Titolo originale: The age of light - 2019
"Io voglio scattare fotografie, non diventarne una" dichiara la modella di "Vogue" Lee Miller nel 1928 quando si trasferisce a Parigi, decisa ad abbandonare il suo ruolo di musa per trasformarsi in un'artista. L'incontro fondamentale sarà quello con il famoso surrealista Man Ray; lui resta ammaliato dalla sua bellezza e la vorrebbe come modella, ma lei riesce a convincerlo a prenderla come assistente e insegnarle i segreti del mestiere. Però, mentre lavorano fianco a fianco nella camera oscura, il carisma manipolatorio di Man Ray porta inevitabilmente la loro sfera privata e professionale a fondersi e da quel momento la vita di Lee cambierà per sempre. Dai cabaret della Parigi bohémienne ai campi di battaglia di un'Europa devastata dalla Seconda guerra mondiale, dalle scoperte di nuove tecniche fotografiche alla documentazione della liberazione dei campi di concentramento come prima reporter donna, Lee porta avanti le sue passioni con feroce indipendenza. Sarà però sempre tormentata dalla difficoltà di conciliare i suoi desideri romantici con la sua ambizione artistica, e dalla domanda su quanto è disposta a sacrificare perché questo possa avvenire. (www.ibs.it)
Ho scelto questo libro perchè mi ispirava la trama. Lo ammetto, avevo il dubbio che la storia fosse vagamente biografica, ma ne ho avuto la certezza solo quando, nell'albergo in cui ho trascorso il ferragosto, mi sono trovata, proprio davanti alla porta, una riproduzione di una foto di Man Ray! Una simpatica coincidenza. In ogni caso, l'autrice scrive che, pur avendo preso spunti da fonti biografiche dei due personaggi, si tratta comunque di una fiction.
Il libro si legge bene, scorrevole, mescola il tempo presente col futuro con grande abilità. La parte più consistente della storia è quella ambientata a Parigi alla fine degli anni '20, con alcuni flash forward agli anni in cui Lee è stata fotografa in guerra e agli orrori che ha visto.
Sebbene credo che una trentina di pagine in meno non sarebbero state male, in realtà i cambi temporali sono ben armonizzati tra loro.
Interessante l'approfondimento psicologico dei personaggi. Man Ray è l'egocentrico che deve avere tutto sotto controllo, tutto è suo, anche Lee, anche le sue fotografie, anche quello che hanno scoperto insieme. Lee ha un passato segnato da una terribile violenza all'età di sette anni, che si porterà dietro per il resto della vita, a cui si unisce anche ciò che vedrà durante la guerra. Lee sa sfruttare la sua bellezza, e al tempo stesso vuole mettere se stessa nelle foto che scatta. Il loro è un rapporto eternamente conflittuale, che arriva al punto di rottura ed esplode, anche se per Lee questa rottura era già percepita da tanto.
Piacevole, lo consiglio.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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