Titolo originale: Agnese: Le Ballerine del carillon vol. 2 (2021)
Sono una donna, e il mondo vuole farmi credere che questo non sia abbastanza.
Siamo a Pisa nel 1968, Agnese Antinori appartiene a una facoltosa famiglia dell’alta borghesia. Figlia di un noto Avvocato, Agnese viene cresciuta secondo un rigido modello educativo e nella totale indifferenza dei propri genitori. Una infanzia priva di affetto che negli anni si trasforma in risentimento sia verso la sua famiglia, sia verso l'ambiente in cui è cresciuta, in cui le apparenze contano più di ogni altra cosa. Per ribellione decide di prendere parte a un atto dimostrativo organizzato dal movimento studentesco pisano. Ma qualcosa va storto e Agnese è costretta alla fuga.
Da qui inizia la sua storia fatta di nuovi incontri, affetti ritrovati e rinunce.
Non sapevo cosa avrebbe significato per me il ‘68,
ho lasciato che l’alta marea mi portasse nelle piazze.
Per caso mi sono trovata in mezzo alla battaglia e questa è diventata la mia storia.
E' un'epoca in cui la contestazione giovanile infiamma il dibattito politico, le piazze si riempiono di manifestanti, i figli della borghesia si rivoltano contro i loro padri e scendono in strada al fianco degli operai. Luci e ombre di un periodo storico che ha permesso di ottenere grandi risultati, ma che è anche sfociato in derive violente che hanno causato centinaia di morti e feriti. (amazon)
ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama
Ho letto questo libro per un gruppo di lettura su whatsapp in cui mi ha tirato dentro una cara amica. Il team che ha organizzato questa cosa aveva detto che i libri (che saranno una trilogia, ma al momento manca ancora il terzo) erano indipendenti l'uno dell'altro e, quindi, sono partita direttamente da questo che era l'argomento di discussione (saltando il primo).
All'inizio ero un po' "preoccupata" dell'ambientazione scelta perchè rischiava di essere una cosa molto più politica di quello che avrei sopportato.
In realtà, la prima parte, serve più a rendere l'idea che Agnese è una ventenne che, nonostante la patina da dura che ha messo su, si fa trascinare dagli amici in una situazione più grande di lei. Enormemente più grande di lei (come puoi pensare che mettere una bomba nella redazione di un giornale sia un semplice atto dimostrativo?).
Agnese ha una famiglia completamente anaffettiva alle spalle, l'unica a cui è legata è la sorella Amelia, più grande, che sta per sposarsi.
In ogni caso, Agnese finisce invischiata nella storia della bomba ed è costretta a scappare, senza passare da casa, senza salutare nemmeno la sorella. E inizia a peregrinare per l'Italia. A Napoli conosce questo "lupo di mare" che è poi un fotografo solitario come lei, il quale le insegna alcuni segreti della fotografia, e che si rivela essere la figura più paterna che lei abbia conosciuto. A Maratea (vicino) ritrova una ex domestica a cui era legatissima, sparita su due piedi anni prima, e il figlio di lei, Tonino/Antonio, primo grande amore di Agnese. Ma il passato ricompare nel giorno della laurea di Antonio, e Agnese è costretta a scappare di nuovo e finisce a Londra, prima di poter tornare in Italia dove comincia a fare la fotografa finendo anche in Vietnam. Finchè non è costretta a tornare in quell'ambiente da cui è scappata.
Il libro si è rivelato piuttosto gradevole. La scrittura è scorrevole, ho trovato alcuni refusi nelle ultime cinquanta pagine circa. Interessanti le riflessioni di Agnese, che scappa da un ambiente alto borghese in cui si sente prigioniera per finire in un ambiente studentesco politicizzato come prigioniera (e vittima sacrificabile) di qualcosa che non conosce e che trasforma le rivendicazioni di un diritto in attentati dinamitardi.
Interessanti le riflessioni sulla famiglia; a volte è molto più familiare qualcuno che non ha il tuo stesso sangue.
Credo che l'autrice abbia avuto "coraggio" nel scegliere un'ambientazione così politica come quella delle rivolte studentesche, anche se non approfondisce troppo il discorso. Poi il romanzo volge decisamente verso temi più rosa.
Cede un po' dopo la metà. A Napoli ha imparato ad usare la macchina fotografica e a "cercare la verità" nelle situazioni che vede, come le ha insegnato il fotografo. Senonchè questo dono rimane in sospeso, perchè quando ritrova Lucia e Tonino praticamente non tocca più la macchina fotografica finchè non le serve per campare e va a finire addirittura in Vietnam, tappa molto breve del romanzo, dove fa alcune foto spettacolari tra cui una in particolare (il volo dell'angelo). Poi è costretta a tornare dalla famiglia per stare vicina alla sorella e alla nipote Matilde.
Non mi è assolutamente chiaro il finale. Praticamente lei affitta appartamenti, mentre passa le sue giornate da sessantenne a bere tè. Un giorno redarguisce la ragazza a cui ha affittato l'appartamento vicino al suo, poi la invita per il tè e capisce che sua nipote Matilde è particolarmente attratta da questa Laura (e questa Laura, mi è stato poi detto, è quella del primo romanzo, il finale pare sia lo stesso in entrambi i libri). Non si capisce se Agnese e Antonio sono tornati insieme, dalla descrizione della casa parrebbe di no, senonchè lei ad un certo punto scrive "Antonio me lo dice spesso", che fa presupporre che lui esista e sia lì. Ma non viene esplicitamente detto.
Una cosa che contesto assolutamente è il sottotitolo. Non capisco cosa c'entri la ballerina del carillon, non c'è nè l'una nè l'altro... (il team ha poi spiegato che Agnese porta sempre con sè un carillon... ma in questo libro non c'è scritto!). Ciò significa che i libri non erano indipendenti come mi è stato detto...
Mio voto: 7 / 10
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