venerdì 31 marzo 2023

La via del bosco - Litt Woon Long


Titolo originale: Stien tilbake til livet - Om sopp og sorg (2017)
Titolo inglese: The way through the woods

Per alcuni raccogliere funghi è un rilassante passatempo autunnale. Per Long Litt Woon è una forma di guarigione, un modo per tornare alla vita. Quando Long Litt Woon, antropologa malese da decenni trapiantata a Oslo per amore, perde inaspettatamente il marito Eiolf, la sua esistenza si svuota di ogni significato ed è inghiottita in una bolla di apatia. Ad aprire la prospettiva su una vita nuova e piena è la partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti: la scoperta del mondo dei funghi comincia a risvegliare in lei tutti e cinque i sensi conducendola lentamente su due sentieri paralleli, quello concreto che si snoda tra i profumi e i colori dei boschi norvegesi – ma anche del lontano Central Park – e il faticoso percorso interiore dell’elaborazione del lutto. Nel libro si alternano così la narrazione, tanto più asciutta quanto più vera, di una vicenda intima e dolorosa e il resoconto acceso, vitale, pieno di gioia dell’esplorazione di un regno naturale complesso e misterioso e dell’eccentrica comunità umana che lo abita, il popolo dei fungaioli, con le sue regole, i suoi rituali e le sue ossessioni. Con lo sguardo rigoroso dell’antropologa diventata ormai esperta micologa, Long Litt Woon ci aiuta a destreggiarci con competenza tra spugnole, steccherini e ovoli malefici e nello stesso tempo a riflettere sulle peculiarità nazionali e sui pregiudizi culturali in cui è avvolto un argomento che si vorrebbe scientifico. Ma soprattutto ci emoziona immergendoci nella profondità umana di una donna che ha saputo trasformare una passione in ancora di salvezza. (goodreads)

La trama descrive perfettamente il libro, che è il racconto del processo di elaborazione del lutto che ha fatto l'autrice assieme ad un gruppo di persone con lo stesso problema ed esperti. E' un libro decisamente adatto a chi ama i funghi, perchè questa parte è decisamente preponderante. Ci sono molti disegni di funghi con la loro descrizione. In effetti è quasi più un manuale sui funghi piuttosto che un libro sul lutto. Circa a metà libro c'è anche la ricetta del pollo alle spugnole in salsa cognac, poi nel capitolo "dall'antipasto al dessert" c'è una serie di ricette fattibili.
Quello che mi è piaciuto è il messaggio di speranza e di aiuto per chi si trova in una situazione così difficile. Quello che alla lunga mi ha un po' stancato è proprio la quasi preponderanza "saggistica" sui funghi, un po' monotona.
Mio voto: 7 / 10

Grottesco - Patrick McGrath


Titolo originale: The Grotesque (1989)

Sir Hugo Coal non è mai stato un filantropo. Anche quando non vegetava sulla sedia a rotelle, aveva la tendenza a considerare gli esseri umani meno comprensibili ed eleganti dell'enorme scheletro di sauro che andava pazientemente ricostruendo. Ma quello che vede ora, nella sua villa, nei rari momenti in cui i suoi familiari non lo costringono a fissare una parete, gli piace anche meno. E' chiaro che Fledge, l'ambiguo maggiordomo, sta ordendo una sua trama assai sinistra. Di quella trama la moglie, la figlia e sir Hugo stesso, fanno più o meno consapevolmente parte. Quel che è meno chiaro è in che modo sir Hugo possa usare l'unica arma peraltro letale - che gli resta, il suo "sguardo fisso di lucertola". (ibs)

