mercoledì 26 novembre 2014

W...W...W…Wednesdays #2



"W…W…W…Wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (2^ puntata - mercoledì 26 novembre):

1) cosa stai leggendo?
"Il cardellino" - Donna Tartt 

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Anna Bolena, una questione di famiglia" - Hilary Mantel

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"non so niente di te" - Paola Mastrocola

L'amore involontario - Chiara Marchelli


Riccardo e Irene, fratelli, non si parlano da anni, da quando lei ha scritto un libro in cui parla anche di lui. Quel libro, che le ha dato popolarità in tutto il mondo, lui lo odia a prescindere perché in realtà non l'ha mai letto. Ma un giorno Irene viene investita da una macchina e Riccardo si trova al suo capezzale, dove tutti si aspettano che provi pena, che pianga, che le parli per provare a darle degli stimoli. Tutte cose che Riccardo non riesce a fare, non gli vengono. Rimane lì, accanto a lei, in silenzio, aspettando il momento in cui potrà andarsene. Ma giorno dopo giorno, l'amore che provava per lei riaffiora, involontario come i movimenti dei muscoli di lei in coma. Riccardo ripensa ai momenti vissuti insieme e si chiede perché ad un certo punto si trovi ad essere quello che di lei sa meno. Si muove nella sua casa e trova il famoso libro, che finalmente si decide a leggere, lì vicino a lei, ripercorrendo un dolore per sopravvivere al quale Riccardo si è chiuso in sè.
Bellissimo. Intenso. Triste, ma senza essere pesante grazie ad un linguaggio che riesce a rimanere delicato nonostante gli argomenti di cui narra. Bellissima scrittura, piacevole, scorrevole. L'unica pecca, alcune espressioni un po' scurrili che ho trovato fuori luogo perché non aggiungono nulla alla narrazione. L'ho letto tutto d'un fiato perché la storia mi appassionava moltissimo. E ovviamente ho pianto. E' bellissimo il rapporto tra i due fratelli, dove lei in realtà non è mai stata davvero lontana come credeva Riccardo. Perché è lui che ha eretto un muro per tenere lontano dal suo dolore tutte le persone che gli sono intorno, senza rendersi conto che il suo dolore era provato e condiviso da Irene, ma anche da sua moglie e suo figlio. E' un libro che consiglierò alle persone che conosco perché davvero mi ha colpito piacevolmente.
Mio voto: 9 / 10

mercoledì 12 novembre 2014

W...W...W…Wednesdays #1



"W…W…W…Wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, inauguro anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime. Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (1^ settimana - mercoledì 12 novembre):

1) cosa stai leggendo?
"Anna Bolena, una questione di famiglia" - Hilary Mantel

2) cosa hai appena finito di leggere?
"La verità sul caso Harry Quebert" - Joel Dicker

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Il cardellino" - Donna Tartt 

lunedì 10 novembre 2014

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry - Rachel Joyce



Titolo originale: The unlikely pilgrymage of Harold Fry

Un normalissimo mattino di metà aprile, Harold riceve una lettera da una vecchia collega che non sentiva da vent'anni, Queenie Hennessy, nella quale la donna gli rivela di essere malata di cancro. Cosa rispondere a una rivelazione simile? Harold prova a buttare giù qualche riga, e, anche se nulla lo soddisfa totalmente, si dirige verso la buchetta delle lettere. Ma quando arriva lì, si dice che è arrivato troppo presto, così continua a camminare fino alla seconda buchetta e poi oltrepassa anche quella. Finchè arriva ad una stazione di servizio dove scambia due parole con una cassiera che gli dice che si deve sempre essere ottimisti. Harold decide che vuole far qualcosa che faccia la differenza. Telefona alla casa di cura dove è ricoverata Queenie e dice che sta andando a trovarla, e lei deve aspettarlo. Decide che andrà a piedi, convinto che finché lui continuerà a camminare, Queenie non morirà.

