(contiene spoiler)
Tess è una
ragazza di campagna, buona, sincera. E' la più grande di una serie
di fratellini a cui spesso si trova a badare, con un padre facile ad
ubriacarsi e una madre che sembra una bambina pure lei.
Un giorno,
il parroco Tringham, rivela al padre di Tess, Jack Durbeyfield, che
in realtà loro discendono da una famosissima famiglia inglese che
negli anni si è praticamente estinta, i d'Urberville. Da quel
giorno, e dalla smania del padre di rivendicare le sue origini
famose, cominciano i guai per Tess. Costretta a chiedere aiuto ad
alcuni parenti (fasulli) si trova ad essere sedotta da un falso
cugino, Alec Stoke-d'Urberville. Ma il termine giusto secondo me è
stuprata, visto che lei non ricambia le insidie di Alec neanche per
un istante. Comunque Hardy non descrive la scena, lasciandola a
libera interpretazione, tranne sul risultato.
Tess
ritorna a casa, dove viene indicata come una vergogna, nascosta per
mesi a lavorare in casa. Finchè il bambino, battezzato in fin di
vita "Dolore" (ma si può chiamare così un bambino?!?) a
pochi mesi muore. Tess, dopo mesi di dura riflessione, può quindi
andarsene di casa, cercare lavoro altrove come lattaia e ricominciare
dove nessuno sa chi è e cosa le è successo. Finchè non conosce
Angel Clare, figlio del parroco di Emminster che a poco a poco si
innamora di lei, facendole una corte insistente ma discreta.
Invidiata dalle altre giovani lattaie, che tutte sbavano per Clare,
Tess è però assalita dal ricordo del passato e dall'idea di non
essere degna per Angel. Dapprima quindi cerca di dirottare l'amore di
Angel su una della altre ragazze; poi decide di cedere alla sua corte
perchè anche lei ne è innamorata. Ma il passato la tormenta, e
nonostante i tentativi, non riesce a confessare ad Angel il suo
passato. Anche quando trova il coraggio, sembra che il destino le si
metta contro. Salvo poi farlo la prima notte di nozze, mettendo
quindi fine subito al matrimonio. Angel va a lavorare in Brasile,
Tess trova da lavorare. Nessuno dei due rivela alle famiglie e ai
conoscenti che si sono lasciati, ma a tutti è chiaro che si
comportano stranamente. Tess si trova quindi a dover faticare di
nuovo. Trova lavoro con due delle sue precedenti colleghe, ma il suo
fattore è un tizio che essendo stato malmenato da Angel tempo prima,
ora si vendica facendola lavorare più duramente di ogni altro.
Quando
proprio non ce la fa più, Tess si decide ad andare a chiedere aiuto
al padre di Angel, ma non trova il coraggio di bussare alla sua
porta. E qui sbatte proprio contro al proprio passato: Alec diventato
predicatore di una fede molto labile visto che gli basta rivedere
Tess per ricominciare a darle il tormento. Alla lunga, riesce a
convincere Tess che il marito non tornerà più, che l'ha
abbandonata. E quando Angel le si presenta davanti alla porta, Tess
ha un solo modo per liberarsi di Alec, ucciderlo e scappare con
Angel.
Thomas
Hardy ci racconta la storia di Tess in oltre 500 pagine. E' un
romanzo che è stato scritto ad episodi, e si sente, perchè in
alcuni punti diventa talmente prolisso con le descrizioni che
sembrano proprio fatte per allungare la storia.
Come prima
impressione, questo romanzo mi ha ricordato i Malavoglia di Verga, e
la Provvidenza, che per un attimo di felicità che concede poi te ne
chiede indietro il doppio con gli interessi.
Le sventure
di Tess cominciano quando il padre, volendo uscire dalla sua
situazione di povertà, rivendica la sua parentela con questi
d'Urberville. Parentela che esiste davvero, ma che porta solo dei
guai alla famiglia che cerca di voler tornare in auge.
Tess che è
costretta ad umiliarsi per cercare aiuto da dei parenti che in realtà
non sono parenti (ma loro questo non lo sanno, sarebbe bastato
chiederlo al parroco Tringham che invece ne era a conoscenza),
trovando solo un falso cugino che si approfitta di lei, lasciandola
sola e senza nemmeno la comprensione della famiglia. Infatti, la
madre al ritorno è solo capace di chiederle "beh con tutto
questo non sei riuscita a farti sposare??", salvo poi concludere
dicendo "vediamo cosa Dio e la Natura ci porteranno".
Pochi sono gli attimi in cui Tess è veramente felice, e subito
dietro l'angolo è già pronta la mazzata. Fino al finale, in cui
ovviamente la felicità non può durare.
Secondo me,
le due figure maschili principali ci fanno entrambe una pessima
figura. Alec in quanto è un personaggio odioso fin dall'inizio, che
abusa di Tess, poi si fa predicatore di una fede che crolla in un
nanosecondo appena riappare Tess. Che l'abbia davvero amata allora?
Che sia sincera tutta la pressione che le fa per mettersi con lui?
Certo che se gli fosse importato di lei, avrebbe potuto andarla a
cercare almeno duecento pagine prima... Non ci fa una figura migliore
nemmeno Angel. Figlio di un parroco che però vuol fare
l'imprenditore agricolo, che lavora, che suda, che fa una corte senza
pressioni a Tess, pieno di carinerie nei suoi confronti e molto
cordiale con tutti. Salvo condannare Tess per una colpa simile a
quella che lui le confida la prima notte di nozze. E fargliene ancora
di più una colpa perchè l'aspetto della ragazza rimane comunque
puro, perchè lei dopo anni di tragedie è cresciuta ed è tornata ad
essere una persona buona. Oltretutto, ad Angel avrei voluto
sinceramente dire "oh ma Tess sono MESI che cerca di confessarti
una cosa che la fa soffrire e TU non ne hai voluto sapere di
ascoltarla!!". Ma va beh. Chiaramente sarebbe stato un altro
libro.
Il romanzo
si legge abbastanza scorrevolmente, nonostante la lunghezza e il
linguaggio in alcuni punti un po' datato. Tess è davvero un'eroina,
affronta la sua triste, tragica, vita col sudore, rimboccandosi le
maniche. Lontano dalla sua famiglia e dai ricordi dolorosi, riesce a
farsi una vita nuova. Una vita che pare non essere proprio dominata
dal fatalismo della vita contadina che l'ha sempre circondata. Almeno
finchè il passato non torna a distruggerle la serenità. E ad una
vita del genere, forse, solo la morte può offrire un sollievo.
Sono
indecisa su quanto mi sia piaciuto questo libro. Il personaggio di
Tess mi sembra un'antenata di tante "eroine" moderne e sono
contenta sicuramente di averlo conosciuto. Però non riesco a vederlo
come un capolavoro, probabilmente sarà un mio limite.
Mio voto: 7
e mezzo/10
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