Titolo originale: Terapia di coppia per amanti - 2015
Terapia
di coppia per amanti è un romanzo a due voci, maschile e femminile,
che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono, perché
«ci sono fasi dell'amore in cui la realtà diventa un punto di
vista, generalmente quello di chi lo impone». Due adulti sposati
(non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile
e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie.
Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i
discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare
così le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire
in un'altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e
sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo
nell'autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa
pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a
tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo
matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È
nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto
dall'analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro
rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il
dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale,
libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da
perdere al di là del proprio amore. Accetterà l'incarico per questa
ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e
ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale.
Tenero e cinico, divagante, vero, capace di usare la leggerezza come
arma contundente, Terapia di coppia per amanti è un'immersione nelle
complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente
per la paura (che tutti conosciamo per averla provata almeno una
volta) di affidarci all'amore e dargli mandato a cambiarci la vita.
(www.einaudi.it)
"Tutti abbiamo fatto una bella foto nella vita, ma questo non fa di noi dei fotografi. Il problema è costruire, non prenderci ogni tanto"
"Se c'è una cosa che mi ha stancato della vita, è la sua tendenza a replicare le scene che non vorresti rivedere mai più."
"Le paure sono debiti, e se sei una persona che i debiti non li vuole, non hai pace finchè non te li togli"
Ero molto curiosa di questo libro, perchè avevo sentito l'autore parlarne nel programma di Fabio Fazio, e sembrava una cosa molto divertente. Purtroppo, sentir parlare De Silva è una cosa, ma leggerlo è tutt'altra. La prima cosa, infatti, che non mi è piaciuta di questo libro è proprio la scrittura. Qualcuno troverà sicuramente divertente il modo di scrivere un po' come se stesse parlando, come se stesse raccontando la vicenda a voce. Ma nella lettura non l'ho trovato nè intrigante, nè avvincente. Poi mi sembra anche pieno di stereotipi. Lei è elegante poi diventa una quasi insaziabile a letto. Lui è uno zoticone sboccato che però ha il fascino del musicista un po' tormentato. A lui va bene che la doppia vita prosegua così, lei invece ad un certo punto sbrocca, arrivando anche a chiamarlo nel cuore della notte (e per fortuna sua, lui ha un figlio anche troppo sveglio, che ci guadagnerà un iphone nuovo..). Lei ad un certo punto non regge più di essere solo l'amante. E lui, pur nascondendosi dietro al menefreghismo del libertino, dovrà ammettere che anche lui è innamorato a puntino. Se vi siete trovati nella situazione, ci sono tanti degli atteggiamenti di Viviana e Modesto che sembreranno dei dejavù, nel bene e nel male.
L'idea di intraprendere insieme una terapia di coppia, per una coppia che in fondo è clandestina ma in effetti è comunque una coppia, è nuova ed era interessante. Senonchè chi scelgono come psicologo? Uno che di problemi ne ha fin troppi di suo, e che si troverà a togliersi dall'incarico. In effetti, la figura dello psicologo (di questo) è abbastanza inutile e, anzi, non è che ci faccia una gran figura, professionalmente parlando.
Sintetizzando, l'idea era carina, la storia però è poco coinvolgente. Forse perchè rimane sospesa tra l'ironia e la serietà, non essendo mai nè di qua nè di là. La lettura non è stata per niente scorrevole, ammetto che più volte mi ha proprio aiutato a prendere sonno. Poi, va beh, il finale non è un finale… ti fa credere come andrà avanti ma in realtà lascia aperta qualunque strada.
Nonostante ciò, il libro ha alcune frasi molto molto belle.
Un commento a parte però merita il padre di Modesto, donnaiolo anche lui, il quale, per ripicca verso la moglie che non ha voluto assecondarlo nel chiamare il figlio come suo padre, Gabriele, l'ha registrato all'anagrafe col nome Modesto, che legato al suo cognome diventa Modesto Fracasso, che per uno che fa il musicista in effetti è il massimo. E quando Modesto glielo rinfaccia, il padre risponde seraficamente che un nome simile lo ha però aiutato nei rapporti interpersonali, per la curiosità e la ilarità che scatenava. Un grande.
Mio voto: 6 / 10.
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