mercoledì 10 dicembre 2014

La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dicker



Anno 2008. Marcus Goldman ha 31 anni, ha scritto un libro che lo ha fatto diventare famoso ed è pressato dall'editore per scriverne un secondo. Ma lui ha un terribile blocco degli scrittori. E così pensa di rivedere il suo vecchio amico ed ex professore Harry Quebert per chiedergli consiglio. Qualche mese dopo, ad Aurora, un piccolo paese al limitare di una enorme foresta e vicino al mare,  nel giardino di Harry, viene ritrovato il cadavere di una quindicenne che era scomparsa 33 anni prima. Si tratta di Nola Kellergan, figlia del reverendo, e del suo omicidio viene accusato proprio Quebert. Marcus decide allora di tornare ad Aurora per indagare, scoprire la verità e salvare dalla pena di morte il suo amico che, in effetti, all'epoca della scomparsa di Nola, aveva con lei una tenera storia d'amore, proibita per il fatto che la ragazza era minorenne. Interrogando gli abitanti della zona, a poco a poco rimetterà insieme tutta la vicenda, ricevendo anche minacce affinché smetta di impicciarsi. Questo non farà altro che confermargli di essere sulla buona strada, che percorrerà fino alla fine.

La prima impressione che ho avuto leggendo questo libro, è che fosse una specie di "incrocio" tra "Twin Peaks" (il paesino al limitare della foresta cupa, la ragazza insanguinata...) e le "Desperate housewives" (so cosa hai fatto e lo dirò a tutti...). Ad un certo punto, mi era parso che la perfetta sintesi del libro l'avesse fatta proprio Harry a pagina 313 quando dice che potrebbe aver anche ucciso il presidente Kennedy, ma non verrà mai perdonato per aver amato una quindicenne. A quel punto mi chiedevo che senso avessero le restanti 300 pagine.
La scrittura di Dicker mi è piaciuta molto. Lineare, scorrevole, il libro si fa leggere in fretta perché ad abbandonarlo si perde un po' il filo della storia. Quello che non mi è piaciuto molto sono stati i continui flashback, con avvenimenti che venivano in pratica riscritti due volte uguali.
Ho avuto un po' l'impressione che l'autore abbia voluto seguire il consiglio di Quebert: "Devi regalare al lettore un colpo di scena finale". Credo però che in un giallo, il lettore dovrebbe anche avere degli "indizi" che lo possano portare almeno vicino al colpo di scena; le ultime centocinquanta pagine del libro sembrano venute fuori dal nulla (mi riferisco in particolare alla verità su Nola..).
I personaggi del libro sono ben caratterizzati, ad alcuni mi sono anche affezionata: Harry, Luther Caleb, e il poliziotto Gahalowood. Nola non sono riuscita ad inquadrarla per un bel pezzo del romanzo. Divertente la petulante madre di Marcus che arriva a supporlo gay.
Concludo citando un altro dei consigli che Quebert da al suo allievo: "un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito". Ecco, per quanto la lettura sia anche stata abbastanza piacevole, ad un certo punto volevo capire come ne sarebbe venuto fuori, e la soluzione che ha trovato non mi lascia particolarmente soddisfatta. Sono contenta di esserne arrivata alla fine, ma non provo il dispiacere di averlo finito, provo piuttosto una specie di sollievo per aver capito come andarono le cose in quel 30 agosto del 1975.
E' stato interessante il fatto che all'inizio di ogni capitolo (numerati in senso inverso) ci fossero dei consigli su come scrivere un libro.

Mio voto: 6 e mezzo/10

Nessun commento:

Posta un commento