lunedì 25 febbraio 2013

Nemesi - Philip Roth



Estate 1944. A Newark si diffonde una epidemia di polio. In particolare, la zona dove si registra il maggior numero di casi è la zona di Weequahic, dove Bucky Cantor, ventitreenne, è animatore di un campo giochi che raccoglie i ragazzini dei dintorni.
Bucky fa di tutto per sottrarre i ragazzini alla paura della malattia, cercando di tenerli lontani dall'isteria e facendoli continuare a giocare sorvegliandoli strettamente.
Ma la malattia dilaga in tempi rapidissimi, portando anche alla morte alcuni di loro. E Bucky si trova a riflettere su cosa può fare lui, sul perchè questa malattia si porta via i giovani... sul perchè Dio ha creato la polio (e la sofferenza in genere..) e su quale divertimento ci trova in una tragedia del genere. Un Dio che torna spesso nelle sue riflessioni, ed è sempre un Dio cattivo che si diverte a circondare Bucky di dolore, fin da quando ha lasciato che sua madre morisse di parto. Bucky, infatti, è stato allevato dal nonno ad essere forte, responsabile, quasi ossessionato dal senso del dovere e trova la sua colpa in ogni cosa che non può risolvere. Bucky che vorrebbe essere in guerra al fianco dei suoi due migliori amici ma che non è stato accettato nell'esercito e ne prova una immensa vergogna. E non riconosce invece che anche lui ha una guerra che gli tocca di combattere.

Il libro è molto triste, ma molto bello. Al centro del racconto questo animatore che considera ogni cosa che non riesce a fare come una propria colpa. Un ragazzo che è esempio, leader e fratello di un gruppo di ragazzini altrimenti destinati a vivere nell'isteria collettiva che la polio si porta dietro. Eppure è un ragazzo tormentato dai sensi di colpa, dall'inadeguatezza di non arrivare mai ad essere ciò che vorrebbe. Con questa continua ricerca di Dio che considera solo un nemico che si diverte a prendergli tutto quello che ha intorno.
E' un libro difficile da leggere prima di dormire, perchè solleva tanti interrogativi che te li porti nel sonno. E forse, se non avessi dovuto leggerlo per il gruppo di lettura, dopo aver letto la trama lo avrei riposto sullo scaffale. Ma devo ammettere che è stato molto bello, piacevole la scrittura che riesce ad essere “leggera” e scorrevole nonostante l'argomento che tratta. Credo di dovermi sbilanciare e dargli un otto.

Mio voto: 8/10.

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