lunedì 4 marzo 2013

Più alto del mare - Francesca Melandri




L'isola appariva vicinissima, ma era un'illusione. Lo stretto era percorso da correnti tali che anche le imbarcazioni solcavano il mare con fatica.
Sulla motonave ci sono Paolo, vedovo, ex professore di filosofia e Luisa, contadina, madre di cinque figli. Paolo va a trovare il figlio terrorista, Luisa va a trovare il marito pluriomicida.
Paolo e Luisa sono gli unici visitatori del carcere speciale.
Mentre il furgone riporta Paolo e Luisa, dopo i colloqui, verso l'imbarco della motonave, un incidente li costringe a restare intrappolati sull'isola, sotto lo sguardo dell'agente carcerario Nitti. Hanno così modo di scambiarsi confidenze e il loro rapporto, nelle poche ore che trascorrono lì, diventa in breve tempo così profondo che li unirà per il resto della loro vita.
Paolo non aveva mai avuto rapporti stretti con i parenti degli altri detenuti, ma preferiva fuggire nel proprio, familiare, dolore; e, nonostante le barbarie che ha commesso il figlio, continua a volergli bene e stare male per lui.
Luisa da anni non ricorda cosa vuol dire essere trattata con gentilezza, al punto che sapere il marito in carcere è più un sollievo che un dolore.

Il libro mi è piaciuto molto. Tratta una storia di sofferenza (o, meglio, tante storie di sofferenza)con molta delicatezza. Il rapporto che si crea tra Paolo e Luisa è molto tenero. La lettura è scorrevole. Forse il finale, trent'anni dopo, sembra un po' messo tanto per chiudere la storia. C'è da dire che raccontare tutte le vicende dei carcerati durante questi trent'anni probabilmente avrebbe reso il libro molto pesante e noioso.

Mio voto: 8/10