lunedì 28 luglio 2014

I libri per l'estate 2014

Sebbene l'estate stenti ad arrivare, e nonostante io abbia già un'idea dei libri che ho tenuto da parte da leggere in ferie (e sono comunque troppi!!), ho gironzolato un po' per i siti di alcuni quotidiani/riviste per vedere cosa suggeriscono come libri per l'estate. Premetto che ho guardato diversi siti e alcuni sono davvero molto contorti, per cui, non volendo poi fare un dibattito sul tema, ma solamente buttare giù qualche idea, alla fine ho copiato i consigli solo di quattro siti.

Partiamo dal Resto del Carlino, che comincia guardando la classifica dei libri più scaricati da i-tunes, dove compaiono: "uno scandalo in Boemia" (Arthur Conan Doyle), "Ora e per sempre" (Megan Maxwell), "L'abbazia dei cento peccati" (Marcello Simoni), "Uno splendido disastro" (Jamie McGuire) e "Quell'estate senza te" (Karen Swan).
Gli altri libri che cita sono: "The wolf of Wall Street", autobiografia del broker Jordan Belfort; "Il desiderio di essere come tutti" di Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega; "Non dirmi che hai paura" di Giuseppe Catozzella, Premio Strega Giovani; titoli vari di Gabriel Garcìa Màrquez; poi suggerisce di rispolverare alcuni classici come Primo Levi, Italo Calvino, Cesare Pavese, Leonardo Sciascia.

Consigli ovviamente tutti al femminile per Donna Moderna: "Un amore più forte di me" (Maria Duenas), "le radici dell'albero d'ulivo" (Courtney Miller Santo), "Il tasto G" (Rossella Calabrò) , "L'ultima neve di primavera" (Blanca Busquets), "Zelda" (Therese Anne Fowler), "Poche parole, moltissime cose" (Rossella Milone), "Agatha Raisin e la sorgente della morte" (M.C.Beaton), "Un cielo pieno di lucciole" (Christie Watson), "Miss Julia dice la sua" (Ann B. Ross).

Più vari i consigli della rivista Elle: "La misura della felicità" (Gabrielle Zevin), "Il sentiero dei profumi" (Cristina Caboni), "La figlia del papa" (Dario Fo), "La prima cosa che guardo" (Gregoire Delacourt), "Istruzione per un'ondata di caldo" (Maggie O'Farrell), "Che pesci pigliare?" (Davide Valsecchi), "Gli amanti di vico San Severino" (Nicola Manzò), "Fare l'amore" (Rossana Campo), "Intenso come un ricordo" (Jodie Picoult), "Non son degno di tre" (Jon Rance), "Fino in fondo" (Louise Doughty), "Un vestito color del vento" (Sophie Nicholls).

Non sapevo che anche il sito Ansa consigliasse libri, solo tre, suggeriti da tre scrittori: la trilogia di "Gormenghast" (Mervyn Peake), "Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay" (Michael Chabon) e "Collina" (Jean Giono).



Per quanto mi riguarda, nel corso del mese di agosto, devo leggere un libro sulla "alternate reality" per il "Monthly motiv" (probabilmente qualcosa di Dick) e un libro per il "Monthly keyword" (che direi sarà "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro). Dopodiche, dalla mia libreria, ho in cima alla lista questi libri: "Piccoli passi di felicità" (Lucy Dillon), "La locanda dei sogni ritrovati" (Julia Stagg), "Cinquanta sfumature di rosso" (mi manca solo questo per finire la serie..), "The familiars, il segreto della corona" (ho letto il primo proprio l'anno scorso in spiaggia..), "Grazie, Jeeves" (Pelham G. Wodehouse). In estate, e soprattutto sotto l'ombrellone, voglio letture leggere :-)
Avrei anche diversi ebook che mi ispirano, ma dubito di poter leggere trenta libri in trentun giorni, quindi ovviamente vedrò poi come gira l'ispirazione del momento :-D
E voi?? cosa vi porterete in valigia??

lunedì 21 luglio 2014

Gran premio delle lettrici di Elle - 5a edizione

Ha preso il via la nuova edizione del Gran premio delle Lettrici della rivista Elle.

