situazione politica e si schiera apertamente contro, uscendo anche dall'anonimato con cui scriveva i suoi articoli culturali. 
Sarà stato fatto apposta, ma mi ha dato un po’ fastidio il verbo “sostiene” ripetuto migliaia di volte.
Da quello che ho capito, il libro prende spunto da una storia realmente esistita.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

mercoledì 24 novembre 2021

Tre giri di chiave - Walter Serra


Titolo originale: Tre giri di chiave (2014)
 
Gabriele Casadei è il direttore di una piccola banca locale, nella Repubblica di San Marino. È un ragazzo giovane, bravo e responsabile sul lavoro, ha un sacco di amici, ma soprattutto ha una ragazza, Monica Melandri, di cui è molto innamorato. Una mattina, mezz'ora prima che suoni la sveglia, Gabriele viene destato dal campanello di casa: chi lo vuole a quell'ora? È la polizia, che irrompe nell'appartamento accusandolo di essere l'assassino di Monica, che lui aveva lasciato addormentata sul divano dell'appartamento di lei solo poche ore prima. Così, Gabriele si ritrova sbattuto all'improvviso dentro a un incubo di cui non vede la fine, solo, ad affrontare rimorsi e angosce nella sua minuscola cella. Solo, ma non rassegnato. (ibs)

ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama

Credo di inserire questo libro nella (mia) categoria "libri con storia interessante ma...".
Gabriele sta con Monica da sei mesi, sono innamoratissimi. Una mattina lei viene trovata accoltellata in casa. La polizia è stata chiamata dalla vicina di casa che ha notato del sangue sulla maniglia della porta.
L'ultima persona a vederla viva è stato proprio Gabriele, il quale però continua a dichiararsi innocente perchè la amava da morire, non le avrebbe mai fatto questo ed è affranto dal sapere cosa le è successo. Oltretutto, avendo bevuto un po’, ha la memoria un po’ offuscata. Eppure le prove portano solo a lui. L'arma del delitto, un coltello che lei teneva in un ceppo in cucina, viene ritrovato nel cortile di lui, ovviamente solo con le sue impronte sopra (peraltro ti viene da chiederti quale pirla lancerebbe l'arma del delitto nel proprio giardino?). Gabriele finisce nelle carceri di San Marino, dove si rode dal dolore e dal fatto di non sapere come proseguono le indagini. Il commissario incaricato, in effetti, non è che si dia tanto da fare, per lui il caso è risolto. Solo un paio di secondini provano ad aiutare Gabriele a trovare alcuni indizi. Gabriele è assolutamente convinto che il colpevole sia la vicina di casa, Marika, quella stessa vicina che ha visto il sangue sulla porta e che ha detto ai poliziotti che li sentiva spesso litigare (e non era vero).
Il libro è pieno di situazioni abbastanza improbabili, dalla poliziotta che lo possiede durante un temporale, a lui che scappa dall'ospedale col camice e gli stivali di gomma attraverso un condotto delle luci, diventa una specie di rambo che si nasconde nei boschi, arriva a scoprire che Marika fa da palo ad un'organizzazione che spaccia droga e diventa quasi l'eroe della storia. Senonchè, probabilmente tutto questo pezzo della vicenda è inventato (e non capisco da quando in realtà..). Il finale è confuso, perchè alla fine, comunque, in carcere ci va lui. (giuro, non ho capito se la vicenda della villetta della droga è vera o meno!)
Poi c'è una seconda parte. Il libro riprende da vent'anni dopo, quando Gabriele è già uscito di prigione, si è trasferito a Rimini e lavora alle ferrovie, ogni tanto come controllore e più spesso all'ufficio degli oggetti smarriti. Ad un certo punto conosce una ragazza che si chiama Lara, che ad un semaforo sta fermando le macchine chiedendo aiuto perchè la nonna non risponde al telefono. Nessuno la aiuta, tranne Gabriele, che ora è diventato un buon samaritano (in realtà non era una persona cattiva nemmeno prima) e decide di dare credito alla ragazza accompagnandola dalla nonna. La signora in effetti sta male, chiamano l'ambulanza e riescono a salvarla. Ne nasce una storia con questa ragazza un po' schizzata, che lo vuole ma non lo vuole, che lo ama ma non sa se lo ama. Questa ragazza si scopre essere bisex ed ha una storia con una ragazza di colore manesca che non ha gradito molto il fatto di essere stata tradita con un uomo. Ne nasce uno strano triangolo, grazie al quale Gabriele si rende conto di cosa non aveva capito di Monica e Marika. A quel punto verrà fuori la verità e il commissario dovrà ammettere che il caso di Gabriele è stato un caso di errore giudiziario.