Parte così il pellegrinaggio di Harold dal sud dell'Inghilterra al nord. Un viaggio di mille chilometri che non è solo fatica e dolore fisico, ma che è anche un doloroso viaggio introspettivo nel passato e nel suo essere uomo, nei suoi errori e nei suoi rimpianti.
La scrittura di Rachel Joyce è piacevole e scorrevole. La storia si legge volentieri e ad ogni capitolo c'è la curiosità di capire se Harold ce la farà o se rimarrà preda dei demoni che provano di convincerlo a rinunciare. Il libro mi è piaciuto molto; probabilmente è un  po' bizzarro pensare che un uomo che non è mai andato a camminare, tutto d'un tratto riesce a farsi mille km in pochi mesi. Ma il vero cammino è quello che percorre in sé stesso, con alcune rivelazioni finali assolutamente inaspettate. Il personaggio di Harold mi è piaciuto molto e gli sono stata "umanamente" vicina. Aveva un sogno ed ha usato tutte le sue forze per portarlo a termine. Non potevo non tifare per lui!
Mio voto: 8 / 10

La felicità sta in un altro posto - Sara Loffredi


Calabria 1904. Caterina è orfana e vive nel convento dell'Immacolata Concezione, appena fuori Reggio Calabria. Qui ha due amiche a cui è particolarmente legata, Giovanna e Cristina, e ama suonare il pianoforte insieme a Suor Antonia. 
Caterina crede di possedere il dono della maledizione, perché più volte alcune cose brutte che ha augurato si sono avverate.
La musica è per lei un qualcosa a cui non sa resistere e Suor Antonia progetta di farle fare l'esame di ammissione al Real Collegio per la musica di Palermo. Ma la notte del 28 dicembre 1908, un terribile terremoto si scatena su Reggio, radendo al suolo la città. Caterina si ritrova così su una nave militare trasformata in ospedale, dove riceve le prime cure addirittura dalla Regina Elena, la quale poi disporrà che i feriti vengano portati in ospedale a Napoli. Caterina si ritrova con una cicatrice in una gamba, ma totalmente abbandonata a se stessa. Decide quindi di seguire Annarella, una prostituta, a casa sua, dove la aiuta nei lavori domestici, spiandola di nascosto durante i suoi incontri con gli uomini. Finchè uno di questi uomini si accorge della ragazza semi nascosta e vedendola così giovane e bella decide di prendersela con la forza. Annarella non può permettersi di perdere clienti per una ragazza più giovane e le dice di rivolgersi ad una sua amica che gestisce un posto chiamato "le tre vecchierelle". Caterina all'inizio si dedica ai lavori domestici, ma Donna Assunta dopo sette giorni le chiede di cominciare a lavorare, procurandole dei documenti falsi in cui si sostiene che ha venti anni anziché sedici. Caterina, ribattezzata Domenica, ottiene un grande successo tra i clienti e questo le crea molta invidia tra le colleghe, che una notte mentre dorme le riempiono i capelli di pece e lei è costretta a tagliarli cortissimi. Un giorno, un cliente, ricco commerciante caduto in rovina, dice a Caterina che è troppo bella e raffinata per un bordello così infimo, sostenendo che sarebbe perfetta per lavorare alla Maison Rouge e suggerendole di farsi chiamare Mimì. 
Mimì prova a recarsi in questa Maison, dove le apre la donna più bella che abbia mai visto ma che non la fa entrare. Cosa che però riesce a fare di soppiatto al terzo tentativo. Donna Luisa dapprima la rifiuta, ma quando Mimì si ferma a suonare rabbiosamente al pianoforte, cambia idea e la accetta. Comincia una nuova vita, in un bordello di lusso, dove ad un certo punto Mimì si rende conto di provare qualcosa di forte e ricambiato da una sua collega, Mariasole, la quale arriva anche a smettere di cercare la compagnia maschile perché non lo sopporta più. Ma vivere apertamente un amore lesbico non è consentito, e Mariasole decide di uscire dalla Maison sposandosi.

La prima cosa che mi viene da dire su questo romanzo è che gli autori non possono dare per scontato che io conosca tutti i dialetti d'Italia e, quindi, se devono usare espressioni dialettali perché servono ad ambientare il racconto, dovrebbero però considerare di fare un'appendice magari con la traduzione. Molti dei termini napoletani li ho capiti, ma altri no, e se è pur vero che riuscivo a capire il contesto, sinceramente non mi piace leggere una cosa che devo provare ad indovinare. Questa trovo che sia la pecca maggiore nella scrittura, che nelle parti italiane invece è abbastanza scorrevole, piena di descrizioni, anche se ha fatto fatica a coinvolgermi totalmente. Il personaggio principale risulta a tratti terribilmente egoista e non sono riuscita a provare "sintonia" né particolare "pietà" per lei. Forse i momenti che ho apprezzato di più sono le pagine piene d'amore per Mariasole, un amore profondo e travolgente anche se da tenere nascosto. Per il resto, ero più curiosa di capire come sarebbe finita la storia più di leggerne lo svolgimento. Fin dalle prime pagine del romanzo, alternate al racconto di Caterina, ci sono alcune lettere scritte da un uomo che ho fatto fatica a capire chi fosse per quasi tre quarti del libro, questo ha contribuito abbastanza a frantumare la narrazione. 
Mi spiace "stroncare" tanto questo libro, che come storia era anche nuova perché non avevo mai sentito parlare del terremoto di Reggio Calabria. Ma, se anche ben scritto, non è riuscito a coinvolgermi né ad appassionarmi particolarmente.
Mio voto: 6 / 10

