Titolo originale: Tre giri di chiave (2014)
Gabriele Casadei è il direttore di una piccola banca locale, nella Repubblica di San Marino. È un ragazzo giovane, bravo e responsabile sul lavoro, ha un sacco di amici, ma soprattutto ha una ragazza, Monica Melandri, di cui è molto innamorato. Una mattina, mezz'ora prima che suoni la sveglia, Gabriele viene destato dal campanello di casa: chi lo vuole a quell'ora? È la polizia, che irrompe nell'appartamento accusandolo di essere l'assassino di Monica, che lui aveva lasciato addormentata sul divano dell'appartamento di lei solo poche ore prima. Così, Gabriele si ritrova sbattuto all'improvviso dentro a un incubo di cui non vede la fine, solo, ad affrontare rimorsi e angosce nella sua minuscola cella. Solo, ma non rassegnato. (ibs)
ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama
Credo di inserire questo libro nella (mia) categoria "libri con storia interessante ma...".
Gabriele sta con Monica da sei mesi, sono innamoratissimi. Una mattina lei viene trovata accoltellata in casa. La polizia è stata chiamata dalla vicina di casa che ha notato del sangue sulla maniglia della porta.
L'ultima persona a vederla viva è stato proprio Gabriele, il quale però continua a dichiararsi innocente perchè la amava da morire, non le avrebbe mai fatto questo ed è affranto dal sapere cosa le è successo. Oltretutto, avendo bevuto un po’, ha la memoria un po’ offuscata. Eppure le prove portano solo a lui. L'arma del delitto, un coltello che lei teneva in un ceppo in cucina, viene ritrovato nel cortile di lui, ovviamente solo con le sue impronte sopra (peraltro ti viene da chiederti quale pirla lancerebbe l'arma del delitto nel proprio giardino?). Gabriele finisce nelle carceri di San Marino, dove si rode dal dolore e dal fatto di non sapere come proseguono le indagini. Il commissario incaricato, in effetti, non è che si dia tanto da fare, per lui il caso è risolto. Solo un paio di secondini provano ad aiutare Gabriele a trovare alcuni indizi. Gabriele è assolutamente convinto che il colpevole sia la vicina di casa, Marika, quella stessa vicina che ha visto il sangue sulla porta e che ha detto ai poliziotti che li sentiva spesso litigare (e non era vero).
Il libro è pieno di situazioni abbastanza improbabili, dalla poliziotta che lo possiede durante un temporale, a lui che scappa dall'ospedale col camice e gli stivali di gomma attraverso un condotto delle luci, diventa una specie di rambo che si nasconde nei boschi, arriva a scoprire che Marika fa da palo ad un'organizzazione che spaccia droga e diventa quasi l'eroe della storia. Senonchè, probabilmente tutto questo pezzo della vicenda è inventato (e non capisco da quando in realtà..). Il finale è confuso, perchè alla fine, comunque, in carcere ci va lui. (giuro, non ho capito se la vicenda della villetta della droga è vera o meno!)
Poi c'è una seconda parte. Il libro riprende da vent'anni dopo, quando Gabriele è già uscito di prigione, si è trasferito a Rimini e lavora alle ferrovie, ogni tanto come controllore e più spesso all'ufficio degli oggetti smarriti. Ad un certo punto conosce una ragazza che si chiama Lara, che ad un semaforo sta fermando le macchine chiedendo aiuto perchè la nonna non risponde al telefono. Nessuno la aiuta, tranne Gabriele, che ora è diventato un buon samaritano (in realtà non era una persona cattiva nemmeno prima) e decide di dare credito alla ragazza accompagnandola dalla nonna. La signora in effetti sta male, chiamano l'ambulanza e riescono a salvarla. Ne nasce una storia con questa ragazza un po' schizzata, che lo vuole ma non lo vuole, che lo ama ma non sa se lo ama. Questa ragazza si scopre essere bisex ed ha una storia con una ragazza di colore manesca che non ha gradito molto il fatto di essere stata tradita con un uomo. Ne nasce uno strano triangolo, grazie al quale Gabriele si rende conto di cosa non aveva capito di Monica e Marika. A quel punto verrà fuori la verità e il commissario dovrà ammettere che il caso di Gabriele è stato un caso di errore giudiziario.
Non è stato facile trovare un libro ambientato a San Marino, ma ci sono riuscita e questo è, non solo ambientato a San Marino, ma anche scritto da uno scrittore sammarinese.
L'idea dell'errore giudiziario è interessante, e probabilmente capita anche più spesso di quello che viene fatto sapere. Tuttavia la trama mi è sembrata un po' troppo "cinematografica" e con delle situazioni proprio di dubbia credibilità.
Personalmente, come dicevo, non ho capito se la sparatoria alla fine della prima parte c'è davvero stata o meno. Ma va beh, non ha cambiato il fatto che in galera ci è comunque finito e che la polizia non è presa molto la briga di cercare altre piste, anche laddove gli indizi erano un po' dubbi.
La seconda parte immagino che sia la scusa per far capire a Gabriele il tassello mancante del caso (peraltro ipotizzabile anche prima...) e per fargli capire che, nonostante il dolore, la vita è andata avanti e deve ricominciare a vivere anche lui.
Lettura carina ma non mi ha entusiasmato purtroppo. Al di là di alcuni elementi esagerati nella trama, l’idea di base è interessante ma è la scrittura che non mi ha trasmesso le emozioni che avrebbe potuto.
Mio voto: 6 e mezzo / 10.
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