Non è stato facile trovare un libro ambientato a San Marino, ma ci sono riuscita e questo è, non solo ambientato a San Marino, ma anche scritto da uno scrittore sammarinese.
L'idea dell'errore giudiziario è interessante, e probabilmente capita anche più spesso di quello che viene fatto sapere. Tuttavia la trama mi è sembrata un po' troppo "cinematografica" e con delle situazioni proprio di dubbia credibilità.
Personalmente, come dicevo, non ho capito se la sparatoria alla fine della prima parte c'è davvero stata o meno. Ma va beh, non ha cambiato il fatto che in galera ci è comunque finito e che la polizia non è presa molto la briga di cercare altre piste, anche laddove gli indizi erano un po' dubbi.
La seconda parte immagino che sia la scusa per far capire a Gabriele il tassello mancante del caso (peraltro ipotizzabile anche prima...) e per fargli capire che, nonostante il dolore, la vita è andata avanti e deve ricominciare a vivere anche lui.

Lettura carina ma non mi ha entusiasmato purtroppo. Al di là di alcuni elementi esagerati nella trama, l’idea di base è interessante ma è la scrittura che non mi ha trasmesso le emozioni che avrebbe potuto.
Mio voto: 6 e mezzo / 10.

w…w…w…wednesdays #178

  "w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (178^ puntata - mercoledì 24 novembre 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- le cattive - Camila Sosa Villada

2) cosa hai appena finito di leggere? 
- Atti di sottomissione - Megan Nolan
- Tre giri di chiave - Walter Serra

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- a grandezza naturale - Erri De Luca
- l'ultimo amore di Baba Dunja - Alina Bronsky


lunedì 22 novembre 2021

Tre cavalli bai - Margita Figuli


Titolo originale: Tri gaštanové kone (1940) 
Titolo in inglese: Three Chestnut Horses 
 
"A me personalmente, però, è più caro il romanzo Tre cavalli bai, che racconta un lungo quanto drammatico e doloroso amore, ambientato nella mia regione" dichiarava la slovacca Margita Figuli in un'intervista di qualche anno fa sulle ragioni della sua letteratura. Sullo sfondo di una vita di frontiera, in paesaggi aspri e montani, popolati di contrabbandieri di cavalli, vagabondi, avventurosi mercanti, viaggiatori e contadini dall'esistenza stentata, osti e osterie che funzionano come stazioni di posta di una specie di Spagna continentale centroeuropea (o di Sicilia centrale e mineraria, o di Portogallo settentrionale, a forzare la fantasia: ma, come insegnano gli storici della lunga durata, ogni regione europea è una specie di riassunto regolare di tutto il continente), si svolge l'amore di Peter e Magdalèna. Ed è un amore aspro netto ed estremo, nobile e sensuale come il paesaggio e l'ambiente da cui prende vigore il dramma. (goodreads)

