domenica 23 giugno 2024

La neve sotto la neve - Alessandro Perissinotto / Arno Saar


Titolo originale: La neve sotto la neve (2017)

A Tallinn lo sanno tutti, la zona dei vecchi baraccamenti di Kopli è terra di nessuno; spacciatori, squatter e delinquenti di ogni tipo ne hanno fatto il loro regno. È un brutto posto per vivere e ancor più brutto per morire e, se potesse ancora parlare, la ragazza lo confermerebbe. Ma la ragazza non parla, è morta; il suo cadavere è stato disteso su un vecchio divano abbandonato e, nella notte, la neve lo ha completamente sepolto. Al commissario Marko Kurismaa la neve piace, e molto, ma non quando nasconde ogni traccia, ogni indizio; gli piace la neve che scricchiola sotto i suoi sci da fondo, non quella che illividisce il corpo nudo di una giovane donna. E mentre la neve del gelido inverno estone continua a cadere inesorabile, Kurismaa inizia la sua caccia all'uomo, la sua corsa contro il tempo, perché per ogni ragazza uccisa ce ne possono essere altre dieci in pericolo. A condividere con lui l'indagine, e non solo l'indagine, c'è Kristina Lupp, che dirige la Sezione Crimini Domestici e Violenze sulle Donne; ma ad entrambi qualcosa sembra sfuggire: la pista che porta all'assassino o agli assassini scompare ogni volta che loro si avvicinano troppo alla verità. Fino a che Marko non capisce che la neve, oltre che nemica, può essere un'insospettabile alleata. Alessandro Perissinotto, dopo essersi nascosto dietro il misterioso Arno Saar per raccontare la prima indagine del commissario Kurismaa, in questo secondo volume della sua serie estone esce allo scoperto, accompagnandoci nell'intrico di un giallo ad alta tensione, ma anche nella complessa psicologia di un commissario brillante e ruvido, dall'animo gentile ma pieno di spigoli. (goodreads)

Non lo definirei un giallo ad alta tensione, come indicano nella trama, ma un giallo ben strutturato sicuramente.
Un anziano porta fuori il cane, ed il cane si allontana dal percorso che fanno di solito; sarà lui a trovare il divano coperto di neve sotto la quale sbuca il braccio di una ragazza.
Kurismaa si trova in una difficile indagine, perchè della ragazza non è stata denunciata la scomparsa. Ma c'è una intuisione, grazie alla quale il cmmissario capisce che la ragazza era una squillo e che non era da sola quando è successo il crimine. C'erano infatti altre tre ragazze coinvolte, e mentre riesce a trovarne una di queste tre (viva), Kurismaa deve ingaggiare una corsa contro il tempo per cercare di trovare vive anche le altre due. Ma non è così facile, soprattutto se c'è pure una moglie tradita che depista le indagini affinchè il marito venga punito.
Mi piace molto il commissario Kurismaa, burbero e tenero, un po' sopra le righe in alcuni atteggiamenti nei confronti dei criminali. Mi piace perchè è uno che riflette e la soluzione del caso non viene buttata lì, ci si arriva insieme a lui.
Molto gradevole la lettura, bella scrittura scorrevole, anche la storia si segue bene e soprattutto non ha intrighi politici. La vicenda si dipana chiaramente.
Mi dispiace che questo sia l'ultimo libro di questa serie. Spero che in futuro Perissinotto riprenda in mano il commissario perchè ha ancora tanto da dire.
Mio voto: 8 / 10


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Serie del commissario Marko Kurismaa:
#1 Il treno per Tallin
#2 La neve sotto la neve

Sette ex per innamorarsi - Lucy Vine


Titolo originale: Seven exes (2023) 

