venerdì 27 luglio 2018

Libri, amori e segreti. Dicembre - Della Parker


Titolo originale: The reading group: december - 2016

Nel piccolo paese in riva al mare di Little Sanderton c’è un bookclub di sei appassionate di libri che ha un appuntamento mensile per parlare del loro comune amore: la lettura. Nessun argomento è bandito: famiglia, amore, amicizia… il tutto accompagnato da un bicchiere di ottimo vino. Grace sa che le vacanze natalizie quest’anno saranno molto diverse. Niente tacchino, nessuna decorazione, nemmeno un regalo sotto l’albero. Come farà a dire ai suoi figli che il Natale è stato cancellato? Ma, soprattutto, riuscirà a confidare a qualcuno il suo imbarazzante segreto? La vita di Grace è stata messa sottosopra, ma non esiste problema che il gruppo di lettura non possa risolvere… (www.newtoncompton.com)

Difficile commentare un libro di 16 pagine. Probabilmente questo racconto è stato scritto per conoscere le componenti del gruppo di lettura che, prima di tutto, sono amiche che si aiutano a vicenda. Infatti poi la serie continua con altri libri, circa uno al mese. 
In particolare, in questo libro si parla principalmente della vicenda di Grace, madre di tre gemelli, uno dei quali seriamente ammalato; solo marginalmente viene detto che il libro di cui parlano è il canto di Natale di Dickens.
Quello che mi salta all'occhio è che i libri sono in realtà una scusa per vedersi, non se ne parla molto. Ciò che prevale nel racconto è l'amicizia tra le donne e il loro farsi forza a vicenda. Sono molto curiosa di come va avanti.

"Forse era lei lo Scrooge in questa versione della storia trasposta nella vita reale. ... Da principio l'orgoglio non le aveva permesso di ammettere di avere un problema. Troppo fiera per condividere il dolore con le sue amiche più care.
Aveva finito per accettare il loro aiuto. L'aiuto di tutte. Quell'esperienza l'aveva resa più umile."

Mio voto: 7 / 10

Il posto - Annie Ernaux


Titolo originale: La place - 1983

La storia di un uomo – prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna – raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice. La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune. Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello. Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi miracolosamente, nell’intento più ambi­zioso e nobile della letteratura: quello di far assurgere l’esperienza individuale a una dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi. (www.anobii.com) 

Ho letto questo libro per il gruppo di lettura. All'interno del gruppo ha avuto moltissimi commenti positivi. Potrei modificare la mia esperienza di lettura dopo l'incontro, ma non mi sembra giusto. La storia in sè poteva anche essere interessante. Un padre inserito in un contesto sociale di non cultura, dove l'apparenza nei confronti degli altri ha un ruolo primario.
A me questo libro ha detto poco. Quando l'ho chiuso mi sono proprio detta che mi aveva lasciato "il nulla". Non mi piace questo linguaggio asciutto, asettico. O forse, dire che non mi ha lasciato nulla non è proprio vero, mi ha lasciato una certa rabbia. Non riesco a capire come possa una figlia parlare del padre in questo modo, con questo distacco. Nemmeno un giornalista, scrivendo di uno sconosciuto, avrebbe una tale freddezza. 

"Naturalmente, nessuna gioia di scrivere, in questa impresa in cui mi attengo più che posso a parole e frasi sentite davvero, talvolta sottolineandole con dei corsivi. Non per indicare al lettore un doppio senso e offrirgli così il piacere di una complicità, che respingo invece in tutte le forme che può prendere, nostalgia, patetismo o derisione. Semplicemente perché queste parole e frasi dicono i limiti e il colore del mondo in cui visse mio padre, in cui anch’io ho vissuto. E non si usava mai una parola per un’altra."

"Nessuna poesia del ricordo, nessuna vincolante derisione. La scrittura piatta mi viene naturale"

Alcune frasi mi hanno proprio dato fastidio. "nessuna gioia di scrivere". Non te l'ha mica imposto nessuno.

"Volevo dire, scrivere riguardo a mio padre, alla sua vita, e a questa distanza che si è creata durante l'adolescenza tra lui e me. Una distanza di classe, ma particolare, che non ha nome. Come dell'amore separato.
In seguito ho cominciato un romanzo di cui era il personaggio principale. Sensazione di disgusto a metà della narrazione".

Sensazione di disgusto a scrivere di tuo padre? No, mi dispiace, proprio non ho apprezzato.

Non so, potrei averlo letto in un periodo sbagliato. Ma credo che in nessun momento mi sarebbero passate inosservate alcune espressioni. E comunque non apprezzo questo stile.
Mio voto: 6 / 10.

giovedì 19 luglio 2018

Dentro l'acqua - Paula Hawkins


Titolo originale: Into the water - 2017

Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l’hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n’è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine – donne “scomode”, difficili, come lei –, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l’ha trascinata con sé dentro l’acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra. (www.anobii.com)

Avevo bisogno di un libro che avesse la parola "acqua" nel titolo e ho scelto questo. Premetto che non ho letto il precedente scritto, "La ragazza del treno", che ha reso tanto famosa Paula Hawkins.
Tutto ruota attorno al fiume di Beckford e, in particolare, ad un tratto di esso conosciuto come "Lo Stagno delle Annegate". E' proprio in questo punto esatto, all'ombra di un promontorio scosceso, tra le sue acque torbide ed inospitali che molte donne, nei secoli passati e negli anni più recenti, hanno trovato una morte misteriosa (qui venivano affogate le donne accusate di stregoneria).