ATTENZIONE: contiene spoiler sul finale

Peter e Magdalèna sono amici fin da quando sono piccoli. Lui aspetta solo che lei cresca abbastanza per poterla chiedere in moglie, perchè da sempre è lei che ama con tutto il cuore. Nel frattempo, lavora come venditore di legname e deve viaggiare per il paese, quindi viene considerato un vagabondo.
Una sera rientrando dalla frontiera polacca, si imbatte in due contrabbandieri di cavalli. Uno è Jozko Gregus, cugino di Magdalèna, l'altro è Jano Zàpotocny un ricco proprietario terriero che sta per chiedere la mano di Magdalèna. Quest'ultimo è veramente un becero e disgustoso personaggio, che la sera prima di fidanzarsi non si fa problemi ad andare a trovare la sua amante. 
Quando arrivano tutti e tre a casa di Magdalèna, il padre di lei accoglie molto affettuosamente Peter, e Jano è talmente geloso che cerca di far del male al suo cavallo, ma Peter lo ferma in tempo. Tuttavia, quella sera, Magdalèna ha un incidente proprio nelle stalle e Peter, che arriva in suo soccorso, reputa sia meglio portarla dentro casa della madre. La madre vede di pessimo occhio Peter, mentre vuole disperatamente che la figlia sposi Zàpotocny in quanto diventerebbe la massara più ricca del paese. Purtroppo Magdalèna farà di tutto per ritardare la decisione ma alla fine la perfida madre la costringerà ad accettare la proposta di Zàpotocny. 
Alla festa dei fuochi di San Giovanni, Peter e Magdalena riescono a rimanere soli e lui le confida il suo amore. Lei gli dice che rimanderà il matrimonio con Zàpotocny  il più possibile finchè lui non avrà costruito una casa per loro due e si manterrà pura per lui. Quella stessa sera c'è una zuffa tra Peter e Zàpotocny (che in realtà ha architettato una messa in scena proprio per farli stare soli e sentire le loro intenzioni) e lei dirà a Peter di andarsene. Si ritroveranno quando lui sarà pronto con la casa e quando lei vedrà tre cavalli bai attaccati insieme, là si incontreranno.
Peter torna al suo paese e con l'aiuto di due zii, riesce a edificare una casetta sulle ceneri di dove è bruciata quella dei suoi genitori. Lavora di giorno e poi si dedica alla casa dopo lavoro. Prima lavora in falegnameria poi quando la crisi lo porta ad essere licenziato, si dedica al commercio di cavalli. Non dandosi mai per vinto, riesce a sistemare la casa e a comprare i tre cavalli bai. A quel punto torna al Paese di Magdalèna, dove purtroppo scopre che lei è sposata con Zàpotocny e si scoprirà che la notte dei fuochi, dopo che lui è andato via, Zàpotocny  l'ha presa con la forza e quindi i genitori l'hanno costretta a sposarlo. Zàpotocny ha comprato dei cavalli facilmente imbizzarribili e costringe Magdalèna ad accudirli, riempiendosi di lividi. A sei mesi ha pure perso il bambino che aspettava. Questo schifoso individuo si diverte a frustare a sangue i cavalli costringendo lei a tenere la cavezza e sopportare il tutto. 
Quando Zàpotocny si trova davanti Peter, crede di aver visto un fantasma, e la sua cattiveria aumenta ancora. Prima Magdalèna si ammala e quasi è in punto di morte, e appena si riprende la costringe a tenere fermo un cavallo mentre lui gli sta marchiando la parola "vagabondo" sul corpo. Senonchè, quando appoggia il ferro rovente sull'unico occhio ancora sano, il cavallo impazzisce e lo prende a calci, uccidendolo sul colpo. A quel punto Magdalèna e Peter possono coronare il loro sogno d'amore, anche se lei avrebbe voluto mantenersi pura per lui, lui riesce a convincerla che l'unica cosa che importa è quello che vivranno insieme da quel momento in poi. 

"Magdalèna, dopo tanta stanchezza, mi si è assopita in braccio, e non voglio destarla. Sono felice che riposi; e che accanto a me abbia trovato la quiete dopo tutti quei giorni e quelle notti affannosi. E non chiesi altro, per me, se non che ciò che ci ha unito rimanga intatto per sempre fra di noi"

In realtà, raccontata così è una storia come tante altre. Leggerla è molto emozionante. Ho trovato questo libro per caso, cercavo qualcosa sulla Slovacchia, impresa non così facile. La lettura è scorrevole, si sente ciò che prova Peter, la sua speranza, il dolore, la forza d'animo di non darsi per vinto, l'immenso rispetto che ha nei confronti di Magdalèna. E soprattutto, pur avendone la possibilità di uccidere Zàpotocny, decide di non farlo per non vivere con questo peso addosso per il resto dei suoi giorni. 
Zàpotocny è un personaggio spregevole, per come si comporta con Magdalèna e coi cavalli, povere bestie. Altro personaggio sgradevole è la madre di Magdalèna, a cui interessano solo i soldi di Zàpotocny. Assolutamente nullo il padre di lei che lascia far tutto alla moglie. Mi è piaciuto anche il curato, che appare solo nelle ultime pagine e dice chiaramente a Zàpotocny  che se Magdalèna muore è stato lui ad ucciderla.
Davvero una gradita lettura, molto emozionante.
Mio voto: 8 e mezzo / 10

domenica 21 novembre 2021

Il gatto che viveva alla grande - Lilian Jackson Braun


Titolo originale: The cat who lived high (1990) 

