giovedì 27 ottobre 2016

L'invenzione della madre - Marco Peano



Titolo originale: L'invenzione della madre - 2015

Questa è una storia d’amore. Si tratta dell’amore più antico e più forte, forse il più puro che esista in natura: quello che unisce una madre e un figlio. Lei è malata, ha poco tempo, e lui, Mattia – sapendo che non potrà salvarla, eppure ostinandosi contro tutto e tutti – dà il via a un’avventura privatissima e universale: non sprecare nemmeno un istante. Ma in una situazione simile non è facile superare gli ostacoli della quotidianità. La provincia in cui Mattia abita, il lavoro in videoteca che manda avanti senza troppa convinzione, il rapporto con la fidanzata e con il padre: ogni aspetto della sua vita per nulla eccezionale è ridisegnato dal tempo immobile della malattia. Un rifugio sicuro sembrano essere i ricordi: provare a riavvolgere come in un film la memoria di ciò che è stato diventa un esercizio che gli permette di sopportare il presente. Ma è davvero possibile sfuggire a se stessi? In questo viaggio dove tutto è scandalosamente fuori posto, è sempre il rapporto con la madre a far immergere Mattia nella dimensione più segreta e preziosa in cui sente di essere mai stato. Raccontando di questo everyman, grazie al coraggio della grande letteratura, Marco Peano ridà senso all’aspetto più inaccettabile dell’esperienza umana: imparare a dire addio a ciò che amiamo. (http://www.minimumfax.com/)

Sono molto in difficoltà a fare la recensione di questo libro, perchè ho letto una valanga di commenti positivi, mentre a me, se devo essere sincera, non è piaciuto. E' un libro che ho chiuso veramente dicendo "evviva è finito" (anche se forse verso il finale migliora un po'). Il problema non è l'argomento trattato, è proprio lo stile di scrittura. Non è che tutti i libri sul cancro debbano essere pesantissimi o strappalacrime, ma qui sembra di ascoltare qualcuno che ti racconta un film con distacco, dove tutti i personaggi non hanno nome (a parte il figlio, ma anche lui viene spesso chiamato solo "il figlio"). E i nomi potrebbero anche non essere importanti, se non fosse che troppe volte l'autore rimarca il fatto che la madre aveva un nome talmente strano che spesso mettevano una o dove doveva andare una a. Cazzarola, ho passato il libro a chiedermi che nome avesse e "l'arcano" rimane irrisolto.
Non mi è piaciuto lo stile freddo della scrittura, distaccato, non mi è arrivata alcuna emozione provata dal ragazzo. Ammetto di essermi commossa in un paio di punti, ma poche righe e poi è tornato il freddo.
L'autore fa un gran uso di parentesi, troppe, e molte di esse sono quasi troppo "da maestrino"; alcune sarebbero state carine, ma ad un certo punto erano così frequenti che non le sopportavo più. In alcuni momenti ho avuto l'impressione che alcune espressioni utilizzate fossero un po' troppo ricercate ("la barella che trasportava il corpo amato".. l'espressione "corpo amato" fa abbastanza romanzo d'epoca). Ci sono poi un paio di frasi che non mi sono piaciute. La prima, proprio nella prima pagina, quando parla dei barellieri: "volontari - forse segnati da un lutto personale - che regalano il proprio tempo ai bisognosi"... sarà che faccio la barelliera e non certo perchè mi ha spinto un lutto personale per cui ho trovato questo riferimento un po' inutile, fuori luogo. La seconda frase, invece, secondo me è raccapricciante: "perchè la malattia è come una gravidanza: non esiste un caso paragonabile a un altro, non c'è parto - un cancro - uguale a un altro". Credo sia un paragone veramente fuori luogo e orribile. Alcuni commenti lasciano un po' il tempo che trovano, tipo l'accostamento mamma-Mattia-morte. Mah. Oltretutto, secondo quanto so io, ha proprio detto una stupidaggine sul fatto che la lettera più facile da pronunciare sia la m... che sappia io, non è vero. Per non parlare che credo che ad un certo punto il personaggio abbia proprio degli atteggiamenti che rasentano il patologico (spogliarsi nudo e infilarsi nel letto della madre?? cioè, io capisco il bisogno di cercare un'intimità con la mamma morente, ma il perchè dello spogliarsi nudo?? o il voler raccogliere il suo fiato dentro a dei palloncini???)
Ci sono anche momenti teneri, come quando dopo averla sistemata Mattia bacia la madre "restituendole in parte i baci che lei gli ha dato da piccolo". Questa è una immagine molto tenera. E ho trovato molto tenero anche il momento in cui Mattia vede il padre nella depandance ("di là") e capisce che anche lui sta soffrendo, in silenzio, ma sta soffrendo.
Mi dispiace. Sono convinta che Mattia (che in qualche modo dovrebbe rispecchiare l'autore del libro) stia davvero soffrendo, ma delle emozioni che prova non arriva quasi nulla. Ad un certo punto è chiaro che la malattia della madre è anche un po' una scusa per non vivere, per non crescere, lasciando che ciò che gli sta intorno scelga per lui (la morte, la fidanzata, ecc.).
Non so se leggere il libro in un altro momento avrebbe cambiato il mio giudizio. Però l'ho letto ora, e mia madre non è morta di cancro a cinquant'anni, per cui non posso cambiare le cose. Sinceramente non mi è piaciuto. Ripeto, non l'argomento, ma proprio come è stato trattato. Arrivo a sei perchè mi concedo il beneficio del dubbio di non essere nello stato giusto per capirlo.
Mio voto: 6 / 10.