“Beckford non è un luogo di suicidi, 
Beckford è il luogo in cui liberarsi delle donne che portano guai”

La stessa sorte tocca a Nel Abbott, che fin da piccola è stata ossessionata da quelle storie e che vuole scrivere un libro per dare voce a quelle donne "perdute" e "ingombanti". E' proprio l'inspiegabile suicidio della sorella a costringere Jules Abbott ad un viaggio indietro nel tempo che non avrebbe mai voluto intraprendere, perchè lei da Beckford se n'è andata, dopo aver litigato con la sorella (peraltro, per un fraintendimento!!). Ma proprio a Jules sembra così strano che sua sorella si sia suicidata.
La narrazione è frammentata in capitoli abbastanza corti, in cui ognuno dei personaggi racconta un po' di sè. Alla fine, tirando le somme, si riescono a ricostruire intrecci e si scopre anche come la gente del luogo non ami rispolverare segreti che vogliono rimangano tali.
La scrittura è piuttosto scorrevole. La storia è interessante ed ero molto curiosa di vedere come andava a finire. Senonchè, a mio parere, il racconto non è proprio lineare. Più si va vicino agli avvenimenti salienti e più compare una certa confusione, un po' di torbido come le acque del fiume, se vogliamo fare il paragone. 
Ogni personaggio aggiunge un tassello alla storia, alcuni anche non proprio utili alla vicenda narrata (a chi importa se il padre della poliziotta era alcolizzato?). 
Mi è sembrato che volesse addentrarsi nella psicologia dei personaggi senza però darle molto spessore. Mi è sembrato che volesse distrarre il lettore da una conclusione a cui eravamo arrivati fin dalla seconda pagina (cioè che non si è trattato di suicidio). Oltretutto, i personaggi che parlano sono davvero troppi: Jules (sorella di Nel), Lena (figlia di Nel), Sean (poliziotto e figlio di una suicida), Erin (altra poliziotta), Helen (moglie di Sean), Patrick (padre di Sean), Nickie (la veggente del paese) e altri che mi sfuggono. Troppi. Il tutto, ovviamente, spalmato su piani temporali differenti, perchè partiamo dalle streghe, poi arriviamo alla storia di Louise (madre di Sean), di Katie (amica di Lena) e di Nel, tutto con flashback e ritorni al presente. 
Alcuni colpi di scena si capiscono ben prima che vengano scritti. Mi ha invece lasciato un po' perplessa il finale e la storia del braccialetto (che, a mio parere, non regge..)
Secondo me è una storia che aveva grandi potenzialità ma che l'autrice ha voluto (immagino apposta) intorbidire fino a renderla molto caotica e con buchi nella narrazione che più che creare pathos mi hanno un po' infastidito.
Un bella storia non sfruttata al massimo. Peccato. Lettura gradevole comunque.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

mercoledì 18 luglio 2018

w…w…w…wednesdays #119




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (119^ puntata - mercoledì 18 luglio 2018):

1) cosa stai leggendo?
-  dentro l'acqua - paula hawkins

2) cosa hai appena finito di leggere?
- il giardino delle farfalle - Hutchison
- cronache di piccoli miracoli - Darcie Chan
- libri, amori e segreti. dicembre - della parker
- Agatha Raisin e la giardiniera invasata - M.C. beaton
- libri, amori e segreti. gennaio - della parker

3) quale pensi sarà la tua prossima lettur
a?  
- le variazioni id lucy - sara zarr

venerdì 6 luglio 2018

Helena Janeczek vince il Premio Strega 2018


Helena Janeczek vince il Premio Strega 2018 con 196 voti. La sua vittoria acquista un valore speciale perché dopo 15 anni torna a essere premiata una donna (l'ultima è stata Melania Mazzucco nel 2003 con "Vita") e perché per la prima volta l'editore Guanda si aggiudica il più ambito riconoscimento letterario italiano. 

"Non somiglio a Gerda Taro. E' stato bello cimentarmi con una figura diversa. Lei è nata coraggiosa, io il coraggio ho imparato a tirarlo fuori. Lei mi ha aiutato nei sei anni in cui ho scritto questo libro. Vorrei che non passassero altri 15 anni dalla vittoria di un'altra donna" ha detto la scrittrice e poi ha bevuto dalla bottiglia dello Strega spiegando che "è la cosa più divertente". 

"La ragazza con la Leica" ripercorre la vita di Gerda Taro, la prima fotoreporter morta su un campo di battaglia a 26 anni. 

Secondo classificato Marco Balzano con "Resto qui" (Einaudi), 144 voti
Terzo posto per Sandra Petrignani con "La corsara" (Neri Pozza), 101 voti. 
Quarto posto per Carlo D'Amicis con "Il gioco" (Mondadori), 57 voti. 
Quinto posto per Lia Levi, già vincitrice del Premio Strega Giovani 2018 con "Questa sera è già domani" (Edizioni E/O), 55 voti.