L'ormai famoso trio investigativo Qwilleran, Koko e Yum Yum, creato dalla penna di Lilian Jackson Braun, é di nuovo in azione. Jim Qwilleran parte alla volta della grande città per tentare di salvare da una brutta sorte un lussuosissimo edificio, il Casablanca, sorto nel lontano 1901. Ma al Casablanca c'é qualcosa di strano, qualcosa di sinistro che pare gravare sul palazzo e su alcuni dei suoi "eccentrici" inquilini. Qwilleran decide di darsi da fare e, con l'aiuto dei suoi due gatti, inizia a investigare per capire che cosa é successo e che cosa sta per succedere al Casablanca. Un'altra avventura originale, ingegnosa, insolita e... misteriosa, che non mancherà di riscuotere successo e simpatia. (goodreads) 

 Il libro si apre con la notizia che "Giù in basso" qualcuno ha sparato a Jim Qwilleran mentre stava guidando e che lui è morto carbonizzato nell'auto che ha preso fuoco. Mentre tutti a Pickax sono disperati, la narrazione riprende da qualche tempo prima, quando Qwill ha deciso di andare, appunto, nella sua precedente città perchè una vecchia conoscenza gli chiede di far sì che la fondazione Klingenshoen si prenda a cuore questo palazzone chiamato "Casablanca", famosissimo in tutta la città, un tempo casa di ricchi personaggi e ora abitazione di una umanità variegata, tra cui una misteriosa contessa, figlia di colui che realizzò il palazzo nel 1901. Nonostante tutti gli dicano di non andare perchè la città è troppo pericolosa, Qwill decide diversamente perchè non ne vuole sapere della neve che sta per arrivare a Pickax.
Il Casablanca è l'unico albergo che accetta gatti, e gli viene assegnato l'appartamento all'ultimo piano (il quattordicesimo, che poi sarebbe il tredicesimo ma per scaramanzia i piani passano dal dodicesimo al quattordicesimo). In questo appartamento, pochi mesi prima, la gallerista d'arte che lo abitava è stata uccisa, cosa che Koko scopre subito. Dell'omicidio è stato accusato il suo protetto (appassionato pittore di funghi) che subito dopo si è suicidato buttandosi giù dal tetto. Ma Koko non è d'accordo con questa teoria.
Tutta la storia parla della curiosità di Qwill per questo palazzo, al punto da cominciare ad avere l'idea di fare un vero libro che lo racconti, mentre riesce a convincere la fondazione Klingenshoen a deliberare di acquistarlo per restaurarlo e portarlo agli antichi albori, strappandolo di mano agli speculatori edilizi che già lo vedono raso al suolo e sostituito da un complesso più moderno. Ma le cose finiranno diversamente, mentre Qwill (o Koko...) riesce a scoprire davvero chi ucciso Dianne.

Il libro si legge bene, anche se è pieno di dettagli e descrizioni di stili architettonici e altre cose e del delitto si parla relativamente poco. Mi piace Koko che dà i suggerimenti a Qwilleran giocando a scarabeo e combinando disastri in casa. E' carino, anche se molto triste, il personaggio della contessa che è rimasta ferma agli anni venti. 
Non è proprio chiarissima la soluzione del caso e il perchè abbiano rubato la macchina di Qwill (immagino sia stato un caso fortuito e basta..).
Qwill ha anche il tempo di riflettere sul suo rapporto con la grande città, e si rende conto che gli manca Pickax con tutti quei suoi abitanti a cui ormai si è affezionato.
Mio voto: 6 e mezzo / 10


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Serie "Il gatto che...":

2) Il gatto che mangiava i mobili  
3) Il gatto che accendeva il registratore  
5) Il gatto che amava Brahms 

domenica 14 novembre 2021

Addio a Wilbur Smith

13 novembre 2021.
Wilbur Smith, è venuto a mancare all’età di 88 anni a Cape Town, in Sudafrica.
A dare notizia della morte è stato il suo sito: “Se n’è andato in modo inaspettato, dopo una mattinata di lettura e scrittura, con al fianco la moglie Niso”.

