Titolo originale: Vse tam budem (2006)
Il piccolo villaggio moldavo di Larga è in preda a una mania collettiva: raggiungere l’Italia, il paese dove per tutti c’è la possibilità di un lavoro ben pagato e di un futuro felice. Gli abitanti del villaggio inseguono il loro sogno di benessere con qualunque mezzo: trattori volanti, crociate di massa, sommergibili a pedali, vendita di organi, camuffamenti collettivi… L’ossessione per un’Italia idealizzata (e purtroppo inesistente), via di fuga dalle disgustose condizioni di vita moldave, contagia tutta la nazione, dal contadino più povero fino alla massima autorità politica del paese, il presidente Voronin, che sogna di aprire una pizzeria in una cittadina del nord Italia.
Il romanzo ride e riflette sul sogno e la fuga, sui disagi e i desideri, e tanto più farà riflettere noi italiani, anche se i veri protagonisti sono i moldavi. Con spietata ironia la Moldavia è descritta come un paese senza speranza, ancora fermo a un’economia pre-industriale, dove le ragazze sognano di fare le colf nelle case italiane, e gli uomini di lavorare nei cantieri come manovali a nero. La trama si frantuma in tante piccole storie di sopravvivenza quotidiana e di tentata emigrazione: le fughe rocambolesche dei personaggi assumono forme esilaranti e macabre, ma i confini dell’Italia e dell’Unione europea, rappresentati dalla vicina Romania, si rivelano invalicabili per chi vive in quel pezzo di Europa orientale che sembra destinato all’oblio.
Riusciranno alla fine i due “eroi”, Serafim e Vasilij, che tentano di emigrare via cielo e via mare modificando la carcassa di un trattore, a portare nel nostro paese le due anime della Moldavia, quella artistica dell’umanista, innamorato della scultura di Michelangelo, e quella pratica del trattorista, che si commuove alla parola Fiat? (atmospherelibri.it)
Sempre nel mio giro per l'Europa, ho trovato questo libro di autore moldavo e ambientato in Moldavia, che ha vinto il Russian Literary Prize (per libri di narrativa scritti in russo da autori che abitano fuori dalla Russia).
Il libro è un ironico, a tratti grottesco, ritratto della Moldavia, paese povero in cui un molte persone vedono l'Italia come il paradiso in terra, dove poter trovare lavoro, dove le città sono sicure e pulite. Ma non facendo ancora parte della UE, per i cittadini moldavi è quasi impossibile arrivare in Italia perchè le autorità non concedono il visto. Devono allora affidarsi a truffatori che dicono di poterli aiutare e invece spillano loro solo dei soldi senza farli uscire dal paese o, se ci riescono, ai cittadini espatriati vengono riservati lavori ignobili (tipo la prostituzione per le donne). Oppure lanciarsi in crociate che partono con pacifiche intenzioni e poi diventano una scusa per saccheggiare le città che attraversano.
Lorcenkov disegna uno scenario piuttosto degradato, ma pieno di persone che non si danno per vinte. E descrive la grossa corruzione delle autorità che dovrebbero aiutare i cittadini e invece non fanno nulla.
Per qualcuno l'Italia è un sogno che coltiva fin da bambino, ed è disposto a provare ad arrivarci anche volando su un trattore o pedalando su un sottomarino improvvisato. Per qualcun altro l'Italia non esiste, è l'inferno, va conquistata per diffondervi la fede ortodossa.
Libro interessante. Con un fondo molto amaro, ma scritto davvero con ironia e scene al limite del grottesco, con dei personaggi fuori di testa.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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