domenica 2 novembre 2014

Elisa, Chiara ed Isabella. Giovani scrittrici fantasy

Un paio di venerdì fa, il 24 ottobre, sono stata alla presentazione di tre libri scritti da tre ragazzine, una delle quali è la figlia di un caro amico. E' poi il motivo principale per cui ho partecipato all'evento.
Luogo dell'incontro: la biblioteca di Ozzano dell'Emilia (BO).
Le autrici erano: Isabella Colic con "L'occhio della profezia", Elisa Zamboni con "La ladra di Onde" e Chiara Martelli con "La spada di Lasrin". 
La serata è stata condotta dal signor Franzoni Claudio, della casa editrice In.edit di Castel San Pietro Terme e dal professor Galanti, critico letterario.
L'editore spiega di aver dato vita ad una collana chiamata "Progetto PrimaVera", ossia opere prime scritte da ragazzi molto giovani. 
Tutti e tre i libri presentati in questa serata, sono di genere fantasy e sono il primo di una trilogia (che le autrici completeranno prossimamente).
Il professor Galanti introduce dicendo che ciò che lo ha colpito in tutte e tre le opere, è stata la fluidità di espressione, notevole per la loro giovane età. Consiglia di leggere i libri senza pensare che sono stati scritti da ragazze così giovani, perché il messaggio che ne viene fuori è comunque positivo.

Prima domanda alle ragazze: cosa ti ha spinto a scrivere?
Elisa (14 anni) dice che voleva scrivere una storia sua, in cui decidere come sarebbero andate le cose. Chiara (14 anni) dice di aver fatto un sogno da cui ha poi elaborato la storia. Isabella (18 anni) ha iniziato il suo libro quando aveva 12 anni, sapeva solo che ci sarebbero stati una ragazzina e dei lupi bianchi, come sarebbero stati mescolati lo avrebbe scoperto in seguito. Isabella è molto spigliata, chiacchierona, parla senza paura del pubblico che comunque è piuttosto numeroso; dice che, in particolare, il libro "la visione" di David Clement Davies le ha cambiato la vita e che ha avuto un buon influsso da un insegnante.

Isabella dice che è stata una soddisfazione enorme trovarsi a 16 anni con un contratto di lavoro. Erano tre anni che stava cercando un editore, ma le case editrici che aveva contattato non avevano risposto per nulla, a parte la Mondadori che però aveva rifiutato. Poi sua madre, che ormai girava col manoscritto nella borsa, durante la presentazione di un altro libro ha avvicinato Claudio (Franzoni) e lui ha accettato di leggerlo. Isabella sostiene che prova grande soddisfazione anche nel vedere come le persone si approcciano alla sua storia. Ci sono state persone che l'hanno riconosciuta e le hanno fatto dei complimenti. Lei prova soddisfazione nel vedere che i suoi personaggi sono amati.
Chiara dice che è stato molto bello quando ha trovato qualcuno che ha accettato e pubblicato il manoscritto. Ancora non ha contatti con gente che ha letto il libro. Sarebbe bello sapere cosa ne pensano gli altri.
Elisa aveva mandato il manoscritto a diverse case editrici; solo dopo molto tempo aveva ricevuto la mail di risposta che accettava il suo libro ed era letteralmente impazzita. Ormai non se l'aspettava più.

Un'altra domanda: avete fatto ricerche?
Tutte e tre concordano sul fatto che il fantasy ha un suo particolare linguaggio, che hanno conosciuto leggendo tanti libri del genere.
Isabella ha iniziato a leggere i fantasy di Licia Troisi. Per il suo libro si è documentata molto sulle armi bianche. "Io sono una grande perfezionista". Dopo è passata a Cecilia Randall. 
Chiara non ha fatto ricerche particolari, ha solo letto altri fantasy. Ha provato a far evolvere la sua storia in modo che non fosse uguale a nessun'altra. "Essendo fantasy, anche se uno dice una cosa non vera, è poi fantasia…".
Anche Elisa non ha fatto particolari ricerche, a parte leggere altri libri. Però ha guardato in giro per vedere se una storia simile ci fosse già. Anche nello scegliere i nomi ha cercato di non assomigliare a nulla che fosse già stato usato, per quello ha tirato fuori dei nomi abbastanza strani.