Scrittore bestseller, Wilbur Smith era amatissimo dal pubblico italiano. I suoi libri, venduti in milioni di copie nel mondo, nascevano da una profonda conoscenza personale del continente africano e di molti altri luoghi dove l’autore è vissuto.

Wilbur Smith era nato nel 1933 nella Rhodesia del Nord (l’attuale Zambia), ma era cresciuto e aveva studiato in Sudafrica. Si è dedicato a tempo pieno alla narrativa dal 1964.

Dopo i primi romanzi, usciti senza particolare successo presso altri editori italiani, nel 1980 la casa editrice Longanesi pubblicò "Come il mare", affermando Smith presso una vasta comunità di lettori. Sarà il primo di decine di romanzi di successo, storie avvincenti che spaziano dall’Asia all’Africa alle Americhe e dall’antico Egitto ai giorni nostri, veri e propri classici del genere.
Da pochi giorni HarperCollins ha pubblicato il suo ultimo romanzo, "Il nuovo regno".

Intervistato da Repubblica nel 2018, aveva raccontato: “Voglio essere ricordato come qualcuno che ha fatto divertire milioni di lettori“. E aveva anche parlato del rapporto con suo padre: “Mi ha insegnato tanto: sulla vita, sugli uomini, sugli esseri viventi, gli animali, gli uccelli, le piante. Ho capito che è lui l’origine di tutte le mie avventure“.

E in una precedente intervista, con Mangialibri aveva detto: “Nascere in Africa è stata di gran lunga la cosa più importante della mia vita. L’Africa è uno scrigno di tesori e di racconti, ha una disponibilità infinita di storie”. (illibraio.it)



Apprendo questa notizia con un po' di tristezza. Anni fa avevo letto alcuni dei suoi romanzi, tra cui la saga dei Courtney, quando probabilmente non ero ancora in grado di capire bene ciò di cui parlava. 
"Come il mare" fu il primo libro suo che lessi, scelto a caso perchè parlava di mare, appunto. Sono anni che avrei piacere di rileggerlo...

sabato 13 novembre 2021

Stardust - Neil Gaiman


Titolo originale: Stardust (1998)

In una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristan, per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristan non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella... (ibs)

Carino. Una favola, a mio parere con alcune parti non proprio da bambini e altre un po' splatter. 
Tristran è un ragazzo che rincorre una stella cometa caduta per poterla portare alla ragazza di cui è invaghito. E per fare ciò vivrà una serie di avventure sia prima di raggiungere la stella sia dopo quando la deve riportare al paese di Wall (e lei è costretta a seguirlo perchè avendole salvato la vita ora sono legati per sempre). Oltre a loro ci sono le vicende dei sette fratelli Stormhold e delle tre vecchie streghe che anche loro cercano la stella. Alla fine del libro si capirà come sono collegati tra loro.
Dicevo, il libro è carino. Gran bella idea però la lettura non è stata magica come avrebbe potuto. Ci sono parti in cui si dilunga su dettagli non particolarmente utili e altre in cui procede fin troppo spedito.
Il finale mi è parso un po' frettoloso (e intendo tutta la parte da quando ricomincia il mercato, quindi anche la storia dell'uccello della bancarella). Ovviamente, Tristran è un ragazzo buono e si rende conto che la stella è diventata per lui qualcosa di più di un trofeo.
Ho letto in alcune recensioni che il film è meglio.. non l'ho visto, ma magari provvederò.
Mio voto: 7 / 10

mercoledì 10 novembre 2021

Italia mon amour - Vladimir Lorcenkov


Titolo originale: Vse tam budem (2006)