Il romanzo parte lento. Non mi dispiace quando gli scrittori svelano le storie un po' alla volta, ma amo poco quando "rimpallano" le cose avanti e indietro (tipo: questa cosa ve la dico dopo, ah ma vi sto anticipando un evento). La storia all'inizio è tendenzialmente molto piatta, una famiglia agiata, il marito e la moglie che hanno due vite quasi separate, di facciata, del personale di servizio, banchetti con amici, cose così, tipiche "british". Poi lo spasimante della figlia sparisce e lei va giù di testa, comincia a vaneggiare (a ragione in realtà) che ci sia una creatura maligna che vuol fare del male a chi abita in quella casa, ha anche delle visioni di Sidney fantasma che la va a trovare. Una sensazione che ha comunque anche Hugo (ed entrambi la identificheranno in Fledge). Ecco, quando Hugo sorprende Sidney e Fledge che si baciano, e poi Sidney sparisce, la storia ha cominciato a prendermi di più. Quello che è davvero successo è piuttosto macabro. 
A parte alcune descrizioni anche troppo prolisse, soprattutto nei paesaggi, l'autore è stato molto bravo a farmi davvero "vedere" le scene, mi sembrava quasi di essere nella stanza o davanti allo schermo di un film. Anche certi atteggiamenti un po' "british" (tipo quando Sidney vuole chiedere la figlia in sposa e tentenna e Hugo che lo ascolta mentre legge il giornale) sono ben resi.
Ho provato una grande pena per Hugo dopo che finisce in sedia a rotelle. Tutti lo credono un vegetale, mentre lui capisce e vede cosa succede, e capiamo bene quali sentimenti prova (di odio verso Fledge, di stupore nei confronti della moglie, di affetto verso la figlia, ha capito che la figlia e Fledge sanno che lui è presente). Ad un certo punto mi è quasi sembrato ci fosse un riferimento verso il ritratto di Dorian Gray, là c'era il quadro che invecchiava al posto del ragazzo, qui c'è Fledge che diventa il padrone di casa mentre il vero padrone di casa, devastato dalla malattia, può solo stare a guardare. Hugo arriva persino a comprendere George che, all'ultimo minuto, pur di salvarsi la pelle, decide comunque di non rivelare cosa è successo ma dà la colpa ad Hugo che non sarebbe comunque punibile.
Mi sono un po' persa nel finale. Hugo in giardino vede George insieme ad altri fantasmi di contadini che si accalcano fuori dalla casa; poi George sale in cielo e da lui si irradia "una specie di radiosità argentea che mi abbaglia e mi riempie di una sensazione di pace immensa, oceanica, un senso di beatitudine inusitato". "Cosa mi sta succedendo? Nil desperandum sento me stesso mormorare..." 
La cosa interessante di questo libro è che ti lascia sempre nel dubbio. Non sai mai se quello che Hugo racconta è vero oppure è frutto della sua malattia.
Lettura interessante, da leggere guardando l'ironia e il grottesco delle situazioni che vngono descritte.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

giovedì 30 marzo 2023

La dozzina del premio Strega

I dodici libri candidati al Premio Strega 2023 sono:

Silvia Ballestra, «La Sibilla. Vita di Joyce Lussu» (Laterza) 
Maria Grazia Calandrone, «Dove non mi hai portata» (Einaudi) 
Andrea Canobbio, «La traversata notturna» (La nave di Teseo) 
Ada D’Adamo, «Come d’aria» (Elliot) 
Gian Marco Griffi, «Ferrovie del Messico» (Laurana Editore) 
Vincenzo Latronico, «Le perfezioni» (Bompiani) 
Romana Petri, «Rubare la notte» (Mondadori)  
Rosella Postorino, «Mi limitavo ad amare te» (Feltrinelli) 
Igiaba Scego, «Cassandra a Mogadiscio» (Bompiani) 
Andrea Tarabbia, «Il continente bianco» (Bollati Boringhieri) 
Maddalena Vaglio Tanet, «Tornare dal bosco» (Marsilio) 
Carmen Verde, «Una minima infelicità» (Neri Pozza) 

L’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Come nelle passate edizioni, anche quest’anno la premiazione sarà trasmessa in diretta su Rai3 alle 23.00.

La cinquina del Premio Strega Europeo 2023

I cinque libri candidati al Premio Strega Europeo 2023 sono:
 
Emmanuel Carrère, «V13» (Adelphi)
Esther Kinsky, «Rombo» (Iperborea)
Andrei Kurkov, «L’orecchio di Kiev» (Marsilio)
Johanne Lykke Holm, «Strega» (NN Editore)
Burhan Sönmez, «Pietra e ombra» (nottetempo)