Ennesimo appuntamento finito male ed ennesima delusione sentimentale… Esther Adams è proprio stufa. Non sa più cosa dove si incontra l’amore della propria vita? Un giorno, un articolo cattura la sua attenzione. Possibile che si stesse semplicemente facendo le domande sbagliate? E se avesse già incontrato l’anima gemella, ma non fosse stata in grado di riconoscerla? Secondo la rivista, ogni donna deve incontrare sette tipi di persona prima di trovare quella giusta. Il Primo Amore, l’Errore sul posto di lavoro, il Bastardo, il Serio… A mano a mano che legge i diversi profili, Esther non riesce a credere i propri l’articolo è così calzante che sembra scritto apposta per lei. Stilando una lista dei suoi ex, si rende conto che all’appello non manca li ha già incontrati tutti. Le amiche pensano che stia scherzando, ma Esther fa sul serio. È davvero convinta di aver trovato la formula per cambiare la propria vita una volta per tutte. Comincia così la Missione dei Sette Ex. Esther decide di andare a cercarli uno per uno, perché è tra di loro che si nasconde il vero amore. O forse si sbaglia? Subito in cima alle classifiche inglesi, il romanzo che ha colpito gli editori di tutto il la lingua dell’amore è universale e l’autrice la sa parlare benissimo. Lucy Vine con grande intelligenza tratteggia l’itinerario di un viaggio attraverso i sentimenti. Questo libro è un invito a riflettere su ciò che chiediamo all’amore e su ciò che l’amore può, o non può, darci. Esther si confronta con gli errori e con le persone più importanti del suo passato. Ma finirà per scoprire soprattutto nuovi lati di sé stessa. (goodreads) 

Partiamo da una cosa: la storia non è originale. Nel 2008 c'era una serie tv tratta da un libro che raccontava una storia molto simile. In questo libro, la protagonista legge un articolo su una rivista dove viene detto che abbiamo già incontrato le 7 tipologie di ex tra cui si nasconde il nostro uomo ideale. Esther allora si rende conto che i suoi ex corrispondono esattamente alle categorie indicate e decide di rivederli tutti e 7 per capire chi è il suo uomo ideale. Inutile dire che se non era andata bene la prima volta, non si capisce perchè debba andare bene la seconda, soprattutto quando alcuni di questi ex si sono rivelati dei maniaci o dei manipolatori o degli stronzi.
All'inizio le amiche la sostengono, ma poi Esther si incaponisce al punto di voler per forza rivederli tutti e 7. In tutto questo rimuginare di esperienze, Esther effettivamente prende coscienza anche di quelli che sono stati i suoi errori, tra i quali anche fregarsene completamente di ciò che accade alle sue amiche più care.
La protagonista è di una antipatia notevole, lamentosa, l'unico scopo nella sua vita è trovare un uomo, fregandosene anche del lavoro. Oltre al fatto che reputo molto stupido fare una cosa del genere ed incaponirsi a rivedere persone che ti hanno fatto così male. Ma in effetti vediamo a mano a mano la sua crescita personale.
Io non capisco come mai ste trentenni adolescenti debbano sempre bere fino a non capire più niente. Mah. 
Il libro è scorrevole, anche se all'inizio ha troppe ubriacature moleste e dialoghi assurdi. Ogni tanto, soprattutto da un certo punto in poi, si trovano delle riflessioni interessanti.
Ovviamente il libro finisce bene, con un piccolo colpo di scena che però mi aspettavo. 
Carino ma niente di che (e la copertina, secondo me, è orribile).
Mio voto: 6 / 10

Nicolas Barreau è una donna

Giugno 2024.
Dopo diciotto anni di felice anonimato, nascosta dietro uno pseudonimo di successo all’insegna di un romanticismo evidentemente mai demodé, Daniela Thiele, editrice tedesca, ha deciso di svelare la sua vera identità. Per 18 anni ha utilizzato lo pseudonimo maschile Nicolas Barreau, un alter ego inventato a cui era stata associata anche una foto per rendere il tutto più credibile. Thiele ha scelto il Salone del Libro per il suo primo incontro con il pubblico.

Insieme al marito Thiele è la fondatrice di Thiele Verlag, una casa editrice di Monaco di Baviera, in Germania, che esiste dagli anni Duemila. A Torino l’editrice ha raccontato che inizialmente l’azienda non aveva le risorse finanziarie necessarie a pubblicare romanzi di intrattenimento scritti da autori già affermati: non trovandone del tipo che avrebbe voluto tra le proposte di autori poco conosciuti, Thiele decise di scriverne uno lei stessa. Lo firmò però con uno pseudonimo, perché non le sembrava «professionale» essere l’editrice di sé stessa.

In occasione dell’uscita del suo nuovo libro "L’amica della sposa", disponibile anche in italiano, Thiele ha invece deciso di svelare la sua vera identità perché il libro non è stato pubblicato dalla Thiele Verlag ma da un altro editore, Kindler Verlag. Durante il suo intervento al Salone del Libro, Thiele ha commentato la sua scelta facendo riferimento anche alla famosa scrittrice italiana che non ha mai svelato la propria identità: «Come lettrice mi piacerebbe sapere chi è Elena Ferrante», ha detto.