Perché il fantasy e non un altro genere?
Elisa: avendo letto quasi solo fantasy ero fissata e quindi ho scritto quello che conoscevo.
Chiara: è il mio genere preferito, mi è venuto spontaneo.
Isabella anche lei proviene da letture fantasy (in realtà, crescendo ha delle letture piuttosto varie), ma ci ha già anticipato che finita questa saga vuole scrivere qualcosa sul genere thriller-psicologico che la affascina molto.

Quando leggete un libro cosa leggete?
Per Elisa, il fantasy rimane il genere preferito, ma da quando scrive ha anche cambiato un po' genere. Uno degli ultimi libri che ha letto è stato "La ragazza di carta" (Guillaume Musso).
Anche Chiara legge altro oltre al fantasy.
Isabella vorrebbe leggere, nel genere fantasy, qualcosa di buono e di non ripetitivo. Di libri ne legge tanti anche per la scuola (fa il liceo linguistico) e di tutte e quattro le letterature che studia (italiano, inglese, francese e tedesco).

Come vi tenete aggiornate sulle nuove uscite? Andate in libreria o avete altri metodi?
Elisa in libreria non ci va molto. Quando ci va, si lascia ispirare molto dalle copertine.
Chiara se sta leggendo una saga presta molta attenzione a quando uscirà il seguito o il film se lo fanno.
Isabella ha scoperto tante pagine su facebook che presentano libri; poi segue le pubblicazioni Mondadori e il sito ibs.

Quali sono i 3 personaggi che in un fantasy non devono mancare?
Chiara: il/la protagonista, di solito molto giovane, che dovrà combattere il cattivo. Poi chi aiuta il protagonista.
Isabella: qualunque personaggio purchè sia profondamente tormentato.
Elisa: il protagonista, l'antagonista e l'aiutante.

Il professor Galanti conclude la serata dicendo che ha trovato Elisa e Chiara un po' più tranquille nel parlare in pubblico (ma questa era solo la loro seconda presentazione). Di Isabella non si preoccupava perché lei è "una macchina da guerra".



Concludo con un paio di considerazioni mie. Non sono solita partecipare alle presentazioni di libri di esordienti, non perché li snobbi, in realtà non ho un motivo vero e proprio. Ci tenevo a partecipare a questa serata perché non ero potuta andare alla prima presentazione che hanno fatto il sabato precedente presso la libreria del centro commerciale e sono molto contenta di aver partecipato. Elisa è la figlia di un caro amico.
Sono rimasta molto colpita dal fatto che tre ragazze così giovani (Isabella aveva 13 anni quando ha scritto il libro) abbiano creduto nel loro sogno e abbiano trovato qualcuno disposto a dar loro fiducia. Io sono anni che ho stralci di romanzi in un cassetto, ma non mi decido mai a completarli, né credo sarei quella capace di presentarsi alle case editrici. Chissà che invece non cominci anche io a credere di più in me stessa. Ma tralasciando questo discorso che non c'entra, sono molto curiosa. Ho ovviamente comprato tutti e 3 i libri (anche perché alla serata erano scontati eh eh). Un po' alla volta li leggerò.
Mi ha molto colpito la personalità di Isabella Colic, giovane ma terribilmente già spigliata, piena di entusiasmo e curiosità. Elisa e Chiara sono molto più timide (ma non è mica un male, è carattere quello, e sono ai primi approcci davanti ad un pubblico).
Non sono molto convinta che tutti i fantasy debbano essere trilogie. E' vero che spesso sono libri scritti in serie in effetti, ma sono un po' scettica sulla strategia di scriverne uno, lanciarlo, e poi scrivere i seguiti. A volte mi sembra un po' che venga forzata la mano alle autrici. Ma insomma, io non sono un editore, e se Franzoni ha fatto loro questa proposta, avrà un suo motivo ed una sua personale fiducia. 
Intanto leggo il primo, poi vedremo quando usciranno i seguiti.

Vi linko le tre pagine di facebook, se avete voglia di andarle a vedere ;-)
La ladra di onde (Elisa Zamboni)
La spada di Lasrin (Chiara Martelli)
L'occhio della profezia (Isabella Colic)