Titolo originale: The promise (2021)
Vincitore del Booker Prize 2021
Una saga familiare moderna che poteva arrivare solo dal Sudafrica, scritta in splendida prosa dall'autore due volte finalista al Booker Prize, Damon Galgut. Perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della madre i membri della famiglia Swart si perdono di vista. Alla deriva, le vite dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d'oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in declino rispecchia l'atmosfera del paese: un'atmosfera di risentimento, rinnovamento e infine di speranza. (ibs)
Libro letto per il gruppo di lettura della libreria, ma ammetto che lo avrei voluto leggere comunque.
A differenza di quanto successo ad altri lettori, sono entrata subito in sintonia con lo stile narrativo dello scrittore, al punto che non mi ero minimamente accorta nè dei passaggi tra un pronome e l'altro nè del fatto che i dialoghi sono scritti senza le virgolette, proprio queste cose non mi hanno creato nessun problema di lettura.
Mi sono piaciute le descrizioni, che rendono l'atmosfera senza diventare pesanti; mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto dei tre fratelli così diversi l'uno dall'altro e così esagerati nei loro difetti (in effetti ricalcano bene i problemi del Sudafrica). Mi è piaciuto lo spunto narrativo e la trama. E' una storia che non poteva andare in altro modo (e mi ha un po' dispiaciuto scoprire da subito l'ordine dei morti) ma l'interessante è vedere come si sviluppa la storia. C'è anche quasi un po' di fatalismo dietro a questa promessa: tutti quelli che non la rispettano finiscono male. Prima muore il padre, che se ne è proprio fregato di ciò che gli ha chiesto la moglie in punto di morte. Poi muore Astrid, la sorella frivola, che non ci pensa neanche lontanamente a lasciare una casa alla domestica di colore. Poi muore Anton, il ragazzo col cuore d'oro (forse il personaggio che più è preponderante nel racconto) ma che sostanzialmente non trova la sua strada nella vita; lui era stato possibilista nei confronti della domestica ma poi fa la fine che fa. E forse non è un caso che la promessa venga mantenuta da Amor, il fantasma, quella che nessuno ascolta in famiglia, quella che credono sia completamente sciroccata perchè è stata colpita da un fulmine; ma Amor è anche quella che sparisce e ricompare, e ricorda che esiste questa cosa in sospeso, mai presa sul serio; Amor è quella che si annulla per gli altri, è quella che va a lavorare come infermiera in un reparto di malati di aids, un reparto in cui quotidianamente ha a che fare con i morti. Credo che solo nel momento in cui riesce a completare questo desiderio della madre, finalmente può affrontare il futuro con tranquillità.
Ho gradito moltissimo il fatto che l'ambientazione storica si capisce ma rimane in secondo piano. Sappiamo in quale momento della storia del Sudafrica siamo da alcune cose che càpitano ai fratelli, tipo Anton che passa dalle carceri e pensa a Mandela lì dentro, oppure ai neri che cominciano a prendersi la terra ai margini della proprietà. Piccoli cenni che chi vuole può approfondire.
Piaciuto moltissimo.
Mio voto: 9 / 10
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