La letteratura mondiale è piena di libri scritti da donne che riportano sulle copertine dei nomi maschili. Il caso più noto è forse quello di George Eliot, un nome maschile fittizio con cui Mary Ann Evans scelse di firmare i suoi romanzi per non destare scandalo. Come lei, Louisa May Alcott, l’arcinota autrice di Piccole Donne, che si spacciò a lungo per A.M. Barnard. Sulla stessa scia J.K. Rowling: l'inventrice di Harry Potter, su richiesta della casa editrice, si nascose dietro una sigla ambigua perché da uomo avrebbe "venduto di più".



Fuori i libri! Aprile

Mese molto fiacco quello di aprile, con solo 4 libri letti. (Sono rimasta indietrissimo con i commenti ai libri che ho letto... sigh...)

Avevo cominciato leggendo "sei di corvi" di Leigh Bardugo, poichè volevo subito completare la monthly motif. Ma l'ho abbandonato, non mi prendeva per niente. Allora ho trovato un vecchio libro, Vathek (William Beckford), interessante libro sulle scelte e le relative implicazioni, sulla brama di potere.

La bambina venuta dalla foresta (Glendy Vanderah) un libro sicuramente emozionante.

Roseanna (Maj Sjowall + Per Warloo) un giallo vecchio stile, gradevole da leggere ma impossibile (per me) arrivare alla soluzione.

Ultimo libro del mese, quello per il gruppo di lettura della biblioteca, "Vacca d'un cane" di Guccini (sì, il cantautore). Consigliato per i suoi fan, più ostico per chi fa fatica col suo dialetto.

Vacca d'un cane - Francesco Guccini


Titolo originale: Vacca d'un cane (1993)

Dalla campagna Francesco si trasferisce in città. Arriva in una stazione sconosciuta e in una casa nuova, dove impara una nuova pronuncia per non essere straniero, perché in città sono tutti signori e i padri d'inverno indossano i cappotti. Il futuro è la nuova periferia. La nebbia, la Padania con i suoi cibi e bevande, zamponi e lambruschi, e poi la scuola con il bidello, le tabelline di Suor Carmelina che porta tutti in chiesa, Coppi e Bartali, i primi balli, i 45 e i 33, il gruppo col quale suonare nelle balere, basso, chitarra e sax. Storie, personaggi e ricordi formano una saga popolare-contadina con un linguaggio assai curioso e sanguigno. (goodreads)

Questo libro è esattamente ciò che mi aspettavo. Mi sembrava di avere davanti Guccini che sproloquia della sua gioventù, mischiando termini in italiano, termini in dialetto piuttosto coloriti, termini in inglese giusto per infilarceli dentro e citazioni più elevate. Tirando fuori anche espressioni un po' esagerate (l'obesa protervia degli zamponi??)
Poco importa se non ho capito proprio tutti i termini (anche perchè lui è di origine modenese) perchè comunque era chiaro il concetto.
Questo libro è lui. Non mi aspettavo niente di diverso, in questo ha pienamente soddisfatto le mie aspettative. Non mi fa venire voglia di leggere altro di suo ma nemmeno ho faticato a leggerlo. Comprendo però che non è un libro per tutti, perchè per chi non è emiliano è sicuramente faticoso.
Se si riesce a "sopportare" il linguaggio così da "sborone" quello che ci racconta è la storia di un bambino che si chiede perchè deve lasciare la sua vita, le cose che conosce, per andare in città. E la città è una conquista dopo l'altra, giorno per giorno, deve trovare nuovi amici, deve fare amicizia con la "strada" che attraversa la città ed è un limite da non superare perchè ci sono i camion (ma te la passi lo stesso perchè c'è un amico che ti fa leggere i topolino). Arrivi che sei uno straniero guardato con sospetto perchè alcune parole le pronunci diversamente, poi diventi uno del gruppo. 
Sono carine alcune tradizioni che Guccini ci mostra (e sono anche nella mia memoria), tipo la domenica che vengono messi in tavola i piatti e i bicchieri più eleganti, ci sono le ciliegie che prepara la mamma e vanno mangiate con le forchettine apposite. Oppure la carta da giornale usata al posto della carta igienica.
C'è l'avvento della radio che ti porta in casa i grandi eventi, le figurine, la nebbia che non ti fa vedere ad un palmo dal naso.
A mio parere, scade un po' quando comincia a parlare delle prime esperienze con le ragazzine.
Libro nostalgico, non per tutti.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Roseanna - Maj Sjöwall + Per Wahlöö


Original title: Roseanna (1965)