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Nella prima terzina, quella di luglio, si sono sfidati:

Dove si infrangono le onde, di Claudie Gallay, (ed. Bompiani)
Francia del Nord, dove il mare è quasi sempre grosso. la prima volta che la narratrice, venuta da Parigi per una ricerca ornitologica, vede lambert, è un giorno di forte tempesta e le onde fanno tremare l’aria. È l’inizio di una storia a tinte forti, dove si mescolano amore e segreti del passato. 

Poche parole, moltissime cose, di Rossella Milone, (ed. Einaudi)
Olga e Sergio sono vecchi, quindi quando decidono di fare una fuga d’amore lasciano tutti scandalizzati, a cominciare dai figli adulti. L’unica che capisce è Nanà, la nipotina, che li cerca con il suo cucciolo di cane. una ricerca che metterà tutti davanti alle proprie contraddizioni.

Anna Bolena, una questione di famiglia, di  Hilary Mantel, (ed. Fazi)
La gran dama delle lettere inglesi, due volte premiata con il Book Prize, ci racconta qui del 1535, anno cruciale della storia inglese e in fondo europea, e fa rivivere la scandalosa Anna Bolena, l’astuto Thomas Cromwell, l’incostante Enrico Viii, come se fossero nostri contemporanei.

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Nella seconda terzina, di agosto, si sfidano:

Le cose che non ho, di Grégoire Delacourt (Ed. Salani)
Questo bestseller francese che ora diventa anche un film parte da una domanda semplice: cosa faresti se vincessi 8 milioni di euro alla lotteria? È quello che succede a una donna qualsiasi, che ha una merceria in una cittadina di provincia qualsiasi, e che scopre ben presto che le cose che non ha e che sogna non si comprano con il denaro, perciò nasconde il biglietto in una vecchia scarpa. Fino a quando…

La verità sul caso Harry Quebert, di Joel Dicker (ed. Bompiani)
Un giallo introspettivo dalle sfumature noir e con dovizia di flashback. Il corpo di una 15enne, scomparsa 30 anni prima nella cittadina di Aurora, viene ritrovato nel giardino dello scrittore Harry Quebert. Spetterà all’amico e allievo Marcus Goldman dipanare l’accusa e addentrarsi nel mistero. Da leggere d’un fiato…

Non volare via di Sara Rattaro (ed. Garzanti)
Una giovane autrice italiana che sa decisamente parlare di sentimenti. Qui un ritratto di famiglia con ragazzino sordo, ma non è questo il centro. Il centro è un padre che si è innamorato di un’altra e viene scoperto dalla figlia adolescente. Le crisi possono far diventare grandi, anche quando si è adulti, e la Rattaro lo racconta molto bene.

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Nella terza terzina, di settembre, si sfidano:

Gli sdraiati, di Michele Serra (ed. Feltrinelli)
Un figlio che è diventato d’improvviso ingombrante - piedi lunghi, disordine diffuso e poca voglia di ascoltare i genitori, soprattutto se divorziati - e un padre che lo racconta, descrivendo con lui tutta una generazione che vive sul divano - da qui il titolo - e, con un tocco di fantasia, anche il futuro della guerra tra le generazioni. Senza mai perdere il senso dell’umorismo.

Stoner, di John Williams (ed. Fazi)
William Stoner è un uomo anonimo, e tutto nella sua vita pare poco interessante - la nascita in un paesino oscuro del Midland, la vita di insegnante in una piccola università, un matrimonio infelice, un amore impossibile - eppure questo romanzo che la racconta si illumina a ogni pagina di poesia inaspettata. Un libro dimenticato e ora riscoperto che è già diventato un classico.

Io che amo solo te, di Luca Bianchini (ed. Mondadori)
Un paesino in Puglia, due famiglie che preparano una sontouso matrimonio, solo che il padre dello sposo e la madre della sposa si sono follemente amati da ragazzi e, divisi dalla vita e dalle convenzioni, mai più rivisti. Cosa succederà il giorno della cerimonia? Una commedia degli equivoci tra parmigiane, vento di mare e un tocco di romanticismo.



