mercoledì 12 febbraio 2025

Il giovane Holden - J.D. Salinger



Titolo originale: The Catcher in the Rye (1951)

"Non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia. Niente di più di quel che ho raccontato a D.B., con tutto che lui è mio fartello e quel che segue. Sta a Hollywood, lui. Non è poi tanto lontano da questo lurido buco, e viene qui a trovarmi praticamente ogni fine settimana. Mi accompagnerà a casa in macchina quando ci andrò il mese prossimo, chi sa. Ha appena preso una Jaguar. Uno di quei gingilli inglesi che arrivano sui trecento all'ora. Gli è costata uno scherzetto come quattromila sacchi o giù di lì. È pieno di soldi, adesso. Mica come prima. Era soltanto uno scrittore in piena regola, quando stava a casa".

Holden è un ragazzo confuso, in preda al turbamento di crescere. Vede intorno a sè cose che non comprende, che gli danno fastidio. Vede troppa gente tronfia, palloni gonfiati, gente con un ego esagerato. Lui non è così. Lui si rende conto che se divide la camera con un ragazzo che ha una valigia meno costosa della sua, allora quel ragazzo si sente inferiore a lui, e ne è dispiaciuto. Lui vede i ragazzi che millantano di aver fatto sesso con le ragazze, anche se non è successo, ma lui non è disposto ad andare con una prostituta per capire come funziona. Lui è preoccupato (e geloso) dell'amica che esce col rubacuori della scuola perchè teme che lui le salti addosso. Lui, che si è sempre divertito a prendere in giro le persone, a dare nomi sbagliati quando si presenta, che odia quando gli fanno domande perchè non ha mai voglia di rispondere, rimane colpito da due suore proprio perchè non gli chiedono mai se sia cattolico o meno (al punto che le vorrebbe rivedere nella folla). Oltretutto, Holden, pur odiando tutti, odia la violenza e si definisce un vigliacco perchè piuttosto che prendere a pugni qualcuno cerca la mediazione o si rassegna a dargliela vinta. E' bella la riflessione che fa, mentre si trova al museo, tra le cose che rimangono immobili (tipo gli oggetti del museo) e il fatto che ogni volta che noi le vediamo in realtà siamo diversi (di età o di stato d'animo).
E' un adolescente che non la trova pari col mondo e che non sa ancora cosa vuol fare della sua vita. L'unica persona per la quale prova un amore sincero è la sorellina, per la quale rinuncia a scappare, ed è felice mentre si sta infradiciando sotto la pioggia per vederla sorridere sulla giostra. 
Mi è piaciuto molto il consiglio che gli ha dato il professore, che un giorno o l'altro avrebbe capito qual era la sua strada e che sarebbe tornato a scuola perchè, che lo volesse o meno, lui aveva una gran fame di conoscenza. Non sapremo mai se lo farà o meno, ma la fame di conoscenza, di capire quello che c'è intorno, quella è palese in ogni angolo di questo libro. Fa quasi sorridere il suo enorme dilemma su dove vanno le anatre di New York quando il lago è ghiacciato. Come sopravvivono?
Il libro è narrato in prima persona, come se fosse proprio Holden a raccontarci cosa sta succedendo, parlando direttamente col lettore più volte.
Ho molto gradito che nell'introduzione venga spiegato che il titolo è intraducibile in italiano, e che oltretutto prende il via dalla storpiatura di una canzone.
Ho provato invece un po' di fastidio per il fatto che spessissimo vengono ripetute le espressioni "eccetera eccetera", "e tutto quanto", "e via discorrendo", "o qualcosa del genere".
L'ho letto bene, senza particolari problemi.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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