Il piccolo villaggio moldavo di Larga è in preda a una mania collettiva: raggiungere l’Italia, il paese dove per tutti c’è la possibilità di un lavoro ben pagato e di un futuro felice. Gli abitanti del villaggio inseguono il loro sogno di benessere con qualunque mezzo: trattori volanti, crociate di massa, sommergibili a pedali, vendita di organi, camuffamenti collettivi… L’ossessione per un’Italia idealizzata (e purtroppo inesistente), via di fuga dalle disgustose condizioni di vita moldave, contagia tutta la nazione, dal contadino più povero fino alla massima autorità politica del paese, il presidente Voronin, che sogna di aprire una pizzeria in una cittadina del nord Italia.
Il romanzo ride e riflette sul sogno e la fuga, sui disagi e i desideri, e tanto più farà riflettere noi italiani, anche se i veri protagonisti sono i moldavi. Con spietata ironia la Moldavia è descritta come un paese senza speranza, ancora fermo a un’economia pre-industriale, dove le ragazze sognano di fare le colf nelle case italiane, e gli uomini di lavorare nei cantieri come manovali a nero. La trama si frantuma in tante piccole storie di sopravvivenza quotidiana e di tentata emigrazione: le fughe rocambolesche dei personaggi assumono forme esilaranti e macabre, ma i confini dell’Italia e dell’Unione europea, rappresentati dalla vicina Romania, si rivelano invalicabili per chi vive in quel pezzo di Europa orientale che sembra destinato all’oblio.
Riusciranno alla fine i due “eroi”, Serafim e Vasilij, che tentano di emigrare via cielo e via mare modificando la carcassa di un trattore, a portare nel nostro paese le due anime della Moldavia, quella artistica dell’umanista, innamorato della scultura di Michelangelo, e quella pratica del trattorista, che si commuove alla parola Fiat?   (atmospherelibri.it)

Sempre nel mio giro per l'Europa, ho trovato questo libro di autore moldavo e ambientato in Moldavia, che ha vinto il Russian Literary Prize (per libri di narrativa scritti in russo da autori che abitano fuori dalla Russia).
Il libro è un ironico, a tratti grottesco, ritratto della Moldavia, paese povero in cui un molte persone vedono l'Italia come il paradiso in terra, dove poter trovare lavoro, dove le città sono sicure e pulite. Ma non facendo ancora parte della UE, per i cittadini moldavi è quasi impossibile arrivare in Italia perchè le autorità non concedono il visto. Devono allora affidarsi a truffatori che dicono di poterli aiutare e invece spillano loro solo dei soldi senza farli uscire dal paese o, se ci riescono, ai cittadini espatriati vengono riservati lavori ignobili (tipo la prostituzione per le donne). Oppure lanciarsi in crociate che partono con pacifiche intenzioni e poi diventano una scusa per saccheggiare le città che attraversano.
Lorcenkov disegna uno scenario piuttosto degradato, ma pieno di persone che non si danno per vinte. E descrive la grossa corruzione delle autorità che dovrebbero aiutare i cittadini e invece non fanno nulla. 
Per qualcuno l'Italia è un sogno che coltiva fin da bambino, ed è disposto a provare ad arrivarci anche volando su un trattore o pedalando su un sottomarino improvvisato. Per qualcun altro l'Italia non esiste, è l'inferno, va conquistata per diffondervi la fede ortodossa.
Libro interessante. Con un fondo molto amaro, ma scritto davvero con ironia e scene al limite del grottesco, con dei personaggi fuori di testa.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

giovedì 4 novembre 2021

Andorra - Peter Cameron



Titolo originale: Andorra (1997) 

Lasciatosi alle spalle San Francisco insieme a quel che gli era necessario lasciare "cioè tutto", Alex Fox approda a La Plata, la soleggiata capitale del minuscolo stato di Andorra, dove spera di poter cominciare una nuova vita. E la scelta sembra quanto mai azzeccata: "chiunque viva in Andorra viene considerato suo cittadino" recita la costituzione, e in effetti sono in molti a mostrarsi subito ansiosi di conquistare le simpatie del nuovo arrivato. Come Mrs Reinhardt, anziana ospite dell'unico albergo in città, che chiede ad Alex di leggere per lei; o Sophonsobia, matrona della potente famiglia Quay, che certo non sarebbe contraria a una liaison tra lui e l'amabile figlia Jean; o i coniugi Dent, che ben presto lo mettono a parte dei lati meno limpidi del loro matrimonio. Man mano che approfondisce le sue nuove conoscenze, sempre più coinvolto nella vita sotterranea di Andorra, Alex si renderà conto di non essere il solo a fuggire dal proprio passato, fino a scoprire "le stanze grigie e senza finestre dietro al favoloso scenario". E quando due cadaveri emergeranno dalle acque del porto di La Plata con chiari segni di morte violenta, lui sarà fra i principali indiziati: la tragedia, è fatale, non può essere trascesa, né cancellata o dimenticata. (ibs)

