Titolo originario: Just an Ordinary Day (1996)
Quando Shirley Jackson arrivò in ospedale per la nascita del terzo figlio, l’impiegata all’accettazione le chiese quale professione svolgesse. E alla risposta «Scrittrice», replicò imperturbabile: «Io metterei casalinga». Senza volerlo, quell’impiegata aveva toccato un nervo scoperto – e colto nel segno. L’autrice di uno dei più celebri e disturbanti racconti della letteratura americana moderna era anche, come emerge dagli irriverenti aneddoti familiari, un’eccentrica donna di casa e una madre spassosa e piena d’inventiva. Ed è impossibile non riconoscere qualcosa di lei nelle stravaganti Mary Poppins che popolano questa raccolta, accompagnate da gatti parlanti e in grado di confezionare abiti con le coccinelle e i denti di leone del giardino. Quanto al lato più macabro – quello che la spinge ad affrontare tormenti, aberrazioni, crudeltà, a sondare normalità, follia, soprannaturale e sordido, o ancora a rendere sottilmente inquietante la banalità di «un giorno come un altro», appunto –, il lettore non avrà che l’imbarazzo della scelta. Nessuno meglio di Shirley Jackson conosce «il male incontrollato» che si cela sotto la più linda e ordinata delle superfici. E solo lei sa mescolare assurdo, comico e spaventevole – avvelenata mistura –, portandoli alle estreme conseguenze con un’economia del dettato e un’acutezza del dettaglio del tutto inconfondibili. (goodreads)
Intanto una precisazione: questo libro è la seconda parte di un libro pubblicato nel 1995 (credo dai figli), che comunque si intitolava "Just an ordinary day" e comprendeva anche "La luna di miele di Mrs. Smith".
Letto per il gruppo di lettura online, altrimenti non avrei preso un libro di racconti.
In questo libro troviamo una serie di racconti di genere molto vario. Alcuni li ho trovati senza capo nè coda; altri li ho trovati anche geniali. In quasi tutti, il personaggio principale sembra buono ma nasconde un comportamento maligno. C'è chi dice di odiare i pettegolezzi e poi diffonde pettegolezzi. C'è chi si prende cura di un'amica malata e poi le manda lettere anonime che la fanno stare peggio. C'è chi vuole tenere pulita la città da comportamenti "sporchi" e poi manda lettere anonime dove "smaschera" gli altri. Il male dietro ad una facciata di bene.
Alcuni sono proprio geniali, ben congeniati. Anche il racconto dei "devo" è simpatico. Altri hanno sfumature quasi horror. Qualcuno è collegato ad un altro, per esempio la domestica magica la ritroviamo anche in un secondo racconto.
Non avevo ancora letto nulla di Shirley Jackson. La sua scrittura mi è piaciuta molto, la sua ironia, la sua capacità di rendere i caratteri delle persone, l'abilità di rivoltare la storia. Penso che potrei mettere in conto di recuperare qualche altro suo libro in futuro. Però i racconti non li reggo, mi indispongono, e il fatto che sono tante persone e praticamente scollegati l'uno dall'altro, non l'ho gradito. Ne ricordo alcuni con grande piacere ma altri proprio per nulla.
Mio voto: 7 / 10
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