martedì 1 gennaio 2019

Delitto al pepe rosa - Brigitte Glaser


Titolo originale: Leichenschmaus (2003)

Curve, capelli rossi e temperamento. Sono gli ingredienti irresistibili di Katharina Schweitzer, la nuova pasticcera e chef de garde-manger appena entrata a far parte dello staff del ristorante stellato Il Bue d'Oro, che il famoso cuoco Hugo Spielmann ha aperto nel centro di Colonia. Ma l'allegra brigata di cucina, cova malumori e rivalità. Poco dopo l'arrivo di Katharina, un importante cliente muore in sala mentre sta cenando: un infarto causato da un veleno è solo il primo di una serie di omicidi. Tra cadaveri congelati e assassini a colpi di salami francesi, la cuoca Katharina indaga con l'aiuto della sua coinquilina, l'intraprendente ostetrica Adela, difendendosi anche dalle avances dell'affascinante chef del Bue d'Oro (www.anobii.com)

Ho scoperto per caso questo giallo che è il primo di una serie (di quattro, per ora) dove la protagonista è una cuoca piuttosto imponente (molto alta e in carne) che finisce a lavorare al "Bue d'Oro", un locale rinomatissimo gestito da un famosissimo chef stellato un po' altalenante d'umore.
La protagonista mi è stata subito simpatica, vuoi anche perchè una delle componenti della sua brigata continuava ad offenderla per via del peso e mi sono sentita affine a lei. E' la stessa Katharina che racconta quello che succede in prima persona.
La storia è carina, anche se la soluzione del caso è un po' contorta e forzata. Diciamo che il colpevole lo avevo capito anche io, ma mi sfuggiva la motivazione che, infatti, è abbastanza debole. 
Ci sono tante descrizioni di Colonia, sembra di essere davvero in giro per la città. 
Non ho amato particolarmente Adela, la coinquilina ex ostetrica che conosce tutto e tutti a Colonia, che si diverte a fare l'investigatrice e che, a mio parere, alla fine va un po' troppo a naso piuttosto che a ragionamento. Cioè non ho niente contro di lei, ma, appunto, mi pare che risolva il caso più per fortuna.
Forse tre omicidi erano troppi, magari poteva evitarne uno.
Non è sicuramente un capolavoro del giallo però si legge bene e credo che leggerò anche i successivi.
Nel finale ci sono anche delle ricette.
Ho letto che il titolo originario si traduce in "banchetto funebre"; come sempre in italiano la traduzione non si capisce con che criteri viene fatta. Il titolo originale si ricollega alle citazioni del Faust che fa spesso uno dei colleghi di Katharina.
Insomma, senza infamia e senza lode. Piacevole.
Mio voto: 7 / 10 

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