Titolo originale: Sugar money (2017)
Saint-Pierre della Martinica, Antille Occidentali, 1756. Lucien e suo fratello Emile sono schiavi creoli al servizio dei Frères de la Charité. Coltivano la canna da zucchero, coi proventi della quale i frati riescono a far fronte ai debiti accumulati per mantenere in vita l’ospedale locale e prendersi cura dei malati. Un giorno padre Cléophas, un uomo dallo sguardo sfuggente e pieno di malizia, li convoca per affidare loro un delicato incarico: recarsi a Grenada e, con la scusa di dover consegnare alcune piante medicinali, ritornare in Martinica con i quarantadue schiavi rimasti sotto il dominio inglese dopo l’occupazione. Il momento è ideale per riportarli nella terra cui appartengono di diritto: il trattato di pace con gli inglesi sembra reggere e tra Grenada e la Martinica vi è libero passaggio. Riavere i quarantadue di Grenada a Saint-Pierre è, per i Frères de la Charité, essenziale. La febbre ha decimato gli uomini negli ultimi tempi e la terra da disboscare e mettere a coltura è ancora tanta, per non parlare della distilleria da avviare. Emile e Lucien conoscono Grenada, hanno entrambi servito i Frères dell’ospedale di Fort Royal e, soprattutto, Lucien parla un po’ di inglese. Padre Cléophas affida loro una procura ad agire per conto dell’ordine, un documento che, dice, garantisce il consenso degli inglesi all’espatrio degli schiavi. Ma quando sono a bordo della Daisy, l’imbarcazione che li attende per condurli a Grenada, Emile rivela la verità a Lucien: Cléophas ha mentito, la procura non ha alcun valore e quello che ci si aspetta da loro è che «rubino» gli schiavi proprio sotto al naso degli inglesi. Una missione pericolosa, se non impossibile.
Con la prosa ricca ed evocativa che l’ha resa maestra di suspense ne I Gillespie e ne Le osservazioni, Jane Harris consegna al lettore un magnifico romanzo storico, ispirato a una vicenda vera, che tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Una storia profonda e commovente sul legame tra fratelli e sul valore della libertà. (www.anobii.com)
Libro basato su una storia vera. Molto bella l'ambientazione, non avevo ancora letto nulla ambientato in Martinica (le prime 70 pagine circa) nè a Grenada. La scrittura è piuttosto scorrevole, anche se ogni tanto compaiono dei termini in francese (o creolo?) che non sono riuscita a capire, e questa è sempre una cosa che mi dà fastidio.
La storia è narrata dal fratello minore, Lucien, in prima persona. Lucien è un ragazzino che non vede il fratello da molto tempo, e vorrebbe che lui lo considerasse un amico, un "grande", mentre Emile fa di tutto per tenerlo al sicuro, ovviamente per proteggerlo. Il rapporto tra i due fratelli è molto bello.
Il libro ci dà una visione della schiavitù nelle isole caraibiche. Gli inglesi sono brutali al punto che gli schiavi preferirebbero tornare sotto i frati francesi, che comunque non sono stinchi di santi. Oltretutto, molti frati sono veramente poco frati, avendo figli dalle ragazze che importunano senza ritegno (gli stessi Emile e Lucien sono figli di uno dei più cattivi frati inglesi).
Non ho gradito troppo le ultime pagine, in cui sembra che il libro sia arrivato a questo fantomatico curatore, anche se in effetti completano un attimo la vicenda, che era finita piuttosto tristemente.
Ammetto che sono un po' in difficoltà a commentare questo libro, che mi è piaciuto ma non mi ha fatto impazzire come pensavo dalla trama. E' un bel libro di avventura, una storia di affetti sullo sfondo di due terre brutali con gli schiavi. Lo consiglio sicuramente perchè è interessante.
Mio voto: 8 / 10
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