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Nella quarta terzina, di ottobre, si sfidano:

Buona fortuna di Barbara Fiorio (Mondadori)
Un titolo allegro per questa commedia insolita ambientata a Genova. Margot è una giornalista dalla vita sentimentale complicata (“Tormento” è il nome del suo difficile fidanzato) e dal buon umore travolgente. Finché un giorno la vecchina che gestisce la ricevitoria del quartiere rischia di essere sfrattata. Allora Margot decide di darsi da fare per lei...

Il cardellino di Donna Tartt (Rizzoli)
È l’ultimo fenomeno editoriale internazionale, il nuovo romanzo di un’autrice segreta che non rilascia interviste e scrive - cosa rara - un romanzo ogni dieci anni. La storia di Theo, che da bambino perde la madre in un attentato in un museo, e vede il suo destino legato per sempre a un piccolo capolavoro che in quell’attentato scompare, Il cardellino del fiammingo Fabritius.

Tra la notte e il cuore di Julie Kibler (Garzanti)
Trascinante romanzo d’esordio che ha sedotto la critica con l’appassionante storia di Miss Isabelle, un’anziana burbera ma dal nobile cuore. Di un’amicizia senzatempo con Dorrie, la parrucchiera di colore diventata con gli anni quasi una figlia. Di un antico amore, vibrante e bistrattato dalla legge razziale, tra una bianca e un nero.


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Nella quinta terzina, di novembre, si sfidano:


La Felicità sta in un altro posto, di Sara Loffredi (ed. Rizzoli)
Una novizia siciliana con poca vocazione e tanto amore per la musica, il grande terremoto di Messina del 1908, la fuga a Napoli dove, invece di tornare in convento, lei si perde nei vicoli del vizio. Perché la felicità sta sempre altrove. Una storia delicata di prostituzione, polvere, drammi e riscatto.

L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, di Rachel Joyce (ed. Sperling & Kupfer)
Cosa succede quando si è un vecchietto pensionato inglese e si riceve la lettera di una vecchia amica che sta morendo in un ospedale nella lontana Scozia? Se si è eccentrici come Harold Fry si parte a piedi, per portarle di persona la risposta. E forse ritrovare se stessi. Esilarante quanto commovente romanzo che celebra l’amicizia e la gratitudine mentre macina chilometri e sogni.

L'amore involontario, di Chiara Marchelli (ed. PIEMME)
Una scrittrice in coma dopo essere stata investita da un’auto a New York. Suo fratello, che la donna non frequenta da anni, ferito perché lei ne ha parlato in un romanzo, si ritrova al capezzale. Neanche adesso c’è dialogo, eppure, per quei meccanismi strani del cuore, l’amore ricomincia a scorrere, a dispetto dei rancori.

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Nella sesta terzina, di dicembre, si sfidano:

Non dirmi che hai paura, di Giuseppe Catozzella (ed. Feltrinelli)
Samia è una ragazzina di Mogadishu. Ha la corsa nel sangue. Divide i suoi sogni con Ali, che è amico del cuore, confidente, e primo allenatore appassionato. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto e le prime affermazioni la candidano alle Olimpiadi di Pechino dove non vince ma si fa notare. Il suo vero appuntamento sarà quello di Londra. Ma tutto diventa difficile. Corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa, Ali entra nel gruppo dei terroristi. È tempo di andarsene. Allenarsi ad Addis Abeba e farsi candidare per Londra. Purtroppo il comitato olimpico di Mogadishu non fa arrivare i documenti necessari e Samia si riscopre clandestina. Sola, decide per il viaggio, il terribile viaggio dei migranti dall'Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. Sono mesi di umiliazioni, di vessazioni, di pura devastante corporeità. Quando sale sulla barca per Lampedusa, Samia è il sogno di se stessa, e l'acqua azzurra della libertà" la inghiotte per sempre.