Un giallo degli anni Sessanta ritrovato da Andrea Camilleri. Gli autori, una coppia di scandinavi, scrittori a quattro mani ma anche marito e moglie nella vita, furono definiti, all'apice della loro fama, in vari modi. Dall'immancabile «Simenon scandinavi» al più meditato «autori del primo giallo socialdemocratico». Sono i creatori del malinconico Martin Beck, al suo esordio in questo primo romanzo della serie, investigatore della squadra omicidi di Stoccolma; un poliziotto vero, frustrato nella vita privata da un rapporto matrimoniale sfiorito dal quale sarebbe troppo faticoso separarsi, tormentato dal mal di stomaco, lento come un bradipo ma tenace, umano, che «non pensa mai» (appunto: «il Maigret svedese»). Attraverso i suoi occhi la coppia dei due autori intendeva rappresentare una «commedia umana alla Balzac» in chiave poliziesca. E infatti nelle avventure di Martin non c'è mai nulla di clamoroso, niente colpi di scena, geniali crimini, momenti di terrore, o dame nere: c'è il logorante lavoro del detective che macina, centimetro per centimetro, il filo che lo porterà al capo del mistero. Secondo un realismo investigativo che, senza dare la sbronza dei thriller più acrobatici che questi anni ci hanno regalato, comunque non stanca mai né delude. In una cittadina scandinava in mezzo a laghi, porti e canali, è trovato il cadavere nudo di una bella ragazza impigliato in una diga. Di lei non si riesce a saper niente, come fosse affiorata dal nulla. Passano i mesi e le stagioni, ma Martin Beck, per professione e per carattere, non può dimenticare. Finalmente, d'oltreoceano, è scovato un brandello di indizio. E risalendo di spostamento in spostamento, di conoscenza in conoscenza, ricostruendo tessera dopo tessera la vita di una ragazza moderna e promettente, Beck stringe nell'angolo il colpevole, non senza una lacrima sospesa sul ciglio. (goodreads)

Interessante giallo di quelli un po' vecchio stile, con un detective (Martin Beck) molto flemmatico e tenacemente deciso a trovare la soluzione di un caso i cui potenziali indiziati sono sparsi per mezzo mondo. Finchè non gli viene un lampo di genio, cioè farsi mandare da chi era sul battello le foto che hanno scattato. E' qui che trova un indizio, da cui parte per ricostruire la vicenda. Roseanna è una bella ragazza sessualmente disinibita, questo la porterà nelle mani di un maniaco.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Martin Beck, qui alla prima investigazione. Anche se, ad un certo momento, di punto in bianco, capisce chi è l'assassino, anche se tutto direbbe il contrario. E a noi non resta che seguire come procedono le indagini, ma (almeno per quanto mi riguarda) senza riuscire ad arrivare al perchè è così convinto.
Bella scrittura, lettura gradevole. Incomprensibile la soluzione del caso, nel senso che non ha lasciato molti indizi per far capire le motivazioni che lo hanno portato ad accanirsi su una persona piuttosto che un'altra.
Mio voto: 6 e mezzo / 10


Serie:
Martin Beck #1

La bambina venuta dalla foresta - Glendy Vanderah


Titolo originale: Where the Forest Meets the Stars (2019)

Con il cuore infranto per la perdita di sua madre, Joanna Teale decide di tornare a dedicarsi alla sua passione e riprendere in mano la ricerca universitaria sugli uccelli che nidificano nelle foreste dell’Illinois. Vuole dimostrare a sé stessa che le difficoltà non possono fermarla, e così si getta nell’impresa con abnegazione. La sua solitudine viene però interrotta dall’apparizione di una misteriosa bambina, che si presenta alla sua porta a piedi nudi e coperta di lividi. La piccola dice di chiamarsi Orsa, e sostiene di essere stata mandata dalle stelle per assistere a cinque miracoli. Preoccupata per la bambina, Jo accetta – seppure con riluttanza – l’idea di trattenerla con sé, almeno fino a quando non saprà di più sul suo passato. Ma Jo non può farcela da sola, e così chiede l’aiuto del vicino, Gabriel Nash, per risolvere il mistero della bambina delle stelle. Più tempo trascorrono insieme, infatti, e più domande assillano Jo: come fa una ragazzina così piccola non solo a leggere ma anche a capire Shakespeare? Perché in sua presenza continuano a succedere cose straordinarie? Chi è davvero Orsa? Anche se Jo e Gabriel sentono di essersi affezionati a quella bambina, sanno bene che ci sono decisioni difficili che li attendono. E con l’arrivo dell’estate, si avvicina anche il quinto miracolo… Quando un pericoloso segreto del passato si abbatterà su di loro, le stelle saranno in grado di proteggerli?
Bestseller del «Wall Street Journal» e del «Washington Post» Oltre mezzo milione di copie solo negli Stati Uniti In corso di traduzione in 24 Paesi «Un romanzo commovente, ricco di fascino e mistero.» Booklist «Una storia splendidamente umana che ci ricorda come a volte abbiamo bisogno di guardare le stelle oltre le cime degli alberi e far entrare un po’ di luce nella nostra vita. » New York Journal of Books «Una storia originale, fantasiosa ed emozionante. L’autrice è riuscita a creare un mondo molto reale e, al contempo, decisamente straordinario.» Taylor Jenkins Reid Glendy Vanderah È un’ornitologa che si è occupata per anni di uccelli in via di estinzione. Originaria di Chicago, vive in Florida con il marito, insieme a svariati uccelli, farfalle e fiori selvatici, di cui si prende cura. La bambina venuta dalla foresta è il suo romanzo d’esordio, che ha ottenuto uno straordinario successo, scalando le classifiche del «Wall Street Journal» e del «Washington Post» e diventando finalista ai prestigiosi Goodreads Choice Awards. (ibs)

