domenica 10 novembre 2019

Qualcosa, là fuori - Bruno Arpaia


Titolo originale: Qualcosa, là fuori - 2016

Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile… Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che, come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana. (guanda.it)

Sono rimasta un po' delusa da questo romanzo perchè la trama era incredibilmente affascinante. Ma la scrittura è qualcosa di terribile. Non si capisce se vuole essere un romanzo oppure un saggio, perchè alterna pezzi di uno e pezzi dell'altro. A mio parere, malamente. Le parti "scolastiche" sono interessanti e sicuramente inquietanti, ma sono molto molto pesanti da leggere. Le parti del romanzo non decollano. Ti affezioni al personaggio di Livio perchè è un buono che ha sofferto molto, ma rimane un romanzo che non arriva al cuore. Nella narrazione si alternano le parti della vita attuale di Livio e degli altri personaggi, mentre camminano in colonna verso la Scandinavia, alle parti in cui Livio ricorda la sua vita con la moglie e gli amici. I personaggi di contorno rimangono praticamente solo abbozzati.
Sicuramente, immagino che questo libro volesse smuovere le coscienze sul problema del cambiamento climatico, e l'intento era effettivamente buono. Ma la realizzazione è quella di un libro piuttosto piatto e lento. Peccato, perchè una storia simile, in mano allo scrittore giusto, poteva diventare veramente trascinante.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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