mercoledì 26 ottobre 2016

w…w…w…wednesdays #77




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (77^ puntata - mercoledì 26 ottobre 2016):

1) cosa stai leggendo?
La sarta di Dachau - Chamberlain Mary

2) cosa hai appena finito di leggere?
"l'invenzione della madre" (Marco Peano)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"la collezionista di libri proibiti" - Cinzia Giorgio
"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile
"domanda di grazia" - Gabriele Romagnoli
"Miss Julia scende in pista" - Ann B. Ross

mercoledì 19 ottobre 2016

The legend of Sleepy Harlow - Kylie Logan


Titolo originale: The legend of Sleepy Harlow - 2014

ENG In honor of Halloween, the League of Literary Ladies is reading the spooky classic, The Legend of Sleepy Hollow, with its infamous headless horseman. But South Bass Island has its own headless legend—a Prohibition bootlegger named Charlie "Sleepy" Harlow. Decapitated by rival rum runners, Sleepy appears once a year in spectral form to search for his noggin. This October, the Elkhart Ghost Getters (EGG) have returned to the island, claiming they have film footage of Sleepy’s ghost and determined to get more. They’re staying at Bea Cartwright’s B&B, but it’s Kate Wilder who isn’t happy to see them after they trashed her winery last year. When the EGG leader turns up dead, Kate becomes the prime suspect, and the other League members need to scramble to crack the case. Secret passages, hidden treasure, island hauntings . . . the League has plenty of tricks and treats ahead! (http://www.kylielogan.com/) 


Terzo romanzo della "League of Literary Ladies" (perchè le amiche protagoniste dei romanzi si ritrovano a leggere e discutere dei libri). Letto in lingua originale (non credo nemmeno sia tradotto in italiano...). Diciamo che ho trovato molti termini che non conoscevo, e non li ho controllati tutti col vocabolario o non mi passava più. Ma la storia era chiara comunque. Una scrittura scorrevole, piena anche di ironia. Ci ho messo molto a leggerlo ma più che altro perchè ho avuto molto da fare per il gruppo fotografico e quindi di tempo utile ne avevo poco. La lettura in realtà era molto piacevole.

Bea è la titolare del B&B di South Bass Island. Una delle sue amiche, Marianne, le ha chiesto di dare un'ultima lettura al libro che ha intenzione di mandare ad un editore, libro che parla della leggenda di Sleepy Harlow, un presunto contrabbandiere di liquori che è stato decapitato, e il cui fantasma senza testa continua ad aggirarsi sull'isola. Ma Bea si distrae cinque minuti e il gatto di Chandra, Jerry Garcia, fa la pipì sul manoscritto, rovinandolo. Bea decide allora di cercare di riscrivere il manoscritto, visitando i luoghi in cui ha vissuto Harlow pensando che in questo modo può capire di cosa stesse parlando Marianne.
Nel frattempo, al B&B, arriva un gruppo di cercatori di fantasmi, capitanati dalla presuntuosa Noreen. Questi hanno intenzione di tornare negli stessi luoghi in cui l'anno precedente proprio Noreen ha registrato l'apparizione del fantasma.
Un giorno, però, Noreen viene trovata morta e le accuse cadono su Kate, amica di Bea, che con Noreen ha avuto una furente discussione. Ma Bea non ha dubbi sull'innocenza della sua amica, e (anche su richiesta del poliziotto) si mette a cercare indizi. In realtà, tutti i membri dell'EGG hanno motivi per odiare Noreen, ma sarà nella notte di Halloween, al grande party che è stato organizzato, che Bea riuscirà a svelare chi è l'assassino.
Ecco, ovviamente non vi dico chi sia l'assassino, ma del modo in cui Bea ci arriva probabilmente ho perso qualcosa...
Mi sono piaciuti i personaggi della storia, credo che appena riesco proverò a leggere anche i precedenti libri.
Mio voto: 7 e mezzo / 10