Temo che questo libro abbia un po' risentito del mio umore in questo periodo. La storia infatti è molto tenera. C'è una bambina che compare dal nulla, e sicuramente è in difficoltà. Lei dice di venire dalle stelle, di aver rubato il corpo di una bambina morta e di essere un'aliena che sta prendendo un master e può tornare a casa solo dopo aver assistito a cinque miracoli. 
Jo prova a chiamare la polizia, ma la bambina scappa e il poliziotto non è poi così solerte nel provare ad investigare. Jo prova anche a cercare su internet se qualcuno ha denunciato la scomparsa di una bambina, ma niente. 
Intanto però cominciano a succedere delle cose belle intorno a Jo. Riesce anche a fare amicizia con Gabe, che vende uova per la strada e abita nella fattoria vicina. E anche Gabe si affeziona alla piccola aliena, ben ricordando a Jo che dovrebbero avvertire le autorità. Ma la bambina continua a minacciare di scappare e col passare dei giorni tra Jo e Orsa si instaura un rapporto quasi da madre e figlia.
La storia è originale. Si legge bene anche se ci sono alcune parti che mi sembrano un po' forzate, per esempio in alcuni dialoghi quando parlano del cancro al seno di Jo e delle sue cicatrici, o dei problemi psicologici di Gabe. Non mi sembra di sentir parlare due amici, mi sembra che si renda troppo "erudita" la spiegazione. E' una sensazione mia. Anche la scena della sparatoria, non so quanto sia verosimile, così come il finale è sicuramente molto toccante ma non so quanto verosimile in realtà.
Credo sia un libro da leggere a cuore predisposto, cioè non pensando a duemila cose come mi sta succedendo in sto periodo. Probabilmente potevo emozionarmi di più. Bel libro comunque, molto tenero.
Mio voto: 7 e mezzo / 10 

Vathek - William Beckford


Titolo originale: Vathek (1786)

Il capolavoro del gotico orientale in edizione bilingue. Il califfo Vathek è un sovrano ricco e potente, ma anche ambizioso e assetato di conoscenza. Appassionato di scienze occulte, costruisce una torre per osservare il cielo e i pianeti. Un giorno riceve la visita di un misterioso mercante indiano dall’aspetto mostruoso, che gli propone uno scambio: se Vathek rinnegherà la propria fede, sacrificando cinquanta bambini, e lo seguirà nel suo viaggio verso il Castello del Fuoco Sotterraneo, gli svelerà i segreti degli antichi re e gli darà accesso a tesori inimmaginabili. Divorato dall’ambizione e dalla sete di potere, Vathek accetta l’offerta e inizia la sua avventura, accompagnato dalla madre Carathis, dalla moglie Nouronihar e da alcuni fedeli. Lungo il cammino, dovrà affrontare prove, tentazioni, pericoli e prodigi, ma anche le conseguenze delle sue azioni malvagie. Riuscirà a raggiungere il suo obiettivo o sarà vittima della sua stessa hybris? Vathek è un romanzo gotico-orientale scritto da William Beckford e pubblicato nel 1787. Il romanzo si ispira alle Mille e una notte e alla tradizione orientalista, ma anche alla filosofia illuminista e alla critica religiosa. Vathek è il racconto di una discesa agli inferi, di una ricerca ossessiva del sapere e del potere, di una sfida al divino e al destino. Il romanzo è ricco di immagini fantastiche, di scene horror, di ironia e di erotismo. Vathek è considerato un precursore del genere fantastico e un capolavoro del Romanticismo e della letteratura gotica. Nonostante sia stato scritto più di due secoli fa, mantiene inalterato il suo fascino e la sua rilevanza, e ancora oggi riesce a coinvolgere il lettore con le sue atmosfere magiche e la sua narrazione avvincente. Questa edizione offre al lettore la possibilità di apprezzare il testo originale in francese e la sua traduzione in italiano, accompagnati rispettivamente da un’introduzione critica di Stéphane Mallarmé e di Carmen Di Giglio. Si tratta di un’occasione unica per scoprire o riscoprire una delle opere più originali e affascinanti della letteratura europea del Settecento. (ibs)

ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SULLA TRAMA

Il califfo Vathek è un sovrano ricco e potente, dedito a tutti i piaceri terreni, ma anche ambizioso e assetato di conoscenza. Appassionato di scienze occulte, ha costruito una torre di millecinquecento scalini per osservare il cielo e i pianeti e ricevere da essi delle divinazioni.
Egli voleva conoscere tutto, ingaggiava anche dispute con i dotti e pretendeva di avere sempre ragione lui.
Un giorno arriva nella sua città un uomo di una bruttezza abominevole, che porta delle mercanzie straordinarie. In particolare viene attirato da alcune sciabole con delle scritte, incise sopra, che mutano. Il sovrano le compra. Quando però gli chiede da chi abbia avuto delle merci simili, l'uomo si mette e ridere e Vathek lo fa mettere in prigione. L'indomani, con l'intento di interrogarlo di nuovo, scopre che la prigione è vuota. Vathek allora si rammarica di aver scacciato l'uomo che le stelle gli avevano predetto che sarebbe arrivato. 
La madre, anch'essa dedita alle arti oscure, suggerisce di proclamare pubblici araldi in ogni città dell'impero che chiunque saprà decifrare certi caratteri che sembrano incomprensibili potranno sperimentare le liberalità per cui è famoso. Tra gli altri, si presenta un vecchio con la barba molto lunga che riesce a decifrare i caratteri; l'indomani però gli viene chiesto di nuovo di leggere i caratteri e il testo è ben differente è un avvertimento contro il temerario che cerca di conoscere ciò che deve restare ignoto. Il califfo quindi lo scaccia. Un giorno, dopo che il califfo è infelice e disperato perchè i pianeti non gli danno più indicazioni, ricompare il vecchio indiano e lo rimette in salute. Tuttavia anche questa volta il califfo è infastidito dall'uomo che viene percosso dalle guardie, poi dal popolo e si trasforma in una palla che rotola e rotola e cade dentro ad un burrone. Il califfo decide di accamparsi lì e una notte la terra comincia a tremare e il Giaurro parla. 
"Sarai devoto a me? Adorerai gli influssi terresti e rinnegherai Maometto? A queste condizioni ti guiderò al Palazzo del Fuoco Sotterraneo. Là vedrai in immense provvigioni i tesori che le stelle ti hanno promessi e che ti concederanno quelle intelligenze che saprai renderti propizie. Là io presi le sciabole e là riposa Soliman Ben Daoud, circondato dai talismani che controllano il mondo".
Vathek comincia a seguire le istruzioni di questo personaggio che ha le chiavi per aprire la porta di ebano che si vede nel baratro. Per prima cosa gli chiede di portargli i cinquanta bambini più belli della città perchè lui ne possa bere il sangue. E così fa Vathek, in pratica butta i bambini dentro al burrone. La terra si richiude. I ministri del califfo sono disperati, ma la madre di lui, la principessa Carathis ("lontanissima dal farsi scrupoli, era anzi malvagia quanto può esserlo una donna"), maestra nell'arte della persuasione, riesce a calmare la folla, mentre uno dei suoi assistenti regala loro dei soldi. Quando poi la torre prende fuoco (perchè la madre brucia i cadaveri di alcune mummie che aveva tenuto per i suoi esperimenti), nel popolo si risveglia l'amore per il loro sovrano e corrono a salvarlo. 
"Sono molto gentili, devi riconoscerlo, a dimenticare così presto i torti che tu hai fatto loro; ma ora non è cosa che importi molto. Offriamoli al Giaurro"
Così alcuni dei sudditi vengono lasciati salire nella torre, uccisi e bruciati in sacrificio.
Il Giaurro si mostra molto contento del fatto che Vathek ha deliziato le sue narici dall'aroma delle mummie e delle vite sacrificate. Gli dice quindi, con la luna piena, di prendere tutti i sudditi più fedeli e andare a Istakar. Là verrà confortato da ogni sorta di delizie. Gli dice però di non entrare in nessuna dimora lungo la strada o proverà gli effetti del suo sdegno.
Il califfo quindi parte, portandosi dietro ogni tipo di tesoro (saccheggiando il regno) e lasciando sua madre a seguire il regno.
Durante il tragitto vengono travolti da una grossa pioggia che bagna anche le mappe geografiche così non sanno più quale sia la strada. Incontrano anche delle belve affamate (lupi, tigri ma anche avvoltoi) che cominciano a decimarli. Uno dei suoi assistenti per allontanare le belve dà fuoco ad una foresta, però prendono fuoco anche alcuni dei padiglioni della carovana, costringendo lo stesso sovrano e le dame a dover camminare sul fango. Una delle mogli etiopi, vedendo il califfo così imbambolato, se lo carica in spalla come un sacco di datteri e lo porta via dal fuoco. Vathek rinnova le sue imprecazioni contro il Giaurro e prova a chiedere l'aiuto di Maometto.