Il premio viene assegnato ogni anno da una giuria composta da 24 scrittrici e scrittori italiani vincitrici e vincitori, finaliste e finalisti del Premio Strega.
Concorrono cinque scrittrici e scrittori recentemente tradotti che hanno vinto nei Paesi di provenienza un importante riconoscimento nazionale: cinque voci rappresentative di tradizioni letterarie e aree linguistiche diverse e cinque modi di esplorare le latitudini possibili del romanzo contemporaneo.
La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 21 maggio alle ore 18.30

domenica 12 marzo 2023

Acqua rossa - Jurica Pavičić


Titolo originale: Crvena voda (2017)

Quando la diciassettenne Silva scompare dal suo villaggio sulla costa dalmata si sta celebrando la festa dei pescatori. È un sabato di settembre del 1989 in una Jugoslavia morente e l’indagine viene affidata all’ispettore Gorky Šain. Ben presto le ricerche rivelano un ritratto più complesso e sconosciuto della ragazza: studentessa delle superiori a Spalato implicata negli ambienti della droga econ molti soldi a disposizione. E poi c’è un testimone uscito dal nulla, che afferma di averla vista comprare il biglietto di un pullman diretto all’estero. La Storia nel frattempo segue il suo corso; ciò che resta del regime di Tito sta crollando e il nuovo potere dà il via a una caccia alle streghe che non risparmia nemmeno le forze dell’ordine: Gorki Šain è obbligato a dimettersi e il caso viene chiuso. La famiglia di Silva è l’unica a non arrendersi, a continuare ostinatamente le ricerche e a voler trovare delle risposte. Solo molti anni più tardi, in una Croazia alquanto cambiata, un evento inatteso farà luce su quell’indagine… Acqua rossa è un giallo sociale potente e dai tratti epici. Accanto alla tensione del poliziesco mostra, in un grande narrazione, gli sconvolgimenti di quasi tre decenni della società jugoslava: caduta del comunismo, guerra civile, crollo dell’economia e dell’industria, investimenti stranieri, corruzione, turismo. I destini individuali che incrociano i traumi della Storia. (goodreads)

La mia paura principale nel leggere questo libro era che la componente storica fosse troppo presente, invece devo dire che rimane abbastanza sullo sfondo. Ci vengono spiegati i cambiamenti che avvengono ma il focus rimane sempre sui personaggi che hanno ruotato intorno alla vicenda di Silva (che per tutto il libro io ho letto "Silvia"). Il libro è diviso in quattro parti e ogni parte è divisa in capitoli in cui l'attenzione è su un personaggio e viene citato l'anno in cui siamo. Quindi parla Mate il gemello di Silva, Vesna la madre, Jakov il padre, Adrijan che viene accusato dell'omicidio, Gorky l'ispettore che inizia l'indagine ma viene costretto a dimettersi e diventa agente immobiliare, Brane il fidanzato di Silva, e altri...
Con il passare degli anni vediamo anche quali sono i cambiamenti nel Paese.
Silva non è la ragazza che credeva la sua famiglia. Non è una persona tranquilla, è una giovane spacciatrice di eroina che per questo si è fatta anche molti nemici. Questo getta nello sconforto soprattutto il padre ed il fratello che non se l'aspettavano. La scomparsa di Silva creerà una crepa insanabile nella famiglia, soprattutto tra il padre e la madre (che accusa il padre di essere uno smidollato e di aver smesso di cercarla). Il fratello continuerà a cercarla per anni in giro per l'Europa, nonostante la moglie sia contraria e cerchi di trattenerlo a casa. Il dramma familiare si intreccia con la storia che cambia e col paesino in cui invece tutto cambia poco.
Questo libro, che viene presentato come un poliziesco o un "giallo sociale", in effetti ha tante storie che girano intorno alla ragazza morta, di cui scopriremo come è morta alla fine, ma che è la vicenda che innesca tutta una serie di altre riflessioni, sulla perdita, sul lutto, sul modo che va avanti comunque, sulla fragilità dei rapporti.
E' stato carino che quando parla di Spalato ho potuto visivamente ricordare alcuni dei posti che citava perchè li conoscevo.
La lettura è stata interessante. Ho molto apprezzato che la storia politica della Croazia rimanga in sottofondo ma ho comunque apprezzato che si capiscano i cambiamenti. L'ho letto bene, è scorrevole, la vicenda è interessante, anche se tirata un po' per le lunghe; ci vorranno quasi trent'anni per capire cosa è successo e quello che è successo non ha proprio un effetto sorpresa.
Un bel libro, gradevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

mercoledì 1 marzo 2023

Fuori i libri! Febbraio 2023

Ho cominciato il mese di febbraio leggendo il libro per il gruppo di lettura della biblioteca, "Le vie dell'eden" di Eshkol Nevo. Non amo i racconti. Lui scrive molto bene ma il romanzo non mi ha fatto impazzire.