Ci vediamo lassù, di Pierre Lemaitre (ed. Mondadori)
Sopravvissuti alla carneficina della Grande Guerra, nel 1918 Albert e Edouard si ritrovano emarginati dalla società. Albert, un umile e insicuro impiegato che ha perso tutto, proprio alla fine del conflitto viene salvato sul campo di battaglia da Edouard, un ragazzo ricco, sfacciato ed eccentrico, dalle notevoli doti artistiche. Dopo il congedo, condannati a una vita grama da esclusi, decidono di prendersi la loro rivincita inventandosi una colossale truffa ai danni del loro paese ed ergendo il sacrilegio allo status di opera d'arte. "Ci rivediamo lassù" è il romanzo appassionante e rocambolesco che racconta gli affanni del primo dopoguerra, le illusioni dell'armistizio, l'ipocrisia dello Stato che glorifica i suoi morti ma si dimentica dei vivi, l'abominio innalzato a virtù. In un'atmosfera crepuscolare e visionaria, Pierre Lemaitre orchestra la grande tragedia di una generazione perduta.

Felici i felici, di Yasmina Reza (ed. Adelphi)
"Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell'amore. Felici i felici": le due ultime "beatitudini" di Borges, che Yasmina Reza inscrive sulla soglia di questo romanzo, ci indicano la via per penetrare nel fitto intreccio delle vite che lo popolano. Perché la felicità - nell'amore o nell'assenza di amore, all'interno di una coppia o al di fuori di ogni legame - è un talento: e di tutti i personaggi che a turno consegnano al lettore confessioni a volte patetiche, a volte grottesche, a volte atrocemente comiche, si direbbe che quasi nessuno lo possegga. In un sottile gioco di echi, di risonanze, di contrappunti - tra amori inaciditi e rancori mai sopiti, illusioni spezzate e fughe nel delirio -, le voci che si avvicendano, quasi incalzandosi, tessono un ordito i cui fili (tenui in alcuni casi, in altri pesanti come catene) collegano molteplici destini, tutti segnati dall'impervia difficoltà dell'incontro con l'altro. Con una scrittura di chirurgica precisione, capace di muoversi tra i registri più vari, in un susseguirsi di scene in cui sempre lampeggia il genio della donna di teatro, Yasmina Reza è abilissima nel far affiorare, appena sotto la superficie smaltata delle apparenze, solitudine e violenza, disperazione e risentimento; e riesce a condurre la ronde dei suoi personaggi - mogli inquiete e mariti perplessi, amanti insoddisfatte e libertini mediocri, giovani in fuga dalla vita e vecchi abitati dalla morte.

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Nella settima terzina, di gennaio, si sfidano:

Marina bellezza, di Silvia Avallone (ed. Rizzoli)
Marina ha vent'anni e una bellezza assoluta. È cresciuta inseguendo l'affetto di suo padre, perduto sulla strada dei casinò e delle belle donne, e di una madre troppo fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento, che significa lasciare la Valle Cervo, andare in città e prendersi la fama, il denaro, avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere subito e con ostinazione. La stessa di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e vive all'ombra del fratello emigrato in America, ma ha un progetto folle e coraggioso in cui nessuno vuole credere, neppure suo padre, il granitico ex sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole essere per sempre. Marina ha la voce di una dea, canta e balla nei centri commerciali trasformandoli in discoteche, si muove davanti alle telecamere con destrezza animale. Andrea sceglie invece di lavorare con le mani, di vivere secondo i ritmi antichi delle stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla.

