giovedì 19 luglio 2018

Dentro l'acqua - Paula Hawkins


Titolo originale: Into the water - 2017

Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l’hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n’è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine – donne “scomode”, difficili, come lei –, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l’ha trascinata con sé dentro l’acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra. (www.anobii.com)

Avevo bisogno di un libro che avesse la parola "acqua" nel titolo e ho scelto questo. Premetto che non ho letto il precedente scritto, "La ragazza del treno", che ha reso tanto famosa Paula Hawkins.
Tutto ruota attorno al fiume di Beckford e, in particolare, ad un tratto di esso conosciuto come "Lo Stagno delle Annegate". E' proprio in questo punto esatto, all'ombra di un promontorio scosceso, tra le sue acque torbide ed inospitali che molte donne, nei secoli passati e negli anni più recenti, hanno trovato una morte misteriosa (qui venivano affogate le donne accusate di stregoneria).

“Beckford non è un luogo di suicidi, 
Beckford è il luogo in cui liberarsi delle donne che portano guai”

La stessa sorte tocca a Nel Abbott, che fin da piccola è stata ossessionata da quelle storie e che vuole scrivere un libro per dare voce a quelle donne "perdute" e "ingombanti". E' proprio l'inspiegabile suicidio della sorella a costringere Jules Abbott ad un viaggio indietro nel tempo che non avrebbe mai voluto intraprendere, perchè lei da Beckford se n'è andata, dopo aver litigato con la sorella (peraltro, per un fraintendimento!!). Ma proprio a Jules sembra così strano che sua sorella si sia suicidata.
La narrazione è frammentata in capitoli abbastanza corti, in cui ognuno dei personaggi racconta un po' di sè. Alla fine, tirando le somme, si riescono a ricostruire intrecci e si scopre anche come la gente del luogo non ami rispolverare segreti che vogliono rimangano tali.
La scrittura è piuttosto scorrevole. La storia è interessante ed ero molto curiosa di vedere come andava a finire. Senonchè, a mio parere, il racconto non è proprio lineare. Più si va vicino agli avvenimenti salienti e più compare una certa confusione, un po' di torbido come le acque del fiume, se vogliamo fare il paragone. 
Ogni personaggio aggiunge un tassello alla storia, alcuni anche non proprio utili alla vicenda narrata (a chi importa se il padre della poliziotta era alcolizzato?). 
Mi è sembrato che volesse addentrarsi nella psicologia dei personaggi senza però darle molto spessore. Mi è sembrato che volesse distrarre il lettore da una conclusione a cui eravamo arrivati fin dalla seconda pagina (cioè che non si è trattato di suicidio). Oltretutto, i personaggi che parlano sono davvero troppi: Jules (sorella di Nel), Lena (figlia di Nel), Sean (poliziotto e figlio di una suicida), Erin (altra poliziotta), Helen (moglie di Sean), Patrick (padre di Sean), Nickie (la veggente del paese) e altri che mi sfuggono. Troppi. Il tutto, ovviamente, spalmato su piani temporali differenti, perchè partiamo dalle streghe, poi arriviamo alla storia di Louise (madre di Sean), di Katie (amica di Lena) e di Nel, tutto con flashback e ritorni al presente. 
Alcuni colpi di scena si capiscono ben prima che vengano scritti. Mi ha invece lasciato un po' perplessa il finale e la storia del braccialetto (che, a mio parere, non regge..)
Secondo me è una storia che aveva grandi potenzialità ma che l'autrice ha voluto (immagino apposta) intorbidire fino a renderla molto caotica e con buchi nella narrazione che più che creare pathos mi hanno un po' infastidito.
Un bella storia non sfruttata al massimo. Peccato. Lettura gradevole comunque.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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