venerdì 31 marzo 2023

Grottesco - Patrick McGrath


Titolo originale: The Grotesque (1989)

Sir Hugo Coal non è mai stato un filantropo. Anche quando non vegetava sulla sedia a rotelle, aveva la tendenza a considerare gli esseri umani meno comprensibili ed eleganti dell'enorme scheletro di sauro che andava pazientemente ricostruendo. Ma quello che vede ora, nella sua villa, nei rari momenti in cui i suoi familiari non lo costringono a fissare una parete, gli piace anche meno. E' chiaro che Fledge, l'ambiguo maggiordomo, sta ordendo una sua trama assai sinistra. Di quella trama la moglie, la figlia e sir Hugo stesso, fanno più o meno consapevolmente parte. Quel che è meno chiaro è in che modo sir Hugo possa usare l'unica arma peraltro letale - che gli resta, il suo "sguardo fisso di lucertola". (ibs)

Il romanzo parte lento. Non mi dispiace quando gli scrittori svelano le storie un po' alla volta, ma amo poco quando "rimpallano" le cose avanti e indietro (tipo: questa cosa ve la dico dopo, ah ma vi sto anticipando un evento). La storia all'inizio è tendenzialmente molto piatta, una famiglia agiata, il marito e la moglie che hanno due vite quasi separate, di facciata, del personale di servizio, banchetti con amici, cose così, tipiche "british". Poi lo spasimante della figlia sparisce e lei va giù di testa, comincia a vaneggiare (a ragione in realtà) che ci sia una creatura maligna che vuol fare del male a chi abita in quella casa, ha anche delle visioni di Sidney fantasma che la va a trovare. Una sensazione che ha comunque anche Hugo (ed entrambi la identificheranno in Fledge). Ecco, quando Hugo sorprende Sidney e Fledge che si baciano, e poi Sidney sparisce, la storia ha cominciato a prendermi di più. Quello che è davvero successo è piuttosto macabro. 
A parte alcune descrizioni anche troppo prolisse, soprattutto nei paesaggi, l'autore è stato molto bravo a farmi davvero "vedere" le scene, mi sembrava quasi di essere nella stanza o davanti allo schermo di un film. Anche certi atteggiamenti un po' "british" (tipo quando Sidney vuole chiedere la figlia in sposa e tentenna e Hugo che lo ascolta mentre legge il giornale) sono ben resi.
Ho provato una grande pena per Hugo dopo che finisce in sedia a rotelle. Tutti lo credono un vegetale, mentre lui capisce e vede cosa succede, e capiamo bene quali sentimenti prova (di odio verso Fledge, di stupore nei confronti della moglie, di affetto verso la figlia, ha capito che la figlia e Fledge sanno che lui è presente). Ad un certo punto mi è quasi sembrato ci fosse un riferimento verso il ritratto di Dorian Gray, là c'era il quadro che invecchiava al posto del ragazzo, qui c'è Fledge che diventa il padrone di casa mentre il vero padrone di casa, devastato dalla malattia, può solo stare a guardare. Hugo arriva persino a comprendere George che, all'ultimo minuto, pur di salvarsi la pelle, decide comunque di non rivelare cosa è successo ma dà la colpa ad Hugo che non sarebbe comunque punibile.
Mi sono un po' persa nel finale. Hugo in giardino vede George insieme ad altri fantasmi di contadini che si accalcano fuori dalla casa; poi George sale in cielo e da lui si irradia "una specie di radiosità argentea che mi abbaglia e mi riempie di una sensazione di pace immensa, oceanica, un senso di beatitudine inusitato". "Cosa mi sta succedendo? Nil desperandum sento me stesso mormorare..." 
La cosa interessante di questo libro è che ti lascia sempre nel dubbio. Non sai mai se quello che Hugo racconta è vero oppure è frutto della sua malattia.
Lettura interessante, da leggere guardando l'ironia e il grottesco delle situazioni che vngono descritte.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

1 commento:

  1. Thanks for sharing your review with the Historical Fiction Reading Challenge.

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