Anche quest'anno mi è capitata sott'occhio la pubblicità della serata finale del Premio Campiello, andata in onda su Rai5 e Rai3 il 7 settembre. Ovviamente mi sono dimenticata di guardarla...
In ogni caso avevo conservato la pagina del Sole24ore in cui venivano citati i finalisti, casomai mi venisse in mente di leggere qualcuno dei libri candidati eh eh.
Eccoli qui i vincitori quindi.
Primo premio a "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli.
È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l'ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza. E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. L'omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. Potrebbe essere l'atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo.
Secondo posto per "L'ultimo ballo di Charlot" di Fabio Stassi
In una sera di Natale la Morte va a trovare Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant'anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell'attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell'età. La questione però è solo rinviata: anno dopo anno, a Natale, la Vecchia tornerà a reclamarlo e bisognerà trovare il modo di suscitarle almeno una risata. Nell'attesa dell'incontro fatale Chaplin scrive una lunga e appassionata lettera al figlio. Vuole raccontargli la storia vera del suo passato, quella che nessuno ha mai ascoltato, ed ecco che dalle sue parole scaturisce l'avventura rocambolesca di una vita e il ritratto di un'epoca rivoluzionaria.
Terzo posto per "La caduta" di Giovanni Cocco.
L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza dell'uomo e la collera della natura. Dal primo rintocco del terzo millennio fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia nella polvere, una tumultuosa trama di eventi un disordine scientifico e incontrollabile - infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione. Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà. "La Caduta" racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
Quarto posto per "Tentativi di botanica degli affetti" di Beatrice Masini
Tentativi di botanica degli affetti è un romanzo di Beatrice Masini, giornalista, scrittrice e traduttrice italiana della saga di Harry Potter. Questo romanzo rappresenta la sua prima opera dedicata agli adulti. Siamo agli inizi dell’Ottocento, e le rive del lago di Garda si tingono dei colori generosi offerti dalla primavera. Bianca è una giovane donna che ha ricevuto una buona educazione. Un giorno decide di lasciare il lago di Garda, dove è nata, per trasferirsi nella zona rurale che circonda la città di Milano. Qui si intrattiene da Don Titta, un celebre poeta. don Titta, oltre alla poesia, nutre una forte passione per l’agricoltura. Nella tenuta di sua proprietà, dove Bianca viene ospitata, Don Titta si dedica all’agricolutura sperimentale, oltre a coltivare fiori e piante esotiche nel giardino della villa di Brusuglio. Bianca, dotata di un grande talento nella pittura ad acquerello, è stata chiamata nella campagna milanese per dipingere gli splendidi fiori e le piante. Mentre dipinge, Bianca entra sempre di più a fare parte della grande famiglia che popola la villa. Bianca osserva attentamente i personaggi che percorrono i vialetti del giardino in fiore, che stazionano negli ampi salotti della villa. Tra i numerosi individui vi è anche Pia, una serva rimasta orfana che sembra abbia la preferenza di tutti. Bianca, incuriosita, decide di indagare sulle origini di Pia, convinta che vi sia qualcosa di nascosto nel passato della giovane, un segreto che don Titta e gli altri famigliari intendono mantenere tale. Tentativi di botanica degli affetti, di Beatrice Masini, è un romanzo avvincente ambientato nella campagna milanese dell’Ottocento.
Infine, quinto posto per "Geologia di un padre" di Valerio Magrelli
Negli ultimi dieci anni Valerio Magrelli ha raccolto, su foglietti sparsi, appunti riguardanti il padre. Quando quest'ultimo muore, quei documenti diventano un materiale prezioso, "il bandolo canoro di un'infinita matassa di storie": i viaggi in auto d'estate in giro per l'Italia; le avventure d'amore e morte durante la guerra; i desolati pomeriggi che l'uomo ormai maturo trascorre spingendo il genitore sul girello; il giorno in cui il figlio, armato di forbici, libera l'anziano febbricitante dal bozzolo del maglione; lo stupore di riconoscere, davanti allo specchio, un'espressione del viso che gli restituisce la ferrea legge dei vincoli genetici; gli abbracci, le risse, l'amore per Borromini o i folli scatti di rabbia. Diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni vissuti dal protagonista), il libro scava fra ricordi e storia patria, mentre la biografia sfuma nella paleontologia, se non nella geologia... L'enigmaticità di questo iroso anti-eroe, e insieme la sua lontananza, suggeriscono infatti una possibile identificazione con i resti umani di origine preistorica trovati in Ciociaria, a Pofi, suo paese d'origine. Cosi narrando, Magrelli, orfano ad honorem e padre a sua volta, procrastina il congedo definitivo grazie al racconto, e non desiste, ma si maschera, fugge, scegliendo la digressione per scendere ancora più in profondità nella vita del capostipite, e mostrarne, oltre alle virtù, anche quei difetti che lo rendevano "un vecchio esacerbato e vulnerabile".
Dal 2004, viene consegnato anche il "Premio Campiello Opera Prima", al romanzo di un autore al suo esordio letterario. Questo premio è stato assegnato a "Cate, io" di Matteo Cellini
Cate, io è un romanzo in cui Matteo Cellini racconta una storia di discriminazione, di solitudine e di coraggio. E’ la storia di Caterina, una diciassettenne che vive ad Urbino assieme alla madre, al padre e ai fratelli Gionata e Oscar. Lei si sveglia,fa colazione con la sua famiglia e si prepara per andare a scuola. In tutte queste azioni è sempre Caterina, una ragazza normale. Appena però varca la soglia di casa, Caterina non è più Caterina. Subisce una trasformazione e diviene un’eroina dotata di super poteri. Lei diventa Cate-ciccia. Perchè Caterina non si sente normale a causa della sua obesità, ma cerca di combattere questa sua insicurezza con il coraggio. Solo quando è a casa con i parenti, anche loro obesi, si sente una persona normale. Non appena affronta il mondo esterno lei diventa vittima della discriminazione, diviene oggetto degli scherni e di altre crudeltà. Eppure Caterina non si scoraggia. Pur consapevole della sua condizione, mantiene un atteggiamento tenacemente fiero. Utilizza spesso l’arma dell’autoironia, in modo da spiazzare e disorientare i nemici. Non si fida di nessuno, evita i compagni di classe e l’ultima cosa che desidera è la compassione degli altri. Non è socievole e per mascherare l’umana insicurezza finge di non essere interessata all’approvazione degli altri. Simula indifferenza di fronte alle aggressioni psicologiche di cui è vittima. Intanto si avvicina il suo diciottesimo compleanno. Riuscirà Caterina ad abbattere il muro di diffidenza dietro al quale si è rifugiata per difendersi dalla crudeltà? Riuscirà ad essere Caterina e a percepire l’affetto di cui è circondata. Cate, io è un romanzo in cui Matteo Cellini affronta con sensibilità e delicatezza argomenti duri e difficili.