Secondo libro del mese "Il sarto volante" di Etienne Kern , libro tratto da una storia vera, vincitore del Premio Goncourt. Letto per il gruppo di lettura della libreria, ed è stata molto interessante la discussione.

Tante lacrime, soprattutto nei capitoli finali per le "Cronache di un gatto viaggiatore" di Hiro Arikawa. Molto toccante e pubblicato con due bellissime copertine.

Molto bello anche il successivo, "La ragazza con la bicicletta rossa", anche se la protagonista a volte l'avrei presa a schiaffi...

Mi sono letta un saggio di Jeanette Winterson, "12 bytes". Interessante ma con alcuni pezzi faticosi.

Per l'incontro del gruppo di lettura online, abbiamo letto "Un giorno come un altro" di Shirley Jackson, ahimè racconti... Devo dire che mi è piaciuto molto il suo stile narrativo ma tanti racconti così scollegati no.

Ultimo libro del mese "La città degli orsi" di Fredrik Backman. Mi è capitato sott'occhio questo titolo quando cercavo tra i libri suggeriti per la world challenge. Che libro! Molto molto emozionante.

La città degli orsi - Fredrik Backman


Titolo originale: Björnstad (2016) 
Titolo in inglese: Bear town 

"È l'inizio di marzo a Björnstad e non è ancora successo niente. È venerdì e tutti sono in attesa. Domani la squadra juniores del Björnstad Hockey giocherà la semifinale del massimo campionato nazionale giovanile. Quanto può essere importante?" Molto importante, decisivo. Perché Björnstad, la Città degli Orsi, è così piccola e sperduta in mezzo ai boschi che, se non fosse per il suo enorme lago ghiacciato capace di attirare la gioventù dei dintorni, sarebbe un luogo dimenticato da tutti. Ora gli abitanti stanno con il fiato sospeso in vista della semifinale, le speranze e i sogni sono sulle spalle di un gruppo di adolescenti. Una responsabilità enorme, anche troppo. Nel momento di massima tensione le cose precipitano nel peggiore dei modi. La piccola comunità deve affrontare qualcosa di inaudito: una ragazzina è messa con le spalle al muro, l'eroe dell'hockey è accusato di una colpa orribile, il paese intero si scaglia compatto contro una famiglia. All'improvviso, la grande speranza che ha unito gli abitanti della Città degli Orsi si incrina lasciando emergere segreti e rivalità, in una corsa contro il tempo verso un fucile a due canne puntato contro una persona. (goodreads)

Emozionante. Björnstad è una cittadina sperduta nei boschi. L'hockey è tutto ciò che hanno. Una semifinale degli juniores che fa vibrare tutta la città. Ma poi si rompe qualcosa, l'eroe della squadra violenta una ragazza e nessuno in città può credere che lui abbia potuto farlo. Non vogliono vedere i lividi che lei ha addosso, è solo colpa sua, lui non può averlo fatto. Silenzi che sono anche peggio delle accuse, finchè il senso di colpa esplode dentro e l'ultimo della squadra, da sempre innamorato di lei, che ha visto cosa è successo, non ce la fa più e racconta tutto. Ma la gente si divide, tra chi si rende conto che la voce della ragazza avrebbe dovuto fin da subito essere ascoltata, e chi nonostante tutto non vuole vedere. Esplode la violenza che porterà metà squadra ad andare a giocare nella cittadina rivale di Hed. Ma a Björnstad sanno riconoscere quando vedono un orso e la squadra cambierà allenatore ma riprenderà a giocare... 