Leggendo la trama, penso che chiunque si aspetti che nel libro ci sia qualcosa di "giallo". Invece i due cadaveri sono buttati lì a caso, nel senso che non ci è dato sapere chi sono nè se si scopre chi li ha uccisi. Penso che siano lì giusto per trovare una scusa per togliere il passaporto ad Alex e costringerlo a non uscire da Andorra.
Alex è un ex architetto-libraio che ad un certo punto, per scappare dalla sua vita precedente, decide di andare a vivere in Andorra, posto di cui ha letto in un vecchio libro e che lo ha sempre affascinato. La cosa che gli dirà Mrs Reinhardt è che la scrittrice di quel libro non è veramente mai stata ad Andorra ma ha lavorato di fantasia. In ogni caso, Alex è affascinato da questo piccolissimo stato e dalla piccolissima capitale che praticamente visita in una giornata. Seppur mi sovviene un dubbio: Andorra non è mica sul mare...
Diciamo che Andorra potrebbe essere una metafora di un qualcosa, forse un luogo di pace che cerchiamo quando abbiamo bisogno di ripartire da capo, un posto in cui nessuno ci conosce, non facilmente raggiungibile, dove la gente si fa abbastanza i fatti propri (a parte Mrs. Dent). Rimane il fatto che quando abbiamo avuto un trauma, qualunque sia il posto in cui andiamo, ci verrà sempre dietro. Ed è ciò che succede ad Alex. Lui pensa che in quel nuovo paese possa trovare un nuovo inizio, diventare un uomo diverso, ma credo che dai suoi comportamenti (soprattutto con Mrs. Dent e Jean) faccia chiaramente capire che è un uomo bugiardo e banderuola, inseguito da una tragedia, ma che si lascia comunque trascinare da modi di fare ambigui. Parte come personaggio "buono" per il quale puoi anche provare comprensione ma a mano a mano che procede il libro viene fuori la sua negatività.
Insomma, non voglio svelarvi il finale, ma ormai non mi aspettavo niente di diverso. Aspettavo che facesse la confessione che effettivamente ha poi fatto.
Mah. Libro che non mi ha fatto impazzire, forse per la inesistente sintonia che ho trovato col personaggio. Non mi è piaciuto il modo con cui "gioca" con le due donne, perchè tale è il suo comportamento. La scrittura non è male, ma tutta la storia mi è venuta un po' a noia, perchè è un libro molto lento che forse sperava in un finale shock (?). Anche a livello di riflessioni mi ha dato poco.
Non so proprio che idea farmene, so che non mi ha lasciato molto.  
Mio voto: 6 / 10

Damon Galgut vince il Booker Prize 2021

Damon Galgut con "La promessa", in libreria da oggi (4 novembre) per la casa editrice e/o, vince il Booker Prize 2021, il più prestigioso premio letterario di lingua inglese. 
L’autore, nato a Pretoria nel 1963, è tra gli scrittori di maggiore successo della generazione letteraria sudafricana post-apartheid. Vive a Città del Capo, in Sudafrica. 
Era già stato due volte nella shortlist del Booker ed era uscito da quelle finali deluso per la mancata vittoria.

Il libro, la nona opera di Galgut, racconta la storia e il declino di una famiglia sudafricana durante quattro decenni, che iniziano nell'epoca in cui c'era ancora l'apartheid. I membri di questa famiglia, perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della loro matriarca si perdono di vista.
Le esistenze dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d’oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in crisi rispecchia l’atmosfera del suo Paese: risentimento, rinnovamento e poi speranza, in un dramma epico che appassionerà anche le lettrici e i lettori italiani.

"La promessa" è stato premiato per la qualità della narrazione, per gli spunti di riflessione che offre su un tema attuale come l’integrazione e per la cura della struttura e dello stile.



mercoledì 3 novembre 2021

w…w…w…wednesdays #177

 "w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  


Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (177^ puntata - mercoledì 03 novembre 2021)


1) cosa stai leggendo? 
- andorra - peter cameron

2) cosa hai appena finito di leggere? 
- inventario di alcune cose perdute - judith schalansky
- per il mio bene - ema stokholma


3) quale pensi sarà la tua prossima lettura?  
- atti di sottomissione - megan nolan