I sudditi dell'emiro Fakreddin vanno loro incontro per portare aiuto e Vathek accetta perchè non ne può più di essere schiavo del Giaurro. Accetta quindi l'ospitalità dell'emiro e alla sua corte conosce Nouronihar, figlia dell'emiro promessa sposa al cugino Goulchenrouz, un tredicenne un po' naif. 
L'emiro non vuole che il califfo sposi sua figlia e la addormenta (insieme al cugino) e celebra i loro funerali, accampandoli poi in un luogo segreto e quando si svegliano gli fanno credere di essere morti. Ma anche Nouronihar è attratta dal califfo e dalle sue promesse di tesori, e una mattina camminando in riva al lago si trova Vathek davanti. A quel punto nessuno può più separarli. Vathek cambia accampamento, portandosi dietro Nouronihar e continua ad indugiare nei suoi ozi e piaceri. Intanto la principessa Carathis viene informata e parte con pochissimi sudditi fedeli e rimane sconvolta da quello che vede. "E' dunque per codesta ignobile fedele che hai violato le condizioni del papiro del nostro Giaurro?" Visto che il figlio non vuole abbandonare la ragazza, lo incita comunque a proseguire il viaggio mentre lei torna verso Samarah dove il popolo è insorto e il fratello del califfo ha preso il suo posto a palazzo. 
"E se durante il viaggio puoi metterti in vista per qualche altro delitto, tutto andrà certo bene e tu entrerai in trionfo nel palazzo di Solimano"
Dopo alcuni giorni raggiungono la valle di Rocnabad da cui si vedono le nere cime di Istakar. E qui non riescono a contenere la loro emozione. 
I buoni Geni, che non avevano totalmente rinunciato a proteggere Vathek, chiedono a Maometto se può dare una mano e Maometto indignato risponde che Vathek merita di essere abbandonato a se stesso; tuttavia concede loro un'ultimissima opportunità. Uno dei geni allora si trasforma in pastore e dal suo flauto escono melodie così dolci che soggiogano l'anima, risvegliano i rimorsi e allontanano ogni immagine frivola. Quando termina la musica, il pastore dice a Vathek di abbandonare il suo atroce proposito, rispedire Nouronihar da suo padre, allontanare Carathis dal Consiglio, essere giusto coi sudditi, rispettare i ministri del Profeta, riscattando la sua empietà con una vita esemplare. Vathek sta quasi per accettare poi però vince il suo orgoglio e dice al pastore di tenersi per sè i propri ammonimenti.
"Ho attraversato un mare di sangue per acquistare una potenza che farà tremare i tuoi eguali; non credere che io mi ritirerò in vista del porto, o che abbandonerò colei che mi è più cara della vita e della tua grazia"
Tuttavia, quasi tutti i seguaci di Vathek scappano. Vathek quindi raggiunge Istakar, dove il Giaurro gli apre il portale d'ebano (a lui e a Nouronihar). Dentro, è pieno di spettri vaganti che si tengono la mano destra sempre sul cuore. Qui vengono accolti da Eblis il quale dice loro che tutti i tesori e i talismani sono a loro disposizione. Incontrano i re pre-adamiti e si trovano al cospetto di Soliman Ben Daoud, re famoso per la sua saggezza. Egli racconta loro che nella sua vita aveva adorato il fuoco e le celesti schiere e che si era rallegrato perchè uomini ed esseri soprannaturali erano sotto il suo potere. Ma poi si era abbattuta la vendetta del cielo, il tuono aveva schiantato tutti i palazzi che aveva costruito e lui era stato precipitato in quell'abisso, dove un angelo della luce gli aveva detto che i suoi dolori avrebbero avuto fine il giorno che la cateratta accanto a lui cesserà di scorrere. Da allora è preda di atroci tormenti e un fuoco inestinguibile gli divora il cuore. 
Vathek prova a chiedere pietà ma il Giaurro gli dice che ormai è tardi, il suo cuore sarà infiammato come quello degli altri re. Lui avendo compiuto la sua missione, lo lascia a se stesso e scompare. Vathek e Nouronihar cominciano a scambiarsi accuse e rancori reciproci. Vathek chiede che venga portata a fare la stessa fine anche Carathis, in quanto è stata lei che fin da quando era piccolo l'ha portato alla perdizione. E così accade, un afrita la va a prendere e la porta nel baratro. A differenza del figlio, che rimane quasi inebetito dalla paura, lei invece sfrutta il fatto che si trova lì e comincia a scoperchiare vasi, prendere talismani e non si fa impaurire da Eblis, il quale le dice che fa bene a sfruttare gli ultimi scampoli di tempo che le rimangono prima che il suo cuore si infiammi per sempre.
"I loro cuori immediatamente presero fuoco ed essi, d'un tratto, persero il più prezioso dono del cielo: la SPERANZA"