Vorrei poter raccontare la vicenda nei dettagli, ma non voglio togliervi la sorpresa. Il libro è uno di quelli che non sono riuscita a mettere giù. Intrigante la storia. Tanti personaggi che si intrecciano, ogni tanto ce ne presenta uno nuovo e si aggiunge alla narrazione. E' un po' faticoso all'inizio perchè devi conoscerli tutti, ma poi ti abitui e ognuno ha le sue caratteristiche che poi diventa facile distinguerli. Paragrafi brevi, narrazione incalzante. Bella la descrizione dell'attesa spasmodica della partita e belle anche le descrizioni dei sentimenti delle persone. Quando racconta la partita sembra di essere lì, sembra di essere in campo a prendere gli spintoni degli avversari. Raccapricciante l'atteggiamento di alcune persone che, nonostante tutto, incolpano la ragazza di aver denunciato lo stupro il giorno della finale e non quello dopo, solo perchè potevano vincere. Purtroppo molto attuali gli atteggiamenti che vengono descritti, il crescendo di violenza, il dover per forza trovare un colpevole, quando il vero colpevole viene considerato comunque un eroe. Ma i veri eroi sono quelli che si ribellano alla menzogna. 
Bello, piaciuto tantissimo, davvero pieno di emozione, in particolare nel finale. 
Decisamente diverso dai libri che ho letto finora di Backman, più tetro, più inquietante, assolutamente non ironico. 
Ho scoperto che è il primo libro di una trilogia e, sinceramente, non capisco come può proseguire visto che nel capitolo finale parla di come andranno le cose dieci anni dopo. Credo che sia perfetto così, chiude bene la storia. 
Mio voto: 9 / 10

Un giorno come un altro - Shirley Jackson


Titolo originario: Just an Ordinary Day (1996)

Quando Shirley Jackson arrivò in ospedale per la nascita del terzo figlio, l’impiegata all’accettazione le chiese quale professione svolgesse. E alla risposta «Scrittrice», replicò imperturbabile: «Io metterei casalinga». Senza volerlo, quell’impiegata aveva toccato un nervo scoperto – e colto nel segno. L’autrice di uno dei più celebri e disturbanti racconti della letteratura americana moderna era anche, come emerge dagli irriverenti aneddoti familiari, un’eccentrica donna di casa e una madre spassosa e piena d’inventiva. Ed è impossibile non riconoscere qualcosa di lei nelle stravaganti Mary Poppins che popolano questa raccolta, accompagnate da gatti parlanti e in grado di confezionare abiti con le coccinelle e i denti di leone del giardino. Quanto al lato più macabro – quello che la spinge ad affrontare tormenti, aberrazioni, crudeltà, a sondare normalità, follia, soprannaturale e sordido, o ancora a rendere sottilmente inquietante la banalità di «un giorno come un altro», appunto –, il lettore non avrà che l’imbarazzo della scelta. Nessuno meglio di Shirley Jackson conosce «il male incontrollato» che si cela sotto la più linda e ordinata delle superfici. E solo lei sa mescolare assurdo, comico e spaventevole – avvelenata mistura –, portandoli alle estreme conseguenze con un’economia del dettato e un’acutezza del dettaglio del tutto inconfondibili. (goodreads)

Intanto una precisazione: questo libro è la seconda parte di un libro pubblicato nel 1995 (credo dai figli), che comunque si intitolava "Just an ordinary day" e comprendeva anche "La luna di miele di Mrs. Smith". 
Letto per il gruppo di lettura online, altrimenti non avrei preso un libro di racconti.
In questo libro troviamo una serie di racconti di genere molto vario. Alcuni li ho trovati senza capo nè coda; altri li ho trovati anche geniali. In quasi tutti, il personaggio principale sembra buono ma nasconde un comportamento maligno. C'è chi dice di odiare i pettegolezzi e poi diffonde pettegolezzi. C'è chi si prende cura di un'amica malata e poi le manda lettere anonime che la fanno stare peggio. C'è chi vuole tenere pulita la città da comportamenti "sporchi" e poi manda lettere anonime dove "smaschera" gli altri. Il male dietro ad una facciata di bene.
Alcuni sono proprio geniali, ben congeniati. Anche il racconto dei "devo" è simpatico. Altri hanno sfumature quasi horror. Qualcuno è collegato ad un altro, per esempio la domestica magica la ritroviamo anche in un secondo racconto.
Non avevo ancora letto nulla di Shirley Jackson. La sua scrittura mi è piaciuta molto, la sua ironia, la sua capacità di rendere i caratteri delle persone, l'abilità di rivoltare la storia. Penso che potrei mettere in conto di recuperare qualche altro suo libro in futuro. Però i racconti non li reggo, mi indispongono, e il fatto che sono tante persone e praticamente scollegati l'uno dall'altro, non l'ho gradito. Ne ricordo alcuni con grande piacere ma altri proprio per nulla.
Mio voto: 7 / 10