League of Literary Ladies Mysteries (ad ottobre 2016): 
1 - Mayhem at the Orient Express
2 - Tale of Two Biddies
3 - The Legend of Sleepy Harlow
4 - And Then There Were Nuns  

A Bob Dylan il premio Nobel per la letteratura 2016

STOCCOLMA - Il Nobel per la Letteratura 2016 è andato a Bob Dylan per aver "creato una nuova espressione poetica nell'ambito della tradizione della grande canzone americana". Lo ha comunicato il Comitato dei Nobel a Stoccolma. L'annuncio è stato accolto dal boato dei presenti in sala. Che l'hanno saputo prima del vincitore. "Bob Dylan non sa ancora di aver vinto il Nobel per la letteratura" ha detto la segretaria dell'Accademia svedese, Sara Danius. Nessuno ha avvertito la leggenda prima dell'annuncio. 

Che Dylan potesse vincere un Nobel era nell'aria da tempo ma in pochi avevano previsto che il comitato potesse decidere di estendere il prestigioso riconoscimento a un genere come la musica 'pop' (nel 2015 il premio è stato assegnato alla bielorussa Svetlana Aleksievich per aver creato polifonie che rappresentano "un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo"). 

Dylan ha conquistato il Nobel a vent'anni esatti dalla sua prima candidatura, è il primo americano dai tempi della scrittrice Toni Morrison nel 1993. 
Fu il professore Gordon Ball, docente di letteratura dell'Università della Virginia, a indicare Dylan all'Accademia Reale Svedese come meritevole del premio nel settembre 1996. A quella prima candidatura se ne aggiunsero poi altre da studiosi americani di importanti università Usa, ottenendo anche l'appoggio del poeta Allen Ginsberg. All'epoca Ball spiegò che Dylan era stato proposto "per l'influenza che le sue canzoni e le sue liriche hanno avuto in tutto il mondo, elevando la musica a forma poetica contemporanea". 

Dai primi anni 2000 il nome di Dylan è stato fatto più volte come possibile candidato, dodici anni fa il suo nome spaccò la giuria dei diciotto membri a vita dell'antica istituzione di Stoccolma. Quello per la letteratura è l'ultimo dei Nobel ad essere annunciato quest'anno. I sei premi saranno consegnati il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore Alfred Nobel, avvenuta nel 1896. (http://www.repubblica.it/) (foto: www.theguardian.com)




Mah... io ammetto di essere rimasta un po' sorpresa e molto perplessa su questo premio. Non tanto per i testi poetici e l'importanza della canzoni, su cui posso anche concordare, ma per il momento in cui viene assegnato. A volte mi sembra che il comitato che decide si diverta a spiazzare i bookmaker (eliminando a priori tutti i super favoriti)... Mah...

w…w…w…wednesdays #76




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (76^ puntata - mercoledì 19 ottobre 2016):

1) cosa stai leggendo?
"l'invenzione della madre" (Marco Peano)

2) cosa hai appena finito di leggere?
"the legend of sleepy Harlow" di Kylie Logan (in inglese)

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys

giovedì 13 ottobre 2016

Addio a Dario Fo

MILANO, 13 OTT - L'attore e premio Nobel Dario Fo è morto all'ospedale Sacco di Milano. Aveva 90 anni ed era ricoverato nella struttura ospedaliera da diversi giorni. Ha lavorato e dipinto fino all'ultimo. Pochi giorni fa aveva fatto nella sua casa milanese una conferenza stampa per il suo nuovo libro "Darwin". La moglie di Dario Fo, Franca Rame, è morta a 84 anni nel maggio del 2013 nella loro abitazione di Porta Romana a Milano. L'attrice aveva fatto coppia fissa con Fo sul palcoscenico e nella vita dal 1954.