Interessante libro che mi ha incuriosito, nonostante avevo un po' di ansia perchè nella trama parlava di scene horror, che non le amo particolarmente. Lo stile di questo libro è quello di una fiaba, un po' tipo le mille e una notte. Il linguaggio è un po' faticoso perchè effettivamente molto datato. Però è chiara la morale che si porta dietro, e che l'autore scrive negli ultimi paragrafi: cioè che all'uomo ci sono cose che non è dato conoscere, e deve accettare di essere ignorante. Chi pensa di sostituirsi a ciò che è ultraterreno, che vive nel peccato (potremmo sintetizzarlo così), merita di essere punito. Lo stesso Maometto ha concesso a Vathek almeno un paio (forse tre...) occasioni di redenzione, ma lui è andato avanti nei suoi scopi, mietendo vittime, accecato dalla brama di potere e conoscenza e vizio. Quindi anche Maometto, ad un certo punto, lo abbandona alle sue scelte. Così come lo abbandona il Giaurro una volta che è riuscito nella sua missione di portarlo all'inferno eterno.
Molto interessante. Ovviamente qui abbiamo un ambiente dove lo sfondo è musulmano (in un brano dice che anche le api erano musulmane fino al midollo), ma la morale che sta alla base può essere recepibile da qualsiasi confessione. Il bene viene premiato; il male merita la punizione eterna. Chissà se sarà davvero così?
Se si riesce a "sopportare" il linguaggio non proprio facile, il libro lo consiglio.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

giovedì 6 giugno 2024

La sestina del Premio Strega 2024

05 giugno 2024
Questa la sestina finalista al Premio Strega:

* Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi) con 248 voti
* Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo) con 243 voti
* Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio) con 213 voti
* Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli) con 195 votia
* Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori) con 193 voti
* Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax) 126 voti (il libro più votato tra quelli pubblicati da un piccolo editore).

La finalissima si terrà al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma e in diretta televisiva su Rai 3, il 4 luglio.

A Donatella Di Pietrantonio è stato anche assegnato il Premio Strega Giovani (04 giugno)

lunedì 3 giugno 2024

Campiello, scelta la cinquina dei finalisti 2024

Padova, 31 maggio 2024.
È stata selezionata a Padova la cinquina finalista della 62^ edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto.

La Giuria dei Letterati ha votato tra gli 85 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico e ha scelto questi candidati:
* Antonio Franchini con "Il fuoco che ti porti dentro" (Marsilio)
* Emanuele Trevi con "La Casa del Mago" (Ponte alle Grazie)
* Michele Mari con "Locus Desperatus" (Giulio Einaudi editore)
* Federica Manzon con "Alma" (Giangiacomo Feltrinelli)
* Vanni Santoni con "Dilaga ovunque" (Laterza).

Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Fiammetta Palpati con "La casa delle orfane bianche" (Laurana Editore).

Il vincitore della 60esima edizione del Campiello verrà proclamato sabato 21 settembre a Venezia.