Le madri salvate, di colombe Schneck (ed. Einaudi)
Quando Colombe Schneck aspetta il suo primo bambino, la madre Hélène le chiede di chiamarlo Salomé, in ricordo di sua cugina morta durante l'Olocausto. Colombe non sa nulla di questa bambina, il cui nome non è mai stato evocato prima di allora. Ma il figlio che nasce è un maschio, e la questione viene dimenticata. Quando qualche anno più tardi Colombe è di nuovo incinta, un'amica le suggerisce il nome di Salomé e in quel momento le torna alla memoria la strana richiesta di sua madre, che nel frattempo è morta. Inizia cosi una ricerca delle proprie origini che porterà l'autrice dalla Francia in Lituania, negli Stati Uniti e in Israele, e un'inchiesta attraverso segreti e dolorosi non detti famigliari. Mary, la bisnonna dell'autrice, aveva quattro figli: Ginda, Raya, Masa e Nahum. La famiglia era originaria di un piccolo borgo lituano, Panèvezys. Quando Mary e tre dei suoi figli vengono deportati nel ghetto di Kaunas, Ginda, la nonna di Colombe Scneck, si salva perché negli anni Venti aveva deciso di emigrare in Francia. Il fratello e le sorelle di Ginda sopravvivono alla selezione e alla deportazione mentre Mary, i cognati e i loro figli muoiono. Raya e Masa dopo la guerra si risposeranno con altri sopravvissuti all'Olocausto, che avevano a propria volta perso le mogli e i figli. E altri bambini nasceranno. La domanda che nessuno osa porsi è questa: com'è possibile che Salomé, la figlia di sette anni di Raya, e Kalman, il bambino di soli tre anni figlio di Masa, siano morti e le loro madri no?

Mimose a dicembre, di Maria Rosaria Valentini (ed. Keller)
Adriana - vent'anni - lascia un remoto lembo di Romania per cercare futuro in Italia. In un appartamento di Roma la ragazza vive, quasi reclusa, in un budello di solitudine, immaginandosi la vita. La vecchia che il destino le ha assegnato però sa imbastire tenerezze, coltivare speranze, infondere coraggio. Tra le donne sboccia un denso legame affettivo. L'anziana signora proietta nella giovane i propri sogni perduti, tanto da favorire l'incontro tra Adriana e Antonello, il fornaio. Il loro amore si gonfia di promesse odorose come morbido pane, sino a quando, un giorno, il giovane scompare. E Adriana disperata, disorientata, confusa - fugge.



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Nella ottava ed ultima terzina, di febbraio, si sfidano:


Lisario o il piacere infinito delle donne, di Antonella Cilento (Ed. Mondadori)
Lisario non è come le altre nobildonne del Seicento. Lisario legge, scrive perfino, anche se lettere alla Vergine. E da quando hanno deciso di sposarla a forza, dorme un sonno inspiegabile. Le sedute a porte chiuse dove un giovane medico scalcagnato la sveglia a colpi di orgasmi sono tra i migliori scritti in fatto di erotismo.

Il re delle ombre, di Eve de Castro, (Rizzoli)
Versailles. Il Re Sole ha lanciato un progetto che durerà anni e farà della sua reggia il centro d’Europa. Il cantiere attira folle di artigiani, commercianti, faccendieri e prostitute che in breve costruiscono una brulicante città all’interno della città. Tra loro, Batiste e un diavolo in gonnella che legheranno presto i loro destini. Ken Follet e i suoi Pilastri della Terra hanno ora il loro corrispettivo made in France.

Wondy, di Francesca del Rosso, (Rizzoli)
Romanzo della storia vera di Francesca Del Rosso, giornalista, moglie, mamma e per tutti, fin dalla giovinezza, Wonder Woman per via della sua grinta. Quando le vengono diagnosticati due tumori avrà modo di dimostrare che vale il soprannome, e vi trascinerà con la sua risata, fiducia e inarrestabile energia, finché saremo tutti fuori dal tunnel.

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I vincitori delle terzine:
1 luglio: Anna Bolena, una questione di famiglia (Hilary Mantel)
2 agosto: La verità sul caso Harry Quebert (Joel Dicker)
3 settembre: Stoner (John Williams)
4 ottobre: il cardellino (Donna Tartt)
5 novembre: l'amore involontario (Chiara Marchelli)
6 dicembre: non dirmi che hai paura (Giuseppe Catozzella)
7 gennaio: le madri salvate (Colombe Schneck)
8 febbraio: Wondy (Francesca del Rosso)


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Il 22 ottobre, all'interno della manifestazione "Bookcity" a Milano, si sono finalmente svolte le premiazioni.
Vincitore della 5a edizione del Gran Premio è stato Giuseppe Catozzella col suo "Non dirmi che hai paura". Secondo posto per "La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker. Terzi ex aequo "L'amore involontario" di Chiara Marchelli e "Wondy" di Francesca Del Rosso.