12 Bytes. Come siamo arrivati fin qui, dove potremmo finire in futuro - Jeanette Winterson


Titolo originale: 12 Bytes: How We Got Here. Where We Might Go Next (2021)

Con il suo solito stile brillante, pungente, originale e arguto, Winterson attinge alla storia, alla religione, al mito, alla letteratura, alla politica di razza e di genere e all'informatica, per aiutarci a comprendere i cambiamenti radicali del nostro modo di vivere e di amare che stanno avvenendo proprio adesso tutto intorno a noi. Quando creeremo forme di vita non biologiche, saranno a nostra immagine e somiglianza? O accetteremo l'opportunità, più unica che rara, di rifare noi stessi a loro immagine e somiglianza? Che aspetto avranno l'amore, la cura, il sesso e l'attaccamento quando gli esseri umani stringeranno legami con aiutanti, insegnanti, lavoratori del sesso e compagni non umani? E cosa accadrà alle nostre radicate convinzioni sul genere? Il corpo fisico che è la nostra casa sarà presto potenziato da impianti biologici e neurali che ci manterranno più in forma, più giovani e più connessi? È giunto il momento di unirsi a Elon Musk e lasciare il pianeta Terra? Con intelligenza e curiosità, Winterson affronta i temi più affascinanti dell'IA, dagli algoritmi che schedano tutta la tua vita alle stranezze del backup del tuo cervello, e ci regala dodici saggi che sollevano domande impegnative sull'umanità, l'arte, la religione e il modo in cui viviamo e amiamo. E abbozzano risposte e scenari sorprendenti e umani, troppo umani. (goodreads)

12 capitoli che hanno a che fare con l'intelligenza artificiale, ma non solo. Con lo sviluppo della tecnologia, con il fatto che le donne sono sempre state considerate inferiori nelle materie scientifiche (e laddove hanno dimostrato di non esserlo, gli uomini hanno preso gli onori al posto loro), con i social media che utilizzano i nostri dati. Tante cose.
Non avevo mai letto niente di questa autrice, nonostante mi sono segnata un paio di libri che prima o poi volevo leggere. Trovo che abbia un bello stile, discorsivo, generalmente scorrevole tranne in alcuni punti più tecnici. Questo libro è un saggio, ovviamente. Ci sono alcune argomentazioni che ho ritenuto molto interessanti, in altre mi sono un po' persa e non vedevo l'ora di arrivare alla fine.
Mi è molto piaciuto un passaggio che scrive nel penultimo (mi pare) capitolo:

"Non esagero se dico che tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare in questo momento, come guerre, ostilità, divisioni, nazionalismi, persecuzioni, separazioni, carestie, carenze e annichilimento auto-distruttivo del pianeta, potrebbero essere risolti dall'amore.
Abbiamo la tecnologia. Abbiamo la scienza. Abbiamo la conoscenza. Abbiamo gli strumenti. Abbiamo le università, le istituzioni, le strutture, i fondi.
Dov'è l'amore?"

Sicuramente è un libro molto interessante. Gli devo togliere un mezzo voto perchè ho fatto fatica alla lunga...
Mio voto: 7 e mezzo /10

La ragazza con la bicicletta rossa - Monica Hesse


Titolo originale: Girl in the Blue Coat (2016)

