Titolo originale: Vetro - 2013
Venezia, 1569. Mentre la Serenissima Repubblica si sta preparando a un sanguinoso conflitto con l'Impero Ottomano e l'Inquisizione brucia migliaia di libri, l'esplosione dell'Arsenale illumina la notte, ed è violentissima. Intere contrade vengono rase al suolo, lasciando morti e feriti. Tra i soccorritori c'è Andrea Loredan, secondogenito del Doge e avvocato de' Prigioni, che si destreggia in uno scenario di devastazione e sofferenza destinato a cambiargli la vita. Nel frattempo, un vecchio nuota fra le fiamme che ardono sulla superficie della laguna: ha una missione da compiere in nome di chi ha amato. Riesce a salvarsi, solo per essere subito arrestato dalle milizie veneziane. Dice di essere un mercante turco di tappeti, ma lui e un ragazzo di nome Gabriele vengono gettati nelle Serenissime prigioni. Le accuse sono di inusitata gravità e la bellissima madre di Gabriele implora Andrea di assumere la difesa del figlio. Per difendere i due imputati, il giovane Loredan si trova invischiato in una serie di misteriose morti nel monastero della Celestia e incappa in un oscuro messaggio cifrato: la sua città, la città dei maestri vetrai, la città della libera stampa e della cultura, rischia di cambiare per sempre volto. In un rocambolesco intrigo, che lo conduce fino a Lepanto, nel cuore del conflitto che vede contrapposte le armate navali della Croce della Mezzaluna, l'avventura di Andrea diventa un'appassionata, epica e travolgente battaglia in nome della libertà. (www.anobii.com)
Ho appena finito di leggere questo romanzo. In realtà ce l'avevo sulla wishlist da anni. In genere non amo i romanzi così lunghi (poco meno di 700 pagine) perchè sono estenuanti, sono veramente pochi i romanzi simili che ad un certo punto non creano un momento di stanchezza. Ma ho proseguito perchè volevo vedere come finiva.
Partiamo dalle cose positive. Una bellissima e dettagliata ricostruzione della Venezia dogale, delle lotte di potere, dei sistemi di tortura dell'Inquisizione. Ambientazione che è aiutata molto anche dall'uso del dialetto che in questo libro non mi ha dato affatto fastidio (forse perchè i termini mi erano tutti chiari, eccetto il termine cagnèe che ci ho messo un po' a capire che erano i pescecani...). Certo il dialetto è sempre un rischio, e non esiste un'appendice dove viene tradotto. Però, ripeto, a me in questo caso non ha dato fastidio.
Il romanzo è diviso in 4 parti che portano il titolo degli elementi: fuoco, acqua, terra, aria. Ciascuna parte è divisa in minuscoli capitoli. Praticamente ad ogni capitolo cambia il protagonista.
I personaggi sono tantissimi, tutti intrecciati tra loro in qualche modo che si scopre nella lettura. A volte è difficile capire chi è amico di chi e chi trama contro chi. Alcuni poi non hanno aggiunto nulla alla storia, tipo la vicenda di Graziosa, la figlia dell'oste presso cui dorme Andrea e che si invaghisce di lui. Sì, e poi? Per farci capire che è un bel ragazzo? In effetti lo avevamo già capito prima...
Il personaggio di Andrea Loredan mi è piaciuto molto. Si trova coinvolto in tutto questo intrigo del vetro e dei custodi dei libri e aiuta chiunque abbia bisogno di una mano. In una Venezia dove "la colpa è uguale per tutti, ma la punizione no", lui si batte per la giustizia.
Ad un certo punto, oltre ai veneziani, abbiamo dei francesi, abbiamo lo Stato Pontificio e abbiamo i turchi. Io lì stavo un po' per alzare bandiera bianca... Ci sono una quarantina di noiosissime pagine che descrivono la battaglia tra veneziani e turchi nel mare di Cefalonia che ho letto saltellando perchè sembravano la scena di un film e non capivo più chi colpisce chi.
La scrittura, in generale, è abbastanza pomposa. Sicuramente è ben collocata nel contesto che descrive, ma in alcuni tratti è veramente pesantemente prolissa. Alcune descrizioni minuziose ad un certo punto mi hanno stancato. Tanti paragoni molto ricercati. E', tutto sommato, un libro piacevole, ma va letto senza distrarsi mai o perdi il filo.
Le storie che trainano il romanzo sono chiuse un po' frettolosamente. La soluzione dell'omicidio di Anna è un po' buttata lì, nel senso che pare svelata giusto per dire cosa sia successo. La storia dei libri di Lucrezia è un po' contorta, cioè è chiara come idea, ma un po' contorto lo svolgimento, e soprattutto alla fine mi sa che mi sono persa alcuni dei custodi. Il finale lo avevo intuito da un pezzo...
Secondo me, se avesse usato un centinaio di pagine in meno, ne avrebbe giovato. Comunque se ne potrebbe trarre una miniserie molto avvincente.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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