mercoledì 16 luglio 2014

Addio a Nadine Gordimer

E' morta a 90 anni Nadine Gordimer, sudafricana, una delle più grandi scrittrici di sempre. Attivista per i diritti umani, in prima linea contro l'apartheid, aveva vinto il Nobel per la Letteratura nel 1991. Oggi (14 luglio 2014), l'addio, dopo una lunga malattia: solo qualche mese fa, la scrittrice aveva annunciato il male che l'aveva colpita.
"Ho un cancro al pancreas e mi procura molto dolore. Quando ho scritto il mio ultimo romanzo (Ora o mai più, Feltrinelli, 2012, ndr) non lo avevo, non era ancora incominciato, e quello che ho scritto non ha nulla a che vedere con la malattia. La mia energia era immutata, e anche la mia attività intellettuale. Guardavo alla vita come ho sempre fatto. Non so quanto riuscirò a parlare. Non mi sento molto bene". 

Nell'ultima intervista concessa a un giornale italiano, la Gordimer aveva contestualmente annunciato il suo addio alla narrativa, almeno al romanzo, proprio per le sue cattive condizioni di salute: "Forse scriverò ancora un paio di racconti. Non ho più l'energia, scrivere mi fa star male e sono troppo critica, troppo esigente verso il mio lavoro, non credo che accetterei qualcosa che non mi soddisfa". La sua primissima opera fu del resto un racconto, all'età di 14 anni. Per Nadine, le short stories erano il genere ideale della nostra frenetica era.

E proprio i Racconti di una vita (edizione Feltrinelli, come tutti i suoi altri libri) sono stati l'ultima opera di Nadine Gordimer arrivata in Italia: storie inedite e toccanti, lunghe diversi decenni, dagli anni 50 agli Anni Zero, che hanno raccontato ai suoi lettori le crepe, ma anche le tenui speranze, del Sudafrica. L'esordio, oltre sessant'anni fa: era il 1953 quando la Gordimer, figlia di un orologiaio ebreo lituano e protagonista di un'infanzia sensibile e solitaria, pubblicò in patria I giorni della menzogna, romanzo di formazione (e molto autobiografico) di una giovane donna bianca in una paese lacerato dai colori della pelle. Come Nadine Gordimer, che amava definirsi "un'africana bianca".

Nadine Gordimer aveva vinto il Nobel nel 1991 per "esser stata di enorme beneficio all'umanità grazia alla sua scrittura magnifica". Era vero. Perché la Gordimer era una graziosa combattente. Certo minuta, delicata, elegante, anche salottiera. Ma costantemente in prima linea contro ogni razzismo, in nome degli ultimi di questa Terra. Così, nonostante il candore della sua pelle, ha scritto e inveito senza sosta contro il razzismo istituzionale del suo Paese, il Sudafrica pre-Mandela, ma anche post, come quello di Zuma devastato dalla corruzione. Così si è iscritta al partito di Madiba, l'African National Congress, quando era ancora fuorilegge. Così si è battuta per i malati di Aids, altra piaga di un Sudafrica ancora martoriato, e per tanti altri dimenticati dal mondo. Perché, come disse poco prima della vittoria al Nobel, "non posso deprecare solo l'apartheid quando l'ingiustizia umana è ovunque".

Il rapporto con Mandela. Madiba, appunto. Altro abbagliante faro della sua vita, insieme alla letteratura, illuminatosi dopo il loro primo incontro, nel 1964, durante il processo Rivonia, al termine del quale Mandela fu condannato all'ergastolo. Un'ammirazione che andava oltre le parole, persino per un Nobel come lei. "Noi sudafricani siamo fortunati ad averlo avuto con noi. Perché se dovessi provare a spiegare tutto quello che ho avuto da lui, io che sono fra le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo di persona, credo che non ci riuscirei. Madiba era un democratico naturale, una cosa piuttosto inusuale in Africa. In un continente che ha lottato per decenni per liberarsi dalla dominazione straniera e raggiungere la libertà, è raro trovare qualcuno che non basi la sua azione sull'odio o il risentimento".