È l’inverno del 1943 ad Amsterdam. Mentre i cieli europei sono sempre più offuscati dal fumo delle bombe, Hanneke percorre ogni giorno, con la sua vecchia bicicletta rossa, le strade della città occupata. Ma non lo fa per gioco, come ci si aspetterebbe da una ragazzina della sua età. Hanneke è una “trovatrice”, incaricata di scovare al mercato nero beni ormai introvabili: caffè, tavolette di cioccolato, calze di nylon, piccoli pezzetti di felicità perduta. Li consegna porta a porta, e lo fa per soldi, solo per quello: non c’è tempo per essere buoni in un mondo ormai svuotato di ogni cosa. Perché Hanneke, in questa guerra, ha perso tutto. Ha perso Bas, il ragazzo che le ha dato il primo bacio, e ha perso i propri sogni. O almeno così crede. Finché un giorno una delle sue clienti, la signora Janssen, la supplica di aiutarla, e questa volta non si tratta di candele o zucchero. Si tratta di ritrovare qualcuno: la piccola Mirjam, una ragazzina ebrea che l’anziana signora nascondeva in casa sua… Hanneke, contro ogni buon senso, decide di cercarla. E di ritrovare, con Mirjam, quella parte di sé che stava quasi per lasciar andare, la parte di sé in grado di sperare, di sognare, e di vivere. Un romanzo di lancinante bellezza, che ricorda classici del genere come Storia di una ladra di libri e Il bambino con il pigiama a righe, e racconta la città di Anna Frank e la forza di chi, come Hanneke, ha cercato di sconfiggere l’orrore con il più piccolo, e grande, dei gesti. (goodreads)

"Ho deciso di raccontare in questo libro la storia di un piccolo tradimento nel bel mezzo di una grande guerra. Ho voluto raccontare quelle decisioni che talvolta prendiamo in una frazione di secondo, per coraggio o codardia, e di come tutti noi possiamo essere al tempo stesso gli eroi e i cattivi"

L'autrice ha scritto che la storia di questo libro è inventata, ma le vicende (e i personaggi) da cui trae ispirazione sono vere. 
Hanneke sa che la cosa più importante è sopravvivere. Ha imparato a fare la smorfiosa coi soldati tedeschi in modo che non controllino i pacchetti che trasporta con la sua bicicletta, pacchetti di merce che ormai è possibile trovare solo nel mercato nero, come la cioccolata. Ufficialmente lavora in un negozio di pompe funebri.
Però un giorno, una delle sue clienti, la signora Janssen, le chiede disperatamente di trovare dove sia Mirjam, la ragazza ebrea che stava ospitando nello scantinato e che è misteriosamente sparita nei pochi minuti che lei era andata a casa di una vicina.
Hanneke sa che è una follia, e sa di non essere in grado di fare una promessa simile, anche perchè non conosce la ragazza in questione, sa solo che indossa un cappotto azzurro con due file di bottoni argento. Eppure non riesce a dire di no e comincia un'attività di investigazione durante la quale ritroverà Olli, il fratello del suo fidanzato morto Bas, e tramite Olli verrà a conoscenza di cosa succede nell'ex teatro cittadino, trasformato in zona di passaggio per gli ebrei che vengono deportati altrove.
Hanneke si rende conto che sta facendo tutto questo per Bas, perchè è convinta che se lei non avesse insistito nel sostenere che arruolarsi fosse patriottico, lui non l'avrebbe fatto, e il senso di colpa la sta logorando. Salvare una vita per un'altra che non ha potuto salvare. In realtà, un po' tutte le decisioni prese da Hanneke sono un po' impulsive senza rifletterci molto. Per fortuna che ad un certo punto compare Olli che le fa conoscere un gruppo di suoi amici che fanno parte della resistenza, e che stanno cercando di salvare ebrei con documenti falsi e bambini ebrei facendoli sparire dal teatro e dandoli in adozione a non ebrei. E' molto ben spiegata questa opera di salvataggio, così come è spiegato che c'è stato chi ha provato a scattare delle fotografie di nascosto per documentare cosa stava succedendo.
Ad un certo punto, la vicenda prende una piega strana e le cose non vanno come Hanneke aveva previsto e rischia di far scoprire tutti i ragazzi della resistenza. Ancora una volta Hanneke non se ne dà pace, finchè nelle ultime pagine viene spiegato cosa è davvero successo a Mirjam. 
Libro molto gradevole, storia molto interessante. Bella scrittura coinvolgente, l'ho letto praticamente tutto d'un fiato. La protagonista ad un certo punto l'avrei presa a schiaffi perchè col suo comportamento avventato stava rischiando di far uccidere tutti. Forse però un comportamento simile è in linea con la sua età. 
Un po' contorto il finale. Finchè non ci viene spiegato qual era il segreto di Mirjam e come è uscita dal nascondiglio, non ci si riesce ad arrivare in fondo. 
Incredibile il cambio di titolo in italiano, "La ragazza con la bicicletta rossa" mentre quello originale è "la ragazza col cappotto blu". Mah.
Mio voto: 8 / 10