Il premio Nobel per la letteratura nel 1997 se n'è andato proprio nel giorno in cui viene assegnato il riconoscimento per l'edizione 2016. Fino all'ultimo ha mantenuto il suo spirito da 'giullare' che lo ha sempre contraddistinto. Anche durante una cerimonia solenne come quella della consegna del premio Nobel, Fo aveva preparato un discorso che solo lui avrebbe potuto pronunciare: "Alcuni amici miei, letterati, artisti famosi, intervistati da giornali e televisioni, hanno dichiarato: 'Il premio più alto va dato senz'altro quest'anno ai Membri dell'Accademia svedese che hanno avuto il coraggio di assegnare il Nobel a un giullare!'. Eh sì, il Vostro è stato davvero un atto di coraggio che rasenta la provocazione. Basta vedere il putiferio che ha causato: poeti e pensatori sublimi che normalmente volano alto... e poco si degnano di quelli che campano rasoterra... si sono trovati all'istante travolti da una specie di tromba d'aria. Ebbene, io applaudo e sono d'accordo con loro".
(www.ansa.it e www.repubblica.it)


mercoledì 5 ottobre 2016

w…w…w…wednesdays #75




"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (75^ puntata - mercoledì 05 ottobre 2016):

1) cosa stai leggendo?
"the legend of sleepy Harlow" di Kylie Logan (in inglese)

2) cosa hai appena finito di leggere?
"gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Avevano spento anche la luna" di Ruta Sepetys

martedì 4 ottobre 2016

Gli occhi neri di Susan - Julia Heaberlin



Titolo originale: Black-eyed Susans (2015)

Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è sopravvissuta per miracolo a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui crescono delle margherite gialle. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il presunto colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent’anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un’artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della camera da letto, una margherita gialla, che sembra piantata di recente. Sconvolta da ciò che evoca quel fiore, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle lasciato un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L’unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della memoria, che potranno riportare a galla la verità… (http://www.newtoncompton.com/)

Ho ricevuto questo libro grazie al club dei lettori della casa editrice Newton Compton, che ringrazio tantissimo. Il libro in realtà l'ho ricevuto diversi mesi fa, ma solo ora sono riuscita a leggerlo.
La copertina è molto accattivante, e tale era anche la trama. Il libro però mi ha un po' deluso, diciamo che aveva gli elementi per essere spettacolare e invece non raggiunge un giudizio simile.
La scrittura è fluente, si legge bene, a parte questo continuo rimpallo tra la Tessa del 1995 (una ragazzina che ha subito un trauma a che è in cura da uno psichiatra per vedere di ricordare cosa è successo) e la Tessa del presente (una madre single perseguitata dalle margherite gialle e col dubbio di aver messo in galera un innocente). Ormai i libri hanno questa "moda" del continuo flashback e ritorno al presente... credo che in questo caso però, i continui rimpalli creino un po' confusione, perchè entrambe le donne (che poi è la stessa persona in due momenti diversi) sono troppo preda della confusione, per cui creano un sacco di domande e danno poche risposte. 
La narrazione procede abbastanza lenta, passando dalla ragazza del passato che non ricorda e non vuole farsi aiutare, alla donna del presente che non vuole ricordare e che comunque non ci riesce ed è preda di sensi di colpa. Carina l'idea che le altre ragazze, le "Susan", le parlino come fantasmi.
Il libro, pur essendo classificato come thriller, in realtà di pathos ne ha poco. Dovrebbe essere probabilmente del genere "psicologico", ma anche qui secondo me non riesce ad ottenere l'effetto voluto. Per tutto il libro si parla del trauma accaduto a Tessa, ma cosa sia veramente successo rimane un po' nebuloso. Lo stesso finale è poco convincente, non tanto per le persone coinvolte, bensì per il fatto che comunque non vengono spiegate le motivazioni (l'assassino avrà pur avuto un motivo per farlo? non si sa nemmeno come si è avvicinato a Tessa per rapirla, per esempio...).
Nel complesso, poteva essere un grande libro invece gli manca un po' di verve. Poteva comunque avere un finale col botto e invece pare un po' buttato lì. Gradevole.
Mio voto: 6 e mezzo / 10